Come aiutare una persona che non vuole farsi aiutare?
Buonasera Dottori/esse,
Scrivo per chiedere un aiuto da parte vostra.
Sto con il mio ragazzo da ormai 6 anni, ho sempre notato qualche sintomo di depressione dato dalla sua vita quotidiana (ha più di 30 anni e fino a qualche mese fa viveva con i suoi, in un piccolo paese del sud, privo di stimoli e senza lavoro) la sua routine è data dallo rispettare schemi precisi.
Fuma parecchia marijuana e non ha relazioni sociali profonde al di fuori di me, anche il rapporto con la famiglia per quanto lui lo senta stretto lo tiene sul superficiale.
Da qualche mese siamo andati a convivere in nord Italia e nonostante sia stata una scelta di entrambi (vivevamo una relazione a distanza da due anni causa i miei studi) lui non si sta ambientando per niente anzi tutt’altro.
Trova sempre le cose negative della nuova città senza mai fare caso alle mille cose positive in più, si concentra unicamente su quelle nonostante i diversi sforzi da parte mia e della famiglia.
Oltretutto ha parecchi problemi con il cibo, se non fuma non riesce a mangiare, la sola vista del cibo lo porta a vomitare.
Non so più davvero cosa fare lo amo tantissimo ma più di quello che sto facendo non saprei come aiutarlo ho provato diverse volte negli anni a proporgli di consultare uno psicologo ma non c’è verso, insiste sul fatto che non pensa gli potrebbe essere utile.
Ha anche sofferto di attacchi di panico in alcune occasioni e neanche quello l’ha portato a chiedere aiuto.
Come posso fare?
Scrivo per chiedere un aiuto da parte vostra.
Sto con il mio ragazzo da ormai 6 anni, ho sempre notato qualche sintomo di depressione dato dalla sua vita quotidiana (ha più di 30 anni e fino a qualche mese fa viveva con i suoi, in un piccolo paese del sud, privo di stimoli e senza lavoro) la sua routine è data dallo rispettare schemi precisi.
Fuma parecchia marijuana e non ha relazioni sociali profonde al di fuori di me, anche il rapporto con la famiglia per quanto lui lo senta stretto lo tiene sul superficiale.
Da qualche mese siamo andati a convivere in nord Italia e nonostante sia stata una scelta di entrambi (vivevamo una relazione a distanza da due anni causa i miei studi) lui non si sta ambientando per niente anzi tutt’altro.
Trova sempre le cose negative della nuova città senza mai fare caso alle mille cose positive in più, si concentra unicamente su quelle nonostante i diversi sforzi da parte mia e della famiglia.
Oltretutto ha parecchi problemi con il cibo, se non fuma non riesce a mangiare, la sola vista del cibo lo porta a vomitare.
Non so più davvero cosa fare lo amo tantissimo ma più di quello che sto facendo non saprei come aiutarlo ho provato diverse volte negli anni a proporgli di consultare uno psicologo ma non c’è verso, insiste sul fatto che non pensa gli potrebbe essere utile.
Ha anche sofferto di attacchi di panico in alcune occasioni e neanche quello l’ha portato a chiedere aiuto.
Come posso fare?
[#1]
Gentile utente,
Comprendo la sua preoccupazione e la ringrazio per averla condivisa qui.
Leggendo il suo consulto mi è sembrato che si focalizzasse poco sui suoi sentimenti, enfatizzando maggiormente le difficoltà del suo compagno.
Mi viene quindi da chiederle: come si sente lei in questa situazione? Ha parlato con lui dei suoi sentimenti?
E' comprensibile la sua sofferenza verso quello che è stato il suo compagno di vita per 6 anni, con cui ha anche affrontato un passo importante che è quello del trasferimento. Questo potrebbe aver ulteriormente scombinato gli equilibri.
Il suo suggerimento di contattare uno psicologo sembra fondato.
Quello che posso consigliarle è di continuare sulla strada dell'empatia e della comunicazione. Non c'è nulla di così efficace come l'apertura comunicativa.
Ha inoltre menzionato la sua famiglia, potrebbe essere utile a questo proposito creare una rete di supporto intorno a lui costituita appunto da familiari e amici.
In ogni caso mi preme ricordarle che la sua salute mentale è altrettanto importante, cerchi di non dimenticarlo.
Rimango a disposizione per aggiornamenti, ringraziandola ancora per la condivisione.
Comprendo la sua preoccupazione e la ringrazio per averla condivisa qui.
Leggendo il suo consulto mi è sembrato che si focalizzasse poco sui suoi sentimenti, enfatizzando maggiormente le difficoltà del suo compagno.
Mi viene quindi da chiederle: come si sente lei in questa situazione? Ha parlato con lui dei suoi sentimenti?
E' comprensibile la sua sofferenza verso quello che è stato il suo compagno di vita per 6 anni, con cui ha anche affrontato un passo importante che è quello del trasferimento. Questo potrebbe aver ulteriormente scombinato gli equilibri.
Il suo suggerimento di contattare uno psicologo sembra fondato.
Quello che posso consigliarle è di continuare sulla strada dell'empatia e della comunicazione. Non c'è nulla di così efficace come l'apertura comunicativa.
Ha inoltre menzionato la sua famiglia, potrebbe essere utile a questo proposito creare una rete di supporto intorno a lui costituita appunto da familiari e amici.
In ogni caso mi preme ricordarle che la sua salute mentale è altrettanto importante, cerchi di non dimenticarlo.
Rimango a disposizione per aggiornamenti, ringraziandola ancora per la condivisione.
Dott.ssa Ingrid David
[#2]
Utente
Buongiorno Dottoressa,
La ringrazio per il prezioso consiglio. In questo momento anche io non sto troppo bene perché mi fa soffrire la sensazione di impotenza, non poter aiutare in generale mi fa stare male. Per questo motivo avevo bisogno di capire quali strumenti posso utilizzare nel mio piccolo per aiutarlo a stare meglio.
Ho affrontato con lui il discorso facendogli presente che stava diventando difficile da gestire per me da sola e che mi faceva soffrire l’idea che qualsiasi cosa io possa fare non sarà abbastanza per renderlo felice, che speravo si decidesse a provare almeno a fare una prima seduta con uno psicologo. Constatato che comunque lui non se la sente di iniziare questo percorso, gli ho chiesto di aiutarmi a capire come posso farlo stare meglio anche nelle piccole cose. Lui sostiene che non sarà mai felice ed è rassegnato al fatto che avrà una vita mediocre, dove nulla lo soddisferà davvero. Percepisco una costante visione negativa delle cose, andrebbe rotto lo schema in qualche modo. Proverò, come da lei consigliato, a continuare con la strada dell’apertura comunicativa, sperando che questo lo porti piano piano a risollevarsi.
La ringrazio per il prezioso consiglio. In questo momento anche io non sto troppo bene perché mi fa soffrire la sensazione di impotenza, non poter aiutare in generale mi fa stare male. Per questo motivo avevo bisogno di capire quali strumenti posso utilizzare nel mio piccolo per aiutarlo a stare meglio.
Ho affrontato con lui il discorso facendogli presente che stava diventando difficile da gestire per me da sola e che mi faceva soffrire l’idea che qualsiasi cosa io possa fare non sarà abbastanza per renderlo felice, che speravo si decidesse a provare almeno a fare una prima seduta con uno psicologo. Constatato che comunque lui non se la sente di iniziare questo percorso, gli ho chiesto di aiutarmi a capire come posso farlo stare meglio anche nelle piccole cose. Lui sostiene che non sarà mai felice ed è rassegnato al fatto che avrà una vita mediocre, dove nulla lo soddisferà davvero. Percepisco una costante visione negativa delle cose, andrebbe rotto lo schema in qualche modo. Proverò, come da lei consigliato, a continuare con la strada dell’apertura comunicativa, sperando che questo lo porti piano piano a risollevarsi.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 824 visite dal 05/12/2023.
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