Mi sento perennemente di star morendo. perché? come faccio a sentirmi viva?
Sto seguendo una psicoterapia da una psicologa, la quale non mi piace, mi è stata diagnosticata una depressione ansiosa ed disturbo ossessivo compulsivo, ma c'è qualcosa che non riesco a capire.
Gli unici due psicologi che ho incontrato mi hanno entrambi indirizzato da uno psichiatra, il primo dopo il primo incontro, la seconda dopo un paio di sedute.
Io ho paura di andarci e soprattutto non capisco perché dovrei.
Cos'altro ho, anche solo potenzialmente, che non mi dicono?
I miei disturbi sono iniziati il 10 dicembre 2021, che io considero data della mia morte, ma non mi fraintendete, sono certa e consapevole di essere viva; inizialmente mi prese il sonno, non dormivo più, e quando solo chiudevo gli occhi sentivo come un forte oscillamento, la mia testa girava, ma non come quando mi è capitato di perdere i sensi.
Mi è difficile da spiegare, era così doloroso, mi sentivo di morire.
Ebbi i miei non primi pensieri di morte, ma il mio primo vero timore per quest'ultima.
Sin da bimba mi sono sempre interrogata sulla condizione esistenziale umana e la sua fine, non ero come i miei coetanei, non lo sono mia stata.
Dal dicembre 2021 di disturbi del sonno continuarono fino al gennaio 2023, con qualche interruzione nell'estate 2022.
I forti tremori, di cui non avevo ancora scritto, mi dominavano con forza intermittente, li distinguerei in due categorie: tremori sopportabili, tremavo e basta, potevo provare ad addormentarmi magari facendomi una camomilla; tremori mortali, avevo una sensazione così strana in testa, non potevo far finta di nulla e dormire.
Come se il mio cervello mi facesse fare un gioco, ma non è così piacevole, tutt'al contrario.
Da quel maledetto agosto 2023, in cui mia madre stava probabilmente per morire per un blocco di digestione, non so, nemmeno l'infermiere dell'ambulanza ce lo spiegò, mi prese lo stomaco e quasi tutto l'apparato digerente.
Ogni volta che mangio ho di nuovo quella stranissima ed orribile sensazione in testa, accompagnata da gorgogli addominali e bisogno di vomitare (non mi sono mai indotta a farlo da sola, mi è capitato di vomitare nel periodo del 2022).
Per stranissima sensazione non intendo la derealizzazione, quella ormai mi è familiare per quanto odi sentirmi drogata, ma qualcosa di peggiore.
Sono stanca, sfinita, sempre.
Gli psicofarmaci sono necessari?
Io ho paura, ho solo quella ormai.
Non è solo ansia la mia, non può esserlo.
Ho scritto "sin da bimba", quella povera creatura che non ha passato una bell'infanzia, da piccolissima ebbi le mie prime ed uniche spero, due allucinazioni visive: degli enormi pagliacci di gomma (non ho paura dei pagliacci); un ragno camminarmi sul cibo, per forse due secondi.
Perché?
Mi rendo conto di esser stata poco chiara e chiedo scusa, ma se lo fossi stata, evidentemente il problema sarebbe stato inesistente.
Gli unici due psicologi che ho incontrato mi hanno entrambi indirizzato da uno psichiatra, il primo dopo il primo incontro, la seconda dopo un paio di sedute.
Io ho paura di andarci e soprattutto non capisco perché dovrei.
Cos'altro ho, anche solo potenzialmente, che non mi dicono?
I miei disturbi sono iniziati il 10 dicembre 2021, che io considero data della mia morte, ma non mi fraintendete, sono certa e consapevole di essere viva; inizialmente mi prese il sonno, non dormivo più, e quando solo chiudevo gli occhi sentivo come un forte oscillamento, la mia testa girava, ma non come quando mi è capitato di perdere i sensi.
Mi è difficile da spiegare, era così doloroso, mi sentivo di morire.
Ebbi i miei non primi pensieri di morte, ma il mio primo vero timore per quest'ultima.
Sin da bimba mi sono sempre interrogata sulla condizione esistenziale umana e la sua fine, non ero come i miei coetanei, non lo sono mia stata.
Dal dicembre 2021 di disturbi del sonno continuarono fino al gennaio 2023, con qualche interruzione nell'estate 2022.
I forti tremori, di cui non avevo ancora scritto, mi dominavano con forza intermittente, li distinguerei in due categorie: tremori sopportabili, tremavo e basta, potevo provare ad addormentarmi magari facendomi una camomilla; tremori mortali, avevo una sensazione così strana in testa, non potevo far finta di nulla e dormire.
Come se il mio cervello mi facesse fare un gioco, ma non è così piacevole, tutt'al contrario.
Da quel maledetto agosto 2023, in cui mia madre stava probabilmente per morire per un blocco di digestione, non so, nemmeno l'infermiere dell'ambulanza ce lo spiegò, mi prese lo stomaco e quasi tutto l'apparato digerente.
Ogni volta che mangio ho di nuovo quella stranissima ed orribile sensazione in testa, accompagnata da gorgogli addominali e bisogno di vomitare (non mi sono mai indotta a farlo da sola, mi è capitato di vomitare nel periodo del 2022).
Per stranissima sensazione non intendo la derealizzazione, quella ormai mi è familiare per quanto odi sentirmi drogata, ma qualcosa di peggiore.
Sono stanca, sfinita, sempre.
Gli psicofarmaci sono necessari?
Io ho paura, ho solo quella ormai.
Non è solo ansia la mia, non può esserlo.
Ho scritto "sin da bimba", quella povera creatura che non ha passato una bell'infanzia, da piccolissima ebbi le mie prime ed uniche spero, due allucinazioni visive: degli enormi pagliacci di gomma (non ho paura dei pagliacci); un ragno camminarmi sul cibo, per forse due secondi.
Perché?
Mi rendo conto di esser stata poco chiara e chiedo scusa, ma se lo fossi stata, evidentemente il problema sarebbe stato inesistente.
[#1]
Gentile utente,
lei scrive a lungo di sintomi che meglio sarebbe riferire alla sua curante, e di seguito, seguendo il consiglio di questa e anche del precedente psicologo, allo psichiatra.
Se una persona dice di star male, ma poi nega di aver bisogno dello specialista suggerito da ben due curanti, delle due l'una: o non sta male, o non si vuole curare.
Lei vuol spiegare la sua resistenza alla visita psichiatrica così: "Io ho paura di andarci e soprattutto non capisco perché dovrei. Cos'altro ho, anche solo potenzialmente, che non mi dicono?"
Non "potenzialmente", ma con una precisa diagnosi, lei ha i disturbi che le hanno indicato: una depressione ansiosa e il disturbo ossessivo compulsivo.
Non le bastano, per cominciare a curarsi? Non vede gli aspetti positivi di una vita recuperata alla serenità? Non vuol fare nulla per "quella povera creatura che non ha passato una bell'infanzia"?
Accetti la cura psichiatrica e ci dia notizie di un suo miglioramento.
Auguri.
lei scrive a lungo di sintomi che meglio sarebbe riferire alla sua curante, e di seguito, seguendo il consiglio di questa e anche del precedente psicologo, allo psichiatra.
Se una persona dice di star male, ma poi nega di aver bisogno dello specialista suggerito da ben due curanti, delle due l'una: o non sta male, o non si vuole curare.
Lei vuol spiegare la sua resistenza alla visita psichiatrica così: "Io ho paura di andarci e soprattutto non capisco perché dovrei. Cos'altro ho, anche solo potenzialmente, che non mi dicono?"
Non "potenzialmente", ma con una precisa diagnosi, lei ha i disturbi che le hanno indicato: una depressione ansiosa e il disturbo ossessivo compulsivo.
Non le bastano, per cominciare a curarsi? Non vede gli aspetti positivi di una vita recuperata alla serenità? Non vuol fare nulla per "quella povera creatura che non ha passato una bell'infanzia"?
Accetti la cura psichiatrica e ci dia notizie di un suo miglioramento.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Salve Dottoressa, vi ringrazio del tempo che avete dedicato nel leggermi. Io si, ho ammesso di star male, ma non ho di certo negato di aver bisogno di cure, come voi avete scritto. Il mio è un dubbio, altresì una paura, non vi pare del tutto lecita? La paura è forse da condannare? Come mi auguro ben sapete, no. Gli aspetti positivi ho smesso di vederli da ben molto tempo, verosimilmente anche quelli opposti, i negativi; sono forse quelli che sto cercando, o che dovrei cercare. Non ho bisogno di alcun'altra replica, volevo solo chiarire. Vi ringrazio nuovamente.
[#3]
Gentile utente,
lei scrive: "Il mio è un dubbio, altresì una paura, non vi pare del tutto lecita? La paura è forse da condannare? Come mi auguro ben sapete, no".
Cosa dovrei sapere? Io so che la paura è mancanza di coraggio, e nel suo caso è paura di volersi bene, ossia curarsi. In questo senso, la sua paura va certo criticata.
Del resto, quando mai la paura -sinonimo di viltà- è stata considerata una dote?
"Il mio è un dubbio", scrive. Ma lei non ha dubbi, al contrario ha alcune certezze irrazionali che le destano una paura irragionevole: teme che lo psichiatra le trovi chissà quale malattia, e non comprende che le malattie che le sono state diagnosticate sono né più né meno quelle che troverà -e curerà- lo psichiatra.
Le ripeto, aspetto che in un nuovo consulto, magari tra un anno, lei ci dia buone notizie sulla sua salute.
La lascio con questo augurio.
lei scrive: "Il mio è un dubbio, altresì una paura, non vi pare del tutto lecita? La paura è forse da condannare? Come mi auguro ben sapete, no".
Cosa dovrei sapere? Io so che la paura è mancanza di coraggio, e nel suo caso è paura di volersi bene, ossia curarsi. In questo senso, la sua paura va certo criticata.
Del resto, quando mai la paura -sinonimo di viltà- è stata considerata una dote?
"Il mio è un dubbio", scrive. Ma lei non ha dubbi, al contrario ha alcune certezze irrazionali che le destano una paura irragionevole: teme che lo psichiatra le trovi chissà quale malattia, e non comprende che le malattie che le sono state diagnosticate sono né più né meno quelle che troverà -e curerà- lo psichiatra.
Le ripeto, aspetto che in un nuovo consulto, magari tra un anno, lei ci dia buone notizie sulla sua salute.
La lascio con questo augurio.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 552 visite dal 21/01/2024.
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