Lui vuole sempre fare l’amore, io uscire

Buonasera, scrivo per un parere.
Perché non so se vi sia qualcosa che non va in me.
Da qualche mese ho una relazione con un uomo, le cose tra noi vanno molto bene, mi sento innamorata e lui altrettanto, abbiamo un’ottima intesa sessuale.
il problema paradossalmente nasce da quest’ultima affermazione.
non abbiamo molto tempo per stare assieme per vari motivi e quando ci incontriamo lui vuole sempre fare l’amore.
non che mi dispiaccia o non mi piaccia sia ben chiaro, però alle volte sono in difficoltà perché io vorrei viverlo.
Mi spiego meglio:lo conosco da anni e abbiamo sempre parlato molto ma ora che stiamo diventando una coppia vorrei poterlo davvero conoscere, vivere la quotidianità.
che per me significa uscire con lui, cenare assieme, sederci a parlare, passeggiare mentre lui in quei momenti che abbiamo vuole sempre fare l’amore e, se rimane tempo, il resto.
So che il sesso è importantissimo, sono la prima a pensarlo, ma questa cosa sta iniziando a pesarmi.
Non ho più 20 anni, ho sperimentato già molto in campo sessuale, adoro fare l’amore ma penso che in questo momento sia più importante conoscersi.
Comprendo anche lui che viene da una relazione molto lunga con una donna con cui aveva scarsa (per usare un eufemismo) affinità.
E quindi io per lui sono una sorta di idolo.

Mi chiedo quindi se sia io che sto sbagliando, perché in effetti cosa dovrebbe esserci di più bello di fare l’amore con chi si ama?
E invece penso solo che vorrei chiacchierare, stringerlo, godere della sua compagnia e presenza senza per forza dover sempre finire in un letto.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
la sua attuale richiesta manca di qualche informazione essenziale.
Poco più di un mese fa lei ci scriveva per chiedere quale futuro vedevamo per la coppia di amanti della quale lei rappresentava la metà femminile.
Allora lei ribadiva che entrambi eravate decisi a non costruire un futuro, perché lui era intenzionato a non lasciare la moglie e lei sosteneva questa scelta; inoltre non meglio precisati "motivi logistici" vi impedivano in ogni caso di vivere insieme.
Come sa, vivere in due case diverse, in due città e perfino in due continenti non ha mai impedito ad una coppia regolare di progettare e costruire un futuro. Anche la Bibbia prevede che i due, per costruire la loro vita, "lasceranno il padre e la madre".
Non dunque le circostanze esterne, ma altri elementi rendono differenti le coppie regolari dalle coppie di amanti. Queste non possono "viversi", per usare la sua espressione, altro che in una finzione di matrimonio; evitano tutti gli aspetti dell'esistenza che presentano caratteri monotoni e routinari e coltivano un'unica attività ad alto contenuto di emozioni positive, quel bagno di ossitocina, quella fuga dalla realtà che è l'attività sessuale vissuta come meta agognata e valore prioritario. Non a caso, il suo partner come tutti gli altri nella stessa condizione lamentava il fatto di vivere con la moglie "da fratello e sorella".
Del resto, da quello che lei ci raccontava nell'email precedente, ogni altro progetto, impegno, esperienza anche genitoriale, quest'uomo li viveva così bene con la moglie, che non si sognava minimamente di lasciarla.
E perché mai un uomo che non sarà mai un marito, con il quale si è bruciato il ruolo di amici, dovrebbe offrire e chiedere altro che pratiche erotiche? A cosa dovrebbe indirizzarsi ogni incontro, specie se breve e raro, se non al letto? Non sembra naturale pensare che nel momento in cui una relazione adulterina, sotto il profilo erotico, dovesse diventare tiepida, sarebbe il momento di chiuderla?
La mia collega dott.ssa Pileci nel precedente consulto le chiedeva: "Lei vuole continuare a fare l'amante per il bene di lui? Come vede un futuro in questa condizione? Si vede felice?"
La lettera odierna ci dice che i fatti sono cambiati. Lei scrive: "ora che stiamo diventando una coppia vorrei poterlo davvero conoscere, vivere la quotidianità".
Quale novità è intervenuta in questo mese e mezzo? Lui ha lasciato la moglie? Avete avuto il tempo di assorbire questo fatto e di progettare tra voi un rapporto diverso?
Ci faccia capire meglio, per darci modo di risponderle.
A presto.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2024 al 2024
Ex utente
Buongiorno Dottoressa Potenza, anzitutto La ringrazio del riscontro, per non essere ridondante (oltre al limite dei caratteri) avevo evitato di scrivere tutta la storia. Come ha notato confermo che le cose sono cambiate. Lui si sta separando dalla moglie, nei tempi e modi corretti soprattutto per i figli. In questo momento tra noi vi è una progettualità più a medio che a lungo termine (abbiamo fatto comunque un passo in avanti dal momento che in precedenza era solo a breve termine). Stiamo entrambi sforzandoci di trovare più tempo per noi, di capire come gestire la distanza, i tempi, nel rispetto comunque della sua situazione che in questo momento non è semplice e che deve essere gestita in modo saggio per i suoi figli.
Personalmente io sento il periodo come costruzione , come inizio di una relazione che potrebbe divenire stabile. Lui la pensa come me, in un certo qual modo stiamo pianificando un futuro assieme (anche se il modo dobbiamo ancora capirlo quindi pensiamo intanto a sistemare le faccende esistenti). Però, come Le scrivevo, ho difficoltà a capire come gestire i nostri incontri attuali. Ma soprattutto temo vi sia qualcosa che non va in me o comunque vi siano priorità diverse che in futuro potrebbero emergere.
La ringrazio ancora, anche per aver letto il mio vissuto precedente.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
le sue email confermano che per capire una situazione, specie se implica più di una persona, lo psicologo ha bisogno di conoscere, oltre ai sentimenti, anche i fatti.
Con la seconda email la sua domanda risulta più chiara, malgrado ci sia ancora una zona che sembra tenuta in ombra: quella sulle "difficoltà logistiche" che ostacolano il vostro rapporto di coppia. Anche qui, forse un'esplicitazione dei fatti permetterebbe di capire meglio se ci siano tra voi degli obiettivi, dei progetti e dei desideri marcatamente divergenti. Tali appaiono, al momento, le vostre aspettative sulla gestione del quotidiano.
Lei nella prima email ci scriveva: "ora che stiamo diventando una coppia vorrei poterlo davvero conoscere, vivere la quotidianità. che per me significa uscire con lui, cenare assieme, sederci a parlare, passeggiare mentre lui in quei momenti che abbiamo vuole sempre fare l’amore e, se rimane tempo, il resto".
Nella sua email di chiarimento, la stessa cosa viene replicata in questi termini: "ho difficoltà a capire come gestire i nostri incontri attuali. Ma soprattutto temo vi sia qualcosa che non va in me o comunque vi siano priorità diverse che in futuro potrebbero emergere".
Potrebbe darsi, gentile utente, che voi due stiate vivendo due storie diverse.
Lei a quanto scrive non si era mai trovata nella condizione dell'amante, quindi vorrebbe procedere nella costruzione dell’attuale legame come farebbe se tutti e due veniste da realtà di single, che abbiano o meno alle spalle delle relazioni, ma ampiamente concluse.
Per lui la situazione è molto più problematica. E' tuttora sposato, a quel che capisco tuttora vive con la moglie; ha figli adolescenti o bambini; aveva fatto una scelta di vita che ha visto fallire, prima nella monotonia di un matrimonio spento, poi nel trauma della rottura con tutto quello che comporta: presa d'atto del fallimento che era nell'aria ma veniva nascosto; risveglio di sentimenti inimmaginati da tutt'è due le parti; perdita di consuetudini rassicuranti; problemi per la gestione economica e abitativa del futuro; dolore nel distacco dai figli; timori e sensi di colpa per la loro sofferenza.
Questo non è lo stato d'animo in cui serenamente si costruisce una nuova coppia, signora. Questo nuovo stato, pericolosamente in bilico su un abisso, più ancora dell'evasione dell’amante che la sera ha una casa a cui tornare, prevede la narcosi dell'ossitocina, cerca lo stordimento nel sesso come una sorta di rifugio neonatale tra le braccia materne.
Non conoscendo voi due, questa è solo una ricostruzione basata sulla media delle storie viste e sentite tante volte. Se è reale occorrerà da parte sua, signora, una lunga pazienza, nella consapevolezza che quest’uomo per ora deve solo medicare le ferite, non ricostruire. Il suo rifugiarsi nel sesso allora sarebbe transitorio, e non inficerebbe in futuro più vari modi d’incontro.
Ma può darsi che questa mia ricostruzione sia pura fantasia e realmente voi due abbiate obiettivi e modalità di rapporto diversi, non solo in questo particolare momento dispari delle vostre vite. Può darsi che la verità stia nel fatto che lui vede la relazione con una partner come esclusivamente sessuale.
Molti uomini non riescono a concepire un rapporto di amicizia, solidarietà, interessi comuni con una donna; allora il suo desiderio di "uscire con lui, cenare assieme, sederci a parlare, passeggiare" sarebbe un’illusione.
La fase dell’innamoramento è un modo molto ingannevole di conoscersi, superata nella falsificazione solo dall’adulterio.
Alcuni psicologi, e io tra questi, nel momento in cui una persona medita di iniziare un rapporto significativo con un separato o un divorziato, la invitiamo a parlare francamente con l’ex. Una malintesa discrezione, un riserbo pieno di malevolenza da tutte e due le parti impedisce in genere questo dialogo, ma quando si realizza può far emergere le caratteristiche che hanno portato alla fine del primo legame, ed evita un analogo dolore al secondo.
Sta a lei una valutazione attenta della realtà.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com