Reazioni a daparox e alcolici
Buonasera,
Sono una donna di 43 anni in cura per sindrome ansioso depressiva da 3 anni con daparox 25 gocce al giorno.
Se bevo più di due bicchieri di vino vado in black out, divento pesante, inopportuna e provocatoria e non ricordo assolutamente ciò che dico e come mi comporto.
Bevo solo in particolari occasioni sociali e non quotidianamente.
Purtroppo ultimamente sto avendo problemi nelle relazioni con gli altri per comportamenti e osservazioni che risultano inopportune e imbarazzanti.
Non mi è mai capitato.
Può essere un effetto dell'alcool associato all'antidepressivo?
Mi vergogno molto di me stessa e di ciò che mi viene raccontato del mio agire e che io rimuovo in gran parte.
Chi mi conosce sa che sono una persona schietta per natura ma anche molto attenta agli altri.
Da tempo mi annoio a stare con la maggior parte delle persone, mi annoiano le conversazioni, mi annoia la gente e so di covare rabbia che ahimè a volte mi fa sparare nel mucchio.
Da cosa possono dipendere i miei comportamenti sopra le righe?
Ho fatto molta terapia nella mia vita (10 anni) e mi ha aiutato tanto ma quando ho smesso è uscito il disturbo d'ansia...non so se voglio riprendere di nuovo sono tanto stanca di scavare dentro di me.
Grazie a chi risponderà
Sono una donna di 43 anni in cura per sindrome ansioso depressiva da 3 anni con daparox 25 gocce al giorno.
Se bevo più di due bicchieri di vino vado in black out, divento pesante, inopportuna e provocatoria e non ricordo assolutamente ciò che dico e come mi comporto.
Bevo solo in particolari occasioni sociali e non quotidianamente.
Purtroppo ultimamente sto avendo problemi nelle relazioni con gli altri per comportamenti e osservazioni che risultano inopportune e imbarazzanti.
Non mi è mai capitato.
Può essere un effetto dell'alcool associato all'antidepressivo?
Mi vergogno molto di me stessa e di ciò che mi viene raccontato del mio agire e che io rimuovo in gran parte.
Chi mi conosce sa che sono una persona schietta per natura ma anche molto attenta agli altri.
Da tempo mi annoio a stare con la maggior parte delle persone, mi annoiano le conversazioni, mi annoia la gente e so di covare rabbia che ahimè a volte mi fa sparare nel mucchio.
Da cosa possono dipendere i miei comportamenti sopra le righe?
Ho fatto molta terapia nella mia vita (10 anni) e mi ha aiutato tanto ma quando ho smesso è uscito il disturbo d'ansia...non so se voglio riprendere di nuovo sono tanto stanca di scavare dentro di me.
Grazie a chi risponderà
[#1]
Gentile signora,
difatti non si tratta di "scavare" dentro di lei, meno che mai per dieci anni.
Da queste sue parole sembra che lei abbia seguito solo terapie psicoanalitiche, le meno idonee alla sindrome ansioso-depressiva che le è stata diagnosticata; e se l'hanno stancata, forse non le hanno fatto recuperare nemmeno quella cura/simpatia per lei stessa che è la base di ogni cambiamento migliorativo.
Si tratta invece di trovare idee, emozioni, comportamenti idonei intanto a non far peggiorare la sua situazione con l'alienarsi la simpatia degli altri, poi a recuperare il benessere.
Per fare questo sarebbero indicate le terapie che propongono cambiamenti immediati, le cognitivo-comportamentali, le strategiche, le terapie implicanti anche gli aspetti somatici.
Un esempio degli interventi possibili nel suo caso può essere la prescrizione di non bere mai due bicchieri di vino. Sarebbero abbastanza destabilizzanti anche per chi è avvezzo all'alcool; per lei che abitualmente non beve è ovvio che la mandino in black out.
Alle feste e al ristorante ci sono alternative: acqua, coca-cola, aranciata, succhi di frutta. Beva solo questi e semmai aggiunga un solo aperitivo poco alcoolico.
Chieda inoltre a qualche amico di filmarla con il telefonino quando diventa "pesante, inopportuna e provocatoria", visto che in seguito non ricorda nulla, il che può conseguire all'eccesso di alcool, ma anche ad altre condizioni mentali.
Certamente l'alcool è controindicato con gli antidepressivi, ma questo glielo ha già detto chi la segue sotto il profilo farmacologico.
Se lei continua ad associarli, forse è animata da una sorta di volontà distruttiva, quando si trova in situazioni che come scrive l'annoiano.
Una terapia diretta indagherebbe sul motivo per cui ripete queste esperienze frustranti e la inviterebbe a trovare delle alternative.
Dice di essere "una persona schietta per natura ma anche molto attenta agli altri". Le due qualità raramente convivono, e l'alcool potrebbe essere l'alibi per poter rompere gli argini dei riguardi che sente di dover avere verso gli altri. Non a caso afferma: "so di covare rabbia che ahimè a volte mi fa sparare nel mucchio".
Se ancora non sa come gestire questa rabbia, e "scavare" in lei stessa non le ha fatto comprendere da dove nasce, una buona psicoterapia mirata alla soluzione è quello che le occorre.
Buone cose.
difatti non si tratta di "scavare" dentro di lei, meno che mai per dieci anni.
Da queste sue parole sembra che lei abbia seguito solo terapie psicoanalitiche, le meno idonee alla sindrome ansioso-depressiva che le è stata diagnosticata; e se l'hanno stancata, forse non le hanno fatto recuperare nemmeno quella cura/simpatia per lei stessa che è la base di ogni cambiamento migliorativo.
Si tratta invece di trovare idee, emozioni, comportamenti idonei intanto a non far peggiorare la sua situazione con l'alienarsi la simpatia degli altri, poi a recuperare il benessere.
Per fare questo sarebbero indicate le terapie che propongono cambiamenti immediati, le cognitivo-comportamentali, le strategiche, le terapie implicanti anche gli aspetti somatici.
Un esempio degli interventi possibili nel suo caso può essere la prescrizione di non bere mai due bicchieri di vino. Sarebbero abbastanza destabilizzanti anche per chi è avvezzo all'alcool; per lei che abitualmente non beve è ovvio che la mandino in black out.
Alle feste e al ristorante ci sono alternative: acqua, coca-cola, aranciata, succhi di frutta. Beva solo questi e semmai aggiunga un solo aperitivo poco alcoolico.
Chieda inoltre a qualche amico di filmarla con il telefonino quando diventa "pesante, inopportuna e provocatoria", visto che in seguito non ricorda nulla, il che può conseguire all'eccesso di alcool, ma anche ad altre condizioni mentali.
Certamente l'alcool è controindicato con gli antidepressivi, ma questo glielo ha già detto chi la segue sotto il profilo farmacologico.
Se lei continua ad associarli, forse è animata da una sorta di volontà distruttiva, quando si trova in situazioni che come scrive l'annoiano.
Una terapia diretta indagherebbe sul motivo per cui ripete queste esperienze frustranti e la inviterebbe a trovare delle alternative.
Dice di essere "una persona schietta per natura ma anche molto attenta agli altri". Le due qualità raramente convivono, e l'alcool potrebbe essere l'alibi per poter rompere gli argini dei riguardi che sente di dover avere verso gli altri. Non a caso afferma: "so di covare rabbia che ahimè a volte mi fa sparare nel mucchio".
Se ancora non sa come gestire questa rabbia, e "scavare" in lei stessa non le ha fatto comprendere da dove nasce, una buona psicoterapia mirata alla soluzione è quello che le occorre.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 675 visite dal 22/12/2023.
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