Genitori che non capiscono la mia ansia
Buongiorno a tutti,
Sono una ragazza di 26 anni.
Ho un problema d'ansia che mi accompagna da ormai due anni: non riesco a mangiare determinati cibi se si avvicinano alla data di scadenza o se sono stati cotti da qualche giorno, in particolare latticini e carne.
La mia famiglia lo percepisce come un capriccio e quasi ogni sera ci sono discussioni che iniziano con provocazioni di mia madre sul fatto che io sia capricciosa e non voglio mangiare quello che lei prepara, che non so stare in famiglia e che con il mio comportamento dimostro quanto la gioventù stia rovinando il mondo.
Lei proprio non riesce a capire che il mio è un problema legato alla mia ansia (infatti io non riesco a mangiare tranquillamente avendo paura di stare male dopo).
Questa situazione sta deteriorando il rapporto tra me e lei.
A breve andrò a vivere da sola e lei spesso mi dice che non sarò capace di organizzarmi, sottolineando che questi "capricci" mi passeranno praticamente subito dopo essere andata via di casa.
Qualche volta ha pure detto che non vuole più avermi a pranzo o cena da lei perché non capisco quanti problemi io stia creando in casa e, senza di me, vivono più serenamente.
Io penso che andare a vivere da sola sia l'occasione per imparare ad organizzarmi i pasti in modo da non arrivare ad avere l'ansia del cibo: infatti ho sempre pensato sia meglio comprare poche cose in modo da finirle prima della scadenza e di preparare porzioni più piccole per non avere tanti avanzi.
A lei non ho mai chiesto di prepararmi pietanze a parte, anzi mi sono sempre arrangiata se qualcosa non riuscivo a mangiarla.
Qualche anno fa pensavo di diventare vegetariana ma in casa mia non era possibile perché sarebbe stato un litigio continuo e quindi ho rinunciato.
Attualmente però non sento più il bisogno di intraprendere una dieta vegetariana perché comunque la carne mi piace di più di allora.
Due anni fa invece ho iniziato all'improvviso a non mangiare e bere più (è durata per circa 3 settimane dopodiché ho deciso in autonomia di intraprendere una terapia di psicoterapia per farmi aiutare).
Il motivo del mio digiunare era proprio che avevo paura di stare male dopo! È da quel momento che io non riesco a mangiare più certi alimenti.
Purtroppo la terapia non è andata a buon fine perché la psicologa sosteneva che io non avessi nessun problema da risolvere.
Fortunatamente però sono riuscita da sola a migliorare la mia ansia perché sono tornata a mangiare quasi tutto, tranne i cibi nelle condizioni dette prima.
Mia mamma mi rinfaccia ancora questo accaduto ogni tanto e a me fa stare male non essere capita!
Mi sento un peso per la mia famiglia e sono stanca di litigare quasi ogni giorno con loro.
Vorrei trovare una soluzione per riuscire a sistemare il rapporto con loro prima di andare via di casa.
Sono una ragazza di 26 anni.
Ho un problema d'ansia che mi accompagna da ormai due anni: non riesco a mangiare determinati cibi se si avvicinano alla data di scadenza o se sono stati cotti da qualche giorno, in particolare latticini e carne.
La mia famiglia lo percepisce come un capriccio e quasi ogni sera ci sono discussioni che iniziano con provocazioni di mia madre sul fatto che io sia capricciosa e non voglio mangiare quello che lei prepara, che non so stare in famiglia e che con il mio comportamento dimostro quanto la gioventù stia rovinando il mondo.
Lei proprio non riesce a capire che il mio è un problema legato alla mia ansia (infatti io non riesco a mangiare tranquillamente avendo paura di stare male dopo).
Questa situazione sta deteriorando il rapporto tra me e lei.
A breve andrò a vivere da sola e lei spesso mi dice che non sarò capace di organizzarmi, sottolineando che questi "capricci" mi passeranno praticamente subito dopo essere andata via di casa.
Qualche volta ha pure detto che non vuole più avermi a pranzo o cena da lei perché non capisco quanti problemi io stia creando in casa e, senza di me, vivono più serenamente.
Io penso che andare a vivere da sola sia l'occasione per imparare ad organizzarmi i pasti in modo da non arrivare ad avere l'ansia del cibo: infatti ho sempre pensato sia meglio comprare poche cose in modo da finirle prima della scadenza e di preparare porzioni più piccole per non avere tanti avanzi.
A lei non ho mai chiesto di prepararmi pietanze a parte, anzi mi sono sempre arrangiata se qualcosa non riuscivo a mangiarla.
Qualche anno fa pensavo di diventare vegetariana ma in casa mia non era possibile perché sarebbe stato un litigio continuo e quindi ho rinunciato.
Attualmente però non sento più il bisogno di intraprendere una dieta vegetariana perché comunque la carne mi piace di più di allora.
Due anni fa invece ho iniziato all'improvviso a non mangiare e bere più (è durata per circa 3 settimane dopodiché ho deciso in autonomia di intraprendere una terapia di psicoterapia per farmi aiutare).
Il motivo del mio digiunare era proprio che avevo paura di stare male dopo! È da quel momento che io non riesco a mangiare più certi alimenti.
Purtroppo la terapia non è andata a buon fine perché la psicologa sosteneva che io non avessi nessun problema da risolvere.
Fortunatamente però sono riuscita da sola a migliorare la mia ansia perché sono tornata a mangiare quasi tutto, tranne i cibi nelle condizioni dette prima.
Mia mamma mi rinfaccia ancora questo accaduto ogni tanto e a me fa stare male non essere capita!
Mi sento un peso per la mia famiglia e sono stanca di litigare quasi ogni giorno con loro.
Vorrei trovare una soluzione per riuscire a sistemare il rapporto con loro prima di andare via di casa.
[#1]
Gentile utente,
la sua ansia nei confronti del cibo è abbastanza diffusa. Mi dispiace molto per il percorso terapeutico che non è andato a buon fine ma soprattutto perché non si è sentita aiutata e capita. Averlo chiesto significa che lei ha consapevolezza del disagio che ha vissuto. Speriamo che non si ripeta più quello che è successo due anni fa.
Purtroppo spesso dai genitori/familiari il suo disagio viene letto come capriccio e non come un vero e proprio problema verso il quale anche loro devono sviluppare una certa consapevolezza. È importante riconoscere i suoi sforzi e i passi avanti fatti invece. Se non c'è disponibilità da parte di sua madre a riflettere su ciò credo che per riprendere il rapporto debba necessariamente aspettare il suo trasferimento che ovviamente attenuerà i conflitti mancando la quotidianità tra di voi.
A quel punto potrete parlare con più calma e con minor compressione. Non deve sentirsi un peso invece, lei non lo è di sicuro semmai la sua ansia crea disagi. Sua madre la ama sicuramente.
Spero di esserle stata di aiuto
Cordialmente
la sua ansia nei confronti del cibo è abbastanza diffusa. Mi dispiace molto per il percorso terapeutico che non è andato a buon fine ma soprattutto perché non si è sentita aiutata e capita. Averlo chiesto significa che lei ha consapevolezza del disagio che ha vissuto. Speriamo che non si ripeta più quello che è successo due anni fa.
Purtroppo spesso dai genitori/familiari il suo disagio viene letto come capriccio e non come un vero e proprio problema verso il quale anche loro devono sviluppare una certa consapevolezza. È importante riconoscere i suoi sforzi e i passi avanti fatti invece. Se non c'è disponibilità da parte di sua madre a riflettere su ciò credo che per riprendere il rapporto debba necessariamente aspettare il suo trasferimento che ovviamente attenuerà i conflitti mancando la quotidianità tra di voi.
A quel punto potrete parlare con più calma e con minor compressione. Non deve sentirsi un peso invece, lei non lo è di sicuro semmai la sua ansia crea disagi. Sua madre la ama sicuramente.
Spero di esserle stata di aiuto
Cordialmente
Dott.ssa Maria Teresa Furnari
Psicologa, Esperta in tematiche Adolescenziali. Visita in presenza e on-line. Cell 3396448217
[#2]
Utente
La ringrazio di cuore per la sua risposta.
Fin dall'inizio sono stata consapevole del mio disagio e questa consapevolezza mi ha spinta a chiedere aiuto ad una terapeuta per evitare ulteriori disastri.
Anche se questo tentativo è fallito, mi piacerebbe provare nuovamente la strada del percorso terapeutico perché sono sicura che ci sia qualcosa da risolvere e soprattutto vorrei imparare a vincere le mie ansie.
Le sue parole mi hanno rincuorata e mi hanno fatto capire che devo essere orgogliosa dei miglioramenti ottenuti! Sono convinta che riuscirò a fare ancora qualche passo avanti, sperando che prima o poi anche la mia famiglia capisca e mi accompagni durante il mio percorso.
Fin dall'inizio sono stata consapevole del mio disagio e questa consapevolezza mi ha spinta a chiedere aiuto ad una terapeuta per evitare ulteriori disastri.
Anche se questo tentativo è fallito, mi piacerebbe provare nuovamente la strada del percorso terapeutico perché sono sicura che ci sia qualcosa da risolvere e soprattutto vorrei imparare a vincere le mie ansie.
Le sue parole mi hanno rincuorata e mi hanno fatto capire che devo essere orgogliosa dei miglioramenti ottenuti! Sono convinta che riuscirò a fare ancora qualche passo avanti, sperando che prima o poi anche la mia famiglia capisca e mi accompagni durante il mio percorso.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 793 visite dal 22/11/2023.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.