Intervallo di tempo - terapia di coppia in relazione giovane

Salve, io e il mio fidanzato stiamo insieme da un anno e mezzo.

Abbiamo sempre avuto problemi di comunicazione e entrambi siamo testardi e orgogliosi.
Io ho un carattere che tende all’espansività, anche durante la litigata, lui evitante e si ritira cosa che per me è insopportabile.

Io ho 27 anni e lui 24.
Stiamo vivendo insieme, nonostante un rapporto fatto di su e giù.
Sembra quasi odio e amore.
Bianco o nero.

Abbiamo deciso di iniziare una terapia di coppia.
Abbiamo fatto all’incirca 5 sedute.
Intervallo di due settimane, ci ha fatto veramente bene, facendoci superare un record: non litigare e comunicare meglio.
Il fatto è che quando l’intervallo si allunga, litighiamo e ci scanniamo proprio, ovviamente non ci sono abusi fisici, neanche parolacce, ma arriviamo proprio a odiarci, lui per me vuole avere sempre ragione e non riesce a entrare in contatto con se stesso e mi risulta fastidioso.
Lui dice lo stesso di me.

Quindi ok, la terapia fa bene, ma se andremo d’accordo solamente con la terapia per tutta la vita?

Cioè mi sembra assurdo che va così bene solo se andiamo in terapia solo se rispettiamo l’intervallo di due settimane.

Ammetto che la situazione è molto particolare: abbiamo entrambi problemi individuali da risolvere.

Io ho un passato travagliato di abusi sessuali infantili, lui viene da una famiglia in cui aveva paura di parlare, musulmana e che odia totalmente le donne italiane, ha pianto tanto quando ha detto alla mamma di stare con me, perché lei non ha più parlato con lui, attuando il silenzio punitivo, cosa che lui copia, ma forse perché non gli è stato insegnato altro, in più è sempre maltrattato dal padre nell’infanzia.
Io sono innamorata di lui, lui di me, ma non mi piace il suo lato così orgoglioso e che si pensa di aver sempre ragione per me risulta insopportabile.

Quindi non capisco se è normale andare d’accordo solo se facciamo terapia di coppia, l’abbiamo iniziata da poco lo so però mi sembra strano
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
dalle cose che lei dice, la terapia di coppia sta funzionando.
Riuscite infatti a non litigare in prossimità della seduta e state prendendo coscienza di alcuni dei fattori che vi precludono una buona comunicazione.
Avete entrambi problemi individuali da risolvere, un'infanzia dove a nessuno dei due è stato né insegnato né permesso di comunicare correttamente, e in aggiunta due sistemi di valori sia cultural-religiosi che familiari che sono differenti.
La madre di lui risponde col silenzio punitivo e lui ha imparato a praticare questa stessa modalità, che va smontata in terapia; lei scrive che la copia "forse perché non gli è stato insegnato altro".
Sicuramente non gli è stato insegnato altro. Inoltre l'insegnamento viene direttamente dalla figura della madre, che nel vostro caso andrebbe messa in discussione coi tempi lunghi della terapia, in genere quella individuale.
Il distacco dalle figure del padre e della madre avviene in maniera sana nell'adolescenza, ma a condizione che tutti i protagonisti, genitori e figli, siano già "sani": condizione ideale che oggi sempre più raramente di verifica e che può risultare particolarmente compromessa nelle circostanze in cui vi trovate voi.
A proposito di queste, la pretesa del suo ragazzo di aver sempre ragione, che a lei risulta insopportabile, deriva dalla sua origine cultural/religiosa; quella che a lei appare un'eccessiva ostinazione, nella cultura del suo ragazzo è un sano e doveroso orgoglio, il tenere il punto del maschio.
La vostra terapeuta vi avrà certo avvertito che anche la consuetudine ai matrimoni multipli lascia tracce profonde nei maschi di particolari etnie.
Alcune donne italiane si sono fatte musulmane per compiacere il marito e la sua famiglia e hanno dovuto accettare questo fatto; altre si meravigliano come di un tradimento quando lui inizia a frequentare una seconda donna, e piangono ricordando che lui aveva giurato che questo non sarebbe mai successo.
Succede anche agli italiani. Questo sito è pieno di adulteri. Però gli italiani hanno giurato, davanti a Dio e allo Stato, fedeltà, e tuttavia hanno infranto il giuramento. Lei pensa che un uomo al quale è stato insegnato di avere diritto a molte donne invece ci rinunci?
Per concludere, la terapia di coppia se funziona apre il canale della comunicazione insegnandone le regole.
Sta a voi applicare queste regole, e per farlo dovete non solo conoscerle e praticarle, ma accettare il fatto che da una comunicazione sincera emergeranno le differenze che la vostra reciproca idealizzazione amorosa non accetta.
Tutto questo, naturalmente, è oggetto della terapia, e va discusso in quella sede.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Io la ringrazio con tutto il cuore di aver speso del tempo per me, il tempo è una cosa tanto importante e la ringrazio tanto.
Le dico che in casa del mio fidanzato esiste il matriarcato, sarà strano ma è così. La mamma decide tutto. Il marito ha solo lei, e il mio fidanzato ha deciso di avere solo una donna e in futuro di sposarsi al comune, consapevole di essere in Italia in cui la maggior parte delle donne sono di religione differente.
Mi ha sempre rispettato in questo senso, mai mi ha chiesto di convertirmi, quando si è aperto il discorso da parte mia lui mi ha detto che non vorrà mai che rinuncio a me stessa perché sarebbe una mancanza di rispetto.
Diciamo che vuole avere ragione perché non sa gestire il senso di colpa, così è uscito in seduta, e non riesce ad entrare in contatto con i suoi veri sentimenti.
Siamo tutt’e due molto emotivi, sembra di stare sulle montagne russe.
Io da un po’ sto seguendo una terapia emdr per via dei traumi di abusi sessuali che purtroppo mi fece mio papà, poi ho passato anche il lutto di mio papà, quindi tra paura di abbandono e problemi vari stiamo lottando tanto.
Allora forse dovrei essere felice che funziona la terapia.
Ci vogliamo tanto bene e siamo giovani, ci stiamo impegnando. Speriamo bene.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
sapevo della sua storia personale dai precedenti consulti e sono consapevole che lei porta in sé una grande sofferenza.
L'EMDR può aiutarla, come anche la terapia di coppia: si concentri su questi percorsi.
Valuti anche la possibilità di studiare la cultura musulmana del Maghreb, che è diversa da quella albanese o da quella pakistana.
Le dico questo perché lei scrive: "in casa del mio fidanzato esiste il matriarcato, sarà strano ma è così".
Non è strano affatto, è quello che abbiamo cercato di dirle fin da quando ci ha comunicato le prime difficoltà col suo ragazzo: nelle culture dove le donne hanno una funzione solo casalinga, all'interno della famiglia hanno un grande potere.
Lei ha scelto una strada difficile. Con l'aiuto dei suoi terapeuti cercherà di capire il perché di questa scelta, e anche come renderla meno spinosa.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Diciamo che credo di aver afferrato il motivo della scelta difficile, credo che sia perché ho dovuto lottare per ricevere amore, sia perchè per ottenere qualsiasi cosa ho dovuto mettere tutto l’impegno del mondo, nessuno mi ha regalato niente, questo è positivo per raggiungere alcuni obbiettivi, per questi sicuramente meno, in quanto per ottenere l’amore ho scelto la strada più difficoltosa, strada che prevede il sentirmi scelta, il sentirmi noi contro tutti . Pensieri del Io non ti abbandono nelle difficoltà e nemmeno tu l’amore è sofferenza Gliene ho parlato apertamente. La mia parte impaurita ha scelto per questo all’inizio, non me ne do una colpa, anzi mi dispiaccio, ma ora non vorrei lasciare perché nonostante la prima scelta è stata fatta FORSE per questo, e non intendo che non mi piacesse lui, ma intendo che appena ho saputo potevo andare via da subito. ora sono rimasta e ho notato quanto ho migliorato anche me stessa, la consapevolezza mi assale sempre di più nel confronto di ciò che è diverso da me. Consapevole dell’inizio che mi ha portato alla scelta, ora so che sto scegliendo perché voglio bene, ma so di meritare amore, almeno lo so in superficie, nell’inconscio ci devo ancora lavorare.
Che fare quindi, quando sai di aver scelto per convinzioni e schemi mentali, per poi trovarsi in una relazione dove entrambi ci mettiamo in discussione tramite terapia? Dove entrambi ci proviamo nonostante le difficoltà. Mollare perché inizialmente si è scelto la strada difficile per uno schema mentale depressivo e fragile? Questo, non lo capisco e chissà se lo capirò.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
rispondere ai suoi dubbi sarebbe scorretto perché vorrebbe dire sostituirsi ai suoi attuali curanti, oltretutto da una posizione "fittizia" come può essere un contatto occasionale, anonimo e online.
La invito a portare in terapia le convinzioni che esterna: "noi due contro tutti" e "l'amore è sofferenza", pericolose in un rapporto che implica un'altra persona.
Non posso fare altro che augurarle di impegnarsi seriamente nelle due terapie che sta seguendo.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Assolutamente questo non lo penso più, grazie alla terapia, rispondevo al Con l'aiuto dei suoi terapeuti cercherà di capire il perché di questa scelta .
Ho capito che la mia scelta iniziale era dettata da credenze sbagliate di 2 anni fa. Ora queste non ci sono più, grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Prego, cara utente.
Ci aggiorni quando vuole.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com