Difficoltà nella relazione e in generale
Ho 45 anni e sono in una relazione in cui sto male e non riesco ad uscirne inoltre mi sento io responsabile della non riuscita della relazione, a causa della mia difficoltà a dare fiducia (aggravata dal fatto che lui sin dall’inizio mi ha detto bugie ed ha omesso cose) e alla mia difficoltà a stare in una famiglia invadente (la sua lo è molto e lui sente il bisogno di condividere le nostre faccende private con loro)
La relazione dura da 2 anni e sin dall’inizio abbiamo avuto grandi difficoltà
Io sono ad un punto dove sto troppo male per rimanere con lui (anche se ho paura che sia colpa mia se non funziona.
Funzionerebbe se io fossi più accomodante con la sua famiglia e se accettassi che lui vorrebbe mantenere rapporti emotivi stretti con delle amiche donne con cui si confidava - ma con me non parla mai del suo mondo interiore), ma sto anche molto male al pensiero di stare di nuovo da sola, perché temo che a questo punto il problema sono io e non troverò mai nessuno che possa amarmi come sono e capire che sto provando a superare le mie difficoltà relazionali e che ho bisogno di supporto, pazienza e sincerità, nonché di privacy con la sua famiglia.
Adesso sono al limite della sopportazione perché lui passerà il Natale con la sua famiglia ed un’amica di famiglia con cui c’è stato qualcosa (lui era innamorato di lei e sembra anche lei di lui, ma lei si è tirata indietro per non mettere in pericolo l’amicizia con la famiglia di lui).
Per me è una grave mancanza di rispetto.
Per lui la cosa più importante è passare il Natale con la sua famiglia e vuole anche passare del tempo con lei (dice che non prova più nulla per lei, ma che fa parte della famiglia).
Io non posso andare con lui perché avevo già preso un impegno con mia sorella e le mie nipoti (che non vedo da 3 anni) e non ho voglia di rinunciarci solo per controllare lui.
Vorrei potermi fidare di lui, ma le bugie rendono difficile farlo (inizialmente ha negato che ci fosse stato qualcosa con questa donna, ma poi ha dovuto ammetterlo perché la sorella ha accennato a qualcosa e lui non poteva più negare)
Io sto molto male, vorrei trovare il modo per fare funzionare questa relazione, ma sembra che in 2 anni abbiamo fatto più danni che cose buone gli ho anche proposto la terapia di coppia, ma lui non risponde neanche quando lo dico
Spero possiate darmi qualche consiglio per chiarirmi le idee.
Grazie anticipatamente e buona giornata
La relazione dura da 2 anni e sin dall’inizio abbiamo avuto grandi difficoltà
Io sono ad un punto dove sto troppo male per rimanere con lui (anche se ho paura che sia colpa mia se non funziona.
Funzionerebbe se io fossi più accomodante con la sua famiglia e se accettassi che lui vorrebbe mantenere rapporti emotivi stretti con delle amiche donne con cui si confidava - ma con me non parla mai del suo mondo interiore), ma sto anche molto male al pensiero di stare di nuovo da sola, perché temo che a questo punto il problema sono io e non troverò mai nessuno che possa amarmi come sono e capire che sto provando a superare le mie difficoltà relazionali e che ho bisogno di supporto, pazienza e sincerità, nonché di privacy con la sua famiglia.
Adesso sono al limite della sopportazione perché lui passerà il Natale con la sua famiglia ed un’amica di famiglia con cui c’è stato qualcosa (lui era innamorato di lei e sembra anche lei di lui, ma lei si è tirata indietro per non mettere in pericolo l’amicizia con la famiglia di lui).
Per me è una grave mancanza di rispetto.
Per lui la cosa più importante è passare il Natale con la sua famiglia e vuole anche passare del tempo con lei (dice che non prova più nulla per lei, ma che fa parte della famiglia).
Io non posso andare con lui perché avevo già preso un impegno con mia sorella e le mie nipoti (che non vedo da 3 anni) e non ho voglia di rinunciarci solo per controllare lui.
Vorrei potermi fidare di lui, ma le bugie rendono difficile farlo (inizialmente ha negato che ci fosse stato qualcosa con questa donna, ma poi ha dovuto ammetterlo perché la sorella ha accennato a qualcosa e lui non poteva più negare)
Io sto molto male, vorrei trovare il modo per fare funzionare questa relazione, ma sembra che in 2 anni abbiamo fatto più danni che cose buone gli ho anche proposto la terapia di coppia, ma lui non risponde neanche quando lo dico
Spero possiate darmi qualche consiglio per chiarirmi le idee.
Grazie anticipatamente e buona giornata
[#1]
Gentile signora,
due anni fa questa sua relazione era solo agli inizi e proprio io risposi ai dubbi che già si delineavano: bugie di lui, legame ambiguo con una donna a cui mandava messaggini tutti i i giorni e che andava a trovare due volte l'anno (è la stessa con cui trascorrerà anche questo Natale, o un'altra?), insicurezza personale di lei che ci scrive, da lei motivata con la considerazione che è stata tradita in passato.
In risposta alla sua richiesta di spunti di riflessione le avevo elencato diversi punti su cui riflettere.
Lo ha fatto?
Se sì, le dirò che lo ha fatto in maniera superficiale, perché dopo un'attenta considerazione di quanto le facevo notare avrebbe dovuto agire in modo da non trovarsi, adesso, nella medesima situazione, ancora peggiorata.
La novità consiste nel fatto che lei è ancora più legata a quest'uomo ed è ancora più ferita. Ha inoltre sviluppato l'idea che se le cose vanno male la colpa è sua: lo ripete quattro volte in quest'ultima email.
La sua sembrerebbe la sindrome della vittima del narcisista.
Questa volta la invito a riflettere sulle parole: "temo che a questo punto il problema sono io e non troverò mai nessuno che possa amarmi come sono e capire che sto provando a superare le mie difficoltà relazionali e che ho bisogno di supporto, pazienza e sincerità".
Su queste parole si dovrebbe impostare un'intera terapia, non di coppia, signora, ma sua personale. Spero che lei abbia già preso in seria considerazione il "bisogno di supporto" di cui parla, e abbia già un terapeuta.
Se è così, gran parte del cammino è fatto, e scrivendo a noi non può che danneggiarlo.
Se invece questo supporto lo cerca in un partner, per di più in un partner a sua volta disturbato, non potrà che peggiorare sé e la relazione.
Infine, se ha un terapeuta ma non si affida totalmente a lui o lei, immagino sappia di essere portatrice di un disturbo specifico che solo la pazienza e un serio impegno potranno farle superare.
Buone cose.
due anni fa questa sua relazione era solo agli inizi e proprio io risposi ai dubbi che già si delineavano: bugie di lui, legame ambiguo con una donna a cui mandava messaggini tutti i i giorni e che andava a trovare due volte l'anno (è la stessa con cui trascorrerà anche questo Natale, o un'altra?), insicurezza personale di lei che ci scrive, da lei motivata con la considerazione che è stata tradita in passato.
In risposta alla sua richiesta di spunti di riflessione le avevo elencato diversi punti su cui riflettere.
Lo ha fatto?
Se sì, le dirò che lo ha fatto in maniera superficiale, perché dopo un'attenta considerazione di quanto le facevo notare avrebbe dovuto agire in modo da non trovarsi, adesso, nella medesima situazione, ancora peggiorata.
La novità consiste nel fatto che lei è ancora più legata a quest'uomo ed è ancora più ferita. Ha inoltre sviluppato l'idea che se le cose vanno male la colpa è sua: lo ripete quattro volte in quest'ultima email.
La sua sembrerebbe la sindrome della vittima del narcisista.
Questa volta la invito a riflettere sulle parole: "temo che a questo punto il problema sono io e non troverò mai nessuno che possa amarmi come sono e capire che sto provando a superare le mie difficoltà relazionali e che ho bisogno di supporto, pazienza e sincerità".
Su queste parole si dovrebbe impostare un'intera terapia, non di coppia, signora, ma sua personale. Spero che lei abbia già preso in seria considerazione il "bisogno di supporto" di cui parla, e abbia già un terapeuta.
Se è così, gran parte del cammino è fatto, e scrivendo a noi non può che danneggiarlo.
Se invece questo supporto lo cerca in un partner, per di più in un partner a sua volta disturbato, non potrà che peggiorare sé e la relazione.
Infine, se ha un terapeuta ma non si affida totalmente a lui o lei, immagino sappia di essere portatrice di un disturbo specifico che solo la pazienza e un serio impegno potranno farle superare.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 584 visite dal 13/12/2023.
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