Andare d'accordo con i capi
Buonasera,
Sono una ragazza di 29 anni che da circa un annetto lavora in una impresa edile; purtroppo si tratta della classica ditta padronale nella quale si fanno svolgere agli impiegati mansioni che c'entrano poco e niente con il lavoro vero e proprio.
Oltre a questo, di recente, la collega che mi aveva affiancata (sono apprendista) se n'è andata, suscitando nei capi un grande malcontento, soprattutto nella legale rappresentante, che non ha digerito bene la notizia e a mio avviso sta cambiando atteggiamento nei miei confronti; dice che dovrei essere più autonoma nella mia mansione e smetterla di chiedere quando non so una cosa, ma se non so fare una determinata cosa, soprattutto ora che mi sono state date altre mansioni prima relegate alla collega che è andata via, sarà legittimo chiedere?
Oggi poi mi ha indispettito particolarmente, perché mentre combinavo dei documenti su un unico file PDF è scomparsa la firma digitale e così sono andata a dirglielo ma nemmeno lei sapeva come rimediare! A un certo punto ha sbottato dicendomi che dovevo chiamare chi di competenza perché lei non lo avrebbe fatto, ma infatti l'ho fatto io e lo avrei fatto comunque, ma dovevo sapere chi chiamare!
Poi prima che lasciassi la sua stanza, mi ha detto ''dai dai, non essere così terrorizzata però, non chiedermi le cose 10000 volte! "
Sinceramente non mi sta piacendo questo atteggiamento e aggiunto al fatto che anche il contesto in generale non mi piace, sto cercando altro.
A casa mi dicono che tutti i posti sono così, io credo che tutti i posti di lavoro abbiano dei problemi ma non sono proprio tutti uguali... inoltre anche la mansione non mi fa impazzire e non mi ci ritrovo molto.
Faccio bene a cercare altro?
È giusto che una capa o un capo trattino così il dipendente?
Non è indice di interesse e di serietà verso il lavoro il fatto che uno voglia fare le cose fatte bene e chieda spiegazioni su come farle?
Grazie
Sono una ragazza di 29 anni che da circa un annetto lavora in una impresa edile; purtroppo si tratta della classica ditta padronale nella quale si fanno svolgere agli impiegati mansioni che c'entrano poco e niente con il lavoro vero e proprio.
Oltre a questo, di recente, la collega che mi aveva affiancata (sono apprendista) se n'è andata, suscitando nei capi un grande malcontento, soprattutto nella legale rappresentante, che non ha digerito bene la notizia e a mio avviso sta cambiando atteggiamento nei miei confronti; dice che dovrei essere più autonoma nella mia mansione e smetterla di chiedere quando non so una cosa, ma se non so fare una determinata cosa, soprattutto ora che mi sono state date altre mansioni prima relegate alla collega che è andata via, sarà legittimo chiedere?
Oggi poi mi ha indispettito particolarmente, perché mentre combinavo dei documenti su un unico file PDF è scomparsa la firma digitale e così sono andata a dirglielo ma nemmeno lei sapeva come rimediare! A un certo punto ha sbottato dicendomi che dovevo chiamare chi di competenza perché lei non lo avrebbe fatto, ma infatti l'ho fatto io e lo avrei fatto comunque, ma dovevo sapere chi chiamare!
Poi prima che lasciassi la sua stanza, mi ha detto ''dai dai, non essere così terrorizzata però, non chiedermi le cose 10000 volte! "
Sinceramente non mi sta piacendo questo atteggiamento e aggiunto al fatto che anche il contesto in generale non mi piace, sto cercando altro.
A casa mi dicono che tutti i posti sono così, io credo che tutti i posti di lavoro abbiano dei problemi ma non sono proprio tutti uguali... inoltre anche la mansione non mi fa impazzire e non mi ci ritrovo molto.
Faccio bene a cercare altro?
È giusto che una capa o un capo trattino così il dipendente?
Non è indice di interesse e di serietà verso il lavoro il fatto che uno voglia fare le cose fatte bene e chieda spiegazioni su come farle?
Grazie
[#1]
Gent.ma,
dalle sue parole emerge un certo livello di malcontento generale e insicurezza verso questa mansione lavorativa che sta svolgendo in questo periodo. Non è una questione di ditta padronale ma semplicemente non è quello che disidera fare.
Per poter svolgere efficacemente un tipo di lavoro deve per prima cosa stare bene con se stessa.
Alla fine del suo racconto ci pone una serie di domande delle quali probabilmente già ha una risposta.
Fa bene a cercare altro? beh tentar non nuoce direi. Se sente che potrebbe trovare di meglio, al netto delle delusioni percepite in questo periodo di malessere e di non essersi sentita rispettata, lei deve poter pensare al suo tornaconto personale e tentare di lavorare dove, nel complesso, si trova meglio. Quindi non sbaglierebbe se provasse a guardarsi intorno...
"Sinceramente non mi sta piacendo questo atteggiamento e aggiunto al fatto che anche il contesto in generale non mi piace, sto cercando altro......."
Da queste sue parole si percepisce la delusione che riporta in relazione al comportamento della sua capa , però trapela anche la voglia di cambiamento.
"Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita"
Mi faccia sapere.
Saluti
dalle sue parole emerge un certo livello di malcontento generale e insicurezza verso questa mansione lavorativa che sta svolgendo in questo periodo. Non è una questione di ditta padronale ma semplicemente non è quello che disidera fare.
Per poter svolgere efficacemente un tipo di lavoro deve per prima cosa stare bene con se stessa.
Alla fine del suo racconto ci pone una serie di domande delle quali probabilmente già ha una risposta.
Fa bene a cercare altro? beh tentar non nuoce direi. Se sente che potrebbe trovare di meglio, al netto delle delusioni percepite in questo periodo di malessere e di non essersi sentita rispettata, lei deve poter pensare al suo tornaconto personale e tentare di lavorare dove, nel complesso, si trova meglio. Quindi non sbaglierebbe se provasse a guardarsi intorno...
"Sinceramente non mi sta piacendo questo atteggiamento e aggiunto al fatto che anche il contesto in generale non mi piace, sto cercando altro......."
Da queste sue parole si percepisce la delusione che riporta in relazione al comportamento della sua capa , però trapela anche la voglia di cambiamento.
"Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai, neanche per un giorno in tutta la tua vita"
Mi faccia sapere.
Saluti
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta...
Si, è verissimo, non sono soddisfatta e ho compreso che forse i lavori di ufficio mi piacciono solo per l'orario che prevede i fine settimana liberi ma francamente se potessi farei ben altro! Al momento sarei molto attratta da lavori manuali tipo incisore/ Orafo et similia, ma sinceramente i corsi costano molto! Oppure sarei per orientarmi su un altro lavoro ''impiegatizio'' magari in qualche azienda diversa e che preveda mansioni un po' diverse, anche se a casa mi scoraggiano perché dicono che tanto tutti gli ambienti di lavoro sono uguali...il fatto poi è che non ho nemmeno 30 anni, quindi penso di essere ancora molto giovane per rassegnarmi all'infelicità...non trova?
Si, è verissimo, non sono soddisfatta e ho compreso che forse i lavori di ufficio mi piacciono solo per l'orario che prevede i fine settimana liberi ma francamente se potessi farei ben altro! Al momento sarei molto attratta da lavori manuali tipo incisore/ Orafo et similia, ma sinceramente i corsi costano molto! Oppure sarei per orientarmi su un altro lavoro ''impiegatizio'' magari in qualche azienda diversa e che preveda mansioni un po' diverse, anche se a casa mi scoraggiano perché dicono che tanto tutti gli ambienti di lavoro sono uguali...il fatto poi è che non ho nemmeno 30 anni, quindi penso di essere ancora molto giovane per rassegnarmi all'infelicità...non trova?
[#3]
Gent.ma non esiste un'età per abbandonarsi all'infelicità. Detto questo, lei è giovanissima dal punto di vista anagrafico e ha ancora tutto il percorso lavorativo da affrontare con serenità e tranquillità.
La invito a riflettere qu queste domande:
-)Cosa ti aspetti dal futuro?
-) Quali sono le tue ambizioni lavorative?
-) Vuoi fare un lavoro per cui hai studiato o cambiare strada?
-)Cosa ti appassiona di più?
Non si ponga dei limiti, pensi solo a quello che le interessa realmente e le piacerebbe davvero fare.
Il lavoro ideale deve essere un lavoro che sente utile e che possa fare la differenza. È quel tipo di lavoro che le permette di soddisfare il desiderio di auto-realizzazione, di affermare la sua identità e di rapportarsi con la società contribuendo attivamente al suo miglioramento.
Saluti
La invito a riflettere qu queste domande:
-)Cosa ti aspetti dal futuro?
-) Quali sono le tue ambizioni lavorative?
-) Vuoi fare un lavoro per cui hai studiato o cambiare strada?
-)Cosa ti appassiona di più?
Non si ponga dei limiti, pensi solo a quello che le interessa realmente e le piacerebbe davvero fare.
Il lavoro ideale deve essere un lavoro che sente utile e che possa fare la differenza. È quel tipo di lavoro che le permette di soddisfare il desiderio di auto-realizzazione, di affermare la sua identità e di rapportarsi con la società contribuendo attivamente al suo miglioramento.
Saluti
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
[#4]
Utente
...dal futuro mi aspetto di poter essere non dico felice ma almeno serena, visto che nella vita privata, nonostante la giovane età, ho già sofferto abbastanza a causa di alcune dinamiche familiari!
Lo so che questo non c'entra nulla con il lavoro, ma vorrei provare a sistemare almeno un ambito di questa esistenza così complicata! Ogni giorno mi meraviglio di quanto questa vita, pur essendo un dono( ma secondo me non sempre), sia spesso una lotta continua nella quale mi sembra di perdere spesso purtroppo...
Lo so che questo non c'entra nulla con il lavoro, ma vorrei provare a sistemare almeno un ambito di questa esistenza così complicata! Ogni giorno mi meraviglio di quanto questa vita, pur essendo un dono( ma secondo me non sempre), sia spesso una lotta continua nella quale mi sembra di perdere spesso purtroppo...
[#5]
Le ho fatto quelle domande perché avevo intuito una certa insoddisfazione e poca serenità.
A volte, nel corso degli anni, dobbiamo attraversare e superare ostacoli che minano la nostra felicità. Il primo passo è quello dell' accettazione. Solo accettando gli eventi sapremo farne esperienza per il futuro.
Se non riesce da sola, chieda con tranquillità una consulenza ad un/a collega psicologo.
Mi tenga aggiornato
A volte, nel corso degli anni, dobbiamo attraversare e superare ostacoli che minano la nostra felicità. Il primo passo è quello dell' accettazione. Solo accettando gli eventi sapremo farne esperienza per il futuro.
Se non riesce da sola, chieda con tranquillità una consulenza ad un/a collega psicologo.
Mi tenga aggiornato
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 673 visite dal 09/04/2024.
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