Perché sto malissimo quando non riesco a fare ridere le persone?

Salve, so che magari può sembrare una cosa stupida, ma a me fa stare molto male.

Io sono una persona che riesce a far ridere tutti, la gente si spacca dalle risate grazie alla mia ironia.
Un giorno siamo usciti io col mio gruppo più la ragazza che mi piaceva.
Questa ragazza però sembrava più interessata al mio migliore amico, che l'ha fatta ridere anche più di me.
Questa cosa mi ha fatto sentire lacerato dentro, e da quel momento ho sempre il terrore di aver perso la mia capacità di fare ridere.
Ogni volta che non ci riesco, che quindi una battuta va a vuoto, sento quella sensazione di lacerazione dentro.
Ho paura di perdere per sempre questa mia capacità, che mi dà un senso di appagamento che nessun'altra cosa mi dà.
Per me le risate degli altri sono come la dose per un drogato.
E io provo a resistere alla tentazione di cercare di fare ridere gli altri, ma ci sto troppo male.
So che ci sono altri modi di connettersi con gli altri ma non mi danno lo stesso senso di appagamento.
So che sembra una cosa stupida però spero che possiate aiutarmi perché io ci sto veramente molto male.

Grazie a tutti in anticipo!
[#1]
Dr. Stefano Bandini Psicologo 27 1
Gentile utente,

l'ironia e la capacità di far ridere gli altri sono indubbiamente competenze che si ottengono per predisposizione naturale e per esperienza; il fatto che lei sia sempre stato cosciente della propria capacità di far ridere le persone, una bellissima dote, è indice di un buon grado di consapevolezza rispetto alle proprie competenze, almeno in questo campo. Mi domando, esiste la stessa consapevolezza anche in merito ai propri limiti?

Essere spontaneamente ironico e simpatico fa parte della propria indole, ma l'esito che si genera in chi si trova di fronte a noi non dipende solamente da noi: si tratta piuttosto di un risultato relazionale, di conseguenza soggetto a molte variabili. In parole più semplici, non è sufficiente essere simpatici e porsi in maniera ironica per assicurarsi il risultato che ci si propone: il nostro interlocutore deve essere disponibile ed interessato a lasciarsi andare con noi.

Lei dà molta importanza all'esito, più che al processo: difatti, quando il risultato sperato, ovvero le risa, non si verifica, lei riferisce di stare molto male. Ebbene, questo sembrerebbe essere un qualcosa che andrebbe maggiormente approfondito e compreso: cosa implica, per lei, non aver fatto ridere qualcuno? Non si sente approvato?

Purtroppo, in questa sede ci sono evidenti limiti che possono essere superati solamente con un colloquio psicologico più approfondito, che mi sentirei di consigliarle qualora lei ritenesse appunto di essere molto addolorato per quanto le succede, oltre che per il timore di perdere una capacità che ritiene essere parte di lei.

Le auguro il meglio, saluti

Dott. Stefano Bandini
Psicologo, Perfezionato in Psicologia Perinatale
dottorbandini@gmail.com