Rimpianto e perdita di speranza per il futuro
Buonasera dottori, scrivo per raccontarvi un malessere che mi é sorto ultimamente.
Premetto che sono fidanzato felicemente, ho un lavoro decente con buona paga e conduco una vita agiata.
Ultimamente mi é partita la fissa per l’andare all’estero, per viaggiare, vedere nuovi posti.
In particolare é riemerso il più grande rimpianto della mia vita: non aver fatto l’erasmus.
Quando ero in università provai ad organizzarne uno; per circostanze e un po’ di distrazione (mi attribuisco parte della colpa) non riuscii a far richiesta per una meta particolare in cui é andato un mio compagno di corso (esperienza che si é rivelata a suo dire indimenticabile) e optai per Barcellona.
Il problema é che fu una scelta di ripiego, non avevo neanche ancora visto il piano di studi offerto dall’università ospitante perché ero in ritardo e dovetti concludere tutto di fretta; difatti per questi motivi, un po per timore un po perché scoraggiato dalla difficoltà di compilare il learning agreement (passai mesi a cercare di far coincidere tutte le materie con scarsi risultati), decisi di rinunciare.
L’anno dopo, per rimediare, andai a fare una tesi all’estero durante il gelido inverno di Copenaghen.
Città bella, per carità, ma diversissima dall’esperienza di un erasmus spagnolo per ovvi motivi... pensavo nella mia stupidità che avrei rimediato a quel grande rimpianto.
Risultato?
Gelo, tanto tanto lavoro per la tesi, dormitorio lontano dal centro e dall’università, poco movimento nel dormitorio (qualche festa e serata in disco é uscita ma poca roba)... aspettative deluse, più traumatica che altro.
Ora sono passati 3 anni ormai da quando rinunciai a quell’esperienza, ma in questo periodo mi é tornato in mente questo episodio e non passa giorno in cui non vorrei tornare indietro per riuscire a mandare in tempo la richiesta e vivere anch’io quell’esperienza che il mio compagno ha descritto come irripetibile.
Già, irripetibile... ho 26 anni ormai, entrato nel mondo del lavoro... 6 mesi di erasmus sono un’esperienza che al di fuori dell’università é irripetibile.
So che non posso tornare indietro nel tempo, ma non riesco proprio a perdonarmi per quello che ho fatto, o meglio che non sono riuscito a fare.
Penso di avere tanta fame di vita... sto vedendo tutto molto grigio, spesso sento di aver vissuto a metà, e che la vita mi stia scivolando dalle mani
Premetto che sono fidanzato felicemente, ho un lavoro decente con buona paga e conduco una vita agiata.
Ultimamente mi é partita la fissa per l’andare all’estero, per viaggiare, vedere nuovi posti.
In particolare é riemerso il più grande rimpianto della mia vita: non aver fatto l’erasmus.
Quando ero in università provai ad organizzarne uno; per circostanze e un po’ di distrazione (mi attribuisco parte della colpa) non riuscii a far richiesta per una meta particolare in cui é andato un mio compagno di corso (esperienza che si é rivelata a suo dire indimenticabile) e optai per Barcellona.
Il problema é che fu una scelta di ripiego, non avevo neanche ancora visto il piano di studi offerto dall’università ospitante perché ero in ritardo e dovetti concludere tutto di fretta; difatti per questi motivi, un po per timore un po perché scoraggiato dalla difficoltà di compilare il learning agreement (passai mesi a cercare di far coincidere tutte le materie con scarsi risultati), decisi di rinunciare.
L’anno dopo, per rimediare, andai a fare una tesi all’estero durante il gelido inverno di Copenaghen.
Città bella, per carità, ma diversissima dall’esperienza di un erasmus spagnolo per ovvi motivi... pensavo nella mia stupidità che avrei rimediato a quel grande rimpianto.
Risultato?
Gelo, tanto tanto lavoro per la tesi, dormitorio lontano dal centro e dall’università, poco movimento nel dormitorio (qualche festa e serata in disco é uscita ma poca roba)... aspettative deluse, più traumatica che altro.
Ora sono passati 3 anni ormai da quando rinunciai a quell’esperienza, ma in questo periodo mi é tornato in mente questo episodio e non passa giorno in cui non vorrei tornare indietro per riuscire a mandare in tempo la richiesta e vivere anch’io quell’esperienza che il mio compagno ha descritto come irripetibile.
Già, irripetibile... ho 26 anni ormai, entrato nel mondo del lavoro... 6 mesi di erasmus sono un’esperienza che al di fuori dell’università é irripetibile.
So che non posso tornare indietro nel tempo, ma non riesco proprio a perdonarmi per quello che ho fatto, o meglio che non sono riuscito a fare.
Penso di avere tanta fame di vita... sto vedendo tutto molto grigio, spesso sento di aver vissuto a metà, e che la vita mi stia scivolando dalle mani
[#1]
Gentile utente,
il sistema della rinuncia seguita dal rimpianto è un metodo per non costruire nulla nel qui ed ora.
Le suggerirei di cercare un* psicolog* che l'aiuti a vedere più chiaro nelle carenze che avverte, nei desideri ancora realizzabili, e soprattutto la inviterei a non svalutare le esperienze reali che ha avuto e che ha, giorno per giorno.
Lei è molto giovane, e forse l'impressione di aver davanti un percorso rigidamente tracciato le fa rimpiangere il gioco, l'imprevisto, tutte cose alle quali ha ancora diritto... purché non permetta a certe sue abitudini mentali di metterla in trappola.
Una curiosità: qual era la "meta particolare" raggiunta dal suo compagno che ancora la affascina?
Buone cose.
il sistema della rinuncia seguita dal rimpianto è un metodo per non costruire nulla nel qui ed ora.
Le suggerirei di cercare un* psicolog* che l'aiuti a vedere più chiaro nelle carenze che avverte, nei desideri ancora realizzabili, e soprattutto la inviterei a non svalutare le esperienze reali che ha avuto e che ha, giorno per giorno.
Lei è molto giovane, e forse l'impressione di aver davanti un percorso rigidamente tracciato le fa rimpiangere il gioco, l'imprevisto, tutte cose alle quali ha ancora diritto... purché non permetta a certe sue abitudini mentali di metterla in trappola.
Una curiosità: qual era la "meta particolare" raggiunta dal suo compagno che ancora la affascina?
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dott.ssa, innanzitutto la ringrazio per la sua risposta che é un bello spunto di riflessione.
Riguardo alla sua domanda, la città era Siviglia; penso sia una città molto più piccola di tante altre mete, che forse non ha niente di chissà cosa come luogo in sé per sé, ma mi sarebbe piaciuto spesso trovarmi all’interno dei suoi racconti quando me li ha raccontati.
Potrei fare ancora tanto sì, ma ho la costante impressione a volte che qualsiasi cosa io faccia non sarà mai all’altezza di ciò che hanno fatto, fanno o faranno gli altri, e spesso non so neanche che fare di preciso per rendere la mia vita migliore da questo punto di vista.. quindi temporeggio e rimando, senza avere idee chiare su parecchie cose
Riguardo alla sua domanda, la città era Siviglia; penso sia una città molto più piccola di tante altre mete, che forse non ha niente di chissà cosa come luogo in sé per sé, ma mi sarebbe piaciuto spesso trovarmi all’interno dei suoi racconti quando me li ha raccontati.
Potrei fare ancora tanto sì, ma ho la costante impressione a volte che qualsiasi cosa io faccia non sarà mai all’altezza di ciò che hanno fatto, fanno o faranno gli altri, e spesso non so neanche che fare di preciso per rendere la mia vita migliore da questo punto di vista.. quindi temporeggio e rimando, senza avere idee chiare su parecchie cose
[#3]
Gentile utente,
le dicevo fin dall'inizio che il sistema della rinuncia seguita dal rimpianto è un metodo per non costruire nulla nel qui ed ora.
Questo è un metodo acquisito dalla sua mente -la sua seconda email me lo conferma- dal quale non è facile uscire da solo.
Gli altri vivono esperienze bellissime, lei no... La città più bella non è mai quella che lei ha visitato...
Andando avanti così, lei rischia addirittura di precludersi le esperienze belle, come di nuovo mi conferma nella sua seconda email: "ho la costante impressione a volte che qualsiasi cosa io faccia non sarà mai all’altezza di ciò che hanno fatto, fanno o faranno gli altri"; e sa anche come agisce il meccanismo di blocco: "spesso non so neanche che fare di preciso per rendere la mia vita migliore da questo punto di vista.. quindi temporeggio e rimando".
In queste frasi lei ha risposto al "cosa" la blocca e al "come"; si tratta ora di individuare il "perché", in vista di costruire un sistema mentale alternativo.
Che ne dice di cominciare ad indagare sul suo eccessivo centrarsi sui "doveri", su "quello che va fatto", sulla "razionalità necessaria" e altre cose che usate in eccesso diventano trappole mentali?
Dopo un lavoro in questa direzione, anche qualche seduta di mindfulness l'aiuterebbe a ritrovarsi nel qui ed ora.
Buone cose.
le dicevo fin dall'inizio che il sistema della rinuncia seguita dal rimpianto è un metodo per non costruire nulla nel qui ed ora.
Questo è un metodo acquisito dalla sua mente -la sua seconda email me lo conferma- dal quale non è facile uscire da solo.
Gli altri vivono esperienze bellissime, lei no... La città più bella non è mai quella che lei ha visitato...
Andando avanti così, lei rischia addirittura di precludersi le esperienze belle, come di nuovo mi conferma nella sua seconda email: "ho la costante impressione a volte che qualsiasi cosa io faccia non sarà mai all’altezza di ciò che hanno fatto, fanno o faranno gli altri"; e sa anche come agisce il meccanismo di blocco: "spesso non so neanche che fare di preciso per rendere la mia vita migliore da questo punto di vista.. quindi temporeggio e rimando".
In queste frasi lei ha risposto al "cosa" la blocca e al "come"; si tratta ora di individuare il "perché", in vista di costruire un sistema mentale alternativo.
Che ne dice di cominciare ad indagare sul suo eccessivo centrarsi sui "doveri", su "quello che va fatto", sulla "razionalità necessaria" e altre cose che usate in eccesso diventano trappole mentali?
Dopo un lavoro in questa direzione, anche qualche seduta di mindfulness l'aiuterebbe a ritrovarsi nel qui ed ora.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 766 visite dal 26/01/2024.
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