Esiste una figura specializzata nella psicologia nell'ambito dei musicisti?
Buongiorno, ho problemi abbastanza pesanti nel relazionarmi con i colleghi del mio ambiente lavorativo, che comprende personalità del mondo accademico della musica (conservatori, accademie e scuole musicali, etc).
Ho già affrontato alcuni percorsi di psicoterapia in passato ma mi sono reso conto che, per questo specifico problema, avrei bisogno di confrontarmi con uno specialista che conosce le dinamiche di questo ambiente, che effettivamente risultano estranee a chi non ci è dentro o a chi comunque non sa molto a riguardo.
Quando in passato parlavo di queste problematiche con i professionisti che si sono presi cura di me, l'approccio all'argomento da parte loro riguardava problematiche sul lavoro generiche.
È vero, sono state utili, ma dentro di me rimangono tutta una serie di interrogativi che solo chi conosce questo ambiente può valutare al 100%.
Volevo sapere se esiste una figura del genere o, in alternativa, che cosa mi consigliate.
Sto scrivendo qui proprio perché non posso più aspettare sopportando questo malessere, inoltre mi sembra di essere l'unico di questo contesto lavorativo a viverla così pertanto non ho la più pallida idea se sia io ad essere esagerato o se effettivamente sia una situazione schiacciante per via di dinamiche che non dipendono da me.
Spero di aver delineato la mia richiesta nel modo più comprensibile possibile, in alternativa vi chiedo scusa e fatemi pure notare cosa non è chiaro, cercherò di spiegarmi meglio.
Grazie per permettere che esista questo spazio virtuale, è una bella iniziativa.
Vi auguro buon lavoro, a presto.
Ho già affrontato alcuni percorsi di psicoterapia in passato ma mi sono reso conto che, per questo specifico problema, avrei bisogno di confrontarmi con uno specialista che conosce le dinamiche di questo ambiente, che effettivamente risultano estranee a chi non ci è dentro o a chi comunque non sa molto a riguardo.
Quando in passato parlavo di queste problematiche con i professionisti che si sono presi cura di me, l'approccio all'argomento da parte loro riguardava problematiche sul lavoro generiche.
È vero, sono state utili, ma dentro di me rimangono tutta una serie di interrogativi che solo chi conosce questo ambiente può valutare al 100%.
Volevo sapere se esiste una figura del genere o, in alternativa, che cosa mi consigliate.
Sto scrivendo qui proprio perché non posso più aspettare sopportando questo malessere, inoltre mi sembra di essere l'unico di questo contesto lavorativo a viverla così pertanto non ho la più pallida idea se sia io ad essere esagerato o se effettivamente sia una situazione schiacciante per via di dinamiche che non dipendono da me.
Spero di aver delineato la mia richiesta nel modo più comprensibile possibile, in alternativa vi chiedo scusa e fatemi pure notare cosa non è chiaro, cercherò di spiegarmi meglio.
Grazie per permettere che esista questo spazio virtuale, è una bella iniziativa.
Vi auguro buon lavoro, a presto.
[#1]
Buongiorno,
la sua richiesta è senz'altro particolare, ma pur non essendo musicista, mi fa venire il dubbio che sia eccessiva. Molti ambienti di lavoro hanno caratteristiche loro proprie, pensi ad esempio all'ambito militare o universitario o ad alcune categorie di lavoro dipendente facilmente sfruttate ecc., ma lo psicologo dovrebbe saper capire le dinamiche che si instaurano, anche perché non potrebbe conoscere tutti gli ambiti lavorativi.
la sua richiesta è senz'altro particolare, ma pur non essendo musicista, mi fa venire il dubbio che sia eccessiva. Molti ambienti di lavoro hanno caratteristiche loro proprie, pensi ad esempio all'ambito militare o universitario o ad alcune categorie di lavoro dipendente facilmente sfruttate ecc., ma lo psicologo dovrebbe saper capire le dinamiche che si instaurano, anche perché non potrebbe conoscere tutti gli ambiti lavorativi.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#2]
Utente
Buonasera Dottoressa, grazie per la risposta.
Il consiglio quindi è di affidarmi a una qualsiasi figura professionale nell'ambito della psicoterapia parlando a fondo di questo problema?
Sì mi rendo conto che la richiesta possa sembrare eccessiva, è che non ho ancora trovato un modo per risolvere questi problemi. Sento che se ne parlassi con qualcuno che conosce queste dinamiche, il tutto sarebbe molto più efficiente.
Il consiglio quindi è di affidarmi a una qualsiasi figura professionale nell'ambito della psicoterapia parlando a fondo di questo problema?
Sì mi rendo conto che la richiesta possa sembrare eccessiva, è che non ho ancora trovato un modo per risolvere questi problemi. Sento che se ne parlassi con qualcuno che conosce queste dinamiche, il tutto sarebbe molto più efficiente.
[#3]
Gentile utente,
la sua domanda mi ha interessata, perché a livello sia familiare che di amicizie mi affaccio sull'ambito che lei descrive: la musica come professione e come didattica.
Ci sono alcuni meccanismi palesemente dolorosi nelle relazioni tra musicisti: detestare un rivale e doverci suonare insieme; essere innamorato della violinista che ci ha appena detto no e doverla accompagnare al pianoforte...
Altre situazioni sono invece, come ha detto bene la mia collega, simili a quelle di altri ambienti chiusi, gerarchici e perciò soggetti a favoritismi, ingiustizie, gelosie.
Tuttavia gli artisti che si esibiscono in pubblico (musicisti, attori) sono portatori di un elemento diverso rispetto a tutti gli altri "lavoratori": la volontà di primeggiare, in una lotta le cui armi sono soprattutto il talento e la fortuna, ma anche altre più oscure.
Uno psicologo esperto ravvisa anche queste dinamiche e le esplora con l'aiuto di chi si affida a lui; però deve sempre ricordare che la meta desiderata dal suo cliente non è la tranquillità e la concordia coi colleghi, ma il successo che lo separa dagli altri, che gli fa spiccare il balzo verso l'eccezionalità.
Il problema di questi ambienti privilegiati è che tutti in essi vorrebbero essere "superiori e diversi", e quindi ogni membro proroga all'infinito delle ingiustizie che in altri ambienti sarebbero perseguite anche dalla legge: penso a certi professori che ricoprono cattedre dove gli alunni non li vedranno mai, perché sempre in giro a fare concerti o a tenere corsi privati, il che certamente è un abuso, in parte legalizzato, ma soprattutto accettato dai direttori dei conservatori e dagli alunni stessi, che ambiscono a fare la stessa cosa se appena ne avranno la possibilità.
Penso a certi concorsi fatti perché li debba vincere una ben precisa persona. Penso anche al fatto che dentro l'ambiente ristretto della musica ci sono ambienti ancora più ristretti: l'ambito della musica barocca, per esempio.
Penso alle audizioni per entrare in certe orchestre prestigiose che si tengono a porte chiuse, mentre tutti gli altri concorsi, per legge, sono aperti al pubblico; e prima che la giuria musicale, sono i musicisti a chiedere tale trattamento che permette valutazioni arbitrarie.
Tutto questo non toglie che le sofferenze di chi viene stritolato dalle particolarità dell'ambiente musicale siano poi riconducibili ad alcune sofferenze comuni alla mente umana.
Una cosa che lei potrebbe fare, anche prima di affidarsi ad un* psicolog* a cui rendere note passo per passo le sue difficoltà con l'ambiente in cui opera, sarebbe scrivere un diario di questi disagi, in parte aiutandosi con gli strumenti della Scrittura Espressiva.
Ci rifletta. Le auguro di trovare una sua soluzione.
la sua domanda mi ha interessata, perché a livello sia familiare che di amicizie mi affaccio sull'ambito che lei descrive: la musica come professione e come didattica.
Ci sono alcuni meccanismi palesemente dolorosi nelle relazioni tra musicisti: detestare un rivale e doverci suonare insieme; essere innamorato della violinista che ci ha appena detto no e doverla accompagnare al pianoforte...
Altre situazioni sono invece, come ha detto bene la mia collega, simili a quelle di altri ambienti chiusi, gerarchici e perciò soggetti a favoritismi, ingiustizie, gelosie.
Tuttavia gli artisti che si esibiscono in pubblico (musicisti, attori) sono portatori di un elemento diverso rispetto a tutti gli altri "lavoratori": la volontà di primeggiare, in una lotta le cui armi sono soprattutto il talento e la fortuna, ma anche altre più oscure.
Uno psicologo esperto ravvisa anche queste dinamiche e le esplora con l'aiuto di chi si affida a lui; però deve sempre ricordare che la meta desiderata dal suo cliente non è la tranquillità e la concordia coi colleghi, ma il successo che lo separa dagli altri, che gli fa spiccare il balzo verso l'eccezionalità.
Il problema di questi ambienti privilegiati è che tutti in essi vorrebbero essere "superiori e diversi", e quindi ogni membro proroga all'infinito delle ingiustizie che in altri ambienti sarebbero perseguite anche dalla legge: penso a certi professori che ricoprono cattedre dove gli alunni non li vedranno mai, perché sempre in giro a fare concerti o a tenere corsi privati, il che certamente è un abuso, in parte legalizzato, ma soprattutto accettato dai direttori dei conservatori e dagli alunni stessi, che ambiscono a fare la stessa cosa se appena ne avranno la possibilità.
Penso a certi concorsi fatti perché li debba vincere una ben precisa persona. Penso anche al fatto che dentro l'ambiente ristretto della musica ci sono ambienti ancora più ristretti: l'ambito della musica barocca, per esempio.
Penso alle audizioni per entrare in certe orchestre prestigiose che si tengono a porte chiuse, mentre tutti gli altri concorsi, per legge, sono aperti al pubblico; e prima che la giuria musicale, sono i musicisti a chiedere tale trattamento che permette valutazioni arbitrarie.
Tutto questo non toglie che le sofferenze di chi viene stritolato dalle particolarità dell'ambiente musicale siano poi riconducibili ad alcune sofferenze comuni alla mente umana.
Una cosa che lei potrebbe fare, anche prima di affidarsi ad un* psicolog* a cui rendere note passo per passo le sue difficoltà con l'ambiente in cui opera, sarebbe scrivere un diario di questi disagi, in parte aiutandosi con gli strumenti della Scrittura Espressiva.
Ci rifletta. Le auguro di trovare una sua soluzione.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 854 visite dal 09/02/2024.
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