Continuare relazione dopo che lui ha scritto ad un’altra sui social
Buongiorno a tutti,
E grazie per leggere quanto scriverò.
Sono una ragazza di 26 anni fidanzata da quasi 10 anni.
Una relazione nel complesso bella che ha richiesto tanto lavoro e qualche perdono, però che mi ha soddisfatto nel complesso.
In passato ci siamo lasciati 3 volte e preso qualche pausa però siamo sempre tornati insieme.
L’altra sera però è successo il fatto del titolo che mi rende difficile gestire la situazione.
Per farla breve ho scoperto che lui ha scritto ad un’altra facendo svariati apprezzamenti e chiedendole anche di uscire.
La conversazione è andata avanti per 3 giorni alla fine dei quali si è sentito in colpa e ha smesso di scrivere solo che lei si era presa e dopo una prima risposta ne ha inviata un’altra che è quella che io ho letto.
Dopo l’accaduto ne abbiamo parlato cercando di capire la motivazione.
Mi ha spiegato che cercava una fuoriuscita dalla monotonia, col fatto che stiamo insieme da tanto tempo ogni tanto si chiedeva se là fuori ci fosse qualcosa di meglio (mi ha parlato di paura di starsi perdendo qualcosa che in seguito ha capito non essere così).
Mi ha parlato di stress da lavoro avendolo cambiato di recente, di responsabilità e di sentirsi incatenato ad una realtà che non può cambiare e quindi la ricerca di gratificazione e apprezzamento da parte della novità all’orizzonte.
La settimana prima non ci eravamo visti e avevamo discusso in quanto io ho dei problemi di attaccamento quindi paura di essere lasciata e posso essere a volte pesante.
Quindi non sto dicendo di essere la brava e lui il mostro della situazione.
Quello che vorrei chiedere e cercare di capire è come gestire la situazione.
Ho dubbi se possa ricapitare e se sia mai successo in passato e io non li abbia mai scoperto.
Sono rimasta molto ferita e la fiducia nei suoi confronti ne risente. Nonostante ne abbiamo parlato tornata a casa mi sento non tranquilla. Da un lato vorrei che questa situazione non ci fosse e riprendere la vita come prima dell’accaduto e dall’altra vorrei chiudere la relazione e andare via lontano.
So che devo focalizzarmi su di me e anche distaccarmi dalla situazione ma è come una pietra che mi sta sul petto.
Infatti non sono riuscita a prendere una pausa men che meno lasciarlo perché non so gestire queste cose (pensare di riscrivergli io e in un certo senso essere di nuovo lì a rincorrerlo non è la scelta giusta per me).
Siccome sono ancora qui perché la parte del perdono ha avuto la meglio vorrei gestirla in modo che non mi intacchi troppo il futuro e impostarla dentro di me come ultima possibilità. Perché nonostante io abbia tanti difetti sono una brava persona e vorrei vivere una bella relazione che abbia come problema principale affrontare il mondo e non se ci sia l’affetto e la stabilità necessari per costruire un futuro insieme.
Grazie a chiunque risponda o anche solo legga questo papiro.
E grazie per leggere quanto scriverò.
Sono una ragazza di 26 anni fidanzata da quasi 10 anni.
Una relazione nel complesso bella che ha richiesto tanto lavoro e qualche perdono, però che mi ha soddisfatto nel complesso.
In passato ci siamo lasciati 3 volte e preso qualche pausa però siamo sempre tornati insieme.
L’altra sera però è successo il fatto del titolo che mi rende difficile gestire la situazione.
Per farla breve ho scoperto che lui ha scritto ad un’altra facendo svariati apprezzamenti e chiedendole anche di uscire.
La conversazione è andata avanti per 3 giorni alla fine dei quali si è sentito in colpa e ha smesso di scrivere solo che lei si era presa e dopo una prima risposta ne ha inviata un’altra che è quella che io ho letto.
Dopo l’accaduto ne abbiamo parlato cercando di capire la motivazione.
Mi ha spiegato che cercava una fuoriuscita dalla monotonia, col fatto che stiamo insieme da tanto tempo ogni tanto si chiedeva se là fuori ci fosse qualcosa di meglio (mi ha parlato di paura di starsi perdendo qualcosa che in seguito ha capito non essere così).
Mi ha parlato di stress da lavoro avendolo cambiato di recente, di responsabilità e di sentirsi incatenato ad una realtà che non può cambiare e quindi la ricerca di gratificazione e apprezzamento da parte della novità all’orizzonte.
La settimana prima non ci eravamo visti e avevamo discusso in quanto io ho dei problemi di attaccamento quindi paura di essere lasciata e posso essere a volte pesante.
Quindi non sto dicendo di essere la brava e lui il mostro della situazione.
Quello che vorrei chiedere e cercare di capire è come gestire la situazione.
Ho dubbi se possa ricapitare e se sia mai successo in passato e io non li abbia mai scoperto.
Sono rimasta molto ferita e la fiducia nei suoi confronti ne risente. Nonostante ne abbiamo parlato tornata a casa mi sento non tranquilla. Da un lato vorrei che questa situazione non ci fosse e riprendere la vita come prima dell’accaduto e dall’altra vorrei chiudere la relazione e andare via lontano.
So che devo focalizzarmi su di me e anche distaccarmi dalla situazione ma è come una pietra che mi sta sul petto.
Infatti non sono riuscita a prendere una pausa men che meno lasciarlo perché non so gestire queste cose (pensare di riscrivergli io e in un certo senso essere di nuovo lì a rincorrerlo non è la scelta giusta per me).
Siccome sono ancora qui perché la parte del perdono ha avuto la meglio vorrei gestirla in modo che non mi intacchi troppo il futuro e impostarla dentro di me come ultima possibilità. Perché nonostante io abbia tanti difetti sono una brava persona e vorrei vivere una bella relazione che abbia come problema principale affrontare il mondo e non se ci sia l’affetto e la stabilità necessari per costruire un futuro insieme.
Grazie a chiunque risponda o anche solo legga questo papiro.
[#1]
Gentile utente,
noi psicologi parliamo molte volte, anche da queste pagine, della difficoltà di portare avanti per anni una relazione cominciata nell'adolescenza, per lo più senza farla evolvere.
Si cresce, si cambia, ci si sente stretti, e ci si chiede, come dice il suo partner, "se là fuori ci sia qualcosa di meglio (mi ha parlato di paura di starsi perdendo qualcosa che in seguito ha capito non essere così)"; si va in cerca di "gratificazione e apprezzamento da parte della novità all’orizzonte".
Se il suo partner ha pensato che fuori ci può essere qualcosa d meglio vuol dire che il vostro rapporto gli sta stretto, e non è vero che in tre giorni può aver capito che non è così. Ha solo avuto paura di tentare il nuovo, anche se il vecchio non lo gratifica più.
Insieme fin da ragazzini, si entra in una routine in cui l'attaccamento ai propri ricordi, il rimpianto del proprio mondo adolescente è più vivo dell'attaccamento al partner.
In questa routine mancano spesso stimoli adulti -non si convive, non si forma una famiglia, oppure lo si fa di fronte all'imminenza di una crisi-.
La situazione peggiora quando uno dei due -o entrambi- manifestano quelli che si definiscono con una certa semplificazione "problemi di attaccamento".
Diventa ancora meno gestibile quando la paura della fine del rapporto suggerisce ai due o ad uno solo atteggiamenti di possesso.
Il rapporto diventa un inseguire chi fugge, non un costruire serenamente la propria vita adulta, e questo spesso è più frustrante per chi insegue che per chi viene inseguito.
Queste crisi sempre più frequenti non indicano che i due abbiano sbagliato nello scegliersi, ma che hanno troppo presto dato i caratteri di una relazione "stabile" a quella che doveva essere un'esplorazione dei rispettivi sentimenti, accompagnata dalla conoscenza di altre persone e dalla ricerca di progetti di vita non mutilata da legami precoci.
Un buon legame di coppia è quello che fa crescere tutti e due nell'appoggio reciproco, non quello che chiude prima del tempo tutti gli orizzonti.
Essendosi trovata nel ruolo di quella che deve inseguire, lei non si è data modo di essere quella che fugge; in ogni caso ormai è stanca.
Forse provare a fare un reset vorrebbe dire lasciarvi: non per sempre, ma fino a quando avrete capito, da adulti, che siete liberi di scegliervi perché vi volete davvero.
Buona fortuna!
noi psicologi parliamo molte volte, anche da queste pagine, della difficoltà di portare avanti per anni una relazione cominciata nell'adolescenza, per lo più senza farla evolvere.
Si cresce, si cambia, ci si sente stretti, e ci si chiede, come dice il suo partner, "se là fuori ci sia qualcosa di meglio (mi ha parlato di paura di starsi perdendo qualcosa che in seguito ha capito non essere così)"; si va in cerca di "gratificazione e apprezzamento da parte della novità all’orizzonte".
Se il suo partner ha pensato che fuori ci può essere qualcosa d meglio vuol dire che il vostro rapporto gli sta stretto, e non è vero che in tre giorni può aver capito che non è così. Ha solo avuto paura di tentare il nuovo, anche se il vecchio non lo gratifica più.
Insieme fin da ragazzini, si entra in una routine in cui l'attaccamento ai propri ricordi, il rimpianto del proprio mondo adolescente è più vivo dell'attaccamento al partner.
In questa routine mancano spesso stimoli adulti -non si convive, non si forma una famiglia, oppure lo si fa di fronte all'imminenza di una crisi-.
La situazione peggiora quando uno dei due -o entrambi- manifestano quelli che si definiscono con una certa semplificazione "problemi di attaccamento".
Diventa ancora meno gestibile quando la paura della fine del rapporto suggerisce ai due o ad uno solo atteggiamenti di possesso.
Il rapporto diventa un inseguire chi fugge, non un costruire serenamente la propria vita adulta, e questo spesso è più frustrante per chi insegue che per chi viene inseguito.
Queste crisi sempre più frequenti non indicano che i due abbiano sbagliato nello scegliersi, ma che hanno troppo presto dato i caratteri di una relazione "stabile" a quella che doveva essere un'esplorazione dei rispettivi sentimenti, accompagnata dalla conoscenza di altre persone e dalla ricerca di progetti di vita non mutilata da legami precoci.
Un buon legame di coppia è quello che fa crescere tutti e due nell'appoggio reciproco, non quello che chiude prima del tempo tutti gli orizzonti.
Essendosi trovata nel ruolo di quella che deve inseguire, lei non si è data modo di essere quella che fugge; in ogni caso ormai è stanca.
Forse provare a fare un reset vorrebbe dire lasciarvi: non per sempre, ma fino a quando avrete capito, da adulti, che siete liberi di scegliervi perché vi volete davvero.
Buona fortuna!
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.4k visite dal 13/02/2024.
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