Come affrontare e superare il dolore dato dalla perdita di un amico a quattro zampe
Ieri è stato investito il mio gatto.
Non usciva mai di casa, ieri però è successo e vedendomi uscire con i cani in passeggiata mi ha seguita.
Io e il mio compagno siamo a terra.
Per noi era come un figlio, stiamo davvero male.
Viveva ogni momento della giornata con noi, ed ora il vuoto che ha lasciato è incolmabile... Ogni cosa fa pensare a lui, e il dolore è lancinante.
Mi sento come se ora nulla avesse più senso, mi sento in colpa, non riesco a non pensare al fatto che non ci sia più nulla da fare, perché ormai è morto.
Oltretutto, averlo visto in quello stato mi ha turbata molto, non riesco a rimuovere quell'immagine dalla testa... non so come fare per andare avanti e non pensare a tutto questo...
Non usciva mai di casa, ieri però è successo e vedendomi uscire con i cani in passeggiata mi ha seguita.
Io e il mio compagno siamo a terra.
Per noi era come un figlio, stiamo davvero male.
Viveva ogni momento della giornata con noi, ed ora il vuoto che ha lasciato è incolmabile... Ogni cosa fa pensare a lui, e il dolore è lancinante.
Mi sento come se ora nulla avesse più senso, mi sento in colpa, non riesco a non pensare al fatto che non ci sia più nulla da fare, perché ormai è morto.
Oltretutto, averlo visto in quello stato mi ha turbata molto, non riesco a rimuovere quell'immagine dalla testa... non so come fare per andare avanti e non pensare a tutto questo...
[#1]
Gentile utente,
mi dispiace profondamente per la morte del suo gatto.
Immagino che sia sprofondata nella desolazione, e non solo per la perdita in sé, portatrice di intenso dolore, annientamento, sensi di colpa, impotenza, ma anche per l'entrata in scena della morte, in un momento di tranquillità e inaspettatamente.
Il suo sentire che niente ha più senso è il frutto della temporanea inconsolabilità che prova dinanzi a questa perdita, e della sua irreversibilità.
Come ritrovare un senso in un mondo che non sarà mai più quello di prima? Sì, perché in esso non ci sarà più il suo gatto, ma neanche la sensazione di fiducia, la beata illusione di sicurezza costruita rispetto alla vita- seppur a volte dolorosa- fino al sopraggiungere di eventi devastanti come il divenire spettatori della morte di chi amiamo.
E poi deve fare i conti col senso di colpa, razionalmente ingiustificato, di non aver saputo o potuto proteggere il suo amato gatto, rappresentato tra l'altro come un essere tenero, puro, indifeso.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo, per farsi supportare e accompagnare lungo le vie del dolore e della perdita.
Credo che abbia bisogno di uno spazio nel quale narrare il proprio dolore, esplorare le sue zone più oscure e liberare la vitalità e la generatività che in esse si cela.
In tale spazio, che costituisce un luogo sicuro e protetto dallo psicologo, potra' richiamare alla mente e rivivere le immagini del suo gatto che ora la tormentano, svuotandole pian piano del loro potere lesivo; rendendole un ricordo, che seppur doloroso può essere integrato agli altri.
Inoltre un percorso psicologico, oltre ad aiutarla a elaborare la perdita, potra' permetterle di costruire degli argini rispetto alla stessa, purtroppo frequente nel corso della vita, che possono nascere ed esistere imparando a pensare il dolore, conoscendo nuovi modi per essere felici, scoprendo le proprie capacità riparative.
Auguri di cuore.
mi dispiace profondamente per la morte del suo gatto.
Immagino che sia sprofondata nella desolazione, e non solo per la perdita in sé, portatrice di intenso dolore, annientamento, sensi di colpa, impotenza, ma anche per l'entrata in scena della morte, in un momento di tranquillità e inaspettatamente.
Il suo sentire che niente ha più senso è il frutto della temporanea inconsolabilità che prova dinanzi a questa perdita, e della sua irreversibilità.
Come ritrovare un senso in un mondo che non sarà mai più quello di prima? Sì, perché in esso non ci sarà più il suo gatto, ma neanche la sensazione di fiducia, la beata illusione di sicurezza costruita rispetto alla vita- seppur a volte dolorosa- fino al sopraggiungere di eventi devastanti come il divenire spettatori della morte di chi amiamo.
E poi deve fare i conti col senso di colpa, razionalmente ingiustificato, di non aver saputo o potuto proteggere il suo amato gatto, rappresentato tra l'altro come un essere tenero, puro, indifeso.
Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo, per farsi supportare e accompagnare lungo le vie del dolore e della perdita.
Credo che abbia bisogno di uno spazio nel quale narrare il proprio dolore, esplorare le sue zone più oscure e liberare la vitalità e la generatività che in esse si cela.
In tale spazio, che costituisce un luogo sicuro e protetto dallo psicologo, potra' richiamare alla mente e rivivere le immagini del suo gatto che ora la tormentano, svuotandole pian piano del loro potere lesivo; rendendole un ricordo, che seppur doloroso può essere integrato agli altri.
Inoltre un percorso psicologico, oltre ad aiutarla a elaborare la perdita, potra' permetterle di costruire degli argini rispetto alla stessa, purtroppo frequente nel corso della vita, che possono nascere ed esistere imparando a pensare il dolore, conoscendo nuovi modi per essere felici, scoprendo le proprie capacità riparative.
Auguri di cuore.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
[#2]
Gentile utente,
la ringrazio molto per la recensione positiva.
Colgo l'occasione per aggiungere a quanto già scritto, che anch'io ho una gatta, quindi conosco bene il tipo di amore che ci lega agli animali e il dolore che si prova perdendoli.
La perdita è significativa; innegabile e ineludibile. Per questo si prova questa sensazione di inconsolabilità, che però è temporanea, in quanto la perdita, oltre che essere elaborata, può lasciare spazio a qualcos'altro. Qualcosa come nuove gioie, possibilità; un altro affetto, come un altro gatto che pur non potendo mai sostituire il precedente, le permetterà di rivivere ancora l'esperienza di intenso affetto nel dare e ricevere amore.
Anche per questo si scoprono modi inediti e forse prima sconosciuti, per essere felici.
E il senso di colpa, che è uno dei risvolti della perdita, si attenua, col tempo, quando si impara ad accettarla e ad accettare che a volte si è fragili e impotenti.
Infatti uno dei possibili modi di operare di uno psicologo, può consistere nell'aiutare il paziente ad incontrare la perdita e la sofferenza, potendo però guardare e collocarsi al di là di esse.
Spero di esserle stata utile.
la ringrazio molto per la recensione positiva.
Colgo l'occasione per aggiungere a quanto già scritto, che anch'io ho una gatta, quindi conosco bene il tipo di amore che ci lega agli animali e il dolore che si prova perdendoli.
La perdita è significativa; innegabile e ineludibile. Per questo si prova questa sensazione di inconsolabilità, che però è temporanea, in quanto la perdita, oltre che essere elaborata, può lasciare spazio a qualcos'altro. Qualcosa come nuove gioie, possibilità; un altro affetto, come un altro gatto che pur non potendo mai sostituire il precedente, le permetterà di rivivere ancora l'esperienza di intenso affetto nel dare e ricevere amore.
Anche per questo si scoprono modi inediti e forse prima sconosciuti, per essere felici.
E il senso di colpa, che è uno dei risvolti della perdita, si attenua, col tempo, quando si impara ad accettarla e ad accettare che a volte si è fragili e impotenti.
Infatti uno dei possibili modi di operare di uno psicologo, può consistere nell'aiutare il paziente ad incontrare la perdita e la sofferenza, potendo però guardare e collocarsi al di là di esse.
Spero di esserle stata utile.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 08/02/2024.
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