Sto con un ragazzo che non amo

Gentilissimi,
vi vorrei chiedere un parere sulla mia "tragica" situazione.
Due anni e mezzo fa io e il mio ex ci siamo lasciati dopo una relazione intensa durata tre anni, ma frutto di un amore nato molto prima e durato, tra vari tira e molla, altri sette anni.
In tutto, possiamo dire, che con questa persona mi sono relazionata per dieci anni.
È stato anche il primo con cui ho avuto un'esperienza sessuale.
Eravamo molto presi e molto innamorati entrambi finché, dopo una convivenza e alcuni motivi di contrasto dovuti al suo stato di salute e alla mia eccessiva preoccupazione, ansia etc... purtroppo ci siamo lasciati.
Nell'ultimo anno io non lo vedevo più attraente come all'inizio, ero diventata fredda e il fatto che non avessi ancora trovato una mia realizzazione personale e lavorativa ha influito molto sulla fine di questa storia.
Dopo appena due mesi, lui mi rimpiazza con un'altra e io non ho mai accettato la cosa, ho reagito in modo molto aggressivo, sono stata male a livello fisico per mesi e devo dire che a due anni e mezzo di distanza non l'ho ancora superato.
Diciamo, che ho imparato a convivere con questo malessere e so che ormai non andrà più via.
Tra l'altro questa nuova ragazza è fisicamente molto più brutta di me, ma ha una posizione lavorativa importante e sembra essere come lui caratterialmente.
Io ho sempre avuto mille difficoltà nell'adattarmi, mentre lui è un tipo avventuroso e viaggiatore.
Lei è come lui.
La cosa mi fa molta tristezza, perché sembra quasi che l'amore sia come una sorta di compagnia, come se lui avesse trovato un'amica con cui fare le cose che piacciono a lui e che io non volevo fare.
Mi fa rabbia.
Inutile dire che questa tipa la odio, mi sento come se avesse rubato la persona a me più cara al mondo e con cui ho condiviso il mio mondo interiore più che con chiunque altro.
La sensazione che provo, tuttora, è quella di quando si torna a casa e si scopre che sono venuti i ladri.
Veniamo al presente.
Nella disperazione più totale, ho conosciuto un ragazzo che inizialmente usavo solo per andarci a letto e distrarmi dal dolore.
Lui si è innamorato e col tempo, ho deciso di dargli una possibilità.
Ora sono due anni che stiamo insieme, ma io, nei suoi confronti, sono una persona orribile.
Spesso lo tratto male senza motivo e ogni motivo è buono per litigare, lo mollo almeno una volta a settimana, poi però me ne pento, e ci torno insieme.
Stiamo provando a convivere, ma la cosa non funziona perché a me irrita quasi tutto e ho degli scatti d'ira per nulla.
Altre volte, invece, mi sento serena, amata e protetta e mi dà un senso di sicurezza che il mio ex invece non mi dava.
Voglio bene a questo ragazzo, ma è abbastanza?
Una relazione duratura può basarsi solo sull'affetto, senza quel fuoco?
A volte mi piace e lo vedo bellissimo, altre mi disturba anche solo se mi sfiora e non mi piace fisicamente.
Ho dei sentimenti molto ambigui nei suoi confronti e spero di leggere qualcosa che mi aiuti a fare un po' di chiarezza.
Grazie!
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Rispetto alla nuova relazione del suo ex, Leici scrive:
*.. come se lui avesse trovato un'amica con cui fare le cose che piacciono a lui e che io non volevo fare *
Certamente che è una relazione d’amore è migliore fra due persone che condividono passioni e interessi anziché l’opposto.

Il problema, ora, è che lei sembra ricalcare lo stesso atteggiamento e comportamento oppositivo anche con il presente ragazzo: *.. lo tratto male senza motivo e ogni motivo è buono per litigare, lo mollo almeno una volta a settimana,.. *

Ci si chiede quale sia il motivo per il quale il presente ragazzo, rimanga tuttora con lei.

E al contempo quali siano i motivi che la portano ad avvelenarsi a tal punto la vita affettiva.
Dal nostro punto di vista -quello psicologico- ci possono essere in lei dei nuclei profondi che la portano a configurare tale situazione.
E dunque un lavoro psicologico sul profondo appare necessario, per liberarla di una coazione a ripetere, che potrebbe ripetersi ad ogni nuova relazione.

Ci ha mai pensato?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Attivo dal 2014 al 2024
Ex utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la sua risposta. Non sono però d'accordo con il suo pensiero, perché una relazione d'amore dovrebbe arricchire e se uno si mette con un suo clone, dov'è la crescita? Per me la crescita, l'arricchimento reciproco viene dalla diversità. Comunque, per precisare, io e il mio ex avevamo le stesse passioni (musica, scrittura, libri). Io avevo e ho tuttora soltanto dei problemi di adattamento, nel senso che non mi piace campeggiare, non mi piace lo sport, non mi piace fare viaggi in posti esotici. Tutto sommato io, con tutti i miei limiti, provavo ad andargli incontro per amore, cosa che lui non faceva mai. Inoltre, quando lui si è ammalato, io gli sono stata sempre accanto, in ospedale, a casa, bruciando in questo modo un'ottima possibilità di carriera a cui, nello stesso momento, mi stavo dedicando ma a cui non ho potuto dedicarmi anima e corpo perché lui stava male. Ed ecco che dopo tutto questo, lui che fa? Mi rimpiazza con un'altra. Questa qui è arrivata fresca fresca e ha trovato tutto il lavoro sistemato (lui stesso, il mio ex, diceva di essere cresciuto e maturato molto grazie a me e che non aveva amato mai nessuna prima d'ora come me).
Tornando al presente, io con questo ragazzo continuo a stare perché sono profondamente infelice, non voglio stare da sola e lui risponde ai miei bisogni di cura e di affetto. Lui resta perché è innamorato e perché nella sua testa pensa che prima o poi io lo amerò come mi ama lui. Vorrei, ma questo non accade. Ma se lo lasciassi, allora rimarrei da sola e inoltre il mio ex penserebbe "ah, c'avevo ragione io, il problema era lei, tant'è vero che è fallita pure la sua nuova relazione". Tutto questo mentre lui continua a stare con quella befana. Non è qualcosa che posso permettere.
Infine, psicoterapia ne ho fatta in passato, ma non mi è servita a granché. Vi chiedo, capire l'origine o il perché una persona è in un determinato modo, può cambiare realmente qualcosa?
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Ci sono vari indirizzi teorici in psicoterapia. Secondo l’orientamento che io seguo, quello *integrato*, capire NON è sufficiente per cambiare. Possiamo infatti capire molte cose e non cambiarne nemmeno una.

Occorre mettere in atto un percorso e delle strategie specifici, nei quali il/la paziente si impegna a fondo nell’attuare le consegne che riceve. E questo per una durata non certo di poche sedute. Infatti perlopiù questi Suoi meccanismi affettivo-relazionali che lei descrive così efficacemente hanno a che fare con l’attaccamento, e dunque con un livello profondo.
Tenga conto che questa non è una diagnosi, del tutto impossibile online ma delle riflessioni derivanti dall’esperienza clinica.
D’altra parte non conosciamo neppure la diagnosi che lei ha ricevuto, sulla base di farmaci che vediamo assumere.

Lei ci ha chiesto un consulto, e noi Le abbiamo risposto in scienza e coscienza Sulla base delle poche righe di un consulto online.
Ne faccia l’uso che ritiene migliore per Lei.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/