Relazione 11 anni come gestire i tempi in cui vedersi

Buongiorno,
Sono una ragazza di 26 anni fidanzata da 11.
Ultimamente sto vivendo una crisi col mio ragazzo, lui recentemente è andato a vivere da solo mentre io sto facendo avanti e dietro tra casa sua e casa di mia madre.
È saltato fuori di recente che lui nella coppia si annoia, dice che non trova gratificazione nell’uscire insieme.
In realtà diciamo che negli ultimi anni mi diceva spesso di uscire di più con le mie amiche e diceva sempre frasi generali tipo secondo me quelli fidanzati da tanto tempo sembrano noiosi agli occhi degli altri.
Chiaramente parlava di noi ma non ho colto i segnali.

Io provo della rabbia nei suoi confronti per delle cose che ha fatto.
Sinceramente mi sento spesso responsabile in parte per questa crisi in quanto il mio sentimento di rabbia ha influito sulla serenità della relazione.
Nonostante mi abbia ferita facendo alcune cose vorrei perdonarlo e gestire meglio la relazione per capire se anche migliorando ed evitando degli errori grossolani come quelli della rabbia ci siano ancora problemi nella coppia quindi in un certo senso che la colpa non me la possa più attribuirei e mettere un punto a tutto.
Perché così continuo a pensare di avere in parte la colpa quindi dico si ma se avessi un creato un clima più sereno questo non sarebbe successo.

Vorrei gestire meglio il tempo insieme, non capisco quale sia una adeguata organizzazione delle uscite in modo che la noia non intacchi la situazione.
In passato ci vedevamo spesso abitando vicino praticamente quasi tutti i giorni.
Per un periodo lavoravo le sere e i weekend mentre studiavo di giorno quindi ci vedevamo meno e lui non era contento.
Alla fine mi sono licenziata a novembre nell’ottica che una volta trasferito ci potessimo vedere di più.
Ma adesso sono saltate fuori queste problematiche quindi non so più da che parte andare.

Grazie a tutti per leggere e soprattutto a chi mi risponderà.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei sembra non aver letto la mia risposta alla sua email del 13 febbraio, infatti non ha dato risconto.
La invito a rileggerla tutta e le riporto qui la parte che ritengo più significativa: "Queste crisi sempre più frequenti non indicano che i due abbiano sbagliato nello scegliersi, ma che hanno troppo presto dato i caratteri di una relazione "stabile" a quella che doveva essere un'esplorazione dei rispettivi sentimenti, accompagnata dalla conoscenza di altre persone e dalla ricerca di progetti di vita non mutilata da legami precoci. Un buon legame di coppia è quello che fa crescere tutti e due nell'appoggio reciproco, non quello che chiude prima del tempo tutti gli orizzonti".
Ribadisco che i legami iniziati quando si era ancora ragazzini difficilmente evolvono e fanno evolvere i due partner in maniera "sana".
Rifletta.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per entrambe le risposte. Penso che io e lui nella coppia avessimo trovato una sorta di serenità che mancava nelle famiglie di partenza per cui ad esempio anche quando aveva avuto la possibilità di andare a fare l’erasmus alla fine ha scelto di non andare ma non so quanto sia stato per colpa mia. All’inizio me l’ero vissuta male quando aveva detto di voler partire però mi sono fatta coraggio e mi ricordo di avergli detto che in qualche modo saremo riusciti a farcela.
Ora comunque mi ha chiesto una pausa e ho paura perché voglio che la relazione continui. Onestamente vorrei che ci fosse un miglioramento e che lui fosse un po’ più felice e coinvolto nel rapporto. Non so bene come muovermi e gestirla onestamente.
Dopo che ha scritto a quella ragazza io dicevo ok ne abbiamo parlato quindi sto bene. In realtà è cresciuta in ne tanta rabbia riversata su di lui per piccolezze. Le pause non le gestisco bene quindi non volevo che ci allontanassimo. Poi lui è passato da torna a casa per una settimana a basta adesso siamo in pausa decido io visto che tu non riesci . E mi fa male però una parte di me sa che è meglio così. Che ho bisogno di distanziarmi da quello che è successo e chiarirmi le idee su come gestire il tutto. Se usciamo bene da questa pausa penso che tornerei a casa e cercherei di vederci meno perché forse un po’ di distanza potrebbe giovare. Comunque il tutto mi sembra una sconfitta personale, dopo 10 anni essere in pausa non mi sembra reale.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
dalle sue email si ha l'impressione che lei voglia restare aggrappata al rapporto col fidanzato al di là dei sentimenti e al di là della ragione.
Questo atteggiamento può bastare da solo a soffocare le persone e le relazioni.
Il vostro è un rapporto cominciato troppo presto e non è cresciuto. Ecco qualche prova:
- quando lui poteva partire per l'erasmus lei ne ha sofferto, infine anche lui ha scelto di non andare: niente coraggio, nessun sano slancio verso il nuovo;
- dopo 11 anni insieme non si parla di matrimonio e nemmeno di convivenza; lei si sente ferita e in vario modo ha ferito lui, e a quanto pare non sapete andare oltre;
- lei vuole che la relazione continui così com'è, perché "il tutto mi sembra una sconfitta personale, dopo 10 anni essere in pausa non mi sembra reale".
Ma allora quando potrete prendere atto che avete bisogno di respirare un po' d'aria fresca, dopo la metaforica cantina in cui vi siate rifugiati nell'adolescenza a leccarvi le ferite dei vari danni fatti dai genitori?
Dopo il matrimonio? Dopo uno o due figli? Mai?

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Sono molto legata a lui e vorrei che il rapporto continuasse. Mi sento in colpa per alcuni miei atteggiamenti che possono averlo ferito e ci sto lavorando.
Lui un mese fa mi ha chiesto una pausa. Poi si è fatto risentire dopo una settimana. All’inizio era molto distaccato tipo giusto per sapere come stessi. Poi è diventato più dolce. La settimana scorsa mi ha chiesto di rivederci. Io non so perché mi è venuta ansia. Vorrei vederlo ma ho paura che possa finire o che tornando insieme continuino gli stessi problemi.
Non so bene come gestirla.
Capisco quello che dice e ho personalmente trovato che questa pausa effettivamente abbia servito almeno a me. Sento che lui però è di nuovo distaccato
Capisco che è confuso e che da una parte gli manco e dall’altro si chiede cosa fare se stare insieme o meno.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
partiamo dall'uso che le coppie in crisi fanno delle "pause".
Queste non servono a nulla, anzi si trasformano in un boomerang, se:
- manca un preciso progetto di analisi e ricostruzione del rapporto, su cui lavorare;
- le pause vengono scambiate per autorizzazioni a guardarsi intorno e a tentare o consumare tradimenti;
- hanno lo scopo di far sentire la mancanza dell'altro/a;
- il tornare insieme non viene preceduto da ampie discussioni e nuovi espliciti patti su nuove modalità della relazione.
Lei dice che la pausa le è servita, ma non specifica a cosa le è servita.
Con lui teme che tutto ritorni come prima: "Capisco che è confuso e che da una parte gli manco e dall’altro si chiede cosa fare se stare insieme o meno".
Appunto, questo è il rischio delle pause senza un preciso programma di analisi della situazione e delle possibili trasformazioni: fanno più male che bene.
Prima di torturarvi e logorarvi, suggerisco di accedere ad una terapia di coppia.
Lei intanto potrebbe leggere il libro di R. Norwood "Donne che amano troppo".
Le sono affettuosamente vicina. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa,
La pausa mi era servita per capire sono parte del problema e che il mio continuo bisogno di sicurezze da parte sua era un trauma non risolto dall’infanzia. Sono cresciuta senza padre con una madre per la quale i conflitti e l’insicurezza erano all’ordine del giorno anche per questioni economiche.
Ieri comunque mi ha lasciata dicendomi che questa pausa fatta così lo logorava e che non è sicuro dei sentimenti in particolare non è sicuro di vedere un futuro insieme e che preferisce chiudere per ora e poi si vedrà. Mi chiedeva di non toglierlo dai social e di non cancellare il suo numero per rispetto .
Io almeno per ora necessito di un distacco netto e ho disinstallato Instagram perché sennò andrei a vedere ogni giorno il suo profilo.
Non voglio pensare che ci possa essere un suo ritorno anche perché diceva vedremo se sarà destino ci rincontreremo . Io non credo al destino ma penso che siamo noi a crearlo inconsciamente e forse faceva intendere ciò per addolcire la pillola. Come la frase tu sei la persona più importante per me è farei di tutto per te non ha significato quando mi sta lasciando.
Sono amareggiata perché penso di aver rovinato la relazione della mia vita con il mio modo di fare e i traumi che mi porto appresso. Spero che lui sia felice e spero di trovare il modo di crescere anche io col tempo.
La ringrazio per il libro, ho già iniziato a leggerlo e mi sta aiutando.
Grazie dei messaggi dottoressa, mi ha aiutata in un momento difficile. Auguri anche a lei
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
molte affermazioni della sua email testimoniano una sua coraggiosa presa di coscienza e una volontà di sottrarsi -finalmente!- alla palude nella quale si era affossata.
Mi riferisco al periodo che inizia con le parole: "Io almeno per ora necessito di un distacco netto e ho disinstallato Instagram" fino alla conclusione: "Come la frase tu sei la persona più importante per me e farei di tutto per te non ha significato quando mi sta lasciando".
Brava, tutto questo vuol dire guardare le cose in faccia e avere il coraggio di cambiare.
Mi soffermo solo su un concetto: "diceva vedremo se sarà destino ci rincontreremo. Io non credo al destino ma penso che siamo noi a crearlo inconsciamente".
Vero. Inoltre non solo inconsciamente determiniamo l'andamento dei fatti e dei sentimenti, il cosiddetto "destino", ma anche con piena consapevolezza.
Vorrei invitarla a non vedere tutto negativo nella sua relazione e a non darsi colpe che non ha, come quando scrive: "Sono amareggiata perché penso di aver rovinato la relazione della mia vita con il mio modo di fare e i traumi che mi porto appresso".
Il suo modo di fare, forse immaturo (ha iniziato a quindici anni), forse frutto di sofferenze e di esasperazione, non può da solo aver rovinato la relazione, perché eravate e siete in due, e prendersi tutta la responsabilità esprime un suo dirigismo che il libro della Norwood dovrebbe aiutarla a smontare.
L'importante è saper ricordare del passato anche il positivo, e saper valutare il negativo per correggerlo.
Le faccio molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio tanto Dottoressa.
Il libro mi sta aiutando molto e mi ha fatto capire come a livello inconscio cerchiamo dei rapporti in cui rivivere i sentimenti che ci sono familiari. Essendo cresciuta in un ambiente un po’ instabile mi sono sentita attratta da persone con cui o potevo ricrearla io o la ricreavano loro questa situazione di instabilità. Ma la cosa che mi ha colpito di più è stato il fatto di aver installato Instagram dopo una settimana ed essermi ricreata un nuovo profilo dal quale non l’ho seguito pensando che lui non lo avrebbe fatto. Quando la mattina ho visto che mi seguiva e che mi aveva visto le storie ho provato ansia e l’ho bloccato di nuovo per poi risbloccarlo e ribloccarlo ancora quando ho visto che mi aveva riguardato le storie. Ma la cosa che mi ha impressionato è che i giorni seguenti non mi ha più seguito né guardato le storie e io sentivo il bisogno di seguirlo ma era quasi come un bisogno primario. Credo sia la ricerca di quella instabilità. Ho usato tutto le mie energie, ho iniziato a meditare e parlare con una mia amica per togliermi questa cosa dalla testa.
E onestamente mi sento ancora in una posizione passiva, forse deve passare dell’altro tempo, ma se tornasse non sono sicura di riuscire a non tornarci insieme. Anzi mentalmente mi ritrovo, in maniera quasi ossessiva, a immaginarmi degli scenari in cui lui torna e io gli dico no. La realtà è che nel profondo c’è solo la speranza che torni e credo che il mio cervello mi voglia proteggere creando queste assurde situazioni.
È come se fossi dipendente emotivamente da lui ma non riuscissi a farla funzionare. Riflettendo sulla sua situazione perché è vero che io sono sempre tornata da lui ma è vero anche il contrario, lui credo che abbia bisogno di avere vicino una persona come me che ha la mentalità del farei di tutto per te perché non ha avuto questo da piccolo. Non per giustificarlo ma mi rendo conto che i nostri traumi si intrecciavano alla perfezione e mi chiedo come fare a capire se il sentimento era vero oppure era solo dipendenza affettiva è una sorta di traumi che andavano a braccetto.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei attraversa un periodo doloroso, ma lo sta facendo con sempre maggiore consapevolezza.
Scrive: "mi chiedo come fare a capire se il sentimento era vero oppure era solo dipendenza affettiva".
Tutte e due le cose, probabilmente: un amore malato. Uscire del tutto dall'aspetto "malato" del vostro rapporto è possibile ed auspicabile, per tutti e due, e potrebbe anche essere la sola strada per ritrovarvi davvero.
Ma per fare questo, come nelle operazioni chirurgiche, occorre un taglio netto e una riflessione profonda, un mettersi in discussione senza sconti ma anche senza attribuirsi colpe eccessive o inesistenti per salvare l'altro.
Il "taglio", dopo una relazione lunga che ha colmato e plasmato la vita, va gestito con saggezza. Occorre ricominciare a guardare il mondo con occhi nuovi.
Senza questo, seppure lui tornasse ricomincereste a torturarvi.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringrazio ancora per tutte le risposte e suggerimenti Dottoressa, mi hanno davvero aiutata in questo periodo.
Le faccio i miei migliori auguri.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Tanti affettuosi auguri anche a lei.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com