Partner, non si fa problemi a spogliarsi
Scrivo in merito ad un problema, che non SO RISOLVERE.
La mia compagna, con cui sto da 5 anni, non si fa problemi a cambiarsi davanti agli altri maschi/femmine, il che mi fa stare non so neanche il termine giusto.
Mi voglio spiegare meglio:
- non mi sento tradito
- non sento lo faccia con intenzioni ambigue
- non sento che sia una cosa imperdonabile anzi mi passa
- mi rendo conto che non è in linea con qualcosa che mi riguarda.
Se non reputo, ci sia tradimento, se non la reputo una cosa grave, se non reputo ci siano doppi fini bensi il semplice fatto che sia semplicemente senza "vergogna" se non che penso che non ci sia niente (e penso anche io non ci sia niente di strano in un corpo nudo), mi chiedo cosa possa essere che mi disturba, è vero io nel mio modo di pensare, nel mio modo di ragionare io non mi spoglio di fronte ad un'altra donna perche reputo che possa dare fastidio (anche se non so per cosa) alla mia compagna che io mostra il mio corpo ad un'altra donna.
Io sono in cura da uno psicologo, psicoterapeuta, nonche psichiatra, ma non ci cavo un ragno da un buco mi sembra veramente assurdo non riuscire a trovare, una soluzione, non riuscire ad accettare, non riuscire a capire cosa mi "colpisce".
La diversità di opinioni e di modi di vedere le cose esiste, come esiste accettare la diversità, se non reca nessun pericolo alla relazione, se non reca nessun danno questa cosa, perche non è semplice?
perche non è leggera come cosa?
Non so quale sia la strada giusta da seguire... Anche il chiedere di non fare piu certe cose alla mia compagna?
cosa di preciso... di non cambiarsi piu davanti agli altri perche... cosa sta facendo di male??
Io proprio non ho una risposta su cosa stia facendo di male.
Qualcuno sa darmi uno spunto di riflessione?
Io provo e ragiono anche in ipotetiche situazioni: se la mia compagna si trovasse a doversi cambiare e ci sono amici di sesso maschile presenti, e lei si cambia, mi manca di rispetto? Non lo provo, mi sta tradendo? Non lo provo.. Sta facendo qualcosa di MALE? Si sta solo cambiando.. Quale sarebbe la soluzione ideale? Che non lo facesse, che andasse in una stanza a cambiarsi... ma appena penso queste cose (provo disagio dentro di me, provo vergogna, provo inadeguatezza, provo che sia non normale.
Se penso ad un altro esempio tipo, vuole farsi una sauna, mi manca forse di rispetto? No manco se nuda integrale... Sta facendo qualcosa di sbagliato? No... Quale sarebbe la soluzione ideale? che non fosse nuda di fronte ad altri... . (ma mi sento a disagio, ancora, mi sento sporco, provo vergogna verso di me, provo possessione, provo pena per i miei disagi).
Vivo in 2 dimensioni, opposte... come è possibile?
Se venissero a raccontarmelo, risponderei che mi sembra una situazione esagerata, cambiare luogo per cambiarsi, o non andare ad una spa perche senno l'uomo ci sta male!! ! Trovo tutto questo ambiguo e strano.
La mia compagna, con cui sto da 5 anni, non si fa problemi a cambiarsi davanti agli altri maschi/femmine, il che mi fa stare non so neanche il termine giusto.
Mi voglio spiegare meglio:
- non mi sento tradito
- non sento lo faccia con intenzioni ambigue
- non sento che sia una cosa imperdonabile anzi mi passa
- mi rendo conto che non è in linea con qualcosa che mi riguarda.
Se non reputo, ci sia tradimento, se non la reputo una cosa grave, se non reputo ci siano doppi fini bensi il semplice fatto che sia semplicemente senza "vergogna" se non che penso che non ci sia niente (e penso anche io non ci sia niente di strano in un corpo nudo), mi chiedo cosa possa essere che mi disturba, è vero io nel mio modo di pensare, nel mio modo di ragionare io non mi spoglio di fronte ad un'altra donna perche reputo che possa dare fastidio (anche se non so per cosa) alla mia compagna che io mostra il mio corpo ad un'altra donna.
Io sono in cura da uno psicologo, psicoterapeuta, nonche psichiatra, ma non ci cavo un ragno da un buco mi sembra veramente assurdo non riuscire a trovare, una soluzione, non riuscire ad accettare, non riuscire a capire cosa mi "colpisce".
La diversità di opinioni e di modi di vedere le cose esiste, come esiste accettare la diversità, se non reca nessun pericolo alla relazione, se non reca nessun danno questa cosa, perche non è semplice?
perche non è leggera come cosa?
Non so quale sia la strada giusta da seguire... Anche il chiedere di non fare piu certe cose alla mia compagna?
cosa di preciso... di non cambiarsi piu davanti agli altri perche... cosa sta facendo di male??
Io proprio non ho una risposta su cosa stia facendo di male.
Qualcuno sa darmi uno spunto di riflessione?
Io provo e ragiono anche in ipotetiche situazioni: se la mia compagna si trovasse a doversi cambiare e ci sono amici di sesso maschile presenti, e lei si cambia, mi manca di rispetto? Non lo provo, mi sta tradendo? Non lo provo.. Sta facendo qualcosa di MALE? Si sta solo cambiando.. Quale sarebbe la soluzione ideale? Che non lo facesse, che andasse in una stanza a cambiarsi... ma appena penso queste cose (provo disagio dentro di me, provo vergogna, provo inadeguatezza, provo che sia non normale.
Se penso ad un altro esempio tipo, vuole farsi una sauna, mi manca forse di rispetto? No manco se nuda integrale... Sta facendo qualcosa di sbagliato? No... Quale sarebbe la soluzione ideale? che non fosse nuda di fronte ad altri... . (ma mi sento a disagio, ancora, mi sento sporco, provo vergogna verso di me, provo possessione, provo pena per i miei disagi).
Vivo in 2 dimensioni, opposte... come è possibile?
Se venissero a raccontarmelo, risponderei che mi sembra una situazione esagerata, cambiare luogo per cambiarsi, o non andare ad una spa perche senno l'uomo ci sta male!! ! Trovo tutto questo ambiguo e strano.
[#1]
Gentile utente,
Lei si trova in un bel dilemma tra
. quello che le dice la sua ragione (nella nudità non c'è nulla di male) e
. quello che le dicono le sue emozioni di disagio, pur non sapendo per quale motivo stia provando disagio.
La sua ragazza si sente libera con il proprio corpo; non si mostra con secondi fini; lo fa con semplicità.
Nella maggior parte dei casi ciò è frutto di una educazione libertaria, e in quanto tale senza malizia. Nelle terre nordiche c'è generalmente (maggiore) libertà rispetto al corpo; le saune (tutti completamente liberamente nudi) ne sono un esempio.
Lei è già seguito da specialista, e dunque tali riflessioni le avrà già manifestate, e le avrete prese in considerazione assieme al curante.
Come del resto avrete valutato insieme le varie opzioni su cosa [eventualmente] chiedere alla sua ragazza per quanto riguarda i comportamenti.
Che altro, dunque?
".. mi sembra veramente assurdo non riuscire a trovare, una soluzione, non riuscire ad accettare, non riuscire a capire cosa mi "colpisce"...
Non sempre si capisce tutto di noi, è inutile arrovellarsi, resta solo l'accettare.
Decida lucidamente da che parte stare tra i 'due corni del dilemma':
. dalla parte della sua mente che le dice che non c'è nulla di male,
. dalla parte del suo disagio emozionale, di cui peraltro dice: "..provo vergogna verso di me, provo possessione, provo pena per i miei disagi.."
Chieda poi al suo terapeuta cosa e come fare per la .. parte che rimane in minoranza nella sua scelta.
Importante: tenga anche conto che i suoi disagi personali non necessariamente devono scaricarsi sulla coppia.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Lei si trova in un bel dilemma tra
. quello che le dice la sua ragione (nella nudità non c'è nulla di male) e
. quello che le dicono le sue emozioni di disagio, pur non sapendo per quale motivo stia provando disagio.
La sua ragazza si sente libera con il proprio corpo; non si mostra con secondi fini; lo fa con semplicità.
Nella maggior parte dei casi ciò è frutto di una educazione libertaria, e in quanto tale senza malizia. Nelle terre nordiche c'è generalmente (maggiore) libertà rispetto al corpo; le saune (tutti completamente liberamente nudi) ne sono un esempio.
Lei è già seguito da specialista, e dunque tali riflessioni le avrà già manifestate, e le avrete prese in considerazione assieme al curante.
Come del resto avrete valutato insieme le varie opzioni su cosa [eventualmente] chiedere alla sua ragazza per quanto riguarda i comportamenti.
Che altro, dunque?
".. mi sembra veramente assurdo non riuscire a trovare, una soluzione, non riuscire ad accettare, non riuscire a capire cosa mi "colpisce"...
Non sempre si capisce tutto di noi, è inutile arrovellarsi, resta solo l'accettare.
Decida lucidamente da che parte stare tra i 'due corni del dilemma':
. dalla parte della sua mente che le dice che non c'è nulla di male,
. dalla parte del suo disagio emozionale, di cui peraltro dice: "..provo vergogna verso di me, provo possessione, provo pena per i miei disagi.."
Chieda poi al suo terapeuta cosa e come fare per la .. parte che rimane in minoranza nella sua scelta.
Importante: tenga anche conto che i suoi disagi personali non necessariamente devono scaricarsi sulla coppia.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Gentile utente,
il problema è nel lungo protrarsi della malattia testimoniata attraverso le sue molte richieste di consulto; malattia che si protrae perché, come scrive, "Io sono in cura da uno psicologo, psicoterapeuta, nonche psichiatra, ma non ci cavo un ragno da un buco".
Deve cominciare a fare chiarezza, e finalmente cavare dal buco questo metaforico ragno.
Partiamo da questo: quante persone la stanno curando?
Dalle sue parole sembrerebbe che un solo curante abbia le due lauree (Psicologia e Medicina) e le relative abilitazioni.
Purtroppo molte volte scopriamo che il curante non ha affatto tutti questi titoli e non somministra al paziente altro che una terapia farmacologica insieme a qualche parola di conforto, e questa non è una terapia psicologica.
Lei chiede a noi cosa le dà fastidio nello spogliarsi davanti a tutti della sua ragazza. Le chiedo a mia volta, prima di tentare una risposta:
1) Cosa le ha detto al riguardo il suo curante?
2) Cosa le ha detto la sua ragazza, a cui si spera abbia esternato questo suo disagio?
Restiamo in attesa.
il problema è nel lungo protrarsi della malattia testimoniata attraverso le sue molte richieste di consulto; malattia che si protrae perché, come scrive, "Io sono in cura da uno psicologo, psicoterapeuta, nonche psichiatra, ma non ci cavo un ragno da un buco".
Deve cominciare a fare chiarezza, e finalmente cavare dal buco questo metaforico ragno.
Partiamo da questo: quante persone la stanno curando?
Dalle sue parole sembrerebbe che un solo curante abbia le due lauree (Psicologia e Medicina) e le relative abilitazioni.
Purtroppo molte volte scopriamo che il curante non ha affatto tutti questi titoli e non somministra al paziente altro che una terapia farmacologica insieme a qualche parola di conforto, e questa non è una terapia psicologica.
Lei chiede a noi cosa le dà fastidio nello spogliarsi davanti a tutti della sua ragazza. Le chiedo a mia volta, prima di tentare una risposta:
1) Cosa le ha detto al riguardo il suo curante?
2) Cosa le ha detto la sua ragazza, a cui si spera abbia esternato questo suo disagio?
Restiamo in attesa.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Utente
Risposta per la dtt.sa Potenza:
Ovviamente ne parlai alla mia compagna, che mi disse che appunto, non fa niente di male a cambiarsi di fronte a qualcuno ( e lo sostengo anche io razionalmente) ritiene che fermarsi e pensare mi devo cambiare in uno stanzino senno infastidisco il mio compagno sembra molto da "padrone" e la farebbe sentire sottomessa ( e penso anche io ed è questo che mi crea disagio anche che non riesco a tollerare una cosa cosi leggera? vedere un corpo di una donna? non è di mia proprietà, non ci fa niente con quel corpo lo mostra e basta cosa mi da il diritto di decidere se è giusto o sbagliato che la vedano). Al mio psicologo, psicoterapeuta, e psichiatra, si ha tutte le abilitazioni per quello lavora anche in altri ambiti ed è regolarmente iscritto all'albo, ci vado da piu di 10 anni, ne abbiamo parlato molto velocemente e lui al tempo di mi disse, che queste sensazioni vanno "neutralizzate" perche al momento per me sono pesantissime.
Risposta alla dtt.ssa Brunialti:
Vivo e percepisco anche dentro di me, 2 identità quella che vede la cosa in maniera sdrammatizzata e priva di carico, e una che la vive con un carico emotivo pazzesco, mi domando proprio perche la parte razionale non riesca a modificare la parte emotiva. Mi fa imbestialire e ovviamente soffrire.
Ovviamente ne parlai alla mia compagna, che mi disse che appunto, non fa niente di male a cambiarsi di fronte a qualcuno ( e lo sostengo anche io razionalmente) ritiene che fermarsi e pensare mi devo cambiare in uno stanzino senno infastidisco il mio compagno sembra molto da "padrone" e la farebbe sentire sottomessa ( e penso anche io ed è questo che mi crea disagio anche che non riesco a tollerare una cosa cosi leggera? vedere un corpo di una donna? non è di mia proprietà, non ci fa niente con quel corpo lo mostra e basta cosa mi da il diritto di decidere se è giusto o sbagliato che la vedano). Al mio psicologo, psicoterapeuta, e psichiatra, si ha tutte le abilitazioni per quello lavora anche in altri ambiti ed è regolarmente iscritto all'albo, ci vado da piu di 10 anni, ne abbiamo parlato molto velocemente e lui al tempo di mi disse, che queste sensazioni vanno "neutralizzate" perche al momento per me sono pesantissime.
Risposta alla dtt.ssa Brunialti:
Vivo e percepisco anche dentro di me, 2 identità quella che vede la cosa in maniera sdrammatizzata e priva di carico, e una che la vive con un carico emotivo pazzesco, mi domando proprio perche la parte razionale non riesca a modificare la parte emotiva. Mi fa imbestialire e ovviamente soffrire.
[#4]
Gentile utente,
in che senso il suo curante "è regolarmente iscritto all'albo"?
Se è medico e anche psicologo, gli albi sono due.
Del resto i professionisti che hanno due lauree le espongono entrambe nel loro studio professionale, oltre a chiarire a voce col paziente in base a quale specializzazione lo stanno curando.
Quanto all'aspetto terapeutico, lei scrive: "ne abbiamo parlato molto velocemente e lui al tempo di mi disse, che queste sensazioni vanno "neutralizzate" perche al momento per me sono pesantissime".
Non mi sembra che lei le stia "neutralizzando": forse non le sono stati forniti gli idonei strumenti? A quel che leggo, lei vorrebbe che la parte razionale modificasse la parte emotiva. Perché?
Abbiamo due persone -lei e la sua ragazza- che decidono di avere una relazione. In genere è bene adattarsi alle reciproche richieste, preferenze e resistenze, cercando di modificarle nella direzione di un accordo sempre migliore. Perché nel suo caso dovrebbe prevalere solo l'abitudine della sua ragazza, e perché solo questa particolare abitudine?
Inoltre le abitudini di due differenti culture nazionali, etnie, appartenenze religiose, non di rado provocano attriti deleteri. La sola ragione non può far superare queste differenze, che del resto non giacciono sul piano della ragione, ma del costume.
Le faccio qualche esempio: molte donne italiane che sposano dei musulmani, si risentono come di un tradimento del semplice fatto che qualche anno dopo il loro partner sposa anche un'altra, com'è previsto dalla religione islamica. In casi simili al suo, le donne nordiche che si denudano disinvoltamente in spiaggia sono multate e denunciate dalla Buon Costume; o vengono osservate con malizia dalla maggior parte dei maschi italiani, che nella nudità femminile vedono un oggetto erotico.
Rifletta su tutto questo, ma con serenità e senza tentare di far violenza alle sue emozioni.
in che senso il suo curante "è regolarmente iscritto all'albo"?
Se è medico e anche psicologo, gli albi sono due.
Del resto i professionisti che hanno due lauree le espongono entrambe nel loro studio professionale, oltre a chiarire a voce col paziente in base a quale specializzazione lo stanno curando.
Quanto all'aspetto terapeutico, lei scrive: "ne abbiamo parlato molto velocemente e lui al tempo di mi disse, che queste sensazioni vanno "neutralizzate" perche al momento per me sono pesantissime".
Non mi sembra che lei le stia "neutralizzando": forse non le sono stati forniti gli idonei strumenti? A quel che leggo, lei vorrebbe che la parte razionale modificasse la parte emotiva. Perché?
Abbiamo due persone -lei e la sua ragazza- che decidono di avere una relazione. In genere è bene adattarsi alle reciproche richieste, preferenze e resistenze, cercando di modificarle nella direzione di un accordo sempre migliore. Perché nel suo caso dovrebbe prevalere solo l'abitudine della sua ragazza, e perché solo questa particolare abitudine?
Inoltre le abitudini di due differenti culture nazionali, etnie, appartenenze religiose, non di rado provocano attriti deleteri. La sola ragione non può far superare queste differenze, che del resto non giacciono sul piano della ragione, ma del costume.
Le faccio qualche esempio: molte donne italiane che sposano dei musulmani, si risentono come di un tradimento del semplice fatto che qualche anno dopo il loro partner sposa anche un'altra, com'è previsto dalla religione islamica. In casi simili al suo, le donne nordiche che si denudano disinvoltamente in spiaggia sono multate e denunciate dalla Buon Costume; o vengono osservate con malizia dalla maggior parte dei maschi italiani, che nella nudità femminile vedono un oggetto erotico.
Rifletta su tutto questo, ma con serenità e senza tentare di far violenza alle sue emozioni.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Gentile utente,
rispondo alla domanda che mi pone.
".. mi domando proprio perché la parte razionale non riesca a modificare la parte emotiva.."
La risposta è che si tratta di due dimensioni psichiche differenti, nate in epoche del tutto diverse nella nostra storia evolutiva personale.
La "parte emotiva" è arcaica e per buona parte inconscia. La razionalità origina molto dopo e di essa abbiamo maggiore consapevolezza. Spesso esse non si allineano.
Lavori con impegno assieme al suo curante.
Ma, se dopo 10 anni, ancora certi nodi non si risolvono, faccia qualche riflessione al proposito e gliene parli apertamente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
rispondo alla domanda che mi pone.
".. mi domando proprio perché la parte razionale non riesca a modificare la parte emotiva.."
La risposta è che si tratta di due dimensioni psichiche differenti, nate in epoche del tutto diverse nella nostra storia evolutiva personale.
La "parte emotiva" è arcaica e per buona parte inconscia. La razionalità origina molto dopo e di essa abbiamo maggiore consapevolezza. Spesso esse non si allineano.
Lavori con impegno assieme al suo curante.
Ma, se dopo 10 anni, ancora certi nodi non si risolvono, faccia qualche riflessione al proposito e gliene parli apertamente.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 3.4k visite dal 18/01/2024.
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