Problemi relazione di coppia
Buongiorno, convivo con un uomo da 20 anni.
Dal 2020 il mio compagno assiste la madre anziana con segni di demenza senile e sempre meno autosufficiente.
È aiutato da assistenti domiciliari e da vicini di casa.
Io per aiutarlo ho cambiato lavoro, sacrificando una parte dei miei progetti.
Mi sono impegnata come meglio potevo per dargli una mano, ma non secondo lui non è mai stato sufficiente.
Ad un certo punto è diventato tutto un delegare a me i suoi compiti perché lui aveva bisogno di staccare, di realizzare i suoi sogni, per sopravvivere al suo nuovo ruolo di caregiver.
Si è trovato un hobby/lavoro che lo porta a distrarsi e isolarsi la maggior parte della giornata.
Io ho fatto finché son riuscita, poi mi sono ritrovata sola, i miei bisogni sono stati trascurati sia da lui, incentrato su se stesso, sia da me.
A questo punto ho messo dei limiti, ho fatto un passo indietro e ho cercato di staccare, di ritrovare i miei spazi e ritrovarmi.
Ci sto riuscendo.
Ora però in casa si litiga ogni giorno perché io ho messo dei limiti e non sono stati accettati, mi dice in continuazione cosa deve fare, mi dice che l'ho abbandonato, controlla quello che faccio e con chi mi scrivo al telefono, dice che io sono il problema, mi insulta, fa di tutto per abbassarmi l'autostima e una sera mi son presa pure uno schiaffo.
Gli ho consigliato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, ma non vuole, oppure dice si per farmi tacere e poi non lo fa.
Io ora sono in difficoltà, sono molto confusa e sto pensando più a me stessa, ai miei sogni piuttosto a come risolvere i suoi problemi.
Sto pensando anche di lasciarlo, non so più come aiutarlo.
Cerco consigli.
Grazie
Dal 2020 il mio compagno assiste la madre anziana con segni di demenza senile e sempre meno autosufficiente.
È aiutato da assistenti domiciliari e da vicini di casa.
Io per aiutarlo ho cambiato lavoro, sacrificando una parte dei miei progetti.
Mi sono impegnata come meglio potevo per dargli una mano, ma non secondo lui non è mai stato sufficiente.
Ad un certo punto è diventato tutto un delegare a me i suoi compiti perché lui aveva bisogno di staccare, di realizzare i suoi sogni, per sopravvivere al suo nuovo ruolo di caregiver.
Si è trovato un hobby/lavoro che lo porta a distrarsi e isolarsi la maggior parte della giornata.
Io ho fatto finché son riuscita, poi mi sono ritrovata sola, i miei bisogni sono stati trascurati sia da lui, incentrato su se stesso, sia da me.
A questo punto ho messo dei limiti, ho fatto un passo indietro e ho cercato di staccare, di ritrovare i miei spazi e ritrovarmi.
Ci sto riuscendo.
Ora però in casa si litiga ogni giorno perché io ho messo dei limiti e non sono stati accettati, mi dice in continuazione cosa deve fare, mi dice che l'ho abbandonato, controlla quello che faccio e con chi mi scrivo al telefono, dice che io sono il problema, mi insulta, fa di tutto per abbassarmi l'autostima e una sera mi son presa pure uno schiaffo.
Gli ho consigliato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, ma non vuole, oppure dice si per farmi tacere e poi non lo fa.
Io ora sono in difficoltà, sono molto confusa e sto pensando più a me stessa, ai miei sogni piuttosto a come risolvere i suoi problemi.
Sto pensando anche di lasciarlo, non so più come aiutarlo.
Cerco consigli.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
forse la difficoltà attuale ha portato in luce qualche difetto "strutturale" presente già prima nella relazione. Lei è andata a convivere appena adolescente; non ci dice se avete figli e se siete sposati.
Molti altri particolari mancano: per esempio la ragione per cui è stato necessario che lei sacrificasse una parte dei suoi progetti in un'età in cui la professione è in costruzione, e perché lui si senta ancora stressato malgrado un "hobby/lavoro che lo porta a distrarsi e isolarsi la maggior parte della giornata".
Quando dunque eserciterebbe il ruolo di caregiver?
Forse lo stress consiste nel pensiero doloroso di veder decadere la madre e dover prendere decisioni adulte al riguardo, ma questo non coincide con la fatica fisica e mentale del caregiver, e questo disagio non può essere sanato col creare una seconda figura di caregiver (o di madre?) nella propria compagna, ossia lei che ci scrive.
Forse la madre affetta da demenza è il detonatore di un più grave disagio non insolito nelle coppie e negli individui, al bilancio dei 35/40 anni.
Suggerirei di consultare uno psicologo delle relazioni, anche online, per capire i meccanismi di fuga che forse state attuando (il lavoro/hobby), la regressione che state vivendo (lui che le dà uno schiaffo, lei che pensa di lasciarlo), e studiare le modalità di gestione, pratica ma soprattutto emotiva, di questo momento difficile.
Se tutti e due sarete convinti che in certi casi lo psicologo serve a far capire cosa si sta attraversando, non a curare un disturbo mentale, penso che potrete trarne grande giovamento, voi due e anche la madre inferma.
In caso contrario, meglio che almeno uno dei due consulti uno specialista, anziché fare gesti avventati per reazione all'impulsività dell'altro.
Auguri.
forse la difficoltà attuale ha portato in luce qualche difetto "strutturale" presente già prima nella relazione. Lei è andata a convivere appena adolescente; non ci dice se avete figli e se siete sposati.
Molti altri particolari mancano: per esempio la ragione per cui è stato necessario che lei sacrificasse una parte dei suoi progetti in un'età in cui la professione è in costruzione, e perché lui si senta ancora stressato malgrado un "hobby/lavoro che lo porta a distrarsi e isolarsi la maggior parte della giornata".
Quando dunque eserciterebbe il ruolo di caregiver?
Forse lo stress consiste nel pensiero doloroso di veder decadere la madre e dover prendere decisioni adulte al riguardo, ma questo non coincide con la fatica fisica e mentale del caregiver, e questo disagio non può essere sanato col creare una seconda figura di caregiver (o di madre?) nella propria compagna, ossia lei che ci scrive.
Forse la madre affetta da demenza è il detonatore di un più grave disagio non insolito nelle coppie e negli individui, al bilancio dei 35/40 anni.
Suggerirei di consultare uno psicologo delle relazioni, anche online, per capire i meccanismi di fuga che forse state attuando (il lavoro/hobby), la regressione che state vivendo (lui che le dà uno schiaffo, lei che pensa di lasciarlo), e studiare le modalità di gestione, pratica ma soprattutto emotiva, di questo momento difficile.
Se tutti e due sarete convinti che in certi casi lo psicologo serve a far capire cosa si sta attraversando, non a curare un disturbo mentale, penso che potrete trarne grande giovamento, voi due e anche la madre inferma.
In caso contrario, meglio che almeno uno dei due consulti uno specialista, anziché fare gesti avventati per reazione all'impulsività dell'altro.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Non siamo sposati, non abbiamo figli, perché il mio compagno si è sempre tirato indietro. Vivevamo a 200km di distanza e l ho raggiunto perché ero innamorata. Lui si occupa della madre 2 ore al giorno, per il resto del tempo pensa a se. Io nel frattempo mi sono avvicinata ad un'altra persona. Essendo molto stanca psicologicamente e in confusione, seguirò sicuramente il suo consiglio. Grazie
[#3]
Gentile utente,
fa certamente bene a intraprendere la strada del suo benessere.
Se posso darle un suggerimento, non inquini la situazione con inganni e tradimenti, mettendo così la ragione dalla parte dell'altro, ma si separi al più presto per sfuggire ad una situazione stagnante che sembra non essersi mai evoluta, anzi è peggiorata negli ultimi anni.
Questo le darà modo di valutare con calma anche l'altra persona a cui si è avvicinata e di non essere vittima dell'atteggiamento sempre più possessivo (il controllo del telefono, etc.) e violento (lo schiaffo) di un partner che tale non è più sotto il profilo dell'affetto, del rispetto e dei progetti in comune, ma che lo è ancora formalmente, per cui può credere di avere dei diritti, creando ambiguità.
In questo momento una separazione coraggiosa sarebbe la scelta adulta. Se in futuro il suo partner cambierà le modalità d'approccio, nulla esclude che possiate tornare insieme.
Le faccio tanti auguri. Se crede, ci tenga al corrente.
fa certamente bene a intraprendere la strada del suo benessere.
Se posso darle un suggerimento, non inquini la situazione con inganni e tradimenti, mettendo così la ragione dalla parte dell'altro, ma si separi al più presto per sfuggire ad una situazione stagnante che sembra non essersi mai evoluta, anzi è peggiorata negli ultimi anni.
Questo le darà modo di valutare con calma anche l'altra persona a cui si è avvicinata e di non essere vittima dell'atteggiamento sempre più possessivo (il controllo del telefono, etc.) e violento (lo schiaffo) di un partner che tale non è più sotto il profilo dell'affetto, del rispetto e dei progetti in comune, ma che lo è ancora formalmente, per cui può credere di avere dei diritti, creando ambiguità.
In questo momento una separazione coraggiosa sarebbe la scelta adulta. Se in futuro il suo partner cambierà le modalità d'approccio, nulla esclude che possiate tornare insieme.
Le faccio tanti auguri. Se crede, ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 525 visite dal 12/04/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.