Problemi di coppia

Buongiorno, cercherò di essere breve.
Ho 28 anni e sono fidanzata da 9 anni.
A novembre ho scoperto di essere incinta, ma non eravamo pronti a tenere il bambino per una serie di ragioni quindi dopo un mese molto.
doloroso, ho deciso di abortire.
È stato faticoso per entrambi accettarlo, ma.
il 6 dicembre ho fatto l' intervento.
Questa cosa invece che allontanarci ci ha unito tantissimo, siamo rinati come coppia e ci amiamo più di prima.
Abbiamo poi dopo circa 20 giorni ripreso i rapporti.
Noi siamo stati sempre molto attivi sessualmente,.
mai un problema in 9 anni di relazione.
A gennaio però, il mio ragazzo ha iniziato ad avere.
problemi.
di erezione.
Questo ha scatenato in me molte paure.
Lui dice che io non c'entro nulla e non mi devo colpevolizzare, che ha voglia di avere rapporti...ma poi quando siamo al dunque non riesce a mantenere il rapporto.
Nessuno dei due capisce cosa stia succedendo... perché sia così.
Magari è solo un momento o forse proprio a livello inconscio ha subito un duro colpo a causa dell' aborto.
Ho anche iniziato a prendere le pillola, quindi non c'è la paura che possa succedere di nuovo.
Sono certa che dal punto di vista fisico non sia niente, ma sia psicologico.
Come mi devo comportare?
Questo mi crea molta ansia perché ho paura che non avremo più i nostri rapporti pieni di amore e appaganti come prima.
Ovviamente lui ci sta molto male e ho anche paura che l'ansia faccia iniziare un circolo vizioso.
Passerà questa cosa?
Grazie a chi mi risponderà
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
dalle sue precedenti lettere già si rileva un rapporto pieno d'amore ma anche di incertezze, di attriti, di rigidità da entrambe le parti, con quelle che lei chiama "stranezze" nelle abitudini familiari di lui, invischiamento di lei che ci scrive con la sua famiglia d'origine, reticenze e incomprensioni.
Insomma c'erano già in ciascuno di voi gli elementi per cui lei stessa aveva pensato anni fa di avvalersi della consulenza di un* psicolog*.
Dalla dott.ssa Brunialti le era stata suggerita anche la terapia di coppia, talvolta indispensabile per capirsi davvero oltre lo spesso velo di idealizzazione falsificante che l'innamoramento eleva come una cortina fumogena.
Se questi percorsi di conoscenza non sono stati compiuti, forse il rapporto di coppia da solo non è riuscito a risolvere gli schemi che paralizzano i sentimenti e le azioni di ciascuno di voi due, e non si è attuata una vera mediazione tra i rispettivi desideri e bisogni.
Come spesso accade hanno continuato ad incontrarsi e scontrarsi due realtà disfunzionali, destinate a raggiungere nodi cruciali in occasione delle crisi; e la perdita di un figlio indubbiamente lo è.
Quando poi l'aborto è volontario, i nodi vengono decisamente al pettine, segnalando più o meno consapevolmente ad uno solo o a tutti e due i partner, che la relazione è sostanzialmente fallita.
Lei scrive: "Questa cosa invece che allontanarci ci ha unito tantissimo, siamo rinati come coppia e ci amiamo più di prima".
Quando? Nell'immediatezza dell'intervento, non oltre. Lei stessa ipotizza che l'evento avrebbe potuto allontanarvi.
E difatti venti giorni dopo, non appena ripresi i rapporti, ecco evidenziarsi la fine del fiducioso abbandono che vi ha accompagnato fino al momento in cui vi siete trovati di fronte alla realtà: un figlio vostro non può nascere, va rifiutato.
Questo crudele "no" è sorto davvero per volontà di tutti e due?
In ogni caso, questo è il risultato di ben nove anni d'amore, malgrado l'età di lei senz'altro più che idonea e quella di lui addirittura spostata verso quella in cui fino a poco tempo fa si diventava non padri, ma nonni.
Che dire? Le difficoltà del suo partner testimoniano che "il corpo accusa il colpo", come spiega il bel libro di Van Der Kolk.
La ricostruzione adesso, se la volete entrambi davvero, passa attraverso un'analisi senza più sconti e reticenze di tutto quello che nella vostra relazione è stato vissuto all'insegna dell'immaturità, del capriccio, del legame malato con le famiglie d'origine, dell'egoismo sostanziale verso il partner.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

peccato che Lei prenda la pillola contraccettiva solo ora, e non prima;
avrebbe potuto evitare "tale decisione faticosa per entrambi".
Questa riflessione la facciamo non tanto per Lei, dato che "Ormai è fatta"; quanto piuttosto per le molte persone che ci leggono.
Una contraccezione efficace evita situazioni che implicano scelte drammatiche, anche quando apparentemente semplici. Perchè rendere la sessualità un terno al lotto per il cuore/corpo della donna e per il cuore/pene dell'uomo?

Entriamo nei fatti qui descritti:
.il 6 dicembre l'IVG,
.in gennaio gli episodi di disfunzione erettile (D.E.) di lui, mai riscontrati prima in ben 9 anni di relazione (anche sessuale).

Non possiamo - noi specialisti qui online - sapere se le due cose siano collegate. Sicuramente sono immediatamente contigue nel tempo. E ciò fa pensare.

Se i problemi di D.E. dovessero proseguire, chiedete aiuto.
Un* Psicolog* Psicoterapeuta perfezionata in sessuologia cinica vi potrà aiutare.
I nominativi degli/delle Specialist* presenti nella Vostra area li troverete in fissonline.it .

Ci faccia sapere.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
Utente
Utente
Mi chiedo sinceramente come possiate arrogarvi il diritto di giudicare la vita, le scelte delle altre persone che deducete da un racconto di poche righe. Io qui certo non chiedevo un' analisi della mia relazione che da quando ho fatto altre domande è andata avanti speditamente, ma una possibile correlazione con l' aborto subito. Giudicare come fallita la mia relazione senza conoscere in modo approfondito il background delle persone, senza conoscere il perché della nostra decisione che è stata presa in comune e ovviamente con dolore, ma in modo razionale, non lo trovo corretto per non dire altro. Parla di immaturità, di egoismo, legame malato, quando nella nostra relazione abbiamo sempre sostenuto la libertà e il dialogo. Vengo pure bacchettata perché non ho preso la pillola prima, quasi fossi una disgraziata. E qui non ve lo permetto, perché certamente io, noi, abbiamo fatto un errore nel considerare una situazione e lo ammetto, ne ho pagate le conseguenze, ma forse voi nella vita non avete mai sbagliato. E infatti sbagliate, perché da quando è stata presa questa decisione il nostro rapporto ha subito un miglioramento netto, unendoci nel dolore, invece di separarci. Non solo nell' immediato, ma anche adesso. E si, sarei stata una stupida a non pensare che un evento del genere potesse anche separarci, non mi sembra un'eventualità così assurda dato che ognuno rielabora il dolore in modo differente. Grazie per avermi fatta sentire sbagliata, giudicata e fondamentalmente fallita. Il percorso di psicoterapia magari lo inizierò e avevamo anche ipotizzato di farlo in coppia, proprio per affrontare insieme e superare il nostro dolore, ma sinceramente spero di incontrare qualcuno dotato di empatia e comprensione. Vi ringrazio lo stesso per il tempo dedicato e per avermi fatto ricordare perché non richiedere consulti online.
[#4]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente,
non posso chiamarla "gentile" perché non è stata tale nella sua replica, ma "cara" sì, perché nella sua aggressione verbale avverto tutta la sofferenza di una forma mentis che ho visto varie volte, in più di cinquant'anni di pratica clinica, e che sarebbe tempo di curare.
Il dolore della recente esperienza -aborto-, la paura di aver prodotto un danno grave alla relazione (disturbo erettile del partner), l'abitudine di non voler vedere, non voler capire (nata per resistere alla coppia genitoriale invischiante? alla sua relazione di coppia avvertita come "difficile"?) hanno fatto sì che lei leggesse le nostre risposte cogliendone solo singole parole, non il contesto, anche sintattico, nel quale sono inserite.
Nessuno ha voluto arrogarsi "il diritto di giudicare la vita, le scelte delle altre persone che deducete da un racconto di poche righe".
Quelli che a lei sono sembrati giudizi e condanne sono frutto del meccanismo mentale per cui, sentendosi colpevole, o come dice poco oltre "sbagliata, giudicata e fondamentalmente fallita", lei attribuisce ad altri i giudizi che sotterraneamente rivolge a sé stessa, formulati in maniera drastica e rifiutati con altrettanta forza; appunto in maniera infantile.
Vengo ai singoli punti e spero che questa volta avrà la pazienza di leggere con attenzione. Dopo tutto sia io che la collega abbiamo riletto tutti i suoi consulti a partire dal lontano 2012.
Parlerò per me, ovviamente. La dottoressa Brunialti ha una competenza specialistica nel campo sessuologico maggiore della mia, e forse vorrà sacrificare ancora del tempo a suo favore per chiarirle anche il proprio pensiero.
Per parte mia, nella prima risposta le ho spiegato i motivi per cui un aborto, in determinate circostanze, può produrre un rifiuto dell'incontro sessuale in uno o in entrambi i membri della coppia, come lei stessa ipotizzava con le parole: "forse proprio a livello inconscio ha subito un duro colpo a causa dell'aborto".
Io dunque accoglievo la sua ipotesi, spiegandole le cause di questo rifiuto con le idee che probabilmente vi hanno attraversato: "Quando poi l'aborto è volontario, i nodi vengono decisamente al pettine, segnalando più o meno consapevolmente ad uno solo o a tutti e due i partner, che la relazione è sostanzialmente fallita".
Ipotizzavo, sulla base dell'esperienza clinica, possibili idee ed emozioni vostre, non mie. Se dopo nove anni insieme, ad un'età perfino troppo avanzata per avere il primo figlio, la coppia non è ancora in grado di accogliere un figlio, cosa dovrebbe pensare? Che ne avrà nella vecchiaia, mediante utero in affitto e seme congelato?
Se invece siete tutti e due decisi da sempre a non avere figli, la cosa cambia.
Ma allora perché lei non ha mai preso misure contraccettive efficaci, al punto che ben quattro volte, nei dodici anni in cui ci ha richiesto dei consulti, le sue domande hanno riguardato il timore di essere rimasta incinta?
Questo, lo ammetterà, non è l'errore di una volta, ma il perseverare nell'errore.
Non sarebbe opportuno porsi qualche interrogativo?
Se invece lei ha delle ragioni che non ci ha detto per rifiutare le cure ormonali, o peggio per scegliere perennemente il preservativo come unico metodo di contraccezione, questo fa parte delle sistematiche "reticenze" di cui parlavo nella prima risposta.
Nelle sue numerose richieste di consulto lei per lo più non dice i fatti come stanno, però vuol sentirsi rispondere come desidera.
Potrei darle almeno quattro esempi di questa reticenza, ma vengo ad un elemento soltanto: quanti anni ha lei, veramente? La sua scheda anagrafica segnala quattro anni in più delle sue dichiarazioni esplicite. Allora?
Apra gli occhi, cara utente. Esca dalla bambina che la invischia e trovi la donna.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

inviando un consulto qui, è proprio l'utente che chiede esplicitamente una nostra valutazione (non un giudizio) sul problema che presenta "in poche righe".

Essendo il consulto pubblico e rimanendo visibile a tempo indeterminato, l'espert* risponde ampliando la prospettiva, in modo che possa essere utile alle migliaia di persone che leggono questo blog. Le 'Linee Guida' della piattaforma al riguardo affermano:
"Nel rispondere ai consulti lo Psicologo è come se stesse rispondendo non solo all’utente che ha posto la domanda, ma a tutti i visitatori che lo leggeranno in seguito."

L'accenno alla 'contraccezione efficace' era in relazione a quanto sopra precisato;
ma anche al fatto che in questi Suoi 12 (dodici) anni qui, il "ritardo del ciclo" e il suo timore di una "possibile gravidanza" (indesiderata) sono comparsi ripetutamente.

Sento di dover sottolineare per i nostri lettori un ulteriore aspetto.
Sembrerebbe che la coppia, nel prendere la decisione per la IVG, non abbia effettuato la consulenza psicologica prevista dalla legge (non ne parla, o forse non la ha considerata?). Si tratta di un confronto che peraltro raccomandiamo sempre nel caso di decisioni importanti e/o inappellabili; il confronto con un "occhio" esterno e specialistico permette infatti di:
. illuminare spazi bui che le persone non avevano esplorato o preso in considerazione,
. segnalare possibili ricadute sul 'dopo-decisione' e su come affrontarle;
come quando si prendono decisioni ".. in modo razionale..", glissando su altri aspetti - emozioni, dinamiche relazionali - che successivamente rivendicano il proprio giusto spazio magari parlando/gridando attraverso il corpo e suoi sintomi.

Al problema da Lei presentato abbiamo già risposto, assieme alla dott.ssa Potenza, ciascuna secondo il proprio approccio.
Sbollita l'irritazione per delle risposte non compiacenti (che serietà professionale potremmo vantare?), potrà rileggerle e ne troverà spunti interessanti.

In conclusione.
Se Le siamo state utili ".. per avermi fatto ricordare perché non richiedere consulti online", bene: confermiamo la Sua opinione, è proprio così. Per situazioni complesse come questa - dove al deficit erettile post IVG si aggiungono dimensioni psicologiche profonde quali il "dolore", l'"errore" (citazioni) - un consulto online mostra tutti i limiti oggettivi relativi al mezzo. Le 'Linee Guida' li evidenziano così:
"La portata di un consulto psicologico online non può che essere limitata, più limitata di una consulenza faccia a faccia. Il lavoro dello Psicologo Medicitalia è orientare gli utenti nel reperire i servizi o le risorse di cui hanno bisogno nel mondo reale , non nel virtuale."
E dunque nei casi complessi, quando lo strumento-consulto non è adatto a fornire risposte risolutive o illuminanti perchè non rappresenta la sede adatta, la risposta segnala il percorso che l* Specialista ritiene utile e opportuno per l* scrivente, ma nel concreto, in presenza.
Sempre che l'utente prenda seriamente in considerazione l'orientamento ricevuto, lo valuti e cerchi di applicarlo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/