Emetofobia, non riuscire a liberarsi nonostante forti conati
Buonasera,
Sono una ragazza di 30 anni e soffro di emetofobia.
Questa fobia fortunatamente non condiziona la mia vita quotidiana: esco, mangio, prendo mezzi pubblici e frequento vari posti.
Tutto però con le dovute precauzioni che mi fanno sentire piu sicura: mascherina, no pesce crudo, ecc.
Nonostante questa fobia non condizioni le mie giornate, il pensiero del vomito è quotidiano.
Anni fa in vacanza con il mio fidanzato di allora ho avuto un’intossicazione alimentare dovuta e appena uscita dal ristorante ho iniziato ad avere forti conati ma non sono riuscita a aprire la gola e far uscire il cibo che mi stava intossicando.
Ho passato tutta la notte a fare la spola dal letto e il wc con questi forti conati.
Solo dopo le 4 di mattina sono riuscita a liberarmi di alcuni pezzettini di cibo (probabilmente i più tossici).
Sono riuscita grazie alla stanchezza: ero sfinita dai conati e non sono più riuscita a trattenere.
In questo momento mi sta capitando più o meno la stessa cosa.
È da questa notte che sento di non aver digerito la cena di ieri.
Come sempre quando mi succede assumo citrosodina o biochetasi.
Non hanno funzionato: stamattina sono iniziati i conati.
E sono ancora qui alle 19.40 di sera senza essere riuscita a liberarmi.
Non so cosa mi succede: sento che arriva il conato, e quando arriva non riesco ad aprire la gola per far uscire cio che deve uscire.
Non riesco a capire se è una questione fisica.
So che non starò meglio fino a che non avrò vomitato, e so che questo avverrà per sfinimento fisico di non riuscire più a trattenere i conati.
Cerco su internet consigli di come aprire la gola durante l’atto ma non trovo niente
mi sento molto a disagio per questo e soprattutto il mio corpo è sfinito... se avessi tirato fuori stamattina a quest’ora starei meglio... invece sono qui a non riuscire a buttar fuori e so che questo prima o poi avverrà solo per sfinimento
Ho bisogno di un aiuto... non so che tipo di aiuto ma ne ho bisogno
Sono una ragazza di 30 anni e soffro di emetofobia.
Questa fobia fortunatamente non condiziona la mia vita quotidiana: esco, mangio, prendo mezzi pubblici e frequento vari posti.
Tutto però con le dovute precauzioni che mi fanno sentire piu sicura: mascherina, no pesce crudo, ecc.
Nonostante questa fobia non condizioni le mie giornate, il pensiero del vomito è quotidiano.
Anni fa in vacanza con il mio fidanzato di allora ho avuto un’intossicazione alimentare dovuta e appena uscita dal ristorante ho iniziato ad avere forti conati ma non sono riuscita a aprire la gola e far uscire il cibo che mi stava intossicando.
Ho passato tutta la notte a fare la spola dal letto e il wc con questi forti conati.
Solo dopo le 4 di mattina sono riuscita a liberarmi di alcuni pezzettini di cibo (probabilmente i più tossici).
Sono riuscita grazie alla stanchezza: ero sfinita dai conati e non sono più riuscita a trattenere.
In questo momento mi sta capitando più o meno la stessa cosa.
È da questa notte che sento di non aver digerito la cena di ieri.
Come sempre quando mi succede assumo citrosodina o biochetasi.
Non hanno funzionato: stamattina sono iniziati i conati.
E sono ancora qui alle 19.40 di sera senza essere riuscita a liberarmi.
Non so cosa mi succede: sento che arriva il conato, e quando arriva non riesco ad aprire la gola per far uscire cio che deve uscire.
Non riesco a capire se è una questione fisica.
So che non starò meglio fino a che non avrò vomitato, e so che questo avverrà per sfinimento fisico di non riuscire più a trattenere i conati.
Cerco su internet consigli di come aprire la gola durante l’atto ma non trovo niente
mi sento molto a disagio per questo e soprattutto il mio corpo è sfinito... se avessi tirato fuori stamattina a quest’ora starei meglio... invece sono qui a non riuscire a buttar fuori e so che questo prima o poi avverrà solo per sfinimento
Ho bisogno di un aiuto... non so che tipo di aiuto ma ne ho bisogno
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Gentile signora, come ben sa l'emetofobia è la paura di vomitare il cibo ingerito per cui è chiaro che nel momento in cui percepisce un conato non riesce ad aprire la bocca per vomitare proprio perchè ha paura di vedere il prodotto.
Si crea così un circolo vizioso: "non digerisco la cena, il pranzo ecc.", pensiero irrazionale: "il mio stomaco sta male ", cresce ansia e paura e segue un comportamento "devo vomitare".
Questo meccanismo le crea un grande stress fisico e psichico, ma la verità risiede in un significato profondo, interno, personale che è necessario sondare attraverso la psicoterapia.
Il consiglio che le posso dare è cercare un* psicoterapeuta che la possa aiutare ad affrontare questo disagio che lei sta provando.
Cordiali saluti
Si crea così un circolo vizioso: "non digerisco la cena, il pranzo ecc.", pensiero irrazionale: "il mio stomaco sta male ", cresce ansia e paura e segue un comportamento "devo vomitare".
Questo meccanismo le crea un grande stress fisico e psichico, ma la verità risiede in un significato profondo, interno, personale che è necessario sondare attraverso la psicoterapia.
Il consiglio che le posso dare è cercare un* psicoterapeuta che la possa aiutare ad affrontare questo disagio che lei sta provando.
Cordiali saluti
Dott.ssa Ilenia Lo Presti,
Psicologa clinica, percorsi presenziali e online
ilenialopresti15@virgilio.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 613 visite dal 20/01/2024.
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