Voglio andare via di casa ma c'è la resistenza dei miei genitori
CARI DOTTORI, buonasera ho 23 anni e frequento l'università di lettere
c'è un problema enorme nella mia testa, quello di voler andare via di casa ma c'è la resistenza dei miei genitori.
io non so questa resistenza a cosa sia dovuta... se magari al fatto che io abbia sofferto di disturbi alimentari '' ne soffro tutt'ora '' se magari tutti i tentativi di andare via da casa sono falliti (perchè c'è da dire che sono stata anche a napoli per un annetto scarso in una casa studente) non lo so, ma io mi sento questa resistenza addosso.
ci sono delle volte in cui dico '' voglio andare via '' di continuo ragiono su questo problema e ne parlo anche con loro ma comunque c'è la resistenza perchè loro mi fanno questo ragionamento e mi dicono '' dove vai senza nemmeno 1 euro, devi prima crearti una base qui sul tuo paese e poi vai via '' ma dato che in questo paese in cui vivo non c'è nulla mi sento molto persa.
Non ho amici, non ho la macchina e non ho un fidanzato.
sono dalla mattina alla sera in casa e di questo me ne pento perchè ho avuto tante opportunità di uscire fuori casa magari e di restare a napoli per l'università ma tutti questi tentativi sono falliti.
i tentativi falliti... secondo me sono falliti perchè io non voglio SERIAMENTE LAVORARE SU ME STESSA.
NEL SENSO CHE non voglio assumermi la responsabilità delle mie azioni e voglio che siano gli altri a fare le cose al posto mio.
A napoli non riuscivo a stare da sola e chiamavo continuamente mia nonna, i miei genitori, mia mamma, mio padre etc... non so stare da sola, parlo sempre troppo per voglia di comunicare agli altri il mio dolore interno, sono agitata nel senso che vado avanti e indietro... io ho paura di guarire vorrei restare un eterna bambina ma putroppo so che non è cosi perchè non si può restare eterni bambini e se lo si vuole bisogna assumersi anche delle responsabilità.
p.
s sono seguita da una psicoterapeuta per dca DI ORIENTAMENTO PSICODINAMICO cosa posso fare?
mi sento confusa, sola e triste
c'è un problema enorme nella mia testa, quello di voler andare via di casa ma c'è la resistenza dei miei genitori.
io non so questa resistenza a cosa sia dovuta... se magari al fatto che io abbia sofferto di disturbi alimentari '' ne soffro tutt'ora '' se magari tutti i tentativi di andare via da casa sono falliti (perchè c'è da dire che sono stata anche a napoli per un annetto scarso in una casa studente) non lo so, ma io mi sento questa resistenza addosso.
ci sono delle volte in cui dico '' voglio andare via '' di continuo ragiono su questo problema e ne parlo anche con loro ma comunque c'è la resistenza perchè loro mi fanno questo ragionamento e mi dicono '' dove vai senza nemmeno 1 euro, devi prima crearti una base qui sul tuo paese e poi vai via '' ma dato che in questo paese in cui vivo non c'è nulla mi sento molto persa.
Non ho amici, non ho la macchina e non ho un fidanzato.
sono dalla mattina alla sera in casa e di questo me ne pento perchè ho avuto tante opportunità di uscire fuori casa magari e di restare a napoli per l'università ma tutti questi tentativi sono falliti.
i tentativi falliti... secondo me sono falliti perchè io non voglio SERIAMENTE LAVORARE SU ME STESSA.
NEL SENSO CHE non voglio assumermi la responsabilità delle mie azioni e voglio che siano gli altri a fare le cose al posto mio.
A napoli non riuscivo a stare da sola e chiamavo continuamente mia nonna, i miei genitori, mia mamma, mio padre etc... non so stare da sola, parlo sempre troppo per voglia di comunicare agli altri il mio dolore interno, sono agitata nel senso che vado avanti e indietro... io ho paura di guarire vorrei restare un eterna bambina ma putroppo so che non è cosi perchè non si può restare eterni bambini e se lo si vuole bisogna assumersi anche delle responsabilità.
p.
s sono seguita da una psicoterapeuta per dca DI ORIENTAMENTO PSICODINAMICO cosa posso fare?
mi sento confusa, sola e triste
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Gentile utente,
sempre più lei diviene consapevole degli schemi mentali che la bloccano.
Questo vuol dire che la psicoterapia sta funzionando.
Qui lei scrive: "non voglio assumermi la responsabilità delle mie azioni e voglio che siano gli altri a fare le cose al posto mio".
In particolare, dovrebbero essere i suoi genitori a prepararle la valigia e metterla alla porta? Dovrebbero mantenerla in un'altra città, senza che lei sviluppi alcuna autonomia né economica né affettiva? Infatti dice che quando era in un'altra città stava sempre attaccata al telefono.
Segua le indicazioni della sua terapeuta e stringa i denti. Tra le cose di cui diviene consapevole, c'è anche il fatto che realizzare qualcosa, sia pure con fatica, le dà soddisfazione, e lo starsene inerte invece la deprime.
Coraggio.
sempre più lei diviene consapevole degli schemi mentali che la bloccano.
Questo vuol dire che la psicoterapia sta funzionando.
Qui lei scrive: "non voglio assumermi la responsabilità delle mie azioni e voglio che siano gli altri a fare le cose al posto mio".
In particolare, dovrebbero essere i suoi genitori a prepararle la valigia e metterla alla porta? Dovrebbero mantenerla in un'altra città, senza che lei sviluppi alcuna autonomia né economica né affettiva? Infatti dice che quando era in un'altra città stava sempre attaccata al telefono.
Segua le indicazioni della sua terapeuta e stringa i denti. Tra le cose di cui diviene consapevole, c'è anche il fatto che realizzare qualcosa, sia pure con fatica, le dà soddisfazione, e lo starsene inerte invece la deprime.
Coraggio.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.6k visite dal 13/12/2023.
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