L'astinenza sessuale può determinare dei problemi psichiatrici?
Buonasera,
ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
Riassumo brevemente la mia vita con riferimento alle questioni che reputo rilevanti ai fini della risposta alla mia domanda.
Sino a 18 anni ho avuto una vita sociale piuttosto limitata in ragione di problemi genetici all'arto inferiore, che mi hanno costretto a sottopormi ad interventi chirurgici implicanti la perdita di autonomia nella deambulazione; conseguentemente, sino a quel periodo, non sono riuscito a vivere quelle esperienze che, nella norma, introducono la persona alla vita affettiva.
Successivamente, ho frequentato l'università e, in questo frangente, ho avuto alcune frequentazioni femminili (temporanee e poco approfondite), che, tuttavia, non mi hanno appagato e non ho apprezzato come gratificanti.
Successivamente alla laurea ed al conseguimento dell'abilitazione sono stato aggredito da un fenomeno depressivo (che già affiorava nel periodo precedente, seppur in forme più lievi) che è persistito, in misura piuttosto intensa, sino all'età di 34 anni.
Nell'arco temporale fra i 25 ed i 34 anni di età, in ragione della predetta problematica, mi sono dedicato fortemente al lavoro ed ho quasi rinunziato alla vita associativa e ricreativa, salvo qualche amicizia e, in ogni caso, non ho intrattenuto, né cercato di intrattenere, alcuna relazione sessuale o affettiva.
Una volta superata la fase depressiva, ho tentato il reinserimento nella vita sociale, che si è attuato, ma incontro notevoli difficoltà a trovare ed a costruire relazioni con figure femminili.
Il mio attuale timore è che il mio vissuto pregresso, che si è concretizzato nella quasi totale astinenza affettiva e sessuale, possa aver compromesso la mia psiche e che sia questa la ragione delle mie difficoltà.
Puntualizzo che, a livello di studio e realizzazione lavorativa/professionale, ho raggiunto ottimi traguardi; con riferimento alle amicizie, a seguito della parentesi oscura governata dalla depressione, sono riuscito a recuperare legami solidi e soddisfacenti.
In buona sostanza, arrivato a 37 anni mi sento soddisfatto in tutto, ad eccezione della dimensione sessuale (che quasi ignoro e che per lungo tempo ho soltanto tiepidamente bramato).
Queste carenze sessuali ora si stanno gradualmente trasformando in un'ossessione perché temo che la situazione di astinenza possa avermi provocato dei danni che non sono in grado di diagnosticare.
Vi chiedo, dunque, se le mie preoccupazioni possano fondarsi su basi scientifiche e, in ogni caso, quale possa essere lo strumento più efficace e spediente per superarle e per ricostituire una condizione di tranquillità interiore.
In buona sostanza, Vi domando che la mia situazione senz'altro anomala da un punto di vista statistico possa essere pregiudizievole sotto il profilo psicologico, psichiatrico o medico.
ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
Riassumo brevemente la mia vita con riferimento alle questioni che reputo rilevanti ai fini della risposta alla mia domanda.
Sino a 18 anni ho avuto una vita sociale piuttosto limitata in ragione di problemi genetici all'arto inferiore, che mi hanno costretto a sottopormi ad interventi chirurgici implicanti la perdita di autonomia nella deambulazione; conseguentemente, sino a quel periodo, non sono riuscito a vivere quelle esperienze che, nella norma, introducono la persona alla vita affettiva.
Successivamente, ho frequentato l'università e, in questo frangente, ho avuto alcune frequentazioni femminili (temporanee e poco approfondite), che, tuttavia, non mi hanno appagato e non ho apprezzato come gratificanti.
Successivamente alla laurea ed al conseguimento dell'abilitazione sono stato aggredito da un fenomeno depressivo (che già affiorava nel periodo precedente, seppur in forme più lievi) che è persistito, in misura piuttosto intensa, sino all'età di 34 anni.
Nell'arco temporale fra i 25 ed i 34 anni di età, in ragione della predetta problematica, mi sono dedicato fortemente al lavoro ed ho quasi rinunziato alla vita associativa e ricreativa, salvo qualche amicizia e, in ogni caso, non ho intrattenuto, né cercato di intrattenere, alcuna relazione sessuale o affettiva.
Una volta superata la fase depressiva, ho tentato il reinserimento nella vita sociale, che si è attuato, ma incontro notevoli difficoltà a trovare ed a costruire relazioni con figure femminili.
Il mio attuale timore è che il mio vissuto pregresso, che si è concretizzato nella quasi totale astinenza affettiva e sessuale, possa aver compromesso la mia psiche e che sia questa la ragione delle mie difficoltà.
Puntualizzo che, a livello di studio e realizzazione lavorativa/professionale, ho raggiunto ottimi traguardi; con riferimento alle amicizie, a seguito della parentesi oscura governata dalla depressione, sono riuscito a recuperare legami solidi e soddisfacenti.
In buona sostanza, arrivato a 37 anni mi sento soddisfatto in tutto, ad eccezione della dimensione sessuale (che quasi ignoro e che per lungo tempo ho soltanto tiepidamente bramato).
Queste carenze sessuali ora si stanno gradualmente trasformando in un'ossessione perché temo che la situazione di astinenza possa avermi provocato dei danni che non sono in grado di diagnosticare.
Vi chiedo, dunque, se le mie preoccupazioni possano fondarsi su basi scientifiche e, in ogni caso, quale possa essere lo strumento più efficace e spediente per superarle e per ricostituire una condizione di tranquillità interiore.
In buona sostanza, Vi domando che la mia situazione senz'altro anomala da un punto di vista statistico possa essere pregiudizievole sotto il profilo psicologico, psichiatrico o medico.
[#1]
Gentile utente,
lei ci dice che "la dimensione sessuale .. per lungo tempo ho soltanto tiepidamente bramato".
E dunque all'epoca non ci fu sofferenza a causa dell'astinenza; da attribuire, a quanto mi pare di capire, alle due malattie - fisica e psichica - che hanno segnato il suo cammino esistenziale.
Se non ci fu sofferenza data dalla percezione dell'astinenza, non ci saranno danni psichici probabilmente.
Si tratta, è evidente, di un ragionamento teorico considerato che non la conosciamo di persona,
ragionamento che abbisogna di ricevere sostanza in presenza.
Le propongo un differente punto di vista.
.Ha 38 anni,
.si è ampiamente realizzato in ambito professionale,
.ha una esperienza affettivo/sessuale quasi nulla,
.e ciò la fa .. soffrire? sentire inadeguato? fuori età?
.Rispetto a ciò Lei sta sviluppando "un'ossessione" (non ci riferisce una diagnosi ritengo, bensì un modo di dire corrispondente a 'un pensiero fisso'), che la porta a tornare inutilmente indietro;
perché, anziché soffermarsi sul passato (che non si può modificare), non concentrarsi sul presente?
Di conseguenza l'interrogativo:
> E dunque, che fare, 'oggi'?
Chieda aiuto psicologico.
> Perchè?
Perchè non le risulta di alcuna utilità rimuginare sul passato, cercare collegamenti e cause;
quanto piuttosto può risultare produttivo modificare la Sua auto percezione e il Suo modo di porsi nella realtà relazionale, in particolare con il mondo femminile. Un* Psicoterapeuta può risultare in ciò un aiuto prezioso.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
lei ci dice che "la dimensione sessuale .. per lungo tempo ho soltanto tiepidamente bramato".
E dunque all'epoca non ci fu sofferenza a causa dell'astinenza; da attribuire, a quanto mi pare di capire, alle due malattie - fisica e psichica - che hanno segnato il suo cammino esistenziale.
Se non ci fu sofferenza data dalla percezione dell'astinenza, non ci saranno danni psichici probabilmente.
Si tratta, è evidente, di un ragionamento teorico considerato che non la conosciamo di persona,
ragionamento che abbisogna di ricevere sostanza in presenza.
Le propongo un differente punto di vista.
.Ha 38 anni,
.si è ampiamente realizzato in ambito professionale,
.ha una esperienza affettivo/sessuale quasi nulla,
.e ciò la fa .. soffrire? sentire inadeguato? fuori età?
.Rispetto a ciò Lei sta sviluppando "un'ossessione" (non ci riferisce una diagnosi ritengo, bensì un modo di dire corrispondente a 'un pensiero fisso'), che la porta a tornare inutilmente indietro;
perché, anziché soffermarsi sul passato (che non si può modificare), non concentrarsi sul presente?
Di conseguenza l'interrogativo:
> E dunque, che fare, 'oggi'?
Chieda aiuto psicologico.
> Perchè?
Perchè non le risulta di alcuna utilità rimuginare sul passato, cercare collegamenti e cause;
quanto piuttosto può risultare produttivo modificare la Sua auto percezione e il Suo modo di porsi nella realtà relazionale, in particolare con il mondo femminile. Un* Psicoterapeuta può risultare in ciò un aiuto prezioso.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Buongiorno Dottoressa,
ringrazio per la cortese delucidazione.
Il mio timore risiede proprio nell'avverbio "probabilmente" che accompagna l'ipotizzata insussistenza di danni psichici.
Chiederei gentilmente delle delucidazioni in ordine all'astratta possibilità che situazioni omogenee alla mia possano impattare sulla dimensione psichica e, in caso affermativo, di indicarmi gli elementi sintomatici che caratterizzato simili lesioni.
Non nutro alcuna recalcitranza a rivolgermi ad uno specialista; tuttavia, temo che il mio problema sia di natura fondamentalmente esistenziale, nel senso che la carenza di un vissuto sessuale possa ostacolare, magari secondo meccanismi inconsci che non riesco a razionalizzare, la percezione della mia interiorità e l'accettazione di me, così da indurmi ad errori inconsapevoli anche nell'instaurazione di una dinamica relazionale.
Grato per l'aiuto saluto cordialmente
ringrazio per la cortese delucidazione.
Il mio timore risiede proprio nell'avverbio "probabilmente" che accompagna l'ipotizzata insussistenza di danni psichici.
Chiederei gentilmente delle delucidazioni in ordine all'astratta possibilità che situazioni omogenee alla mia possano impattare sulla dimensione psichica e, in caso affermativo, di indicarmi gli elementi sintomatici che caratterizzato simili lesioni.
Non nutro alcuna recalcitranza a rivolgermi ad uno specialista; tuttavia, temo che il mio problema sia di natura fondamentalmente esistenziale, nel senso che la carenza di un vissuto sessuale possa ostacolare, magari secondo meccanismi inconsci che non riesco a razionalizzare, la percezione della mia interiorità e l'accettazione di me, così da indurmi ad errori inconsapevoli anche nell'instaurazione di una dinamica relazionale.
Grato per l'aiuto saluto cordialmente
[#3]
1.
Quel 'probabilmente' deriva dalla natura stessa della psicologia.
Non scienza della "astratta possibilità", ma studio del singolo e dei meccanismi e dinamiche interiori: mentali, affettive, relazionali.
2.
Per esperienza clinica, posso dirle che "situazioni omogenee" nei fatti producono esiti del tutto differenti.
3.
Quando Lei ipotizza che :
".. la carenza di un vissuto sessuale possa ostacolare, magari secondo meccanismi inconsci che non riesco a razionalizzare, la percezione della mia interiorità e l'accettazione di me, così da indurmi ad errori inconsapevoli anche nell'instaurazione di una dinamica relazionale..", Le rispondo:
Sì, è possibile.
I percorsi psicologici o di psicoterapia si fanno proprio per questo. Talvolta individuano legami nascosti; spesso fanno affiorare dimensioni non illuminabili razionalmente; frequentemente aiutano a correggere errori inconsapevoli che non sfuggono però ad un occhio professionale competente e esperiente.
Che sia un problema "esistenziale" o un reale disturbo psichico, è in grado di ricevere aiuto.
Ovviamente se la persona è disponibile a mettersi in gioco e a lavorare su di sè.
Auspico di essere stata esauriente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Quel 'probabilmente' deriva dalla natura stessa della psicologia.
Non scienza della "astratta possibilità", ma studio del singolo e dei meccanismi e dinamiche interiori: mentali, affettive, relazionali.
2.
Per esperienza clinica, posso dirle che "situazioni omogenee" nei fatti producono esiti del tutto differenti.
3.
Quando Lei ipotizza che :
".. la carenza di un vissuto sessuale possa ostacolare, magari secondo meccanismi inconsci che non riesco a razionalizzare, la percezione della mia interiorità e l'accettazione di me, così da indurmi ad errori inconsapevoli anche nell'instaurazione di una dinamica relazionale..", Le rispondo:
Sì, è possibile.
I percorsi psicologici o di psicoterapia si fanno proprio per questo. Talvolta individuano legami nascosti; spesso fanno affiorare dimensioni non illuminabili razionalmente; frequentemente aiutano a correggere errori inconsapevoli che non sfuggono però ad un occhio professionale competente e esperiente.
Che sia un problema "esistenziale" o un reale disturbo psichico, è in grado di ricevere aiuto.
Ovviamente se la persona è disponibile a mettersi in gioco e a lavorare su di sè.
Auspico di essere stata esauriente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.6k visite dal 09/02/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.