Reazioni fuoriluogo difronte a situazioni spiacevoli
Buongiorno Dottori.
Mio figlio, 15enne, mostra reazioni fuoriluogo difronte a situazioni spiacevoli.
In altre parole, se le situazioni non vanno nel verso desiderato, tende ad avere reazioni sproporzionate (secondo il nostro punto di vista di genitori).
Non posso non ammettere che è stato spesso così, anche quando era più piccolo (ad esempio, davanti a qualche "no", perdeva il controllo, con piante disperati).
Ora la cosa ci sta preoccupando, perchè sta vivendo un rapporto di coppia.
è capitato che abbia litigato e, temendo di lasciarsi, per la "frustrazione" ha rotto una cosa.
Come possiamo farci aiutare?
Sia noi genitori che il ragazzo?
è una cosa preoccupante?
o è normale alla sua età?
Grazie a chi vorrà darci un suggerimento.
Mio figlio, 15enne, mostra reazioni fuoriluogo difronte a situazioni spiacevoli.
In altre parole, se le situazioni non vanno nel verso desiderato, tende ad avere reazioni sproporzionate (secondo il nostro punto di vista di genitori).
Non posso non ammettere che è stato spesso così, anche quando era più piccolo (ad esempio, davanti a qualche "no", perdeva il controllo, con piante disperati).
Ora la cosa ci sta preoccupando, perchè sta vivendo un rapporto di coppia.
è capitato che abbia litigato e, temendo di lasciarsi, per la "frustrazione" ha rotto una cosa.
Come possiamo farci aiutare?
Sia noi genitori che il ragazzo?
è una cosa preoccupante?
o è normale alla sua età?
Grazie a chi vorrà darci un suggerimento.
[#1]
Gentile utente,
come lei osserva già qualche tempo fa suo figlio si trovava in difficoltà di fronte al *limite*: ne è testimonianza questo consulto di quattro anni fa, peraltro
Scaduto - 07-10 Mio figlio di 11 anni non riesce a sopportare qualsiasi messa in discussione di quello che fa. [Psicologia].
Purtroppo molto tempo è stato perso, e questo lo scrivo non tanto per farvi sentire in colpa quanto piuttosto per chi ci legge ed è ancora in tempo per anticipare l'intervento educativo. L'apprendimento della sopportabilità del NO, dell'accettazione del limite quando necessario, avviene nei primi anni di vita, all'interno del clima rassicurante e amoroso della famiglia; ma unicamente quando i genitori hanno il coraggio di accettare il conflitto con il figlio e sanno come gestirlo senza farsi sovrastare e senza sentirsi cattivi genitori. Solo così risulta accettabile il NO, cioè il passaggio dal principio del piacere (esigo tutto e subito) al principio di realtàà (non subito, non tutto).
Concordo fortemente con la vostra ipotesi di chiedere aiuto psicologico, aggiungerei 'al più presto'.
La/il professionista da individuare è nell'ambito di Psicolog* Psicoterapeut* con specializzazione in Terapia della famiglia.
Ovviamente solo in presenza (vostra, del figlio, a tre; vedrete) ci potrà essere una diagnosi e una ipotesi di percorso di cambiamento.
Rimango a disposizione per eventuali ulteriori informazioni.
Dott. Brunialti
come lei osserva già qualche tempo fa suo figlio si trovava in difficoltà di fronte al *limite*: ne è testimonianza questo consulto di quattro anni fa, peraltro
Scaduto - 07-10 Mio figlio di 11 anni non riesce a sopportare qualsiasi messa in discussione di quello che fa. [Psicologia].
Purtroppo molto tempo è stato perso, e questo lo scrivo non tanto per farvi sentire in colpa quanto piuttosto per chi ci legge ed è ancora in tempo per anticipare l'intervento educativo. L'apprendimento della sopportabilità del NO, dell'accettazione del limite quando necessario, avviene nei primi anni di vita, all'interno del clima rassicurante e amoroso della famiglia; ma unicamente quando i genitori hanno il coraggio di accettare il conflitto con il figlio e sanno come gestirlo senza farsi sovrastare e senza sentirsi cattivi genitori. Solo così risulta accettabile il NO, cioè il passaggio dal principio del piacere (esigo tutto e subito) al principio di realtàà (non subito, non tutto).
Concordo fortemente con la vostra ipotesi di chiedere aiuto psicologico, aggiungerei 'al più presto'.
La/il professionista da individuare è nell'ambito di Psicolog* Psicoterapeut* con specializzazione in Terapia della famiglia.
Ovviamente solo in presenza (vostra, del figlio, a tre; vedrete) ci potrà essere una diagnosi e una ipotesi di percorso di cambiamento.
Rimango a disposizione per eventuali ulteriori informazioni.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie mille Dottoressa.
c'è da dire che riguardo la precedente richiesta di consulto, le cose si sono di molto migliorate.
sia per i compiti che per le sconfitte.
Quindi Lei ci vede qualcosa di "patologico" in questo comportamento? Non fa parte del comportamento "adolescenziale".
ad ogni buon conto ci daremo da fare
c'è da dire che riguardo la precedente richiesta di consulto, le cose si sono di molto migliorate.
sia per i compiti che per le sconfitte.
Quindi Lei ci vede qualcosa di "patologico" in questo comportamento? Non fa parte del comportamento "adolescenziale".
ad ogni buon conto ci daremo da fare
[#3]
Gentile utente,
noi specialist* Medicitalia (come tutti, online, del resto) abbiamo unicamente le parole di chi ci scrive, che già rappresentano un importante filtro soggettivo rispetto alla realtà.
Per questo motivo non diamo mai pareri su terze persone 'per riferito'; men che meno diagnosi.
Fanno eccezione quei i genitori che hanno bisogno di qualche dritta riguardante i figli minorenni; questi ultimi infatti non possono fruire 'in proprio' del nostro servizio proprio in quanto minorenni.
Quel che possiamo offrire a questi genitori non è mai una diagnosi, bensì un 'orientamento'; che peraltro -come da Linee guida- non sostituisce la visita specialistica di persona.
Parlando in generale, si raccomanda ai genitori la consulenza psicologica anche in caso di dubbio. Proprio perchè nell'età evolutiva basta poco -talvolta- per raddrizzare il tiro e per far evolvere eventuali "comportamenti adolescenziali" verso forme più mature.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
noi specialist* Medicitalia (come tutti, online, del resto) abbiamo unicamente le parole di chi ci scrive, che già rappresentano un importante filtro soggettivo rispetto alla realtà.
Per questo motivo non diamo mai pareri su terze persone 'per riferito'; men che meno diagnosi.
Fanno eccezione quei i genitori che hanno bisogno di qualche dritta riguardante i figli minorenni; questi ultimi infatti non possono fruire 'in proprio' del nostro servizio proprio in quanto minorenni.
Quel che possiamo offrire a questi genitori non è mai una diagnosi, bensì un 'orientamento'; che peraltro -come da Linee guida- non sostituisce la visita specialistica di persona.
Parlando in generale, si raccomanda ai genitori la consulenza psicologica anche in caso di dubbio. Proprio perchè nell'età evolutiva basta poco -talvolta- per raddrizzare il tiro e per far evolvere eventuali "comportamenti adolescenziali" verso forme più mature.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 849 visite dal 14/12/2023.
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