Bisogno di sempre essere il migliore per sentirmi bene
Salve dottori.
Ho sin dall'infanzia un problema psicologico che mi affetta nella vita quotidiana, lavorativa, relazionale, ecc.
Devo sempre essere migliore delle altre persone.
Il problema è nato probabilmente perché sono cresciuto con una mamma single senza troppi soldi in una zona con tante famiglie benestanti.
Diventai molto invidioo degli altri bambini per cose banali, invidia che si manifestò spesso in aggressioni fisiche, ad esempio ho preso a botte una ragazzina della mia classe di scuola perché aveva un nuovo e grande astuccio.
Ho sempre sentito un bisogno di ottenere i risultati migliori e ho sempre pensieri di essere in concorrenza con le altre persone, diventando molto deluso se "perdo".
Ad esempio, facevo il calciatore fino a 18 anni solo per venire bocciato da un'accademia, evento che mi ha provocato grande delusione.
Poi ho fatto l'arbitro, arrivando in Serie D, ma sono stato retrocesso perché i dirigenti mi hanno ritenuto meno bravi degli altri.
Dopo questo ho lanciato una serie di forti attacchi verbali e scritti contro i dirigenti, accusandoli di favoritismo, incapacità, ecc, fatti per i quali sono stato radiato dalla federazione calcistica.
Qualche anno fa mi sono laureato, con 110/110, però non con lode, anche in questa occasione mi sono venuti forti sentimenti di rabbia, invidia e inferiorità rispetto a chi si era laureato con lode.
All'occasione della cerimonia della consegna delle medaglie ai laureati con lode, pensai seriamente di chiamare l'università con una (falsa) minaccia per far annullare la cerimonia, ma fortunatamente non l'ho fatto.
Poi ho fatto diversi concorsi, e quando non li ho vinti mi sono rimasto delusissimo, piangendo, ovviamente invidioso di quelli che hanno vinto.
Alla fine ho vinto un concorso e adesso sono dipendente statale con contratto a tempo indeterminato e un stipendio abbastanza buono.
Ma non mi sento per niente felice con me stesso, mi sento inferiore ai miei colleghi, ho tantissima paura di sbagliare e non piacere alle altre persone, e soprattutto di fare errori che potrebbero costare il mio posto di lavoro.
Che posso fare? Sono andato in precedenza in psicoterapia (terapia metacognitiva) da uno psicologo ma il rapporto tra di noi non era il migliore, per questo motivo sto cercando modi di pensare che mi possano aiutare senza andare nuovamente in terapia.
Grazie in anticipo e cordiali saluti.
Ho sin dall'infanzia un problema psicologico che mi affetta nella vita quotidiana, lavorativa, relazionale, ecc.
Devo sempre essere migliore delle altre persone.
Il problema è nato probabilmente perché sono cresciuto con una mamma single senza troppi soldi in una zona con tante famiglie benestanti.
Diventai molto invidioo degli altri bambini per cose banali, invidia che si manifestò spesso in aggressioni fisiche, ad esempio ho preso a botte una ragazzina della mia classe di scuola perché aveva un nuovo e grande astuccio.
Ho sempre sentito un bisogno di ottenere i risultati migliori e ho sempre pensieri di essere in concorrenza con le altre persone, diventando molto deluso se "perdo".
Ad esempio, facevo il calciatore fino a 18 anni solo per venire bocciato da un'accademia, evento che mi ha provocato grande delusione.
Poi ho fatto l'arbitro, arrivando in Serie D, ma sono stato retrocesso perché i dirigenti mi hanno ritenuto meno bravi degli altri.
Dopo questo ho lanciato una serie di forti attacchi verbali e scritti contro i dirigenti, accusandoli di favoritismo, incapacità, ecc, fatti per i quali sono stato radiato dalla federazione calcistica.
Qualche anno fa mi sono laureato, con 110/110, però non con lode, anche in questa occasione mi sono venuti forti sentimenti di rabbia, invidia e inferiorità rispetto a chi si era laureato con lode.
All'occasione della cerimonia della consegna delle medaglie ai laureati con lode, pensai seriamente di chiamare l'università con una (falsa) minaccia per far annullare la cerimonia, ma fortunatamente non l'ho fatto.
Poi ho fatto diversi concorsi, e quando non li ho vinti mi sono rimasto delusissimo, piangendo, ovviamente invidioso di quelli che hanno vinto.
Alla fine ho vinto un concorso e adesso sono dipendente statale con contratto a tempo indeterminato e un stipendio abbastanza buono.
Ma non mi sento per niente felice con me stesso, mi sento inferiore ai miei colleghi, ho tantissima paura di sbagliare e non piacere alle altre persone, e soprattutto di fare errori che potrebbero costare il mio posto di lavoro.
Che posso fare? Sono andato in precedenza in psicoterapia (terapia metacognitiva) da uno psicologo ma il rapporto tra di noi non era il migliore, per questo motivo sto cercando modi di pensare che mi possano aiutare senza andare nuovamente in terapia.
Grazie in anticipo e cordiali saluti.
[#1]
Gentile Utente,
a mio avviso il nocciolo del problema può essere riassunto con queste Sue parole: "Ma non mi sento per niente felice con me stesso, mi sento inferiore ai miei colleghi, ho tantissima paura di sbagliare e non piacere alle altre persone, e soprattutto di fare errori che potrebbero costare il mio posto di lavoro."
Io credo che Lei abbia bisogno di prendere le distanze da tutto ciò e di modificare l'idea che ha di se stesso e delle cosiddette sconfitte. Non possiamo sempre vincere. Ma questo non vuol dire mica che, quando non raggiungiamo i nostri obiettivi (es vincere un concorso), siamo inferiori: magari non abbiamo studiato abbastanza (e questo non può intaccare la nostra autostima), ma a volte c'è anche una componente di... sfortuna. Non è un alibi, ma talvolta le cose non girano nel modo da noi voluto e non possiamo farci nulla. E sta qui forse la vera abilità, cioè di sapersi districare ed uscire dalle crisi. Cosa che Lei, se ci pensa bene, è pure riuscito a fare in molti aspetti: ha raggiunto dei risultati, anche se forse non era partito con le condizioni più favorevoli.
Un percorso psicologico mirato a mettere in luce questi aspetti secondo me potrebbe aiutarLa.
Ci pensi.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
a mio avviso il nocciolo del problema può essere riassunto con queste Sue parole: "Ma non mi sento per niente felice con me stesso, mi sento inferiore ai miei colleghi, ho tantissima paura di sbagliare e non piacere alle altre persone, e soprattutto di fare errori che potrebbero costare il mio posto di lavoro."
Io credo che Lei abbia bisogno di prendere le distanze da tutto ciò e di modificare l'idea che ha di se stesso e delle cosiddette sconfitte. Non possiamo sempre vincere. Ma questo non vuol dire mica che, quando non raggiungiamo i nostri obiettivi (es vincere un concorso), siamo inferiori: magari non abbiamo studiato abbastanza (e questo non può intaccare la nostra autostima), ma a volte c'è anche una componente di... sfortuna. Non è un alibi, ma talvolta le cose non girano nel modo da noi voluto e non possiamo farci nulla. E sta qui forse la vera abilità, cioè di sapersi districare ed uscire dalle crisi. Cosa che Lei, se ci pensa bene, è pure riuscito a fare in molti aspetti: ha raggiunto dei risultati, anche se forse non era partito con le condizioni più favorevoli.
Un percorso psicologico mirato a mettere in luce questi aspetti secondo me potrebbe aiutarLa.
Ci pensi.
Cordiali saluti,
Angela Pileci
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 29/02/2024.
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