Aver desiderato la morte di un genitore
Da ragazza, dopo una lite con mia madre dentro di me ho desiderato morisse.
Per quanto lei sia sempre stata molto dura con me, dicendomi cose tipo che avrebbe dovuto abortire prima che nascessi, mi rendo conto di aver desiderato una bestialità e ora non trovo pace.
Non mi era mai successo prima e non mi è mai più accaduto di pensare una bestialità simile nei confronti di nessuno.
Ho sempre lavorato sodo per non pesare sulla famiglia. Ma non bastava questo. Avrei dovuto essere come lei voleva: mettere su famiglia e laurearmi.
Adesso però dopo tanti anni si è ammalata davvero e sto molto male per quel mio pensiero tremendo.
Soffro nel vederla star male. E ripenso a quando era giovane, così forte, tra l'altro una donna bellissima, così femminile. Che il karma esista o meno, una cosa è certa: sto toccando con mano la gravità di una malattia che porta a morte certa tra sofferenza e agonia.
Se potessi tornare indietro vorrei essere la figlia che lei desiderava: finire l'università, sposarmi con una persona con un ruolo nella società, avere figli. Cose a cui io non ho mai dato importanza.
Siamo il giorno e la notte.
Spero di riuscire a perdonarmi un giorno. Mi vergogno a parlarne con il mio psicologo. Appena troverò il coraggio nè parlerò con lui. Una persona eccezionale che mi dà supporto in questo periodo difficile della mia vita.
Per questo ho bisogno di un vostro riscontro per favore.
Grazie di cuore.
Per quanto lei sia sempre stata molto dura con me, dicendomi cose tipo che avrebbe dovuto abortire prima che nascessi, mi rendo conto di aver desiderato una bestialità e ora non trovo pace.
Non mi era mai successo prima e non mi è mai più accaduto di pensare una bestialità simile nei confronti di nessuno.
Ho sempre lavorato sodo per non pesare sulla famiglia. Ma non bastava questo. Avrei dovuto essere come lei voleva: mettere su famiglia e laurearmi.
Adesso però dopo tanti anni si è ammalata davvero e sto molto male per quel mio pensiero tremendo.
Soffro nel vederla star male. E ripenso a quando era giovane, così forte, tra l'altro una donna bellissima, così femminile. Che il karma esista o meno, una cosa è certa: sto toccando con mano la gravità di una malattia che porta a morte certa tra sofferenza e agonia.
Se potessi tornare indietro vorrei essere la figlia che lei desiderava: finire l'università, sposarmi con una persona con un ruolo nella società, avere figli. Cose a cui io non ho mai dato importanza.
Siamo il giorno e la notte.
Spero di riuscire a perdonarmi un giorno. Mi vergogno a parlarne con il mio psicologo. Appena troverò il coraggio nè parlerò con lui. Una persona eccezionale che mi dà supporto in questo periodo difficile della mia vita.
Per questo ho bisogno di un vostro riscontro per favore.
Grazie di cuore.
[#1]
Gentile utente,
ho letto con viva partecipazione la sua lettera, fino alle frasi: "Non riesco a parlare col mio psicologo di questo ricordo appena riaffiorato alla mente... non ce la faccio. Lo stimo troppo e anche se lui ricopre una figura professionale, dentro di se, mi giudicherebbe come un mostro. Non glielo dirò mai".
A queste parole ho sentito venir meno la simpatia per la sua vicenda che avevo nutrito fin qui.
Lei non riconosce al suo curante la capacità di accogliere la piena dei suoi sentimenti; facendo questo lo immiserisce, e oltretutto gli nega gli strumenti per aiutarla nel suo percorso di guarigione da una relazione che è stata ed è tuttora tossica.
Se lei vuole essere una persona generosa e giusta, lo sia prima di tutto verso sé stessa, e subito dopo con lo psicologo che si sta prendendo cura di lei. Gli dimostri che lo stima davvero facendogli leggere questa lettera.
Buone cose.
ho letto con viva partecipazione la sua lettera, fino alle frasi: "Non riesco a parlare col mio psicologo di questo ricordo appena riaffiorato alla mente... non ce la faccio. Lo stimo troppo e anche se lui ricopre una figura professionale, dentro di se, mi giudicherebbe come un mostro. Non glielo dirò mai".
A queste parole ho sentito venir meno la simpatia per la sua vicenda che avevo nutrito fin qui.
Lei non riconosce al suo curante la capacità di accogliere la piena dei suoi sentimenti; facendo questo lo immiserisce, e oltretutto gli nega gli strumenti per aiutarla nel suo percorso di guarigione da una relazione che è stata ed è tuttora tossica.
Se lei vuole essere una persona generosa e giusta, lo sia prima di tutto verso sé stessa, e subito dopo con lo psicologo che si sta prendendo cura di lei. Gli dimostri che lo stima davvero facendogli leggere questa lettera.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Utente
Ecco Dottoressa gli ho scritto incollando la mia lettera scritta qui a voi. Ma adesso devo modificarla, non vorrei mai vedesse che ho scritto prima qui...
Non vorrei si offendesse. L'ultima cosa che voglio è immiserirlo, come le è parso... Grazie mille per la sua risposta. Mi ha dato il coraggio di scrivere a lui.
Grazie di cuore
Non vorrei si offendesse. L'ultima cosa che voglio è immiserirlo, come le è parso... Grazie mille per la sua risposta. Mi ha dato il coraggio di scrivere a lui.
Grazie di cuore
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.3k visite dal 10/04/2024.
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