Crisi relazionale- apatia-gelosia
Buongiorno, scrivo queste righe, probabilmente anche per "mero" flusso di coscienza.
Ho 31 anni ed ho una relazione di quasi 4 anni con la mia ragazzi di 28.
Abbiamo avuto una breve esperienza di convivenza della durata di circa 1 anno, ma purtroppo per esigenze lavorative la stessa si è interrotta ed ora viviamo in città diverse.
Il nostro pregresso è diverso, io ho avuto poche partner ed esclusivamente relazione medio lunghe, mentre per lei ad oggi sono la sua relazione più duratura.
La nostra relazione è sempre stata "tumultuosa"...molti litigi salvo poi riuscire sempre a ritrovarsi, trovo lei caratterialmente più forte e sicura, mentre io pecco in questo aspetto, porto dentro delle insicurezze e tendo a sentirmi sempre meno degli altri.
Siamo sempre stata una coppia di fidanzati e di "amici" oltre ad avere una grandissima affinità e complicità sessuale.
Dopo la mia partenza a causa lavoro ed il termine della convivenza (fase non semplicissima) siamo riusciti a trovare equilibrio ed io ho cercato in tutti i modi di azzerare le distanze, sia mediante piccole attenzioni quotidiane che con presenza fisica, tornando da lei praticamente tutti i week end.
A giugno di quest'anno ha iniziato un nuovo lavoro, nuovi colleghi e questo, devo ammetterlo mi ha portato a forti crisi dettate dalla mia insicurezze.
Ha intrapreso una forte amicizia con dei colleghi, ed in particolare c'è un collega che manifesta attenzioni per lei.
Ne abbiamo parlato, più volte, anche litigato e lo ammetto non le ho risparmiato le paranoie o scenate di gelosia.
Negli ultimi mesi abbiamo vissuto una parabola discendente, prima ci divertivamo con niente, ed era un piacere anche condividere solo la stessa stanza, mentre ad oggi sembra tutto cupo, pare ci sia "noia" quando stiamo assieme.
Vi premetto che entrambi stiamo studiando per ambire a posizioni lavorative superiori e quindi post lavoro ci chiudiamo a studiare assieme fino alla sera, dove si mangia qualcosa, si decide il film e ci si mette a letto.
Ulteriore campanello di allarme è relativo all'affinità sessuale.
Abbiamo rapporti sempre meno frequenti, ridotti ad uno al mese.
Ho provato ad affrontare il discorso e lei mi ha detto che è un "periodo" (dura ormai da qualche mese) dove non sente l'esigenza.
Abbiamo avuto modo di dormire insieme per 8-10 notti di fila senza un avvicinamento da parte sua ed alla mia domanda se in quei giorni avesse avuto perlomeno voglia di stare insieme, lei mi ha risposto in maniera secca di no.
Ha inoltre aggiunto che dopo 4 anni di relazione per lei è "normale" che subentri più la componente amicale del rapporto in luogo dell'infatuazione iniziale e della voglia reciproca, e dalle sue parole il lato amicale pale ad oggi prevalere.
Ha ammesso che effettivamente sente anche lei un pò "la crisi" nella coppia ma al contempo si parla di futuro e dello stare insieme.
Tale situazione sta prendendo il sopravvento su di me, non riesco a pensare ad altro ed il pensiero che sia finita mi sgretola.
Ho 31 anni ed ho una relazione di quasi 4 anni con la mia ragazzi di 28.
Abbiamo avuto una breve esperienza di convivenza della durata di circa 1 anno, ma purtroppo per esigenze lavorative la stessa si è interrotta ed ora viviamo in città diverse.
Il nostro pregresso è diverso, io ho avuto poche partner ed esclusivamente relazione medio lunghe, mentre per lei ad oggi sono la sua relazione più duratura.
La nostra relazione è sempre stata "tumultuosa"...molti litigi salvo poi riuscire sempre a ritrovarsi, trovo lei caratterialmente più forte e sicura, mentre io pecco in questo aspetto, porto dentro delle insicurezze e tendo a sentirmi sempre meno degli altri.
Siamo sempre stata una coppia di fidanzati e di "amici" oltre ad avere una grandissima affinità e complicità sessuale.
Dopo la mia partenza a causa lavoro ed il termine della convivenza (fase non semplicissima) siamo riusciti a trovare equilibrio ed io ho cercato in tutti i modi di azzerare le distanze, sia mediante piccole attenzioni quotidiane che con presenza fisica, tornando da lei praticamente tutti i week end.
A giugno di quest'anno ha iniziato un nuovo lavoro, nuovi colleghi e questo, devo ammetterlo mi ha portato a forti crisi dettate dalla mia insicurezze.
Ha intrapreso una forte amicizia con dei colleghi, ed in particolare c'è un collega che manifesta attenzioni per lei.
Ne abbiamo parlato, più volte, anche litigato e lo ammetto non le ho risparmiato le paranoie o scenate di gelosia.
Negli ultimi mesi abbiamo vissuto una parabola discendente, prima ci divertivamo con niente, ed era un piacere anche condividere solo la stessa stanza, mentre ad oggi sembra tutto cupo, pare ci sia "noia" quando stiamo assieme.
Vi premetto che entrambi stiamo studiando per ambire a posizioni lavorative superiori e quindi post lavoro ci chiudiamo a studiare assieme fino alla sera, dove si mangia qualcosa, si decide il film e ci si mette a letto.
Ulteriore campanello di allarme è relativo all'affinità sessuale.
Abbiamo rapporti sempre meno frequenti, ridotti ad uno al mese.
Ho provato ad affrontare il discorso e lei mi ha detto che è un "periodo" (dura ormai da qualche mese) dove non sente l'esigenza.
Abbiamo avuto modo di dormire insieme per 8-10 notti di fila senza un avvicinamento da parte sua ed alla mia domanda se in quei giorni avesse avuto perlomeno voglia di stare insieme, lei mi ha risposto in maniera secca di no.
Ha inoltre aggiunto che dopo 4 anni di relazione per lei è "normale" che subentri più la componente amicale del rapporto in luogo dell'infatuazione iniziale e della voglia reciproca, e dalle sue parole il lato amicale pale ad oggi prevalere.
Ha ammesso che effettivamente sente anche lei un pò "la crisi" nella coppia ma al contempo si parla di futuro e dello stare insieme.
Tale situazione sta prendendo il sopravvento su di me, non riesco a pensare ad altro ed il pensiero che sia finita mi sgretola.
[#1]
Gentile utente,
i segnali della crisi ci sono tutti. Purtroppo lei ne ha un'eccessiva paura: "il pensiero che sia finita mi sgretola".
Dico "purtroppo" perché tra una crisi, anche forte come un terremoto, e l'addio definitivo, ci sono di mezzo tanti rimedi possibili, per scongiurare questa crisi, per trovare soluzioni allo scopo di farvi ritrovare, infine per dare modo a tutti e due -in particolare a lei che ci scrive- di vivere la tempesta senza abbandonarsi al catastrofismo che sembra essere una sua prerogativa: "porto dentro delle insicurezze e tendo a sentirmi sempre meno degli altri".
Mantenendo l'allegoria della tempesta, per guidare la nave verso un porto occorre essere consapevoli dei venti e delle correnti, di ciò che siamo in grado di fare e di ciò che sfugge al nostro controllo e alla nostra volontà.
Se lei continuerà ad avvertire le avvisaglie della crisi ma a far finta di non vederle, accettando dichiarazioni non convincenti della sua partner: "dopo 4 anni di relazione per lei è "normale" che subentri più la componente amicale del rapporto in luogo dell'infatuazione iniziale e della voglia reciproca", si troverà esposto ad una lunga agonia del vostro rapporto, senza difese.
Queste difese non sono certo gli interrogatori ansiosi, le "paranoie", le scenate di gelosia, ma un'attenta disamina di ciò che rende la vostra relazione noiosa, sessualmente non desiderabile, forse inquinata da delusioni e sotterranei rancori.
A volte è utile parlarne nella coppia, ma la sua ragazza già ha manifestato fastidio verso questa sincerità.
Una strada potrebbe essere la terapia di coppia: l* psicolog* in questi casi ha il compito di riaprire il dialogo interrotto, di farsi mediatore delle resistenze e dei risentimenti che si sono creati, di additare nuovi possibili orizzonti di incontro tra i due.
In certi casi anche la terapia individuale può migliorare la situazione di coppia. Lei dice di avere da sempre delle insicurezze, mentre un atteggiamento più sicuro le permetterebbe di essere maggiormente consapevole sia degli errori commessi, sia delle possibili scelte più felici.
Rifletta su tutto questo. Molti auguri.
i segnali della crisi ci sono tutti. Purtroppo lei ne ha un'eccessiva paura: "il pensiero che sia finita mi sgretola".
Dico "purtroppo" perché tra una crisi, anche forte come un terremoto, e l'addio definitivo, ci sono di mezzo tanti rimedi possibili, per scongiurare questa crisi, per trovare soluzioni allo scopo di farvi ritrovare, infine per dare modo a tutti e due -in particolare a lei che ci scrive- di vivere la tempesta senza abbandonarsi al catastrofismo che sembra essere una sua prerogativa: "porto dentro delle insicurezze e tendo a sentirmi sempre meno degli altri".
Mantenendo l'allegoria della tempesta, per guidare la nave verso un porto occorre essere consapevoli dei venti e delle correnti, di ciò che siamo in grado di fare e di ciò che sfugge al nostro controllo e alla nostra volontà.
Se lei continuerà ad avvertire le avvisaglie della crisi ma a far finta di non vederle, accettando dichiarazioni non convincenti della sua partner: "dopo 4 anni di relazione per lei è "normale" che subentri più la componente amicale del rapporto in luogo dell'infatuazione iniziale e della voglia reciproca", si troverà esposto ad una lunga agonia del vostro rapporto, senza difese.
Queste difese non sono certo gli interrogatori ansiosi, le "paranoie", le scenate di gelosia, ma un'attenta disamina di ciò che rende la vostra relazione noiosa, sessualmente non desiderabile, forse inquinata da delusioni e sotterranei rancori.
A volte è utile parlarne nella coppia, ma la sua ragazza già ha manifestato fastidio verso questa sincerità.
Una strada potrebbe essere la terapia di coppia: l* psicolog* in questi casi ha il compito di riaprire il dialogo interrotto, di farsi mediatore delle resistenze e dei risentimenti che si sono creati, di additare nuovi possibili orizzonti di incontro tra i due.
In certi casi anche la terapia individuale può migliorare la situazione di coppia. Lei dice di avere da sempre delle insicurezze, mentre un atteggiamento più sicuro le permetterebbe di essere maggiormente consapevole sia degli errori commessi, sia delle possibili scelte più felici.
Rifletta su tutto questo. Molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dottoressa, la ringrazio per il riscontro. Sono purtroppo consapevole che la crisi et ormai in atto. La terapia di coppia, tendo ad escluderla in quanto non credo che purtroppo sarebbe felice di aderire. Purtroppo io vivo questa situazione in preda ad un'ansia costante, sento costantemente un peso sul petto, ma più le parlo più in lei percepisco pesantezza. È come se leiil ormai avesse quasi repulsione e veda nel gruppo di di questi nuovi colleghi/amici una via di fuga in quanto con loro ride, si diverte e prova gioia (che non trova nella relazione). In particolare, conoscendola, vede anche in questo nuovo collega un'alternativa "migliore" (pensate che proprio lui ha da poco raggiunto il traguardo lavorativo da noi agognato insieme). Purtroppo non riesco a trasmettere sicurezza o altro ..mi sento solo davvero fragile ed in ansia...e vedo lei sempre più lontana. Ogni tentativo di renderla partecipe di quel che sto passando non fa altro che darmi ulteriori conferme o comunque peggiorare la situazione. Ad oggi sento tanto malessere, è un pensiero fisso..aumenta quando lei non c'è...ed anche quando siamo insieme,, vivo tutto con ansia..ansia che si possa annoiare, ansia di vederla ridere se arriva un messaggio what app da quei ragazzi per poi girarsi verso di me triste...non riesco davvero a ritirarmi su ..
[#3]
Caro ragazzo,
sembra quindi che lei abbia molto bisogno di essere supportato, di sentirsi in qualche modo protetto, per non fare errori che compromettano la sua immagine agli occhi della ragazza, danneggiando i vostri ricordi e la possibilità di ricostruire, sia pure non nell'immediato.
Lei capisce che la lacerazione, certamente avvertita con dolore anche dalla partner, non deve risolversi in una serie di ferite morali inferte a vicenda.
Il rispetto per voi come persone dev'essere salvo, e anche il rispetto per il vostro ruolo: al momento, finché uno dei due, con lealtà, non dice all'altro: "preferisco lasciarti", la vostra relazione è in piedi e merita rispetto.
Di più in un consulto a distanza non si riesce a dire.
Vale il principio che i momenti di crisi, per quanto dolorosi, sono anche quelli in cui è più facile cambiare, quindi migliorare: se non la vostra relazione, voi stessi, ciascuno per sé.
Assieme all'augurio di soffrire il meno possibile, le invio anche gli auguri per le prossime festività: se non felici, che siano improntate alla dignità e al coraggio.
Ci scriva quando vuole, ma si faccia supportare anche di persona.
sembra quindi che lei abbia molto bisogno di essere supportato, di sentirsi in qualche modo protetto, per non fare errori che compromettano la sua immagine agli occhi della ragazza, danneggiando i vostri ricordi e la possibilità di ricostruire, sia pure non nell'immediato.
Lei capisce che la lacerazione, certamente avvertita con dolore anche dalla partner, non deve risolversi in una serie di ferite morali inferte a vicenda.
Il rispetto per voi come persone dev'essere salvo, e anche il rispetto per il vostro ruolo: al momento, finché uno dei due, con lealtà, non dice all'altro: "preferisco lasciarti", la vostra relazione è in piedi e merita rispetto.
Di più in un consulto a distanza non si riesce a dire.
Vale il principio che i momenti di crisi, per quanto dolorosi, sono anche quelli in cui è più facile cambiare, quindi migliorare: se non la vostra relazione, voi stessi, ciascuno per sé.
Assieme all'augurio di soffrire il meno possibile, le invio anche gli auguri per le prossime festività: se non felici, che siano improntate alla dignità e al coraggio.
Ci scriva quando vuole, ma si faccia supportare anche di persona.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 916 visite dal 20/12/2023.
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