Cosa posso fare per aiutare il mio ragazzo (R) con meccanismi familiari disfunzionali?
Buongiorno, vorrei capire come fare a rivolgermi a R e alla sua famiglia.
Ho provato a chiedere alla mia ex psicologa di aiutarmi ma lei dice che non ho bisogno di aiuto e se gli altri non lo vogliono non posso cambiarli
E che dovrei allontanarmi io con R
Il problema è che non posso: finché R è a casa sua (e fra un anno inizierà università) non c'è modo
Io gli ho anche offerto di venire a vivere da me ma lavora vicino a casa e dice che si sentirebbe in imbarazzo con mio papà
Sua mamma è ossessionata da pulizia, ordine e controllo, se R è da me deve sapere anche perché è arrivato in ritardo.
È manipolativa, quando litigano non gli parla per due giorni, tanto che R ha imparato che piuttosto che risolvere una situazione è meglio non discutere affatto
Suo padre ha disturbi psicologici, ma non se ne parla in famiglia, è come fosse affar suo e dovesse sbrigarsela da solo.
So quanto sa R: che non vuole e non prende i farmaci che gli hanno prescritto, non ha mai voluto andare in terapia e considera gli psicologi inutili e idioti (questo me l'ha detto quando gli ho detto che prendo farmaci)
È concentrato solo su ciò che fa e pensa lui
La moglie lo svergogna spesso davanti a tutta la famiglia, così lui si "rintana" sotto l'unica cosa che lo capisce, la tv
La sorella di R non sembra provare emozioni, è concentrata solo sui suoi obiettivi.
È laureata in psicologia ma non vuole risolvere i problemi della sua famiglia, esce di continuo di casa ma poi torna sempre quando le serve qualcosa.
Riesce a farsi pagare tutto quello che desidera, la madre stravede per lei e fanno coppietta contro R o il padre.
Non trova lavoro forse perché le fa comodo abitare a casa coi suoi che le pagano ogni capriccio
Il mio ragazzo è una persona sensibile ed empatica ma per il quieto vivere preferisce non vivere
Ogni volta che dico qualcosa di "male" contro un loro comportamento li difende dicendo che sono la sua famiglia
La madre fa differenze evidenti tra R.
e la sorella (a lei paga tot euro al mese, lui perché ha un lavoro no)?
R viene a lamentarsi con me, io gli dico di venire a vivere da me, mettere paletti o ribellarsi, R si arrabbia CON ME, facciamo pace dopo qualche ora e non se ne riparla più fino alla volta dopo
Questo mi sembra un meccanismo malato e penso che sarà così per sempre: loro lo influenzeranno e io non potrò fare nulla per impedirlo
Cosa posso fare per aiutarli a parlare di ciò che non va per risolverlo?
Usano anche la minaccia dello psicologo l'uno contro l'altro
Quando la madre gli fa capire che per lei non è nulla finché non si laurea, cosa posso dire?
Quando il padre inizia uno dei suoi monologhi, cosa posso fare per rompere il meccanismo che lo fa autodistruggere in famiglia?
Quando R si lamenta al telefono per come lo trattano cosa devo dirgli?
Cambiare discorso?
Farlo parlare senza dirgli niente?
Dirgli di continuare a sopportare come lui dice che dovrei fare?
Vi prego di aiutarmi, non so più a chi rivolgermi.
Ho provato a chiedere alla mia ex psicologa di aiutarmi ma lei dice che non ho bisogno di aiuto e se gli altri non lo vogliono non posso cambiarli
E che dovrei allontanarmi io con R
Il problema è che non posso: finché R è a casa sua (e fra un anno inizierà università) non c'è modo
Io gli ho anche offerto di venire a vivere da me ma lavora vicino a casa e dice che si sentirebbe in imbarazzo con mio papà
Sua mamma è ossessionata da pulizia, ordine e controllo, se R è da me deve sapere anche perché è arrivato in ritardo.
È manipolativa, quando litigano non gli parla per due giorni, tanto che R ha imparato che piuttosto che risolvere una situazione è meglio non discutere affatto
Suo padre ha disturbi psicologici, ma non se ne parla in famiglia, è come fosse affar suo e dovesse sbrigarsela da solo.
So quanto sa R: che non vuole e non prende i farmaci che gli hanno prescritto, non ha mai voluto andare in terapia e considera gli psicologi inutili e idioti (questo me l'ha detto quando gli ho detto che prendo farmaci)
È concentrato solo su ciò che fa e pensa lui
La moglie lo svergogna spesso davanti a tutta la famiglia, così lui si "rintana" sotto l'unica cosa che lo capisce, la tv
La sorella di R non sembra provare emozioni, è concentrata solo sui suoi obiettivi.
È laureata in psicologia ma non vuole risolvere i problemi della sua famiglia, esce di continuo di casa ma poi torna sempre quando le serve qualcosa.
Riesce a farsi pagare tutto quello che desidera, la madre stravede per lei e fanno coppietta contro R o il padre.
Non trova lavoro forse perché le fa comodo abitare a casa coi suoi che le pagano ogni capriccio
Il mio ragazzo è una persona sensibile ed empatica ma per il quieto vivere preferisce non vivere
Ogni volta che dico qualcosa di "male" contro un loro comportamento li difende dicendo che sono la sua famiglia
La madre fa differenze evidenti tra R.
e la sorella (a lei paga tot euro al mese, lui perché ha un lavoro no)?
R viene a lamentarsi con me, io gli dico di venire a vivere da me, mettere paletti o ribellarsi, R si arrabbia CON ME, facciamo pace dopo qualche ora e non se ne riparla più fino alla volta dopo
Questo mi sembra un meccanismo malato e penso che sarà così per sempre: loro lo influenzeranno e io non potrò fare nulla per impedirlo
Cosa posso fare per aiutarli a parlare di ciò che non va per risolverlo?
Usano anche la minaccia dello psicologo l'uno contro l'altro
Quando la madre gli fa capire che per lei non è nulla finché non si laurea, cosa posso dire?
Quando il padre inizia uno dei suoi monologhi, cosa posso fare per rompere il meccanismo che lo fa autodistruggere in famiglia?
Quando R si lamenta al telefono per come lo trattano cosa devo dirgli?
Cambiare discorso?
Farlo parlare senza dirgli niente?
Dirgli di continuare a sopportare come lui dice che dovrei fare?
Vi prego di aiutarmi, non so più a chi rivolgermi.
[#1]
Gentile giovane donna.
Sembra che tu abbia già avuto la risposta dalla psicologa ma che tu non sia disposta ad accoglierla. Dalle tue parole a me pare che:
a- tu senta la necessità di risolvere problemi di cui non disponi il controllo
b- sembra che la famiglia intorno al tuo fidanzato non sia recettiva relativamente ai professionisti dei disagi emotivi comportamentali e mentali
c- sembra che come la famiglia del tuo ragazzo sia chiusa a ricevere consigli, anche tu non sia disposta ad accoglierli (tu non hai bisogno di aiuto come dice la tua psicologa).
Una cosa che di certo è in tuo potere è chiarire confini con il tuo fidanzato e sottrarti alla funzione di "dispensatrice di soluzioni" per i problemi con la sua famiglia. Ti dico questo affinchè tu possa evitare di innescare litigi sensa fine con lui.
Ricorda: nessuno può essere aiutato se non lo sceglie.
Ti auguro una luminosa vita!
Sembra che tu abbia già avuto la risposta dalla psicologa ma che tu non sia disposta ad accoglierla. Dalle tue parole a me pare che:
a- tu senta la necessità di risolvere problemi di cui non disponi il controllo
b- sembra che la famiglia intorno al tuo fidanzato non sia recettiva relativamente ai professionisti dei disagi emotivi comportamentali e mentali
c- sembra che come la famiglia del tuo ragazzo sia chiusa a ricevere consigli, anche tu non sia disposta ad accoglierli (tu non hai bisogno di aiuto come dice la tua psicologa).
Una cosa che di certo è in tuo potere è chiarire confini con il tuo fidanzato e sottrarti alla funzione di "dispensatrice di soluzioni" per i problemi con la sua famiglia. Ti dico questo affinchè tu possa evitare di innescare litigi sensa fine con lui.
Ricorda: nessuno può essere aiutato se non lo sceglie.
Ti auguro una luminosa vita!
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 594 visite dal 13/02/2024.
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