Merito di accettarmi per come sono?
Salve, sono uno studente universitario di 21 anni.
Da quando frequento le elementari ho in mente il suicidio, e mi piace pensare che questa mia 'tendenza' sia in parte dovuta alla mia patetica natura, e in parte a esperienze negative che ho vissuto in età infantile.
Mia madre soleva trattare male me e mio fratello più piccolo: ci picchiava, minacciava di suicidarsi ingerendo tutte le pillole che avevamo in casa, ci diceva che se ne sarebbe andata alla faccia nostra (non uso le stesse parole che mi furono dette), e che 'uno non vale e l'altro non serve'.
Ora, io ho sempre creduto di essere quello che non vale.
Purtroppo, causa malocclusioni non curate, ho evidenti difetti di sviluppo del cranio (asimmetria, overbite, ecc.
) mentre invece mio fratello non ha questi difetti, cosa che, per quanto riesco a ricordare, portò i miei genitori a volergli un bene più 'genuino' e spontaneo piuttosto che un bene da 'custode'; inoltre, siccome sono il fratello maggiore, ero io che aiutavo in casa e questi fattori mi fanno credere tutt'ora che io non valgo, ma servivo.
Non so se è la mia indole, se sono i miei pensieri, se sono le esperienze vissute o altro, ma non credo di essere neanche una brava persona: mi perdo nei miei pensieri nei contesti sociali non portando una buona compagnia; non riesco a vedere la mia faccia nelle foto (nel senso che mi sembra deforme) e quindi non ho foto con i miei amici; penso in continuazione che tutti siano migliori di me (mentalmente e fisicamente) e questo continuo confronto con gli altri prosciuga le mie energie.
Vorrei uscire da questo vortice anche se credo che dopo tutti questi anni sto solo peggiorando, nonostante gli sforzi che metto per provare a cambiare e condizionare la mia mente a pensieri positivi (palestra, lettura, musica divertente).
Credo di essere senza speranza, e no, non è vero che c'è speranza per ognuno di noi.
La soluzione indiscutibilmente più veloce è il suicidio, però sono troppo vigliacco per farlo, però continuo a vivere ogni giorno con la consapevolezza che finché non lo faccio nulla cambierà.
Da quando frequento le elementari ho in mente il suicidio, e mi piace pensare che questa mia 'tendenza' sia in parte dovuta alla mia patetica natura, e in parte a esperienze negative che ho vissuto in età infantile.
Mia madre soleva trattare male me e mio fratello più piccolo: ci picchiava, minacciava di suicidarsi ingerendo tutte le pillole che avevamo in casa, ci diceva che se ne sarebbe andata alla faccia nostra (non uso le stesse parole che mi furono dette), e che 'uno non vale e l'altro non serve'.
Ora, io ho sempre creduto di essere quello che non vale.
Purtroppo, causa malocclusioni non curate, ho evidenti difetti di sviluppo del cranio (asimmetria, overbite, ecc.
) mentre invece mio fratello non ha questi difetti, cosa che, per quanto riesco a ricordare, portò i miei genitori a volergli un bene più 'genuino' e spontaneo piuttosto che un bene da 'custode'; inoltre, siccome sono il fratello maggiore, ero io che aiutavo in casa e questi fattori mi fanno credere tutt'ora che io non valgo, ma servivo.
Non so se è la mia indole, se sono i miei pensieri, se sono le esperienze vissute o altro, ma non credo di essere neanche una brava persona: mi perdo nei miei pensieri nei contesti sociali non portando una buona compagnia; non riesco a vedere la mia faccia nelle foto (nel senso che mi sembra deforme) e quindi non ho foto con i miei amici; penso in continuazione che tutti siano migliori di me (mentalmente e fisicamente) e questo continuo confronto con gli altri prosciuga le mie energie.
Vorrei uscire da questo vortice anche se credo che dopo tutti questi anni sto solo peggiorando, nonostante gli sforzi che metto per provare a cambiare e condizionare la mia mente a pensieri positivi (palestra, lettura, musica divertente).
Credo di essere senza speranza, e no, non è vero che c'è speranza per ognuno di noi.
La soluzione indiscutibilmente più veloce è il suicidio, però sono troppo vigliacco per farlo, però continuo a vivere ogni giorno con la consapevolezza che finché non lo faccio nulla cambierà.
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Gentile utente, dispiace per quello che sta attraversando.
Ci racconta dei suoi vissuti familiari alquanto negativi ed arriva addirittura a credere di non essere una brava persona.
Lei comunque manifesta un desiderio importante, afferma infatti nel post che ha inviato: "vorrei uscire da questo vortice...", un desiderio giusto e legittimo tuttavia sta combattendo da solo la sua battaglia perchè dice di sforzarsi nel cambiare la situazione condizionando la sua mente con pensieri positivi ma nonostante tutto nota un peggioramento.
Non si guarisce come per magia da soli condizionandosi o sforzandosi ma lo si fa attraverso l'Altro che sappia accogliere, ascoltare, aiutare.
La soluzione quindi, esiste: si affidi ad un/a psicologo/a che l'accoglierà e l'aiuterà a far luce sulla sua situazione , sul suo passato, a dare significato a ciò che è successo e ciò che succede nel presente, ed attuare strategie utili e funzionali per la sua vita; l'aiuterà a definire meglio la sua persona, a non farsi "prosciugare le energie" con i continui confronti che lei attua con gli altri e molto altro.
Cordiali saluti.
Ci racconta dei suoi vissuti familiari alquanto negativi ed arriva addirittura a credere di non essere una brava persona.
Lei comunque manifesta un desiderio importante, afferma infatti nel post che ha inviato: "vorrei uscire da questo vortice...", un desiderio giusto e legittimo tuttavia sta combattendo da solo la sua battaglia perchè dice di sforzarsi nel cambiare la situazione condizionando la sua mente con pensieri positivi ma nonostante tutto nota un peggioramento.
Non si guarisce come per magia da soli condizionandosi o sforzandosi ma lo si fa attraverso l'Altro che sappia accogliere, ascoltare, aiutare.
La soluzione quindi, esiste: si affidi ad un/a psicologo/a che l'accoglierà e l'aiuterà a far luce sulla sua situazione , sul suo passato, a dare significato a ciò che è successo e ciò che succede nel presente, ed attuare strategie utili e funzionali per la sua vita; l'aiuterà a definire meglio la sua persona, a non farsi "prosciugare le energie" con i continui confronti che lei attua con gli altri e molto altro.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Ilenia Lo Presti,
Psicologa clinica, percorsi presenziali e online
ilenialopresti15@virgilio.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 520 visite dal 26/12/2023.
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