Gestione della ludopatia di un familiare
Nel 2021 ho scoperto che la mi compagna mamma di nostro figlio che ora ha 9 anni, soffre di ludopatia.
Ha creato molti casini con diversi debiti anche con familiari.
Fortunatamente ha voluto intraprendere un percorso con una psicoterapeuta del SERT ed è seguita da un avvocato che le fa da tutore giudiziario.
Ora dopo quasi 3 anni io ho molta paura che se termina il percorso e non ha più la tutela lei riprenda col problema come faccio per affrontare un eventuale periodo di ritorno alla normalità e tutelarmi?
Grazie
Ha creato molti casini con diversi debiti anche con familiari.
Fortunatamente ha voluto intraprendere un percorso con una psicoterapeuta del SERT ed è seguita da un avvocato che le fa da tutore giudiziario.
Ora dopo quasi 3 anni io ho molta paura che se termina il percorso e non ha più la tutela lei riprenda col problema come faccio per affrontare un eventuale periodo di ritorno alla normalità e tutelarmi?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
comprendo il suo problema, ma se la sua compagna è guarita, e se rispetterà la consegna, anche dei colloqui periodici con i curanti, mantenere un atteggiamento prudente è opportuno, ma considerarla sempre ludopatica può essere controproducente.
In ogni caso, i familiari conviventi devono essere coinvolti nella terapia al SERT e istradati ai comportamenti che seguono la fine della terapia.
Perché dunque lei si rivolge a noi?
comprendo il suo problema, ma se la sua compagna è guarita, e se rispetterà la consegna, anche dei colloqui periodici con i curanti, mantenere un atteggiamento prudente è opportuno, ma considerarla sempre ludopatica può essere controproducente.
In ogni caso, i familiari conviventi devono essere coinvolti nella terapia al SERT e istradati ai comportamenti che seguono la fine della terapia.
Perché dunque lei si rivolge a noi?
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa la ringrazio per la risposta. Il punto è proprio quello. Nel suo percorso al SERT io sono stato coinvolto molto poco se non in 2 o 3 incontri insieme allamia compagna e con la psicologa che la segue. E a dire il vero ad ogni incontro mi sono sempre sentito quasi accusato (il mood era che il problema nasceva da me che la trascuravo. Faccio notare che il padre di lei è stato ludopatico anche lui si è giocato tutto rimanendo senza nulla per poi intraprendere un percorso col SERT e con una comunità) e senza mai indicarmi indicazioni o comportamenti da seguire. Loro stessi, su mia richiesta dove ho fatto notare e suggerire che un percorso di questo tipo per ritenersi completo occorrerebbe anche di un supporto specifico a familiari stretti come me, hanno detto che effettivamente è un corretto suggerimento. Ma poi non hanno mai dato seguito. Io ringrazio sempre per il supporto dato sopratutto quello anche legale, ma mi sono sentito e mi sento tutto ora un po' abbandonato.
Però quanto da lei detto sulla. Fiducia e importante e la ringrazio anche se ripeto ho molta paura.
Però quanto da lei detto sulla. Fiducia e importante e la ringrazio anche se ripeto ho molta paura.
[#3]
Gentile utente,
prendo per buone le sue parole, anche se faccio fatica a capire quale metodo volesse seguire la vostra curante riguardo alla modifica dell'entourage in cui il disturbo della sua compagna si è prodotto, e mi chiedo se per caso non vi siate capiti.
A volte anche nei migliori centri pubblici la mancanza di tempo deforma la modalità d'intervento fino a toglierle efficacia.
Capisco ancora di più quanto lei si senta spaventato: ci sono da gestire sia il rischio della sua compagna di cercare ancora nel gioco il superamento delle frustrazioni, sia la tendenza di lei che ci scrive a trascurarla.
Ovviamente quest'ultima non è la causa meccanica dell'effetto ludopatia, ma mi chiedo come si possa individuarla come concausa e non dare alcuna indicazione per eliminarla.
A questo punto cercare una guida privata per gestire il rientro alla vita "normale", con uno specialista esperto di dipendenze, mi sembra indispensabile.
Ci tenga al corrente; molti auguri.
prendo per buone le sue parole, anche se faccio fatica a capire quale metodo volesse seguire la vostra curante riguardo alla modifica dell'entourage in cui il disturbo della sua compagna si è prodotto, e mi chiedo se per caso non vi siate capiti.
A volte anche nei migliori centri pubblici la mancanza di tempo deforma la modalità d'intervento fino a toglierle efficacia.
Capisco ancora di più quanto lei si senta spaventato: ci sono da gestire sia il rischio della sua compagna di cercare ancora nel gioco il superamento delle frustrazioni, sia la tendenza di lei che ci scrive a trascurarla.
Ovviamente quest'ultima non è la causa meccanica dell'effetto ludopatia, ma mi chiedo come si possa individuarla come concausa e non dare alcuna indicazione per eliminarla.
A questo punto cercare una guida privata per gestire il rientro alla vita "normale", con uno specialista esperto di dipendenze, mi sembra indispensabile.
Ci tenga al corrente; molti auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 971 visite dal 08/12/2023.
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