Che cosa mi succede ?
Buonasera, scrivo qui perché è da qualche mese che i miei stai di ansia e attacchi di panico sono aumentati a dismisura.
Circa cinque anni fa, improvvisamente ho scoperto di soffrire di DOC per violenza verso le stessa e gli altri, io tutto scaturito da una relazione che non mi giocava più e la perdita del lavoro, dopo un breve percorso psicologico che ho dovuto abbandonare per una questione economica, sono "rinata" in seguito alla nascita del mio primo nipote e l'inizio di un nuovo lavoro dove conosco nuove persone che mi aiutano a lasciarmi alle spalle quella che ero ormai la mia vecchia relazione, finita soprattutto per età differenti e di conseguenza obiettivi di vita diversi, in quanto io studentessa universitaria.
Nel nuovo lavoro conosco nuovi ragazzi, ma mi innamoro del mio capo, uomo sposato e molto più grande di me.
Sei anni di passione, litigi, pianti disperati, finita perché io sono cresciuta e cambiata e ho messo una parola fine a tutto il dolore che ho provato.
Conosco poi un altro uomo single di 37 anni che imposta la conoscenza subito con " non voglio avere relazioni", va bene figurati chi lo ha pensato poi?
Questa conoscenza però manca di attenzioni e interessi da parte sua, "relazione" meramente sessuale a tal punto che decido di chiudere per non soffrire ancora una volta.
Ora sono due mesi che ho conosciuto colui che pensavo fosse il ragazzo perfetto, ma la distanza lo fa essere una persona completamente diversa da quando è qui vicino a me, indifferente alle mie richieste di attenzioni, indifferente a tutto, molto egoista direi e questo mi porta a stare male e pensare che allora per me non esista nessuno in grado di potermi amare e che il mio destino è quello di restare sola per sempre... intanto in tutto ciò aumenta il DOC e mi fa stare male...che cosa posso fare per farmi ritornare la voglia di prendermi cura di me stessa e soprattutto di vivere?
Circa cinque anni fa, improvvisamente ho scoperto di soffrire di DOC per violenza verso le stessa e gli altri, io tutto scaturito da una relazione che non mi giocava più e la perdita del lavoro, dopo un breve percorso psicologico che ho dovuto abbandonare per una questione economica, sono "rinata" in seguito alla nascita del mio primo nipote e l'inizio di un nuovo lavoro dove conosco nuove persone che mi aiutano a lasciarmi alle spalle quella che ero ormai la mia vecchia relazione, finita soprattutto per età differenti e di conseguenza obiettivi di vita diversi, in quanto io studentessa universitaria.
Nel nuovo lavoro conosco nuovi ragazzi, ma mi innamoro del mio capo, uomo sposato e molto più grande di me.
Sei anni di passione, litigi, pianti disperati, finita perché io sono cresciuta e cambiata e ho messo una parola fine a tutto il dolore che ho provato.
Conosco poi un altro uomo single di 37 anni che imposta la conoscenza subito con " non voglio avere relazioni", va bene figurati chi lo ha pensato poi?
Questa conoscenza però manca di attenzioni e interessi da parte sua, "relazione" meramente sessuale a tal punto che decido di chiudere per non soffrire ancora una volta.
Ora sono due mesi che ho conosciuto colui che pensavo fosse il ragazzo perfetto, ma la distanza lo fa essere una persona completamente diversa da quando è qui vicino a me, indifferente alle mie richieste di attenzioni, indifferente a tutto, molto egoista direi e questo mi porta a stare male e pensare che allora per me non esista nessuno in grado di potermi amare e che il mio destino è quello di restare sola per sempre... intanto in tutto ciò aumenta il DOC e mi fa stare male...che cosa posso fare per farmi ritornare la voglia di prendermi cura di me stessa e soprattutto di vivere?
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Gentile utente,
noi non sappiamo se la sua scelta dei partner sia sistematicamente orientata da criteri che le precludono dei sentimenti solidi e la progettazione di un futuro insieme; nemmeno ci è noto il modo di condurre le relazioni, da parte sua e del partner; infine non ci dice cosa si aspetta da un partner e cosa lei può e vuole dare a lui.
Quando ci viene fornito qualche esempio si può capire quale sia il disagio della persona che si rivolge a noi, ma qui la frase che esprime il suo disagio è ambigua: "la distanza lo fa essere una persona completamente diversa da quando è qui vicino a me, indifferente alle mie richieste di attenzioni, indifferente a tutto, molto egoista".
Quando si manifesta questa indifferenza: da lontano o da vicino?
Lei capisce che questa precisazione è essenziale.
Ci scriva ancora con qualche concreto esempio e cercheremo di aiutarla.
noi non sappiamo se la sua scelta dei partner sia sistematicamente orientata da criteri che le precludono dei sentimenti solidi e la progettazione di un futuro insieme; nemmeno ci è noto il modo di condurre le relazioni, da parte sua e del partner; infine non ci dice cosa si aspetta da un partner e cosa lei può e vuole dare a lui.
Quando ci viene fornito qualche esempio si può capire quale sia il disagio della persona che si rivolge a noi, ma qui la frase che esprime il suo disagio è ambigua: "la distanza lo fa essere una persona completamente diversa da quando è qui vicino a me, indifferente alle mie richieste di attenzioni, indifferente a tutto, molto egoista".
Quando si manifesta questa indifferenza: da lontano o da vicino?
Lei capisce che questa precisazione è essenziale.
Ci scriva ancora con qualche concreto esempio e cercheremo di aiutarla.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 716 visite dal 07/12/2023.
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