Transfert psicologico
Buonasera a tutti, non so cosa mi stia spingendo qui, forse perché da due giorni sto pensando sempre più di essere nel pieno transfert per la mia psicologa.
Già mesi fa, in una seduta, abbiamo avuto un confronto perché le avevo scritto tramite whatsapp e per la mia psicologa non era corretto, che mi ha invitato a scriverle per mail nel caso avessi bisogno.
Invece ho ripetuto la cosa, tanto è che nella seduta successiva mi ha fatto una specie di paternale, avendo capito a pieno che io sono molto attaccata a lei.
La cosa si è chiarita e quando avevo bisogno di scriverle, le scrivevo per mail, come faccio tutt'ora.
Ieri l'altro le ho scritto una mail molto significativa, piena di complimenti per la stima che ho per lei e le ho detto di volerle bene.
Non ho ricevuto nessuna risposta, un po' me lo aspettavo ma sono rimasta male perché ci speravo.
Stasera dunque le ho scritto del mio rimanere male alla non risposta sua.
Da una parte lo capisco.
Però sono rimasta male.
Che devo fare?
Adesso ho paura che possa lasciarmi sola, chiudendo il percorso terapeutico, ditemi che sono solo mie paranoie e paure dato dal mio attaccamento.
E soprattutto, perché lei tiene ancora più distacco rispetto a prima?
A volte però sembra che non le riesce, avverto questo affetto da parte sua verso di me.
Datemi una mano.
Probabilmente ho fatto un discorso anche molto confuso.
Già mesi fa, in una seduta, abbiamo avuto un confronto perché le avevo scritto tramite whatsapp e per la mia psicologa non era corretto, che mi ha invitato a scriverle per mail nel caso avessi bisogno.
Invece ho ripetuto la cosa, tanto è che nella seduta successiva mi ha fatto una specie di paternale, avendo capito a pieno che io sono molto attaccata a lei.
La cosa si è chiarita e quando avevo bisogno di scriverle, le scrivevo per mail, come faccio tutt'ora.
Ieri l'altro le ho scritto una mail molto significativa, piena di complimenti per la stima che ho per lei e le ho detto di volerle bene.
Non ho ricevuto nessuna risposta, un po' me lo aspettavo ma sono rimasta male perché ci speravo.
Stasera dunque le ho scritto del mio rimanere male alla non risposta sua.
Da una parte lo capisco.
Però sono rimasta male.
Che devo fare?
Adesso ho paura che possa lasciarmi sola, chiudendo il percorso terapeutico, ditemi che sono solo mie paranoie e paure dato dal mio attaccamento.
E soprattutto, perché lei tiene ancora più distacco rispetto a prima?
A volte però sembra che non le riesce, avverto questo affetto da parte sua verso di me.
Datemi una mano.
Probabilmente ho fatto un discorso anche molto confuso.
[#1]
Gentile utente,
in riferimento ai contatti fra paziente e Psicoterapeuta tra una seduta e l'altra,
bisogna vedere quali sono gli accordi che sono intervenuti al proposito in fase iniziale.
Infatti non sono molti gli psicoterapeuti che accettano tale genere di contatto, che irrompe (e interrompe) nello spazio/tempo privato del/la Psicoterapeuta.
La terapia si svolge nella stanza d'analisi;
cioè in quello spazio/tempo nel quale si sviluppa la qualità della relazione e la fiducia;
nel quale vengono assegnate le consegne che occupano con degli impegni concreti e operativi l'assenza del contatto interpersonale tra le sedute.
Il/la paziente si impegna a portare in seduta le proprie istanze interiori e dunque apprende ad attendere
Che motivo c'è infatti per scrivere alla propria terapeuta ".. una mail molto significativa, piena di complimenti per la stima che ho per lei e le ho detto di volerle bene"? Basta aspettare qualche giorno e comunicarlo in presenza, non crede?
Che senso ha per un/a terapeuta lavorare con un/a paziente che non riesce/vuole far lavorare dentro di sè nel silenzio dell'attesa gli stimoli ricevuti in seduta,
e che ha bisogno di riversarli sulla specialista stessa fuori del setting corretto?
Saluti cordiali.
Dott.Brunialti
in riferimento ai contatti fra paziente e Psicoterapeuta tra una seduta e l'altra,
bisogna vedere quali sono gli accordi che sono intervenuti al proposito in fase iniziale.
Infatti non sono molti gli psicoterapeuti che accettano tale genere di contatto, che irrompe (e interrompe) nello spazio/tempo privato del/la Psicoterapeuta.
La terapia si svolge nella stanza d'analisi;
cioè in quello spazio/tempo nel quale si sviluppa la qualità della relazione e la fiducia;
nel quale vengono assegnate le consegne che occupano con degli impegni concreti e operativi l'assenza del contatto interpersonale tra le sedute.
Il/la paziente si impegna a portare in seduta le proprie istanze interiori e dunque apprende ad attendere
Che motivo c'è infatti per scrivere alla propria terapeuta ".. una mail molto significativa, piena di complimenti per la stima che ho per lei e le ho detto di volerle bene"? Basta aspettare qualche giorno e comunicarlo in presenza, non crede?
Che senso ha per un/a terapeuta lavorare con un/a paziente che non riesce/vuole far lavorare dentro di sè nel silenzio dell'attesa gli stimoli ricevuti in seduta,
e che ha bisogno di riversarli sulla specialista stessa fuori del setting corretto?
Saluti cordiali.
Dott.Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
La.mia seduta e di un ora ogni venti giorni , quindi spesso risulta difficile aspettare così tanto per poter esternare i propri sentimenti , detto ciò, intanto la ringrazio per la risposta e disponibilità, le spiego perché di alcuni comportamenti.io vorrei tanto dirle che le voglio bene a ru per tu , faccia a faccia , ma non so se questo è giusto, non so se possa dare fastidio alla mia terapeuta , avrei voluto tante volte abbracciarla come per dire grazie , perché mi sentirei di fare tutto ciò, ma ho paura di fare qualcosa di sbagliato e che si possa incrinare il rapporto..è soltanto una questione di paura... per questo anche vorrei chiedere , e così sbagliato poter abbracciare la mia terapeuta dopo una seduta? Farei qualcosa di sbagliato?
[#3]
Gentile utente,
".. è soltanto una questione di paura..." ".. che si possa incrinare il rapporto..".
Ne parli seriamente con la Sua terapeuta; i sentimenti vanno portati in seduta con l'obiettivo di capirli, ma anche di capire come gestirli assumendo comportamenti adeguati al ruolo e alla situazione e non solo dei propri desideri.
Altrettanto può fare per l'interrogativo ".. è così sbagliato poter abbracciare la mia terapeuta dopo una seduta?"
Se state lavorando - come mi pare di intuire - sugli 'Stili di attaccamento', che senso ha scrivere qui, a noi che non La conosciamo, quando la partita si gioca in presenza tra Voi due? come è possibile costruire un 'Attaccamento sicuro' rivolgendosi all'esterno della coppia (terapeutica), anziché alla interlocutrice legittima?
Magari questa risposta le piacerà poco ( ), ma si tratta di impostazioni piuttosto condivise e che già la Sua terapeuta Le ha fatto presenti.
Quando il/la paziente ripetutamente non dovesse riuscire a rispettarle, oppure non si impegnasse a farlo, può avvenire un distanziamento emozionale da parte della Psy a scopo terapeutico
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
".. è soltanto una questione di paura..." ".. che si possa incrinare il rapporto..".
Ne parli seriamente con la Sua terapeuta; i sentimenti vanno portati in seduta con l'obiettivo di capirli, ma anche di capire come gestirli assumendo comportamenti adeguati al ruolo e alla situazione e non solo dei propri desideri.
Altrettanto può fare per l'interrogativo ".. è così sbagliato poter abbracciare la mia terapeuta dopo una seduta?"
Se state lavorando - come mi pare di intuire - sugli 'Stili di attaccamento', che senso ha scrivere qui, a noi che non La conosciamo, quando la partita si gioca in presenza tra Voi due? come è possibile costruire un 'Attaccamento sicuro' rivolgendosi all'esterno della coppia (terapeutica), anziché alla interlocutrice legittima?
Magari questa risposta le piacerà poco ( ), ma si tratta di impostazioni piuttosto condivise e che già la Sua terapeuta Le ha fatto presenti.
Quando il/la paziente ripetutamente non dovesse riuscire a rispettarle, oppure non si impegnasse a farlo, può avvenire un distanziamento emozionale da parte della Psy a scopo terapeutico
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#4]
Utente
Onestamente non so di preciso su cosa si stia lavorando con la mia psicoterapeuta perché gli argomenti sono molto vari...dal percorso di lavoro , dalle relazioni ... accetto la sua risposta , non per forza bisogna avere risposte che ci piacciono o che vogliamo sentirci dire, io chiedo qui per capire se secondo altri esperti è sbagliato che io possa avere contatto fisico ( un semplice abbraccio affettivo) con la mia terapeuta
[#5]
".. è sbagliato che io possa avere contatto fisico ( un semplice abbraccio affettivo) con la mia terapeuta.."? ci chiede.
Dipende:
- per alcun* Terapeut* è sempre inappropriato, per altr* no;
- per alcun* è appropriato unicamente in sedute particolarmente intense (gioia o dolore non è rilevante),
- ecc.
Però il problema sembra essere, nel Suo caso, che - non riuscendo Lei ad esprimere a parole i suoi sentimenti in conclusione di seduta - vorrebbe farlo fisicamente.
E questo da un punto di vista clinico non Le serve e non La aiuta.
Come non La aiuta scrivere i sentimenti con WhatsApp o per mail, anziché esprimerli in presenza. Oltretutto 'esigendo' che la Terapeuta Lei dia riscontro, Le risponda; cioè dettando Lei le regole del gioco.
Ma anziché interrogarsi e impegnarsi su ciò, Lei sembra insistere - qui e con la sua Psy - sulle Sue scorciatoie.
Il "transfert psicologico" (per utilizzare parole sue - va elaborato, non agìto.
Riteniamo di aver risposto in modo esauriente ai Suoi interrogativi.
La invitiamo a riflettere sui messaggi concordi che ha ricevuto, qui e in presenza, e a comprenderne il senso profondo.
Continuando questo 'botta e risposta' rischia di fare con noi - qui online - quel che fa con la Psy: continuare a porre le stesse richieste per avere una ulteriore risposta, un ulteriore contatto. Quando la necessità sta invece nella riflessione individuale e nell'apprendere a tollerare l'assenza temporanea.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dipende:
- per alcun* Terapeut* è sempre inappropriato, per altr* no;
- per alcun* è appropriato unicamente in sedute particolarmente intense (gioia o dolore non è rilevante),
- ecc.
Però il problema sembra essere, nel Suo caso, che - non riuscendo Lei ad esprimere a parole i suoi sentimenti in conclusione di seduta - vorrebbe farlo fisicamente.
E questo da un punto di vista clinico non Le serve e non La aiuta.
Come non La aiuta scrivere i sentimenti con WhatsApp o per mail, anziché esprimerli in presenza. Oltretutto 'esigendo' che la Terapeuta Lei dia riscontro, Le risponda; cioè dettando Lei le regole del gioco.
Ma anziché interrogarsi e impegnarsi su ciò, Lei sembra insistere - qui e con la sua Psy - sulle Sue scorciatoie.
Il "transfert psicologico" (per utilizzare parole sue - va elaborato, non agìto.
Riteniamo di aver risposto in modo esauriente ai Suoi interrogativi.
La invitiamo a riflettere sui messaggi concordi che ha ricevuto, qui e in presenza, e a comprenderne il senso profondo.
Continuando questo 'botta e risposta' rischia di fare con noi - qui online - quel che fa con la Psy: continuare a porre le stesse richieste per avere una ulteriore risposta, un ulteriore contatto. Quando la necessità sta invece nella riflessione individuale e nell'apprendere a tollerare l'assenza temporanea.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.3k visite dal 20/01/2024.
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