5 anni di convivenza
Gentili dottori, sono una donna di anni 36.
Ho avuto una lunga convivenza con il mio ex compagno sicliano di anni 39.
Da qualche mese sono andata via di casa, in preda all'esasperazione pur amandolo molto, lui chiede di riprovare ed io penso che se in 5 anni non siamo riusciti a trovare mai un effettivo equilibrio (incompatibilità di caratteri e non solo) sia difficile che questo possa cambiare improvvisamente.
Il mio ex è un uomo affermato lavorativamente, brillante a tratti molto egocentrico ed infantile e già dall'inizio della relazione ho notato in lui eccessiva rigidità caratteriale, tendenza fortissima alla rabbia e un continuo bisogno di attenzioni e nutrimento da parte mia (come farebbe un figlio con la mamma).
Per anni ho combattuto con la sua irrascibilità continua, le manie di controllo, la rigidità caratteriale... tutto questo ha influito fortemente sulla nostra relazione perchè tutto quello che io facevo sia in casa che fuori sembrava non bastare mai, non essere mai abbastanza perfetto, sembrava che io sbagliassi sempre qualcosa...tanto da scatenare la sua rabbia e insoddisfazione nei miei confronti (la mia autostima si abbassava e la conflittualità cresceva) al punto che io sono diventata molto aggressiva verso lui.
Cercavo di fare il massimo per noi, dentro e fuori casa ma lui era sempre scontento, insoddisfatto, lamentoso e rabbioso verso me perchè i suoi occhi si concentravano sull'1% mancante anzichè sulle 99 cose fatte, creando malumore dal momento che io non mi sentivo vista apprezzata e non ricavavo leggerezza e serenità dalla relazione e lui era continuamente INCONTENTABILE!
Ogni mio errore, mancanza o distrazione scatenava in lui reazioni fortissime di aggressività e mortificazioni varie (per cose sorvolabili o affrontabili con meno impeto e più rispetto).
Lo amo tanto ma presumo lui abbia problemi di rabbia seri e che il GAP tra le sue aspettative/donna ideale e la realtà gli provoca questa modalità poco piacevole di insoddisfazione e rabbia verso me.
Cosa mi consigliate?
Io sono in cura con una psicologa per un discorso di dipendenza affettiva e sono in procinto di acquistare casa per conto mio per avere un'indipendenza oltre che lavorativa di abitazione.
Grazie mille
Ho avuto una lunga convivenza con il mio ex compagno sicliano di anni 39.
Da qualche mese sono andata via di casa, in preda all'esasperazione pur amandolo molto, lui chiede di riprovare ed io penso che se in 5 anni non siamo riusciti a trovare mai un effettivo equilibrio (incompatibilità di caratteri e non solo) sia difficile che questo possa cambiare improvvisamente.
Il mio ex è un uomo affermato lavorativamente, brillante a tratti molto egocentrico ed infantile e già dall'inizio della relazione ho notato in lui eccessiva rigidità caratteriale, tendenza fortissima alla rabbia e un continuo bisogno di attenzioni e nutrimento da parte mia (come farebbe un figlio con la mamma).
Per anni ho combattuto con la sua irrascibilità continua, le manie di controllo, la rigidità caratteriale... tutto questo ha influito fortemente sulla nostra relazione perchè tutto quello che io facevo sia in casa che fuori sembrava non bastare mai, non essere mai abbastanza perfetto, sembrava che io sbagliassi sempre qualcosa...tanto da scatenare la sua rabbia e insoddisfazione nei miei confronti (la mia autostima si abbassava e la conflittualità cresceva) al punto che io sono diventata molto aggressiva verso lui.
Cercavo di fare il massimo per noi, dentro e fuori casa ma lui era sempre scontento, insoddisfatto, lamentoso e rabbioso verso me perchè i suoi occhi si concentravano sull'1% mancante anzichè sulle 99 cose fatte, creando malumore dal momento che io non mi sentivo vista apprezzata e non ricavavo leggerezza e serenità dalla relazione e lui era continuamente INCONTENTABILE!
Ogni mio errore, mancanza o distrazione scatenava in lui reazioni fortissime di aggressività e mortificazioni varie (per cose sorvolabili o affrontabili con meno impeto e più rispetto).
Lo amo tanto ma presumo lui abbia problemi di rabbia seri e che il GAP tra le sue aspettative/donna ideale e la realtà gli provoca questa modalità poco piacevole di insoddisfazione e rabbia verso me.
Cosa mi consigliate?
Io sono in cura con una psicologa per un discorso di dipendenza affettiva e sono in procinto di acquistare casa per conto mio per avere un'indipendenza oltre che lavorativa di abitazione.
Grazie mille
[#1]
Gentile utente,
lei è in cura da una psicologa che le ha diagnosticato la dipendenza affettiva e che ha migliorato la sua capacità di provvedere al proprio benessere, tanto che sta comprando casa allo scopo di non avere più argomenti a favore della dipendenza da un partner.
Dunque è già seguita, e anche bene. Perché allora scrive a noi?
Lo dice lei stessa, indirettamente: perché "lo ama tanto", e quindi vuol sentirsi dire che quest'uomo è cambiato, oppure cambierà, oppure che il suo atteggiamento, permanentemente oppositivo, rabbioso, critico fino alla crudeltà, è frutto del "GAP tra le sue aspettative/donna ideale e la realtà".
Cara signora, sarebbe già strano che a quarant'anni un uomo fosse tormentato dalla distanza tra l'ideale e il reale, come un personaggio da romanzo dell'Ottocento; ma poi quale sarebbe questo ideale? Il suo modo di vestirsi, o di tenere la casa?
Lei scrive:"tutto quello che io facevo sia in casa che fuori sembrava non bastare mai, non essere mai abbastanza perfetto, sembrava che io sbagliassi sempre qualcosa...tanto da scatenare la sua rabbia e insoddisfazione nei miei confronti".
Qui l'ideale non c'entra nulla, come non c'entra l'amore o il pentimento e la volontà di cambiare, nel chiederle di tornare con lui. Sembra di vedere piuttosto il comportamento del narcisista maligno: se stai con me ti faccio sentire sempre insufficiente, non ti offro altro che critiche, ma se ti sottrai sono disposto a qualsiasi lusinga, qualsiasi autoumiliazione, qualsiasi promessa, per averti di nuovo tra le mie grinfie.
Lei scrive a noi, ci dice che lo ama tanto, ma poi per fortuna fa un quadro molto preciso dell'insopportabile situazione a cui si è sottratta.
Rileggendosi, lei cosa consiglierebbe a sé stessa?
Auguri.
lei è in cura da una psicologa che le ha diagnosticato la dipendenza affettiva e che ha migliorato la sua capacità di provvedere al proprio benessere, tanto che sta comprando casa allo scopo di non avere più argomenti a favore della dipendenza da un partner.
Dunque è già seguita, e anche bene. Perché allora scrive a noi?
Lo dice lei stessa, indirettamente: perché "lo ama tanto", e quindi vuol sentirsi dire che quest'uomo è cambiato, oppure cambierà, oppure che il suo atteggiamento, permanentemente oppositivo, rabbioso, critico fino alla crudeltà, è frutto del "GAP tra le sue aspettative/donna ideale e la realtà".
Cara signora, sarebbe già strano che a quarant'anni un uomo fosse tormentato dalla distanza tra l'ideale e il reale, come un personaggio da romanzo dell'Ottocento; ma poi quale sarebbe questo ideale? Il suo modo di vestirsi, o di tenere la casa?
Lei scrive:"tutto quello che io facevo sia in casa che fuori sembrava non bastare mai, non essere mai abbastanza perfetto, sembrava che io sbagliassi sempre qualcosa...tanto da scatenare la sua rabbia e insoddisfazione nei miei confronti".
Qui l'ideale non c'entra nulla, come non c'entra l'amore o il pentimento e la volontà di cambiare, nel chiederle di tornare con lui. Sembra di vedere piuttosto il comportamento del narcisista maligno: se stai con me ti faccio sentire sempre insufficiente, non ti offro altro che critiche, ma se ti sottrai sono disposto a qualsiasi lusinga, qualsiasi autoumiliazione, qualsiasi promessa, per averti di nuovo tra le mie grinfie.
Lei scrive a noi, ci dice che lo ama tanto, ma poi per fortuna fa un quadro molto preciso dell'insopportabile situazione a cui si è sottratta.
Rileggendosi, lei cosa consiglierebbe a sé stessa?
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dott.ssa Potenza,
grazie mille intanto per il celere riscontro.
Mi trovo in una situazione di enorme confusione mentale e ansia perenne e sono attanagliata dalla paura, mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta o meno e penso e ripenso ossessivamente ai motivi legati alla mia scelta ( come se volessi darmi forza e motivare le mie azioni a me stessa ), ovviamente in questi 5 anni ci sono state anche cose positive ( condividevamo molte passioni : escursioni in montagna, raccolta funghi,pesca,viaggi ecc ecc... )
Io non so se lui sia un narciso ma sicuramente è un egocentrico immaturo cresciuto da una mamma tappetino passiva e senza polso ( il resto della famiglia è squisita anche se in Sicilia è forte la mentalità patriarcale ).
Avevo notato già dall'inizio tratti comportamentali/caratteriali strani ma probabilmente il fatto che lui fosse interessato/concreto nella relazione e che avesse anche lui la voglia di creare una sua famiglia mi hanno fatto chiudere gli occhi sulla cosa più importante ( personalità sua ) e siamo approdati velocemente alla convivenza .
In casa nonostante io mi facessi in 4 non apprezzava nulla, entrava sempre con un'aria arrabbiata e mi usava come valvola di sfogo.
Fuori casa con amici bastava un nulla per scatenare musi lunghi e scontentezza ( mi rimproverava dicendomi : guardi troppo le persone poi chissà cosa pensano, parli troppo e fai troppe battute, mangi in modo distratto ecc ecc ).
Ogni banalità ( mia disattenzione, mancanza o distrazione ) sorvolabile o dicibile con meno aggressività e più rispetto diventava una mortificazione e una critica verso me ( come se lui fosse perfetto ) arrivando a mancanze di rispetto pesanti e trattandomi come farebbe un padre con una figlia maleducata!
Io sono arrivata dopo circa 3 anni e mezzo a lanciargli oggetti dietro in casa esasperata perchè mi rimproverava/aggredendomi e facendomi sentire zero per non aver fatto questo e quell'altro e accusandomi di essere egoista e tutta per fatti miei quando avevo fatto altre 99 cose positive che invece passavano inosservate! ( alla fine di tutto mi ha convinta che la malata mentale fossi io per gli scatti violenti che arrivavo ad avere verso lui e mi ha portato da uno psichiatra il quale mi ha dato sertralina 50 mg e terapia di coppia-attualmente individuale).
La psicologa sostiene che probabilmente avrei dovuto andar via prima di casa ( senza arrivare al punto da esplodere con violenza nei suoi confronti ) perchè ho tollerato l'intollerabile e ho accumulato troppo.
Lui cercava in me una mamma/serva a sua disposizione, diventava poi un'altra persona nella condivisione di attività fuori casa ludiche.
Sto molto male perchè ho creduto molto in questa relazione.
Io consiglierei a me stessa di stare lontana da lui e di pensare a ciò che è meglio per me in questo momento ( come il progetto di acquistare casa, dedicarsi ad amici veri e viaggi e attività nutrienti per me ).
Grazie ancora <3
grazie mille intanto per il celere riscontro.
Mi trovo in una situazione di enorme confusione mentale e ansia perenne e sono attanagliata dalla paura, mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta o meno e penso e ripenso ossessivamente ai motivi legati alla mia scelta ( come se volessi darmi forza e motivare le mie azioni a me stessa ), ovviamente in questi 5 anni ci sono state anche cose positive ( condividevamo molte passioni : escursioni in montagna, raccolta funghi,pesca,viaggi ecc ecc... )
Io non so se lui sia un narciso ma sicuramente è un egocentrico immaturo cresciuto da una mamma tappetino passiva e senza polso ( il resto della famiglia è squisita anche se in Sicilia è forte la mentalità patriarcale ).
Avevo notato già dall'inizio tratti comportamentali/caratteriali strani ma probabilmente il fatto che lui fosse interessato/concreto nella relazione e che avesse anche lui la voglia di creare una sua famiglia mi hanno fatto chiudere gli occhi sulla cosa più importante ( personalità sua ) e siamo approdati velocemente alla convivenza .
In casa nonostante io mi facessi in 4 non apprezzava nulla, entrava sempre con un'aria arrabbiata e mi usava come valvola di sfogo.
Fuori casa con amici bastava un nulla per scatenare musi lunghi e scontentezza ( mi rimproverava dicendomi : guardi troppo le persone poi chissà cosa pensano, parli troppo e fai troppe battute, mangi in modo distratto ecc ecc ).
Ogni banalità ( mia disattenzione, mancanza o distrazione ) sorvolabile o dicibile con meno aggressività e più rispetto diventava una mortificazione e una critica verso me ( come se lui fosse perfetto ) arrivando a mancanze di rispetto pesanti e trattandomi come farebbe un padre con una figlia maleducata!
Io sono arrivata dopo circa 3 anni e mezzo a lanciargli oggetti dietro in casa esasperata perchè mi rimproverava/aggredendomi e facendomi sentire zero per non aver fatto questo e quell'altro e accusandomi di essere egoista e tutta per fatti miei quando avevo fatto altre 99 cose positive che invece passavano inosservate! ( alla fine di tutto mi ha convinta che la malata mentale fossi io per gli scatti violenti che arrivavo ad avere verso lui e mi ha portato da uno psichiatra il quale mi ha dato sertralina 50 mg e terapia di coppia-attualmente individuale).
La psicologa sostiene che probabilmente avrei dovuto andar via prima di casa ( senza arrivare al punto da esplodere con violenza nei suoi confronti ) perchè ho tollerato l'intollerabile e ho accumulato troppo.
Lui cercava in me una mamma/serva a sua disposizione, diventava poi un'altra persona nella condivisione di attività fuori casa ludiche.
Sto molto male perchè ho creduto molto in questa relazione.
Io consiglierei a me stessa di stare lontana da lui e di pensare a ciò che è meglio per me in questo momento ( come il progetto di acquistare casa, dedicarsi ad amici veri e viaggi e attività nutrienti per me ).
Grazie ancora <3
[#3]
Utente
Forse quello che mi manda in confusione è il fatto che lui continua a negare tutto, attribuendo il 90% delle colpe su me e giustificando le sue azioni dietro miei atteggiamenti sbagliati ( secondo lui ).
Forse dovrei smetterla di confrontarmi con lui, mi ribalta le carte in tavola e mi manda in crisi!
Forse dovrei smetterla di confrontarmi con lui, mi ribalta le carte in tavola e mi manda in crisi!
[#4]
Gentile utente,
dall'ultima sua email sembra di ravvisare nel suo ex la tecnica del gaslighting, tipica del manipolatore.
In quella subito precedente, invece, si evidenziano caratteristiche che collocano lei tra le vittime dei manipolatori e dei narcisisti.
Scrive: "sono attanagliata dalla paura, mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta o meno e penso e ripenso ossessivamente ai motivi legati alla mia scelta ( come se volessi darmi forza e motivare le mie azioni a me stessa ), ovviamente in questi 5 anni ci sono state anche cose positive ( condividevamo molte passioni : escursioni in montagna, raccolta funghi, pesca, viaggi ecc ecc... )".
Non bastano le sofferenze patite a giustificare la sua scelta?
E le passioni che cita, non sono per caso sue caratteristiche positive, che può offrire a persone migliori?
Altro segno di 'fame d'amore': "il fatto che lui fosse interessato/concreto nella relazione e che avesse anche lui la voglia di creare una sua famiglia mi hanno fatto chiudere gli occhi".
Molte volte ho visto succedere questo a donne che desiderano una relazione stabile, circuite da uomini che sembrano volere la stessa cosa.
Infine lei scrive: "Fuori casa con amici bastava un nulla per scatenare musi lunghi e scontentezza ( mi rimproverava dicendomi : guardi troppo le persone poi chissà cosa pensano, parli troppo e fai troppe battute, mangi in modo distratto ecc ecc )".
Quindi era un uomo di grande indelicatezza, pronto alla critica e abituato a buttare la sua insicurezza sulla sua donna; un uomo senza la minima cavalleria.
Mi dispiace che lei voglia attribuire tutto questo alla "sicilianità" del suo ex. Non è questo il costume di un gentiluomo siciliano, signora; semmai di quello che in Sicilia viene chiamato "un pepè".
Occorre che lei apra gli occhi sulla realtà, che è questa: alle accuse dell'ex di essere una specie di psicotica incapace di controllo, lo psichiatra non le dà un calmante, ma al contrario un antidepressivo, assieme alla prescrizione di una terapia di coppia; lei vi accede, ma a quanto pare è il suo ex che sfugge.
Allora chi dei due è il malato?
A tenerla legata sembra essere un'antica insicurezza che le ha fatto desiderare una grande stabilità di affetti, forse oggi da lei voluta con maggior forza per il suo lungo investimento in questa relazione, mentre cresce in lei la consapevolezza che gli anni passano.
Occorre molto coraggio per riconoscere che la strada imboccata è diversa da quella che volevamo percorrere, e molta saggezza per capire che aver sbagliato strada non vuol dire aver ricavato zero, ma piuttosto aver sperimentato una realtà che ci ha fatto comprendere tante cose.
Auguri.
dall'ultima sua email sembra di ravvisare nel suo ex la tecnica del gaslighting, tipica del manipolatore.
In quella subito precedente, invece, si evidenziano caratteristiche che collocano lei tra le vittime dei manipolatori e dei narcisisti.
Scrive: "sono attanagliata dalla paura, mi chiedo sempre se ho fatto la scelta giusta o meno e penso e ripenso ossessivamente ai motivi legati alla mia scelta ( come se volessi darmi forza e motivare le mie azioni a me stessa ), ovviamente in questi 5 anni ci sono state anche cose positive ( condividevamo molte passioni : escursioni in montagna, raccolta funghi, pesca, viaggi ecc ecc... )".
Non bastano le sofferenze patite a giustificare la sua scelta?
E le passioni che cita, non sono per caso sue caratteristiche positive, che può offrire a persone migliori?
Altro segno di 'fame d'amore': "il fatto che lui fosse interessato/concreto nella relazione e che avesse anche lui la voglia di creare una sua famiglia mi hanno fatto chiudere gli occhi".
Molte volte ho visto succedere questo a donne che desiderano una relazione stabile, circuite da uomini che sembrano volere la stessa cosa.
Infine lei scrive: "Fuori casa con amici bastava un nulla per scatenare musi lunghi e scontentezza ( mi rimproverava dicendomi : guardi troppo le persone poi chissà cosa pensano, parli troppo e fai troppe battute, mangi in modo distratto ecc ecc )".
Quindi era un uomo di grande indelicatezza, pronto alla critica e abituato a buttare la sua insicurezza sulla sua donna; un uomo senza la minima cavalleria.
Mi dispiace che lei voglia attribuire tutto questo alla "sicilianità" del suo ex. Non è questo il costume di un gentiluomo siciliano, signora; semmai di quello che in Sicilia viene chiamato "un pepè".
Occorre che lei apra gli occhi sulla realtà, che è questa: alle accuse dell'ex di essere una specie di psicotica incapace di controllo, lo psichiatra non le dà un calmante, ma al contrario un antidepressivo, assieme alla prescrizione di una terapia di coppia; lei vi accede, ma a quanto pare è il suo ex che sfugge.
Allora chi dei due è il malato?
A tenerla legata sembra essere un'antica insicurezza che le ha fatto desiderare una grande stabilità di affetti, forse oggi da lei voluta con maggior forza per il suo lungo investimento in questa relazione, mentre cresce in lei la consapevolezza che gli anni passano.
Occorre molto coraggio per riconoscere che la strada imboccata è diversa da quella che volevamo percorrere, e molta saggezza per capire che aver sbagliato strada non vuol dire aver ricavato zero, ma piuttosto aver sperimentato una realtà che ci ha fatto comprendere tante cose.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Utente
Grazie mille Dott.ssa,
sicuramente lui è un uomo molto insicuro nel profondo(anche se esternamente sembra molto sicuro di se), incapace di gestire l'impulsività e ha esplosioni di rabbia continue verso me anche per banalità.
Il punto di rottura tra noi è stato proprio quando io ho iniziato ad esplodere con aggressività al suo essere aggressivo e pretenzioso nei miei confronti
( si comportava come un datore di lavoro con un suo dipendente o come un padre con la figlia maleducata ).
Io mi sentivo aggredita e mancata di rispetto e trattata come una domestica tante volte( mi è mancata serenità e leggerezza e il sentirmi amata anche se lui sostiene di avermi amata moltissimo )
Noi abbiamo fatto una terapia di coppia di 6 mesi(proposta da me) ma purtroppo non ha migliorato la situazione piuttosto direi che la conflittualità è esplosa ancor di più.( ora sono in cura da sola)
Probabilmente avrei dovuto allontanarmi quando ho iniziato ad esplodere con violenza nei suoi confronti, comprendendo che lui tira fuori il peggio di me(pur non volendo) !
Il mio allontanamento è stato dettato dal fatto che avendo io sempre desiderato costruire una mia famiglia, lui si è giustamente sottratto a questo progetto sostenendo che non abbiamo armonia/equilibrio tale da poter fare un passo del genere !
Mi diceva sempre : raggiungiamo l'armonia e l'equilibrio e poi facciamo tutto quello che vogliamo....perchè lo desidero anch'io!
Ad un certo punto però ho pensato : se in 5 anni non siamo mai riusciti a raggiungere un armonia... e se io sono arrivata ad esplodere così violentemente verso lui.... magari potranno passare altri 5 anni prima di poter raggiungere un effettivo equilibrio... o magari non lo raggiungeremo mai? ( come se avessi perso il senso di investire nella nostra relazione perchè inconcludente )
Questo mi ha fatto crollare la terra sotto ai piedi e il mio desiderio di maternità e costruire una famiglia nostra mi è sembrato irraggiungibile o comunque molto incerto.
Lui sembra distrutto da tutto questo ma purtroppo io credo che se la nostra storia non è andata dovremmo metterci una pietra sopra .
sicuramente lui è un uomo molto insicuro nel profondo(anche se esternamente sembra molto sicuro di se), incapace di gestire l'impulsività e ha esplosioni di rabbia continue verso me anche per banalità.
Il punto di rottura tra noi è stato proprio quando io ho iniziato ad esplodere con aggressività al suo essere aggressivo e pretenzioso nei miei confronti
( si comportava come un datore di lavoro con un suo dipendente o come un padre con la figlia maleducata ).
Io mi sentivo aggredita e mancata di rispetto e trattata come una domestica tante volte( mi è mancata serenità e leggerezza e il sentirmi amata anche se lui sostiene di avermi amata moltissimo )
Noi abbiamo fatto una terapia di coppia di 6 mesi(proposta da me) ma purtroppo non ha migliorato la situazione piuttosto direi che la conflittualità è esplosa ancor di più.( ora sono in cura da sola)
Probabilmente avrei dovuto allontanarmi quando ho iniziato ad esplodere con violenza nei suoi confronti, comprendendo che lui tira fuori il peggio di me(pur non volendo) !
Il mio allontanamento è stato dettato dal fatto che avendo io sempre desiderato costruire una mia famiglia, lui si è giustamente sottratto a questo progetto sostenendo che non abbiamo armonia/equilibrio tale da poter fare un passo del genere !
Mi diceva sempre : raggiungiamo l'armonia e l'equilibrio e poi facciamo tutto quello che vogliamo....perchè lo desidero anch'io!
Ad un certo punto però ho pensato : se in 5 anni non siamo mai riusciti a raggiungere un armonia... e se io sono arrivata ad esplodere così violentemente verso lui.... magari potranno passare altri 5 anni prima di poter raggiungere un effettivo equilibrio... o magari non lo raggiungeremo mai? ( come se avessi perso il senso di investire nella nostra relazione perchè inconcludente )
Questo mi ha fatto crollare la terra sotto ai piedi e il mio desiderio di maternità e costruire una famiglia nostra mi è sembrato irraggiungibile o comunque molto incerto.
Lui sembra distrutto da tutto questo ma purtroppo io credo che se la nostra storia non è andata dovremmo metterci una pietra sopra .
[#6]
Utente
Io comunque penso che il problema cruciale sia stato che lui ha sempre riversato la sua INSODDISFAZIONE E RABBIA su di me sia dentro che fuori casa!
Questo mi ha estenuata e fatto crollare motivazione e autostima ( come se tutti i miei sforzi non fossero mai abbastanza per renderlo contento ).
è davvero molto demoralizzante!
Questo mi ha estenuata e fatto crollare motivazione e autostima ( come se tutti i miei sforzi non fossero mai abbastanza per renderlo contento ).
è davvero molto demoralizzante!
[#7]
Gentile utente,
senza poter sapere, specie a distanza, chi ha torto e chi ha ragione, noto che lei vorrebbe ancora rimestare nel calderone ribollente dei sentimenti che hanno accompagnato la vostra relazione, anche i più negativi.
Non pensa che la cosa opportuna sarebbe mettere un periodo di totale distacco tra voi, almeno sei mesi in cui nemmeno sentirsi, per evitare di continuare a riattizzare il fuoco e riacutizzare rancori e sofferenze?
Non sappiamo quali cambiamenti potrebbe portare a tutti e due un sano distacco; vediamo però che al momento ogni volta che lei torna sull'argomento sembra più addolorata e furiosa.
La domanda che sento di farle è: "Questo le fa bene? Le è utile? Migliora quello che resta della vostra relazione?"
Si affidi alla sua curante.
Le auguro di trovare presto la serenità.
senza poter sapere, specie a distanza, chi ha torto e chi ha ragione, noto che lei vorrebbe ancora rimestare nel calderone ribollente dei sentimenti che hanno accompagnato la vostra relazione, anche i più negativi.
Non pensa che la cosa opportuna sarebbe mettere un periodo di totale distacco tra voi, almeno sei mesi in cui nemmeno sentirsi, per evitare di continuare a riattizzare il fuoco e riacutizzare rancori e sofferenze?
Non sappiamo quali cambiamenti potrebbe portare a tutti e due un sano distacco; vediamo però che al momento ogni volta che lei torna sull'argomento sembra più addolorata e furiosa.
La domanda che sento di farle è: "Questo le fa bene? Le è utile? Migliora quello che resta della vostra relazione?"
Si affidi alla sua curante.
Le auguro di trovare presto la serenità.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.1k visite dal 01/12/2023.
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Approfondimento su Dipendenza affettiva
Come superare la dipendenza affettiva? Perché e come si instaura e cosa fare per superare una relazione non equilibrata che provoca sofferenza.