La mia compagna possa finire
cari dottori,
Vi scrivo per richiedere un consulto su una situazione che da troppo tempo a questa parte mi procura un grande disagio, e che si è aggravata nell'ultimo periodo.
ho 29 anni, da 6 ho una relazione con la mia compagna, con la quale convivo da circa 18 mesi. Sin dalla nascita della nostra relazione ho sofferto di problemi di disfunzione erettile che, tra alti e bassi, si sono protratti per tutto questo tempo. Dico alti e bassi proprio perchè la disfunzione era presente a periodi in maniera piuttosto grave, ad altri mi permetteva di raggiungere comunque l'erezione (anche se mai veramente soddisfacente) ed avere così rapporti sessuali.
Per i primi anni ho sempre avuto difficoltà nell'ammettere l'esistenza di questo problema (quasi sperassi che si risolvesse da solo, così come è nato), con l'unica conseguenza però di abbattere progressivamente la mia autostima e di creare incomprensioni con la mia compagna, che non di rado si accusava di non stimolarmi sessualmente o riteneva che avessi bisogno di avere altre esperienze. In effetti, se si escludono le poche esperienze adolescenziali ed un primo tentativo di rapporto sessuale naufragato a causa di ansia da prestazione (in pratica non riuscii a tenere l'erezione al momento di indossare il preservativo, mentre avevo una forte erezione durante i preliminari), la storia con la mia compagna è l'unica vera che abbia mai avuto in vita. Ho sempre amato la mia compagna, non è mai mancato in me coinvolgimento emotivo e l'attrazione fisica che ho provato per lei non è mai diminuita: tutti questi fattori hanno però sempre contribuito ad aumentare l'incomprensione del mio problema.
fino all'inizio di quest'anno la situazione è stata la stessa finora descritta ma,dal periodo di gennaio/febbraio si è aggravata al punto di non riuscire quasi più ad avere nessun tipo di erezione: ho perso quella del rapporto, e anche quella masturbatoria (preciso che anche quella da diverso tempo era andata comunque scemando, al punto di riuscire a procurarla solo in presenza di stimoli "visivi", cosa che ha aumentato i miei sensi di colpa nei confronti della mia compagna). Verso marzo ho finalmente deciso di affrontare il problema rivolgendomi ad un andrologo, il quale mi ha prescritto esami che, come prevedibile, hanno escluso cause di natura organica. Mi ha poi prescritto Cialis 20 mg per un mese e successiva visita di controllo: il cialis ha funzionato benissimo (mi era sufficiente anhe un terzo di compressa per ottenere una buona erezione), ma, smesso di assumerlo, sono ripiombato nella stessa situazione, anzi: da diversi giorni ormai mi sento oppresso da stati d'ansia che hanno letteralmente azzerato il mio desiderio sessuale, alimentato le paure che la vita stupenda che ho condotto con la mia compagna possa finire e dubbi sulla mia virilità e sessualità. posto che a breve stabilirò un appuntamento per una serie di sedute con uno psicosessuologo suggeritomi dal mio andrologo, avete qualche consiglio utile da darmi?
Vi scrivo per richiedere un consulto su una situazione che da troppo tempo a questa parte mi procura un grande disagio, e che si è aggravata nell'ultimo periodo.
ho 29 anni, da 6 ho una relazione con la mia compagna, con la quale convivo da circa 18 mesi. Sin dalla nascita della nostra relazione ho sofferto di problemi di disfunzione erettile che, tra alti e bassi, si sono protratti per tutto questo tempo. Dico alti e bassi proprio perchè la disfunzione era presente a periodi in maniera piuttosto grave, ad altri mi permetteva di raggiungere comunque l'erezione (anche se mai veramente soddisfacente) ed avere così rapporti sessuali.
Per i primi anni ho sempre avuto difficoltà nell'ammettere l'esistenza di questo problema (quasi sperassi che si risolvesse da solo, così come è nato), con l'unica conseguenza però di abbattere progressivamente la mia autostima e di creare incomprensioni con la mia compagna, che non di rado si accusava di non stimolarmi sessualmente o riteneva che avessi bisogno di avere altre esperienze. In effetti, se si escludono le poche esperienze adolescenziali ed un primo tentativo di rapporto sessuale naufragato a causa di ansia da prestazione (in pratica non riuscii a tenere l'erezione al momento di indossare il preservativo, mentre avevo una forte erezione durante i preliminari), la storia con la mia compagna è l'unica vera che abbia mai avuto in vita. Ho sempre amato la mia compagna, non è mai mancato in me coinvolgimento emotivo e l'attrazione fisica che ho provato per lei non è mai diminuita: tutti questi fattori hanno però sempre contribuito ad aumentare l'incomprensione del mio problema.
fino all'inizio di quest'anno la situazione è stata la stessa finora descritta ma,dal periodo di gennaio/febbraio si è aggravata al punto di non riuscire quasi più ad avere nessun tipo di erezione: ho perso quella del rapporto, e anche quella masturbatoria (preciso che anche quella da diverso tempo era andata comunque scemando, al punto di riuscire a procurarla solo in presenza di stimoli "visivi", cosa che ha aumentato i miei sensi di colpa nei confronti della mia compagna). Verso marzo ho finalmente deciso di affrontare il problema rivolgendomi ad un andrologo, il quale mi ha prescritto esami che, come prevedibile, hanno escluso cause di natura organica. Mi ha poi prescritto Cialis 20 mg per un mese e successiva visita di controllo: il cialis ha funzionato benissimo (mi era sufficiente anhe un terzo di compressa per ottenere una buona erezione), ma, smesso di assumerlo, sono ripiombato nella stessa situazione, anzi: da diversi giorni ormai mi sento oppresso da stati d'ansia che hanno letteralmente azzerato il mio desiderio sessuale, alimentato le paure che la vita stupenda che ho condotto con la mia compagna possa finire e dubbi sulla mia virilità e sessualità. posto che a breve stabilirò un appuntamento per una serie di sedute con uno psicosessuologo suggeritomi dal mio andrologo, avete qualche consiglio utile da darmi?
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>>> posto che a breve stabilirò un appuntamento per una serie di sedute con uno psicosessuologo suggeritomi dal mio andrologo, avete qualche consiglio utile da darmi?
>>>
Gentile utente, questa è la cosa migliore, attenda di fare queste sedute e poi se crede riporti qui i risultati che ne ottiene.
Cordiali saluti
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Gentile utente, questa è la cosa migliore, attenda di fare queste sedute e poi se crede riporti qui i risultati che ne ottiene.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Utente,
credo che il problema sia legato alle difficoltà delle prime esperienze sessuali: da allora è come se lei avesse ricevuto un marchio, che le ricorda (ogni volta che decide di avere un rapporto sessuale) quanto Lei sia poco efficace nella sessualità.
Questa auto-percezione negativa ovviamente influisce pesantemente sull'erezione: probabilmente durante i rapporti Lei passa molto tempo a pensare a se stesso ed alla propria erezione, e quindi non si eccita.
Essendo esclude cause organiche lei dovrebbe sostenere dei colloqui presso terapeuta specializzato in sessuologia oppure terapia cognitivo comportamentale.
Stia tranquillo perchè questo problema riuscirà a risolverlo (e soprattutto la sua fidanzata non se ne andrà).
credo che il problema sia legato alle difficoltà delle prime esperienze sessuali: da allora è come se lei avesse ricevuto un marchio, che le ricorda (ogni volta che decide di avere un rapporto sessuale) quanto Lei sia poco efficace nella sessualità.
Questa auto-percezione negativa ovviamente influisce pesantemente sull'erezione: probabilmente durante i rapporti Lei passa molto tempo a pensare a se stesso ed alla propria erezione, e quindi non si eccita.
Essendo esclude cause organiche lei dovrebbe sostenere dei colloqui presso terapeuta specializzato in sessuologia oppure terapia cognitivo comportamentale.
Stia tranquillo perchè questo problema riuscirà a risolverlo (e soprattutto la sua fidanzata non se ne andrà).
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#4]
Utente
gent.mi dottori,
mi trovo ancora una volta costretto a disturbarvi ma ho seriamente necessità di un vostro consulto, in quanto mi trovo in uno stato di forte apprensione.
come potrete evincere da quanto scritto sopra, ho contattato uno psicosessuologo indicatomi dal mio andrologo ed ho già eseguito la prima seduta, che è stata di carattere cognitivo; a breve avrò la seconda alla quale parteciperà anche la mia compagna.
quel che volevo chiedere è: è normale che un forte stress emotivo come quello che sto vivendo in questi giorni abbia annullato completamente ogni mio desiderio sessuale, al punto di non aver nessuna fantasia, nemmeno con altre donne?
ho una paura tremenda di aver perso la mia virilità e di non poter più avere raporti sessuali e a causa di questo si è aggiunto un pensiero ossessivo che non riesco a combattere, cioè la paura di essere "diventato" omosessuale o di "dover" provare attrazione per gli uomini; dico dover in quanto spontaneamente non provo nessuna attrazione, ma a momenti è come se il mio cervello mi ordinasse controvoglia di guardare un uomo per dimostrare a me stesso se provi o meno attrazione o di immaginarmi in situazioni omosessuali: tutto questo comprensibilmente mi provoca uno stato d'ansia tale da non riuscire a controllarmi, e puntualmente nei successivi momenti di lucidità mi rendo conto che si tratta di pensieri dettati dalla mia attuale situazione, ma è ugualmente frustrante dover combattere contro la propria mente, tantopiù che questi pensieri si insinuano senza che io li voglia evocare. io sono sicuro di trovare ancora attrazione per le donne in generale e soprattutto per la mia compagna che amo alla follia (anche se in questo periodo pensare ad un rapporto sessuale è come pensare a spingere un tir in salita), ma ho davvero bisogno di essere rassicurato in merito in quanto non riesco ad aspettare la prossima seduta (naturalmente parlerò anche di questo col mio terapeuta)ed ho paura di perdere la mia vita di sempre.
grazie mille, saluti.
mi trovo ancora una volta costretto a disturbarvi ma ho seriamente necessità di un vostro consulto, in quanto mi trovo in uno stato di forte apprensione.
come potrete evincere da quanto scritto sopra, ho contattato uno psicosessuologo indicatomi dal mio andrologo ed ho già eseguito la prima seduta, che è stata di carattere cognitivo; a breve avrò la seconda alla quale parteciperà anche la mia compagna.
quel che volevo chiedere è: è normale che un forte stress emotivo come quello che sto vivendo in questi giorni abbia annullato completamente ogni mio desiderio sessuale, al punto di non aver nessuna fantasia, nemmeno con altre donne?
ho una paura tremenda di aver perso la mia virilità e di non poter più avere raporti sessuali e a causa di questo si è aggiunto un pensiero ossessivo che non riesco a combattere, cioè la paura di essere "diventato" omosessuale o di "dover" provare attrazione per gli uomini; dico dover in quanto spontaneamente non provo nessuna attrazione, ma a momenti è come se il mio cervello mi ordinasse controvoglia di guardare un uomo per dimostrare a me stesso se provi o meno attrazione o di immaginarmi in situazioni omosessuali: tutto questo comprensibilmente mi provoca uno stato d'ansia tale da non riuscire a controllarmi, e puntualmente nei successivi momenti di lucidità mi rendo conto che si tratta di pensieri dettati dalla mia attuale situazione, ma è ugualmente frustrante dover combattere contro la propria mente, tantopiù che questi pensieri si insinuano senza che io li voglia evocare. io sono sicuro di trovare ancora attrazione per le donne in generale e soprattutto per la mia compagna che amo alla follia (anche se in questo periodo pensare ad un rapporto sessuale è come pensare a spingere un tir in salita), ma ho davvero bisogno di essere rassicurato in merito in quanto non riesco ad aspettare la prossima seduta (naturalmente parlerò anche di questo col mio terapeuta)ed ho paura di perdere la mia vita di sempre.
grazie mille, saluti.
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Gentile Utente
quella che ha appena descritto è una conseguenza che si presenta frequentemente, è come se volesse trovare una giustificazione al suo problema seguendo un ragionamento tipo "non ho l'erezione con la mia compagna, allora è probabile che io sia diventato omosessuale quindi quando vedo un uomo lo guardo per valutare se mi eccito o meno".
Il problema è che (come probabilmente le dirà il suo terapeuta) cimentarsi in queste verifiche contribuisce ad aumentare l'ansia e quindi, di conseguenza, le difficoltà di erezione e a ridurre la possibilità che riesca a distaccarsi dal problema.
Infatti l'elemento che determina il mantenimento del problema è che si tende ad osservarsi nelle situazioni intime, è come se ci si osservasse dall'esterno.
Chiunque si accorgesse di essere osservato avrebbe delle grosse difficoltà a lasciarsi andare e questo a scapito dell'erezione.
La terapia la aiuterà a comprendere quali sono i suoi comportamenti che contribuiscono al mantenimento del disagio, imparerà a controllarli e questo le permetterà di raggiungere i risultati sperati.
Le faccio tanti auguri
quella che ha appena descritto è una conseguenza che si presenta frequentemente, è come se volesse trovare una giustificazione al suo problema seguendo un ragionamento tipo "non ho l'erezione con la mia compagna, allora è probabile che io sia diventato omosessuale quindi quando vedo un uomo lo guardo per valutare se mi eccito o meno".
Il problema è che (come probabilmente le dirà il suo terapeuta) cimentarsi in queste verifiche contribuisce ad aumentare l'ansia e quindi, di conseguenza, le difficoltà di erezione e a ridurre la possibilità che riesca a distaccarsi dal problema.
Infatti l'elemento che determina il mantenimento del problema è che si tende ad osservarsi nelle situazioni intime, è come se ci si osservasse dall'esterno.
Chiunque si accorgesse di essere osservato avrebbe delle grosse difficoltà a lasciarsi andare e questo a scapito dell'erezione.
La terapia la aiuterà a comprendere quali sono i suoi comportamenti che contribuiscono al mantenimento del disagio, imparerà a controllarli e questo le permetterà di raggiungere i risultati sperati.
Le faccio tanti auguri
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.8k visite dal 28/08/2009.
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Approfondimento su Disfunzione erettile
La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?