Superare l'angoscia per il futuro e la solitudine
Sono un ragazzo di 21 anni e vivo in un piccolo paese in Calabria.
Ho avuto un'infanzia e un'adolescenza molto ricca di amicizie e non ho mai avuto problemi a livello sociale.
Sono cresciuto insieme al mio gruppetto di amici stretti e non li avrei cambiati per nulla al mondo.
Oltre questi amici stretti ho dei rapporti con altre persone, infatti vivendo in un paesino conosco bene o male tutti i coetanei.
Il problema è che, finito il liceo, piano piano tutti i miei amici si sono trasferiti per motivi di studio/lavoro.
Qui al momento mi sono rimasti pochi amici, ma quest'anno finiscono la triennale e vanno a fare la magistrale in un'altra città.
Rimarrò solo.
Anche io vorrei andare via, ma per vari motivi per qualche anno ancora non mi sarà possibile.
Il futuro mi spaventa terribilmente.
Ho parlato anche con altre persone a me vicine, e giuro che non trovo nessuno che in futuro si veda al sud Italia.
Le persone sono sempre meno, all'università ho stretto solo rapporti superficiali.
Non saprei come ripartire da 0.
In paesino poi le persone letteralmente le ho finite.
Mi si stringe il cuore perché se potessi scegliere rimarrei per sempre nel mio paesino con i miei amici stretti e la mia famiglia.
Purtroppo non sarà così e la cosa mi fa stare terribilmente male.
Voglio chiedervi come posso affrontare questa situazione, o almeno come vederla da un'altra prospettiva.
Più in generale poi, Vedere la mia terra svuotarsi anno dopo anno è deprimente, ogni amico che se ne va è come una pugnalata al cuore, una sorta di lutto.
Riuscirò mai a trovare altri amici che posso considerare come una famiglia? (come i precedenti).
Emigrare solo per uno stipendio più alto, abbandonare gli amici di una vita; crescere con fratelli e genitori che invecchiano lontani da te; vedere i parenti un numero limitato di volte... Perché? Lo scopo della vita sono solo i soldi? E una volta fatti i soldi cosa ti rimane? Un buon lavoro, una bella casa, una bella macchina e rapporti superficiali. Sembra che una cosa creata dall'uomo per vivere (il lavoro) abbia sovrastato i piaceri reali, che sono diventati oramai solo materiali, perché di una villa con piscina non me ne faccio nulla se non la condivido con il mio migliore amico... Allora non trovo proprio un senso alla vita.
Grazie e perdonatemi per lo sfogo.
Ho avuto un'infanzia e un'adolescenza molto ricca di amicizie e non ho mai avuto problemi a livello sociale.
Sono cresciuto insieme al mio gruppetto di amici stretti e non li avrei cambiati per nulla al mondo.
Oltre questi amici stretti ho dei rapporti con altre persone, infatti vivendo in un paesino conosco bene o male tutti i coetanei.
Il problema è che, finito il liceo, piano piano tutti i miei amici si sono trasferiti per motivi di studio/lavoro.
Qui al momento mi sono rimasti pochi amici, ma quest'anno finiscono la triennale e vanno a fare la magistrale in un'altra città.
Rimarrò solo.
Anche io vorrei andare via, ma per vari motivi per qualche anno ancora non mi sarà possibile.
Il futuro mi spaventa terribilmente.
Ho parlato anche con altre persone a me vicine, e giuro che non trovo nessuno che in futuro si veda al sud Italia.
Le persone sono sempre meno, all'università ho stretto solo rapporti superficiali.
Non saprei come ripartire da 0.
In paesino poi le persone letteralmente le ho finite.
Mi si stringe il cuore perché se potessi scegliere rimarrei per sempre nel mio paesino con i miei amici stretti e la mia famiglia.
Purtroppo non sarà così e la cosa mi fa stare terribilmente male.
Voglio chiedervi come posso affrontare questa situazione, o almeno come vederla da un'altra prospettiva.
Più in generale poi, Vedere la mia terra svuotarsi anno dopo anno è deprimente, ogni amico che se ne va è come una pugnalata al cuore, una sorta di lutto.
Riuscirò mai a trovare altri amici che posso considerare come una famiglia? (come i precedenti).
Emigrare solo per uno stipendio più alto, abbandonare gli amici di una vita; crescere con fratelli e genitori che invecchiano lontani da te; vedere i parenti un numero limitato di volte... Perché? Lo scopo della vita sono solo i soldi? E una volta fatti i soldi cosa ti rimane? Un buon lavoro, una bella casa, una bella macchina e rapporti superficiali. Sembra che una cosa creata dall'uomo per vivere (il lavoro) abbia sovrastato i piaceri reali, che sono diventati oramai solo materiali, perché di una villa con piscina non me ne faccio nulla se non la condivido con il mio migliore amico... Allora non trovo proprio un senso alla vita.
Grazie e perdonatemi per lo sfogo.
[#1]
Gentile utente,
Comprendo perfettamente ciò che sta vivendo, i dolori, i distacchi e le paure con cui si sta misurando.
D' un tratto nella sua vita sono venuti a mancare dei punti di riferimento significativi ed affettivi. E ora si ritrova solo, o quasi, a vivere l'esperienza della perdita.
La solitudine infatti e' fatta di perdita, abbandono, nostalgia, della dolorosa percezione di essere stati divisi, separati. Tuttavia può contenere un dolore più dolce che si mescola alla tristezza, nella misura in cui separandoci un po' dagli altri, ci ricongiunge più a noi stessi, permette il formarsi di uno spazio interno in cui ci si può perdere, ma anche ritrovare, in cui può nascere qualcosa di generativo, si può ampliare il proprio Sé.
Inoltre separarsi dagli altri vuol dire sì perdere qualcosa di quel legame, ma non necessariamente il legame stesso, che può modificarsi, evolversi, per certi versi arricchirci.
Lei sembra comprensibilmente focalizzato sui legami, forse anche in virtù di quello che hanno rappresentato: il ricordo di un tempo felice e di quel conosciuto, familiare da cui e in cui si è sentito confortato, cullato, riparato e che si contrapponeva al futuro incerto e minaccioso che ora vede dinanzi a sé.
Le domande che ora si trova a porsi sono lecite, sensate, comprensibili. Le risposte le può trovare dentro di sé, e magari accorgersi di vivere bene anche senza trovarle tutte.
La vita in effetti non ha senso, ciò può spaventare, sconvolgere, disorientare, ma donarci l'opportunità di crearlo, scorgerlo nei nostri desideri, nell' accettare i suoi passaggi, nel perdere e trovare certezze, parti di noi, illusioni; nell'amare, crescere, imparare, cadere, comprendere. Credo sia questo uno dei modi per umanizzare la vita.
Coltivi sogni, speranze, passioni, provi a guardare al futuro scorgendone oltre l' ignoto e le mancate promesse le possibilità di vivere giorni nuovi, di avere sogni nuovi, forse più belli.
Le consiglio di consultare uno psicologo per farsi sostenere in un momento delicato e cruciale della sua vita, quello in cui lei, sta approdando nel mondo degli adulti, un mondo difficile, ma pieno di possibilità, di responsabilità e di conquiste, nuove scoperte e definizioni di sé, portando comprensibilmente strascichi e parti dell' adolescente che è stato e del bambino spaventato.
Auguri di cuore.
Comprendo perfettamente ciò che sta vivendo, i dolori, i distacchi e le paure con cui si sta misurando.
D' un tratto nella sua vita sono venuti a mancare dei punti di riferimento significativi ed affettivi. E ora si ritrova solo, o quasi, a vivere l'esperienza della perdita.
La solitudine infatti e' fatta di perdita, abbandono, nostalgia, della dolorosa percezione di essere stati divisi, separati. Tuttavia può contenere un dolore più dolce che si mescola alla tristezza, nella misura in cui separandoci un po' dagli altri, ci ricongiunge più a noi stessi, permette il formarsi di uno spazio interno in cui ci si può perdere, ma anche ritrovare, in cui può nascere qualcosa di generativo, si può ampliare il proprio Sé.
Inoltre separarsi dagli altri vuol dire sì perdere qualcosa di quel legame, ma non necessariamente il legame stesso, che può modificarsi, evolversi, per certi versi arricchirci.
Lei sembra comprensibilmente focalizzato sui legami, forse anche in virtù di quello che hanno rappresentato: il ricordo di un tempo felice e di quel conosciuto, familiare da cui e in cui si è sentito confortato, cullato, riparato e che si contrapponeva al futuro incerto e minaccioso che ora vede dinanzi a sé.
Le domande che ora si trova a porsi sono lecite, sensate, comprensibili. Le risposte le può trovare dentro di sé, e magari accorgersi di vivere bene anche senza trovarle tutte.
La vita in effetti non ha senso, ciò può spaventare, sconvolgere, disorientare, ma donarci l'opportunità di crearlo, scorgerlo nei nostri desideri, nell' accettare i suoi passaggi, nel perdere e trovare certezze, parti di noi, illusioni; nell'amare, crescere, imparare, cadere, comprendere. Credo sia questo uno dei modi per umanizzare la vita.
Coltivi sogni, speranze, passioni, provi a guardare al futuro scorgendone oltre l' ignoto e le mancate promesse le possibilità di vivere giorni nuovi, di avere sogni nuovi, forse più belli.
Le consiglio di consultare uno psicologo per farsi sostenere in un momento delicato e cruciale della sua vita, quello in cui lei, sta approdando nel mondo degli adulti, un mondo difficile, ma pieno di possibilità, di responsabilità e di conquiste, nuove scoperte e definizioni di sé, portando comprensibilmente strascichi e parti dell' adolescente che è stato e del bambino spaventato.
Auguri di cuore.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio sentitamente per il tempo dedicatomi, soprattutto in questo periodo festivo.
Valuterò l'opzione di consultare uno psicologo, anche perché è da diverso tempo che lotto contro la solitudine e dentro di me non ho trovato altro oltre alla nostalgia.
È possibile secondo lei che la mia attuale visione della vita sia dovuta ad un blocco mentale? Perché io sono estremamente grato di ciò che la vita mi ha dato fino ad ora. In questi primi 21 anni di vita ho davvero poco di cui lamentarmi, e forse è proprio questa "perfezione" che mi ha abituato troppo bene ed è difficile da raggiungere di nuovo.
Purtroppo negli ultimi anni c'è stata questa serie consecutiva di sfortunati (ovviamente dal mio punto di vista) eventi e ormai quelle poche persone che frequento di tanto in tanto non si impegnano più di tanto per tenermi vicino a loro, nel senso che non mi scrivono, non mi invitano ad uscire ecc...
Evidentemente devo farmene una ragione e smettere di cercare "la felicità" in altre persone, ma più in me stesso. Il problema è che al momento mi sembra solamente una frase fatta, perché passare giornate intere in casa tra ore di studio intervallate da serate noiose davanti alla TV non mi sta dando spunti di felicità, ed è proprio per questo che, ricollegandomi all'inizio del messaggio, cercherò aiuto da uno specialista.
Le feste ormai sono diventate solo un'occasione per rivivere ciò che è stato e mai più sarà... Grazie mille di nuovo.
La ringrazio sentitamente per il tempo dedicatomi, soprattutto in questo periodo festivo.
Valuterò l'opzione di consultare uno psicologo, anche perché è da diverso tempo che lotto contro la solitudine e dentro di me non ho trovato altro oltre alla nostalgia.
È possibile secondo lei che la mia attuale visione della vita sia dovuta ad un blocco mentale? Perché io sono estremamente grato di ciò che la vita mi ha dato fino ad ora. In questi primi 21 anni di vita ho davvero poco di cui lamentarmi, e forse è proprio questa "perfezione" che mi ha abituato troppo bene ed è difficile da raggiungere di nuovo.
Purtroppo negli ultimi anni c'è stata questa serie consecutiva di sfortunati (ovviamente dal mio punto di vista) eventi e ormai quelle poche persone che frequento di tanto in tanto non si impegnano più di tanto per tenermi vicino a loro, nel senso che non mi scrivono, non mi invitano ad uscire ecc...
Evidentemente devo farmene una ragione e smettere di cercare "la felicità" in altre persone, ma più in me stesso. Il problema è che al momento mi sembra solamente una frase fatta, perché passare giornate intere in casa tra ore di studio intervallate da serate noiose davanti alla TV non mi sta dando spunti di felicità, ed è proprio per questo che, ricollegandomi all'inizio del messaggio, cercherò aiuto da uno specialista.
Le feste ormai sono diventate solo un'occasione per rivivere ciò che è stato e mai più sarà... Grazie mille di nuovo.
[#3]
Gentile utente,
posso comprendere che ora le sembra che il bello della vita sia solo dietro di lei e con ciò rispondo anche alla domanda che mi ha posto rispetto al "blocco mentale". Io credo che lei si stia volgendo al passato perché in esso ritrova affetto, familiarità, sicurezza, momenti di felicità, mentre nel futuro, per come ora le appare, per come in questo momento riesce a rappresentarlo nella sua mente, c'è l'oscurità dell'ignoto, c'è paura, incertezza, c'è forse l'intensificarsi di una solitudine che già avverte oggi.
E allora forse, comprensibilmente, guarda dentro di sé e trova solo nostalgia.
La nostalgia è infatti un desiderio di ritorno ad un tempo bello che abbiamo vissuto ed in parte perduto, ma il cui ricordo è stato successivamente abbellito. In altre parole, fondamentalmente la nostalgia non è mai nostalgia per il momento in sé, ma per il ricordo. Un ricordo che non è mai una rappresentazione fedele della realtà.
Infatti anche in quei momenti e in quei tempi dei quali ha nostalgia ci sono stati dolori, paure, così come nel suo presente e nel suo futuro ci sono e ci saranno gioie, soddisfazioni e molto altro. Solo che a volte non riusciamo a vedere la totalità, vediamo solo una parte. I nostri pensieri ci inducono emozioni coerenti con gli stessi e viceversa.
Queste e molte altre riflessioni potranno trovare un ascolto ed essere esplorate con uno psicologo.
Le auguro di trovare la felicità che cerca in sé stesso e conseguentemente poi potrà trovarla anche negli altri.
Le auguro di vivere dove desidera lei, dove vorrà e sceglierà di costruirsi un futuro e una casa, lì dov'è ora, o altrove, ma indipendentemente dagli altri, senza dover fuggire da nulla, né rincorrere nessuno.
Ovunque si può ripartire e ricostruire.
posso comprendere che ora le sembra che il bello della vita sia solo dietro di lei e con ciò rispondo anche alla domanda che mi ha posto rispetto al "blocco mentale". Io credo che lei si stia volgendo al passato perché in esso ritrova affetto, familiarità, sicurezza, momenti di felicità, mentre nel futuro, per come ora le appare, per come in questo momento riesce a rappresentarlo nella sua mente, c'è l'oscurità dell'ignoto, c'è paura, incertezza, c'è forse l'intensificarsi di una solitudine che già avverte oggi.
E allora forse, comprensibilmente, guarda dentro di sé e trova solo nostalgia.
La nostalgia è infatti un desiderio di ritorno ad un tempo bello che abbiamo vissuto ed in parte perduto, ma il cui ricordo è stato successivamente abbellito. In altre parole, fondamentalmente la nostalgia non è mai nostalgia per il momento in sé, ma per il ricordo. Un ricordo che non è mai una rappresentazione fedele della realtà.
Infatti anche in quei momenti e in quei tempi dei quali ha nostalgia ci sono stati dolori, paure, così come nel suo presente e nel suo futuro ci sono e ci saranno gioie, soddisfazioni e molto altro. Solo che a volte non riusciamo a vedere la totalità, vediamo solo una parte. I nostri pensieri ci inducono emozioni coerenti con gli stessi e viceversa.
Queste e molte altre riflessioni potranno trovare un ascolto ed essere esplorate con uno psicologo.
Le auguro di trovare la felicità che cerca in sé stesso e conseguentemente poi potrà trovarla anche negli altri.
Le auguro di vivere dove desidera lei, dove vorrà e sceglierà di costruirsi un futuro e una casa, lì dov'è ora, o altrove, ma indipendentemente dagli altri, senza dover fuggire da nulla, né rincorrere nessuno.
Ovunque si può ripartire e ricostruire.
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
[#5]
Prego, auguri anche a lei e alla sua famiglia!
Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 687 visite dal 27/12/2023.
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