Può essere solo una crisi temporanea?

Un anno fa ha lasciato la moglie per poter vivere finalmente la nostra storia alla luce del sole.

Lui ha 3 figli e mi ha sempre detto di non aver mai lasciato la moglie solo per i figli e che grazie all’amore che ha scoperto di provare per me è riuscito a fare questa scelta.

In questo anno ci siamo vissuti tantissimo e finalmente alla luce del sole, la moglie ha subito saputo della nostra relazione provando a dire anche qualcosa ma lui non si è mai lasciato influenzare.

In questo anno è sempre stato male solo per i figli perché delle volte aveva poco tempo da passare con loro.

Io sono stata praticamente l’opposto della moglie, lui mi ha sempre riconosciuta come UNICA.

Dopo un anno intenso e pieno di amore, dove avevamo deciso anche di andare a convivere lui in un momento di debolezza con me torna dalla moglie, oggi si trova in una profonda crisi dicendomi di voler stare con me, di amarmi profondamente ma nello stesso momento pensa se forse tornare con la moglie possa essere la cosa giusta per i figli perché lui dice che i figli stanno soffrendo la separazione.
Lui è un bravo papà con un grande cuore, gli credo al fatto che sia solo preoccupato per i figli, ma oggi ho qualche dubbio sulla sua relazione con la moglie.

Lui mi ha chiesto del tempo perché deve rasserenarsi e capire quale sia la cosa giusta da fare se provare a salvare una famiglia oppure viversi l’amore (ovviamente senza abbandonare i figli)
Ci siamo salutati promettendoci di tornare, senza però ne sentirci e ne vederci in questo suo momento di riflessione, ma io l’ho percepito comunque come un addio.

Secondo voi può essere una piccola crisi post separazione e quindi presto tornare il sereno oppure rassegnarmi all’idea che lui non tornerà mai più da me?

Ma soprattutto si può abbandonare l’amore solo per un senso di colpa verso i figli?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
non sappiamo da quanto tempo esisteva la vostra relazione quando quest'uomo ha lasciato la moglie per vivere un'altra storia "alla luce del sole": mesi oppure anni?
Nell'anno "intenso e pieno di amore" in cui avete vissuto non più da adulteri lui "è sempre stato male solo per i figli perché delle volte aveva poco tempo da passare con loro"; inoltre "avevamo deciso anche di andare a convivere" (dunque viveva solo?); infine "in un momento di debolezza con me torna dalla moglie".
Un po' fragile una storia in cui si è infelici per i figli e un solo "momento di debolezza" basta a riportare un uomo dalla donna che ha lasciata.
Non abbiamo la sfera di cristallo per leggere nel futuro, ma le cose che lei scrive possono farci capire quanto disagio abbia provato quest'uomo in quest'anno d'amore extraconiugale: forse più sofferenza che piacere?
Anche le parole "Io sono stata praticamente l’opposto della moglie, lui mi ha sempre riconosciuta come UNICA" appaiono ispirate ad una visione semplificata dei rapporti umani, almeno di quelli basati su sentimenti costanti, tenaci.
La donna che lui ha sposato e con cui ha voluto dei figli può essere l'opposto di quella con cui è fuggito? Perché si sarebbe messo con la prima, e soprattutto perché avrebbe cambiato gusti all'improvviso, se non per la mai tramontata tendenza maschile a scegliere una donna attendibile e costante per la vita, e una meno affidabile per provare un'esplosione di emozioni, rigenerante ma transitoria?
Certi "amori" improvvisi e violenti sono destinati a rompere più che a costruire, e alla fine rompono anche sé stessi.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile Dr.ssa, la nostra storia durava oramai da 8 anni, abbiamo spesso provato ad allontanarci ma siamo sempre tornati indietro come un elastico fino ad innamorarci completamente.
Lui ha una sofferenza troppo grande per i figli, crede che scegliendo la sua felicità i figli possano un giorno voltargli la faccia, adesso li vede soffrire e molte volte gli fanno richiesta di tornare a casa.
In questo anno è stato molto forte e coraggioso non si è mai lasciato intimorire dalle voci di popolo, ma purtroppo dopo un anno ha ceduto e si è lasciato influenzare dalla moglie in primis e poi da tutto il resto.
Lui ha preso casa da solo dopo essere andato via dalla moglie e stavamo valutando l’idea di trasferirmi da lui, anzi era diventata quasi una certezza, finché non sprofonda in infiniti sensi di colpa che lo portano ad allontanarsi anche da me e addirittura chiedermi del tempo.
Lui mi ha sempre detto tu sei il cuore, lei è la testa.
Tu sei amore puro, dolcezza, complicità, comprensione e passione.. ed infatti insieme abbiamo passato degli anni bellissimi, l’ultimo straordinario e finalmente agli occhi di tutti.
Oggi non riesco proprio a capire questi sensi di colpa come possano portarlo indietro anziché continuare a lottare per un nostro finalmente futuro insieme?!
Non ha il coraggio di dire alla moglie che ama un’altra donna per paura che lei poi possa mettergli contro i figli e quindi ancora oggi lasciare una porta aperta anche per lei.. (in tutti i sensi) quasi un po’ per accontentarla.
È giusto secondo voi aspettare ancora una persona che nonostante siamo passati anni non ha ancora trovato il coraggio di prendere una posizione stabile e decisa?! Questo secondo voi può davvero comunque essere una forma d’amore nei miei confronti?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
in realtà tutte le risposte alle domande che lei formula in questa seconda email si trovano già nel mio primo consulto. Le suggerisco di rileggerlo con calma e di rifletterci. Le suggerisco anche di farsi aiutare da un* psicolog* esperto nelle relazioni.
Aggiungo altri spunti di riflessione, per lei e per tutte le persone che ci leggono trovandosi nella sua stessa condizione.
Il triangolo amoroso è vecchio quanto il mondo e tuttora esistono società e religioni in cui è prevista la poligamia. Ogni tanto anche in occidente si inaugura qualche nuovo modo per vivere relazioni parallele "alla luce del sole", con lo scopo inconscio di non rinunciare a nulla: per esempio il polierotismo dei sessantottini o il poliamore dei contemporanei.
Più spesso, tuttavia, la figura della partner nota a tutti è contrapposta a quella dell'amante celata.
Questo dipende dalla mai superata doppia immagine della donna: quella "seria" si occupa della casa e dei figli e si nega ad una pratica esclusiva o prioritaria dell'erotismo. Con lei ci si sposa e si divide la fatica del quotidiano, fino alla noia, all'oppressione, al grigiore, che non sono nel matrimonio ma nella psiche impoverita del coniuge che avverte con più fastidio il peso della routine e non sa uscirne se non con l'adulterio.
Il contraltare di questa figura è l'amante; che sia scelta per le sue risorse erotiche, per quelle affettive o per entrambe, rappresenta in ogni caso l'oasi non contaminata da alcuna sgradevole realtà. E' quella che accoglie sempre, che approva, che adora. Il rapporto con lei è solo d'amore, che si svolga in un letto o guardandosi negli occhi in situazioni perennemente idilliache, non inquinate da malattie dei figli e degli anziani, da problemi economici e pratici, da stress del lavoro.
La moglie rappresenta il richiamo alla realtà, esige il rispetto di patti che prevedono la gestione comune della famiglia, la costruzione di un amore maturo che non sboccia come un miracolo, ma prevede anche la solidarietà nella fatica, la malattia, i problemi.
L'amante, al contrario, riveste il ruolo opposto; talvolta per interesse (le mantenute ottocentesche non avevano altre risorse economiche al di fuori di quelle fornite dall'amante), talvolta perché credono che un uomo che non ha saputo essere fedele alla moglie sarà diverso con loro.
Ed è in questi casi che scatta un equivoco pericoloso, figlio di un antico bisogno d'amore che è stato ferito. La donna che sceglie l'uomo di un'altra lo fa per una serie di motivi inconsci, molti dei quali sono stati studiati da psicologi del calibro di Freud.
Per lo più l'amante non si vede davvero nel ruolo di compagna. Forse non ha il desiderio o la capacità di impegnarsi nel quotidiano; a volte, sotterraneamente, non ritiene di poter aspirare all'amore di un uomo libero. La gratifica il fatto di aver strappato il suo uomo ad un'altra e deve continuare a farlo per verificare un proprio valore.
Vuole essere l'idolo di un'ora d'amore, non l'impegno della faticosa realtà. Nel suo passato talvolta c'è un amore genitoriale insufficiente, diviso con una sorella rivale, che le ha lasciato l'impressione di poter essere amata da qualcuno solo se lo porta via ad un'altra.
Per questo tipo di donna un uomo libero non ha valore: il valore è dato dal fatto che lui ha dovuto rompere dei legami per raggiungere lei; che a lei dedica il corteggiamento e la passione certamente estranei ad un rapporto costante e sicuro come quello coniugale.
La maggior parte delle donne, quelle che non hanno ferite narcisistiche, non avrebbe stima di un uomo che tradisce e non crederebbe al solito repertorio di luoghi comuni: "Con mia moglie non ci amiamo"; "Non facciamo più l'amore da anni"; "Non andiamo d'accordo"; "Lei non mi capisce"; "Il mio amore sei tu" e via dicendo.
Le donne "ingenue" (le virgolette indicano che si tratta di donne che mentono a sé stesse) costruiscono invece sulla menzogna. Non provano ripugnanza nell'amare un uomo che mente e nel farsi complici del suo tradimento; non sono nemmeno esclusiviste, per cui gli permettono di vivere assieme alla moglie o di ritornare con lei, perché un vero patto di appartenenza esclusiva non c'è stato, e del resto nemmeno lo vorrebbero: il vero gusto è nel continuare a contendere l'amante all'altra.
Una collega psicologa, Valeria Randone, studiosa di amori adulterini, ha scritto un libro significativo fin dal titolo: "Anima in affitto. E se la vera punizione fosse sposare l'amante?".
Credo di non dover aggiungere altro.
La risposta alla sua domanda finale, cara utente, dovrà trovarla in una spietata chiarezza che le permetta di interpretare le parole e le azioni dell'uomo che divide con un'altra senza più rimaneggiamenti e finzioni. Ma per fare questo dovrà anche interrogare sé stessa, mettersi nei panni di moglie e dirsi se per caso non le starebbero stretti.
Noi non la conosciamo, ma forse nemmeno lei si conosce del tutto. Si affidi ad un* psicolog* che l'aiuti a scoprirsi e a trovare la strada per costruire l'amore, senza rubarlo e senza viverlo come un romanzo.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com