Divorzio e figli
Salve.
Siamo una coppia gay da 11 anni.
Il mio partner è separato cn figli (18 e 14).
Viviamo insieme io e lui da 8 anni.
Fortunatamente dopo 10 anni i figli che conoscono la nostra storia sono riusciti ad accettarci (tranne la ex) e quindi frequentarci in casa nostra.
E fin qui tt ok.
Come ogni storia di separazione, avviene il momento il cui il primo figlio deve compiere i suoi 18 anni e di conseguenza gestire questi eventi.
In pratica il ragazzo ha richiesto di festeggiare in primis solo con gli amici e poi successivamente con i genitori e poi aprire una torta anche con me (fidanzato del padre).
La richiesta di partenza è partita dalla ex la quale aveva ipotizzato di festeggiare il ragazzo unendo le famiglie dei genitori (nonostante contatti persi) e senza di me per ovvie ragioni sue di non superamento della separazione e del cambio radicale del ex innamoratosi di me.
A questo punto il mio fidanzato avendo un rapporto civile con la ex, le ha ribadito che non sarebbe stato possibile in quanto ha un compagno da rispettare e non può lasciare da solo.
A questa affermazione apriti cielo.
litigio.
Stessa cosa ha ribadito la famiglia del mio fidanzato, in quanto si sentirebbero di mancarmi di rispetto oltre che non vedrebbero la cosa giusta e corretta nei miei riguardi visto la frequentazione e il buon rapporto che abbiamo io e il ragazzo.
Si è ipotizzato di fare due feste separate una materna e una paterna in cui ci fossi anche io.
A quest'altra soluzione proposta il ragazzo influenzato dalla madre che si nasconde dietro al figlio, trovatosi con le spalle al muro ha espresso di non voler fare queste feste separate e che preferirebbe non festeggiare più nulla se non quella cn gli amici.
cosa poco credibile, a mio avviso, che non festeggi cn la mamma un semplice pranzo come previsto.
Sicuramente l'unico che dovrebbe stare sereno e tranquillo è proprio il ragazzo ma purtroppo è circondato da matti.
Per quanto riguarda la mia posizione, non sono più predisposto a darmi i pizzichi come in passato, ma nello stesso tempo voglio la sua serenità, per amore verso lui.
Cosa che dovrebbero fare i genitore in particolare la madre.
Io con la ex non ho problemi a differenza sua che non vuole vedermi.
ne tantomeno, nel venire, nel caso si riuscisse a fare la festa paterna e farsi la foto come preferisce il ragazzo.
Ma che il mio fidanzato vada alla festa materna senza di me non lo trovo corretto nei tempi attuali.
In passato è successo in quanto i figli non mi accettavano e frequentavano ed erano piccoli.
Ora il rapporto si è evoluto e desidererei non essere + messo da parte.
Abbiamo capito che il problema è solo la madre ma penso che il figlio se vuole festeggiare con i genitori, dovrà essere la madre a darsi per la prima volta un pizzico e venire alla festa paterna da sola.
Vorrei sapere che posizione dovrei adottare io nei confronti del ragazzo e il padre nei confronti miei e del figlio.
Grazie mille
Siamo una coppia gay da 11 anni.
Il mio partner è separato cn figli (18 e 14).
Viviamo insieme io e lui da 8 anni.
Fortunatamente dopo 10 anni i figli che conoscono la nostra storia sono riusciti ad accettarci (tranne la ex) e quindi frequentarci in casa nostra.
E fin qui tt ok.
Come ogni storia di separazione, avviene il momento il cui il primo figlio deve compiere i suoi 18 anni e di conseguenza gestire questi eventi.
In pratica il ragazzo ha richiesto di festeggiare in primis solo con gli amici e poi successivamente con i genitori e poi aprire una torta anche con me (fidanzato del padre).
La richiesta di partenza è partita dalla ex la quale aveva ipotizzato di festeggiare il ragazzo unendo le famiglie dei genitori (nonostante contatti persi) e senza di me per ovvie ragioni sue di non superamento della separazione e del cambio radicale del ex innamoratosi di me.
A questo punto il mio fidanzato avendo un rapporto civile con la ex, le ha ribadito che non sarebbe stato possibile in quanto ha un compagno da rispettare e non può lasciare da solo.
A questa affermazione apriti cielo.
litigio.
Stessa cosa ha ribadito la famiglia del mio fidanzato, in quanto si sentirebbero di mancarmi di rispetto oltre che non vedrebbero la cosa giusta e corretta nei miei riguardi visto la frequentazione e il buon rapporto che abbiamo io e il ragazzo.
Si è ipotizzato di fare due feste separate una materna e una paterna in cui ci fossi anche io.
A quest'altra soluzione proposta il ragazzo influenzato dalla madre che si nasconde dietro al figlio, trovatosi con le spalle al muro ha espresso di non voler fare queste feste separate e che preferirebbe non festeggiare più nulla se non quella cn gli amici.
cosa poco credibile, a mio avviso, che non festeggi cn la mamma un semplice pranzo come previsto.
Sicuramente l'unico che dovrebbe stare sereno e tranquillo è proprio il ragazzo ma purtroppo è circondato da matti.
Per quanto riguarda la mia posizione, non sono più predisposto a darmi i pizzichi come in passato, ma nello stesso tempo voglio la sua serenità, per amore verso lui.
Cosa che dovrebbero fare i genitore in particolare la madre.
Io con la ex non ho problemi a differenza sua che non vuole vedermi.
ne tantomeno, nel venire, nel caso si riuscisse a fare la festa paterna e farsi la foto come preferisce il ragazzo.
Ma che il mio fidanzato vada alla festa materna senza di me non lo trovo corretto nei tempi attuali.
In passato è successo in quanto i figli non mi accettavano e frequentavano ed erano piccoli.
Ora il rapporto si è evoluto e desidererei non essere + messo da parte.
Abbiamo capito che il problema è solo la madre ma penso che il figlio se vuole festeggiare con i genitori, dovrà essere la madre a darsi per la prima volta un pizzico e venire alla festa paterna da sola.
Vorrei sapere che posizione dovrei adottare io nei confronti del ragazzo e il padre nei confronti miei e del figlio.
Grazie mille
[#1]
Gentile utente,
le dirò con molta franchezza il mio pensiero, maturato nell'esperienza clinica di oltre cinquant'anni, accresciuta grazie alle numerose lettere post divorzio che giungono qui a Medicitalia.
Comprendo che lei è stato negli anni molto delicato nei confronti dei figli del suo partner, e mi rendo conto di quanto sia difficile essere partner di un separato con figli, specie se questa seconda relazione nasce nell'ambito omosessuale, con tutte le difficoltà che ancora oggi richiedono un coraggio supplementare per vivere il proprio amore alla luce del sole.
Non va dimenticato, però, che ogni divorzio nasce da un addio, e se i coniugi possono anche essere d'accordo, i figli non lo sono mai.
I figli, in una separazione, pagano il prezzo maggiore, senza avere alcuna colpa.
Nel vostro caso la famiglia abbandonata può rimproverare al suo partner di aver mentito sulle proprie preferenze sessuali, ma in tutti i casi di divorzio, quando c'è un nuovo partner, omo o etero che sia, quest'ultimo diviene sempre il bersaglio del risentimento di chi non ha più accanto a sé il padre e il marito.
Ci sono ex coniugi che hanno incontrato il nuovo partner dopo svariati anni dal divorzio: ebbene, anche in questi casi la nuova moglie, il nuovo marito, vengono sotterraneamente ritenuti "colpevoli", e talvolta vengono esclusi da alcune cerimonie familiari, perfino compleanni di cognati, matrimoni e funerali.
Diciamo che il nuovo partner viene vissuto dalla ex, ma soprattutto dai figli, col pensiero sotterraneo: "Vedi, papà era capace di amare, ma non era capace di amare noi, di vivere con noi".
Io penso che i diciotto anni di un figlio siano in massimo grado il momento in cui i soli genitori, eventualmente con le proprie famiglie d'origine, devono ricordare al figlio che lo hanno voluto, lo amano, e che per lui ci saranno sempre, in quella veste di genitori che nessun nuovo amore può e deve alterare.
Capisco che ogni situazione è diversa, ma se il ragazzo stesso ha espresso la propria preferenza, perché turbare questo suo momento essenziale?
Non è una volontà di escludere lei, meno che mai in termini offensivi, ma una volontà di sentire, com'è giusto, che il padre avrà sempre i figli come centro dell'amore e dell'attenzione.
Negarglielo in questa circostanza potrebbe creare un ricordo penoso, mentre concederglielo potrebbe essere, non "darsi dei pizzichi", ma fargli il suo grande regalo di compleanno, anche esplicitandoglielo.
Dopo tutto occorre essere generosi quando si è il partner vincente, non crede?
Per ogni ulteriore chiarimento, siamo qui.
le dirò con molta franchezza il mio pensiero, maturato nell'esperienza clinica di oltre cinquant'anni, accresciuta grazie alle numerose lettere post divorzio che giungono qui a Medicitalia.
Comprendo che lei è stato negli anni molto delicato nei confronti dei figli del suo partner, e mi rendo conto di quanto sia difficile essere partner di un separato con figli, specie se questa seconda relazione nasce nell'ambito omosessuale, con tutte le difficoltà che ancora oggi richiedono un coraggio supplementare per vivere il proprio amore alla luce del sole.
Non va dimenticato, però, che ogni divorzio nasce da un addio, e se i coniugi possono anche essere d'accordo, i figli non lo sono mai.
I figli, in una separazione, pagano il prezzo maggiore, senza avere alcuna colpa.
Nel vostro caso la famiglia abbandonata può rimproverare al suo partner di aver mentito sulle proprie preferenze sessuali, ma in tutti i casi di divorzio, quando c'è un nuovo partner, omo o etero che sia, quest'ultimo diviene sempre il bersaglio del risentimento di chi non ha più accanto a sé il padre e il marito.
Ci sono ex coniugi che hanno incontrato il nuovo partner dopo svariati anni dal divorzio: ebbene, anche in questi casi la nuova moglie, il nuovo marito, vengono sotterraneamente ritenuti "colpevoli", e talvolta vengono esclusi da alcune cerimonie familiari, perfino compleanni di cognati, matrimoni e funerali.
Diciamo che il nuovo partner viene vissuto dalla ex, ma soprattutto dai figli, col pensiero sotterraneo: "Vedi, papà era capace di amare, ma non era capace di amare noi, di vivere con noi".
Io penso che i diciotto anni di un figlio siano in massimo grado il momento in cui i soli genitori, eventualmente con le proprie famiglie d'origine, devono ricordare al figlio che lo hanno voluto, lo amano, e che per lui ci saranno sempre, in quella veste di genitori che nessun nuovo amore può e deve alterare.
Capisco che ogni situazione è diversa, ma se il ragazzo stesso ha espresso la propria preferenza, perché turbare questo suo momento essenziale?
Non è una volontà di escludere lei, meno che mai in termini offensivi, ma una volontà di sentire, com'è giusto, che il padre avrà sempre i figli come centro dell'amore e dell'attenzione.
Negarglielo in questa circostanza potrebbe creare un ricordo penoso, mentre concederglielo potrebbe essere, non "darsi dei pizzichi", ma fargli il suo grande regalo di compleanno, anche esplicitandoglielo.
Dopo tutto occorre essere generosi quando si è il partner vincente, non crede?
Per ogni ulteriore chiarimento, siamo qui.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
comprendo la sua riposta fino ad un certo punto.
E vero che sono il partner vincente, come è vera la mia generosità fino ad oggi.
Ed è per questo che ora sono stanco oltre che secondo il mio ppunto di vista andrei rispettato.
voglio comprendere tutto e tutti, ma a me chi mi comprende?
il padre non vuole opporsi alla volontà del ragazzo, ci mancherebbe.tanto è vero che vuole organizzare una festa per festeggiarlo ma se la ex non vuole non penso possa farci nulla.
Mentre nella festa materna non penso che possa andarci solo visto che non mi vogliono.
E vero che sono il partner vincente, come è vera la mia generosità fino ad oggi.
Ed è per questo che ora sono stanco oltre che secondo il mio ppunto di vista andrei rispettato.
voglio comprendere tutto e tutti, ma a me chi mi comprende?
il padre non vuole opporsi alla volontà del ragazzo, ci mancherebbe.tanto è vero che vuole organizzare una festa per festeggiarlo ma se la ex non vuole non penso possa farci nulla.
Mentre nella festa materna non penso che possa andarci solo visto che non mi vogliono.
[#3]
Gentile utente,
mi dispiace che non abbia voluto prendere in considerazione il mio punto di vista.
Le ripeto che la festa dei diciotto anni è un ricordo che rimane, e ricordare che lei ha preferito rovinarla per un orgoglio a mio avviso mal riposto in questa circostanza, potrebbe creare in futuro delle recriminazioni.
Viceversa, se lei dicesse francamente al giovane che gli "regala" la sua assenza perché lui si senta tranquillo in compagnia di madre e padre, e che poi festeggerete insieme in un'altra occasione, ha presente quale immagine migliore darebbe di sé, anche al suo partner?
Buone cose.
mi dispiace che non abbia voluto prendere in considerazione il mio punto di vista.
Le ripeto che la festa dei diciotto anni è un ricordo che rimane, e ricordare che lei ha preferito rovinarla per un orgoglio a mio avviso mal riposto in questa circostanza, potrebbe creare in futuro delle recriminazioni.
Viceversa, se lei dicesse francamente al giovane che gli "regala" la sua assenza perché lui si senta tranquillo in compagnia di madre e padre, e che poi festeggerete insieme in un'altra occasione, ha presente quale immagine migliore darebbe di sé, anche al suo partner?
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.1k visite dal 25/01/2024.
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