Comportamento di mio figlio
Chiedo consiglio su eventuali azioni da intraprendere nei confronti di mio figlio.
Premesso che ha 30 anni, lavora come magazziniere e vive ancora in casa con noi genitori.
Esce solo per lavorare e per qualche serata con gli amici, 2 o 3 volte a settimana.
Quando è in casa è sempre di pessimo umore, se gli chiedo qualcosa risponde a sillabe e passa tutto il tempo libero alla play station, computer e telefono manifestando una totale apatia per tutto e un disinteresse per le varie problematiche della famiglia.
In presenza di altre persone, parenti o amici, cambia completamente comportamento, inserendosi anche nelle discussioni.
Tutto quello che ha e quello che ha fatto, è solo grazie a noi genitori, compreso la scelta della scuola, la ricerca del lavoro etc.
Non ha mai avuto una relazione seria con alcuna ragazza.
Molte volte gli abbiamo consigliato di rivolgersi ad uno psicologo ma si rifiuta sostenendo di non avere problemi.
Quello che chiedo è come fare a convincerlo a rivolgersi a qualcuno che lo possa aiutare visto che tale comportamento non mi sembra normale per un giovane di 30 anni?
O forse mi sto creando dei problemi inesistenti?
Grazie
Premesso che ha 30 anni, lavora come magazziniere e vive ancora in casa con noi genitori.
Esce solo per lavorare e per qualche serata con gli amici, 2 o 3 volte a settimana.
Quando è in casa è sempre di pessimo umore, se gli chiedo qualcosa risponde a sillabe e passa tutto il tempo libero alla play station, computer e telefono manifestando una totale apatia per tutto e un disinteresse per le varie problematiche della famiglia.
In presenza di altre persone, parenti o amici, cambia completamente comportamento, inserendosi anche nelle discussioni.
Tutto quello che ha e quello che ha fatto, è solo grazie a noi genitori, compreso la scelta della scuola, la ricerca del lavoro etc.
Non ha mai avuto una relazione seria con alcuna ragazza.
Molte volte gli abbiamo consigliato di rivolgersi ad uno psicologo ma si rifiuta sostenendo di non avere problemi.
Quello che chiedo è come fare a convincerlo a rivolgersi a qualcuno che lo possa aiutare visto che tale comportamento non mi sembra normale per un giovane di 30 anni?
O forse mi sto creando dei problemi inesistenti?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
non mi sembra preoccupante la vita di suo figlio, che lavora, vede di frequente gli amici, si inserisce nelle conversazioni, ma la sua relazione con la famiglia, che a quanto pare è sgradevole per voi genitori, e quindi sarebbe opportuno correggere.
Ci sono fratelli e sorelle? Come funziona il rapporto con loro? E la madre cosa dice?
Talvolta a partire dall'infanzia, poi nell'adolescenza, il rapporto coi genitori nasce o diventa disfunzionale al dialogo, alla trasmissione di affetto e sostegno, infine nemmeno più improntato al rispetto reciproco e alla buona educazione.
Lei scrive: "Tutto quello che ha e quello che ha fatto, è solo grazie a noi genitori, compreso la scelta della scuola, la ricerca del lavoro etc."
In che senso? Spesso i genitori guidano la scelta della scuola, meno spesso il lavoro. Con le frasi qui sopra vuole segnalare la passività di suo figlio, o una vostra pressione su di lui?
Lei mostra oggi un vivo desiderio di essere d'aiuto a suo figlio, ma forse questo avviene in termini per lui invadenti. Gli propone di andare da uno psicologo, ma non ci dice perché. Suo figlio risponde che non ne ha bisogno.
A volte a creare il blocco sono delle aspettative genitoriali profondamente estranee a quelle che sono le reali preferenze e aspirazioni del figlio.
Vi siete chiesti che cosa davvero lui desidera, e se questo contrasta con ciò che vi aspettate voi?
Per fare chiarezza, prenda in considerazione una terapia familiare, dapprima solo con voi genitori, poi, se lo vorrà, anche con vostro figlio. Nei Consultori Familiari questi interventi sono gratuiti.
Buone cose.
non mi sembra preoccupante la vita di suo figlio, che lavora, vede di frequente gli amici, si inserisce nelle conversazioni, ma la sua relazione con la famiglia, che a quanto pare è sgradevole per voi genitori, e quindi sarebbe opportuno correggere.
Ci sono fratelli e sorelle? Come funziona il rapporto con loro? E la madre cosa dice?
Talvolta a partire dall'infanzia, poi nell'adolescenza, il rapporto coi genitori nasce o diventa disfunzionale al dialogo, alla trasmissione di affetto e sostegno, infine nemmeno più improntato al rispetto reciproco e alla buona educazione.
Lei scrive: "Tutto quello che ha e quello che ha fatto, è solo grazie a noi genitori, compreso la scelta della scuola, la ricerca del lavoro etc."
In che senso? Spesso i genitori guidano la scelta della scuola, meno spesso il lavoro. Con le frasi qui sopra vuole segnalare la passività di suo figlio, o una vostra pressione su di lui?
Lei mostra oggi un vivo desiderio di essere d'aiuto a suo figlio, ma forse questo avviene in termini per lui invadenti. Gli propone di andare da uno psicologo, ma non ci dice perché. Suo figlio risponde che non ne ha bisogno.
A volte a creare il blocco sono delle aspettative genitoriali profondamente estranee a quelle che sono le reali preferenze e aspirazioni del figlio.
Vi siete chiesti che cosa davvero lui desidera, e se questo contrasta con ciò che vi aspettate voi?
Per fare chiarezza, prenda in considerazione una terapia familiare, dapprima solo con voi genitori, poi, se lo vorrà, anche con vostro figlio. Nei Consultori Familiari questi interventi sono gratuiti.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Ringrazio innanzitutto per la celerità della risposta che in parte centra il problema. Forse le nostre aspettative sono altre; forse ci aspettiamo più vitalità, più intraprendenza, più aspirazioni che ci sembrano normali in un giovane di 30 anni e quindi non riusciamo ad accettare questa sua inerzia e svogliatezza.
Proveremo a modificare l'approccio e valuteremo quanto da Lei suggerito.
Buona serata
Proveremo a modificare l'approccio e valuteremo quanto da Lei suggerito.
Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.2k visite dal 07/02/2024.
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