Sintomi somatici ossessivi
Buongiorno sono un ragazzo di vent’anni.
Da circa un annetto ho iniziato ad avere sintomi somatici quali principalmente fiato corto, nausea, vista offuscata.
Da giovane mi è stata erroneamente diagnosticata una ciclotimia che mi ha portato a prendere farmaci inutili.
I primi sintomi somatici sono infatti insorti appena scalato lo zoloft e il depakin preso inutilmente.
Da quando sono seguito con una terapia cognitivo comportamentale il mio psicologo afferma che io sono un soggetto sano senza alcun tipo di disturbo e inizialmente dopo quattro anni in cui ho preso farmaci inutili, in seguito allo scalaggio tra l’altro fatto male, io abbia avuto sintomi da rebound.
Il problema è che questi poi si sono mantenuti e non sono passati.
Il mio psicologo afferma che non ho nessun tipo di disturbo somatico, poiché i miei sintomi non sono pervasivi e costanti ma cambiano di intensità durante la giornata.
Dice che ci sono stati mentali che mi portano ad avvertire più o meno sintomatologia Fisica e che, imparando a gestirli, anche il corpo non manderà più segnali.
La mia domanda è: possibile che non sia un disturbo somatico e che siano solo sintomi mantenuti da me stesso per attenzione selettiva sul corpo.
Questa estate ad esempio avendo tra virgolette meno pensieri disturbanti ho dato meno attenzione al corpo ed erano quai sparati.
Tornato l’inverno il mio psicologo dice che ci deve essere stato qualche pensiero disturbante che mi ha portato ad andare nuovamente in maniera ossessiva sul corpo e i sintomi si sono riacutizzati.
Siete d’accordo con lui sul fatto di non avere alcun disturbo somatico ma solo attenzione selettiva e ossessiva sul corpo dovuta a qualche stato mentale che ancora non riconosco?
Grazie dell’attenzione.
Attendo risposta.
Cordiali saluti.
Da circa un annetto ho iniziato ad avere sintomi somatici quali principalmente fiato corto, nausea, vista offuscata.
Da giovane mi è stata erroneamente diagnosticata una ciclotimia che mi ha portato a prendere farmaci inutili.
I primi sintomi somatici sono infatti insorti appena scalato lo zoloft e il depakin preso inutilmente.
Da quando sono seguito con una terapia cognitivo comportamentale il mio psicologo afferma che io sono un soggetto sano senza alcun tipo di disturbo e inizialmente dopo quattro anni in cui ho preso farmaci inutili, in seguito allo scalaggio tra l’altro fatto male, io abbia avuto sintomi da rebound.
Il problema è che questi poi si sono mantenuti e non sono passati.
Il mio psicologo afferma che non ho nessun tipo di disturbo somatico, poiché i miei sintomi non sono pervasivi e costanti ma cambiano di intensità durante la giornata.
Dice che ci sono stati mentali che mi portano ad avvertire più o meno sintomatologia Fisica e che, imparando a gestirli, anche il corpo non manderà più segnali.
La mia domanda è: possibile che non sia un disturbo somatico e che siano solo sintomi mantenuti da me stesso per attenzione selettiva sul corpo.
Questa estate ad esempio avendo tra virgolette meno pensieri disturbanti ho dato meno attenzione al corpo ed erano quai sparati.
Tornato l’inverno il mio psicologo dice che ci deve essere stato qualche pensiero disturbante che mi ha portato ad andare nuovamente in maniera ossessiva sul corpo e i sintomi si sono riacutizzati.
Siete d’accordo con lui sul fatto di non avere alcun disturbo somatico ma solo attenzione selettiva e ossessiva sul corpo dovuta a qualche stato mentale che ancora non riconosco?
Grazie dell’attenzione.
Attendo risposta.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
per cercare di rispondere alla sua domanda: "possibile che non sia un disturbo somatico e che siano solo sintomi mantenuti da me stesso per attenzione selettiva sul corpo?" le dico subito che le parole del suo terapeuta potrebbero essere integralmente accolte; tuttavia questo non vuol dire che lei non debba fare specifici esercizi sia per distogliere il pensiero dall'eccessiva attenzione al corpo, sia per allentare lo stato di contrazione che solitamente consegue a questi pensieri.
Aggiungo che se lei fosse un mio paziente le direi di tenere sotto controllo l'alimentazione (mi danno da pensare i crampi allo stomaco che la svegliano di notte, riferiti nel precedente consulto) e soprattutto la inviterei a verificare la salute fisica tramite una visita medica accurata, le analisi di routine e forse un'indagine sulla condizione del suo stomaco.
Buone cose.
per cercare di rispondere alla sua domanda: "possibile che non sia un disturbo somatico e che siano solo sintomi mantenuti da me stesso per attenzione selettiva sul corpo?" le dico subito che le parole del suo terapeuta potrebbero essere integralmente accolte; tuttavia questo non vuol dire che lei non debba fare specifici esercizi sia per distogliere il pensiero dall'eccessiva attenzione al corpo, sia per allentare lo stato di contrazione che solitamente consegue a questi pensieri.
Aggiungo che se lei fosse un mio paziente le direi di tenere sotto controllo l'alimentazione (mi danno da pensare i crampi allo stomaco che la svegliano di notte, riferiti nel precedente consulto) e soprattutto la inviterei a verificare la salute fisica tramite una visita medica accurata, le analisi di routine e forse un'indagine sulla condizione del suo stomaco.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Dottoressa la ringrazio per aver risposto al mio consulto. I crampi allo stomaco notturni non si presentano più da mesi ormai. Probabilmente sarà stata ansia per la condizione in cui mi trovavo. Ora va decisamente meglio ma ancora ci sono delle cose da vedere. Non ho mai avuto ansia di malattia o ossessione di essere malato. Sono pienamente consapevole che la mia condizione non dipende da fattori organici ma psicologici e sto lavorando proprio per il mio benessere. Imparando a gestire alcuni stati mentali starò bene. Fortunatamente sono un soggetto sano sia fisicamente che mentalmente senza alcun disturbo. Devo solo imparare a gestire alcune cose. La ringrazio ancora. Cordiali saluti.
[#3]
Gentile utente,
mi sembra che lei cada nell'equivoco di non considerare le conseguenze fisiche degli stati mentali.
Ce ne sono di indirette e anche di dirette: lo stato di contrazione, sia in condizione di riposo sia in movimento, per esempio.
Non mi dilungo su questo, demandando al suo terapeuta, che già le ha diagnosticato "ansia somatizzata", le ulteriori spiegazioni.
mi sembra che lei cada nell'equivoco di non considerare le conseguenze fisiche degli stati mentali.
Ce ne sono di indirette e anche di dirette: lo stato di contrazione, sia in condizione di riposo sia in movimento, per esempio.
Non mi dilungo su questo, demandando al suo terapeuta, che già le ha diagnosticato "ansia somatizzata", le ulteriori spiegazioni.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#5]
Gentile utente,
lei continua a non comprendere cosa si intende per conseguenze fisiche degli stati mentali, eppure ha già ricevuto la diagnosi clinica di "ansia somatizzata". Basterebbe guardare in rete, meglio ancora chiedere al suo curante.
Le faccio qualche esempio di stati mentali che si trasformano in sintomi fisici: in caso di paura improvvisa c'è una scarica di adrenalina che può comportare accelerazione cardiaca, contrazione degli sfinteri con emissione di escrementi, restringimento dei vasi sanguigni che può giungere fino a provocare l'infarto.
In caso di ansia costante gli effetti sono meno vistosi ma più durevoli, con una serie di contratture e malfunzionamenti, appunto quelli che lei segnala.
Spesso le persone confondono l'ansia somatizzata con una specie di suggestione senza alcun fondamento fisico. Non si tratta di questo.
Curi l'ansia e intanto migliori la situazione muscolo-scheletrica con la ginnastica e quella alimentare nutrendosi correttamente. Vedrà che molte cose andranno a posto.
Buone cose.
lei continua a non comprendere cosa si intende per conseguenze fisiche degli stati mentali, eppure ha già ricevuto la diagnosi clinica di "ansia somatizzata". Basterebbe guardare in rete, meglio ancora chiedere al suo curante.
Le faccio qualche esempio di stati mentali che si trasformano in sintomi fisici: in caso di paura improvvisa c'è una scarica di adrenalina che può comportare accelerazione cardiaca, contrazione degli sfinteri con emissione di escrementi, restringimento dei vasi sanguigni che può giungere fino a provocare l'infarto.
In caso di ansia costante gli effetti sono meno vistosi ma più durevoli, con una serie di contratture e malfunzionamenti, appunto quelli che lei segnala.
Spesso le persone confondono l'ansia somatizzata con una specie di suggestione senza alcun fondamento fisico. Non si tratta di questo.
Curi l'ansia e intanto migliori la situazione muscolo-scheletrica con la ginnastica e quella alimentare nutrendosi correttamente. Vedrà che molte cose andranno a posto.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 911 visite dal 26/11/2023.
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