Non riesco a non pensare agli altri, trascurando me stessa. come devo fare?

Salve
Da quasi 10 anni mi occupo della mia famiglia, nonni anziani, zio disabile ecc.
Corro sempre per qualsiasi cosa, appena c'è un problema, specialmente di salute, mollo tutto per cercare di fare andare tutto bene.
Mi sono già lasciata col mio ragazzo storico per questo motivo, perché non penso mai a me stessa e tutto lo stress che accumulo per i problemi, che sono all'ordine del giorno, lo trasmetto anche a lui.
Siamo poi tornati insieme ma è durato poco perché io sono tornata ad essere stressata e costantemente in ansia che qualcosa possa andare male.
E adesso sto male perché mi sono resa conto di aver tirato troppo la corda e sto male anche per questa situazione.
Tra poco devo andare fuori per lavoro (abbastanza stressante) per molti anni e già ho paura che possa succedere qualcosa di brutto e che abbiano bisogno di me.
A 30 anni dovrei pensare a me stessa e a crearmi una famiglia, invece penso sempre prima agli altri e all'ultimo, se c'è tempo, a me stessa.
Tutti mi dicono che devo pensare a me, alla mia vita e al mio futuro, ma non è facile.
Dovrei strapparmi il cuore e fare reset al cervello.
Non riesco ad essere egoista.
So che comunque non posso fare miracoli e che le cose vanno per come devono andare, però ho questa cosa che vorrei sempre fare di più di quanto faccio già.
Non dico che vorrei mandare tutti a quel paese, ma vorrei essere meno ansiosa, pensare a me e a convincermi che le soluzioni, anche se non bellissime, ci sono.
Tipo far gestire queste cose ad altre persone che non siano alcuni miei parenti (a cui non frega niente, anzi fanno più danni piuttosto che aiutare).
Mi sono fatta scappare l'uomo della mia vita solo per aiutare tutti gli altri, quando invece dovevo pensare a me, al lavoro e costruire la mia famiglia.
A lui non posso dare torto perché ha sopportato tanto per tanti anni.
Adesso, tra le altre cose, sto male anche per questa cosa.

Grazie mille per il vostro aiuto
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei non ci rivolge domande precise, però scrive: "Dovrei strapparmi il cuore e fare reset al cervello".
Sembra, da queste parole, che l'età non giovanissima e l'esperienza dell'abbandono del suo ex non le abbiano portato la maturità per poter valutare quali compiti spettano a lei e quali ad altri, e soprattutto quali condizioni non richiedano il sacrificio di sé, perché aiutare dei parenti a cui si vuol bene vuol dire non stressarsi ma dare il proprio aiuto in maniera equilibrata e serena.
Se lei ha scelto il sacrificio estremo di sé per situazioni perfettamente naturali -nonni anziani, uno zio disabile che ha certamente dei suoi curanti- il problema è in lei, non nelle circostanze.
Chi è convinto che tutti gli altri "fanno più danni piuttosto che aiutare", chi molla tutto "per cercare di fare andare tutto bene", e in definitiva si compiace della propria ansia, non si deciderà mai a curarsi, perché in fondo riterrà di essere nel giusto.
Che potremmo dirle, se non di entrare nell'ottica di capire che qualcosa non funziona nella sua valutazione di sé e degli altri?
Certamente affidarsi ad un* psicolog* per rivedere le sue scelte l'aiuterebbe moltissimo e aiuterebbe indirettamente tutti quelli con cui si rapporta; ma si può sperare che lei entri nell'ottica di mettere in discussione ciò che al momento ritiene "giusto"?
Io non posso fare altro che suggerirglielo.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta. Quando dico "dovrei strapparmi il cuore..." Lo dico perché metto al primo posto tutti gli altri, trascurando me stessa, nonostante me lo dicano tutti. Solo che a parole è facile. E quando dico che i miei parenti fanno più danni che altro, lo dico perché è già successo (e mio zio è finito in ospedale perché gli sono state date le medicine sbagliate e perché non andava in bagno da 10 giorni) e non perché voglio tenere tutto sotto controllo o perché mi senta importante. Se loro aiutassero veramente la persona che ne ha bisogno, sarei molto più tranquilla. Invece loro creano il problema e poi corro io perché ho paura. Il mio stress nasce anche nel momento in cui si creano questi problemi che si potrebbero evitare. Purtroppo, visto le esperienze passate, non riesco a stare tranquilla. Vorrei solo essere più egoista e pensare meno agli altri e più a me stessa.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei conferma con la sua replica quello che ho già scritto: non riesce a vedere correttamente la realtà.
Continua a pensare che gli altri sbagliano e lei no; che potrebbe essere tranquilla solo se l'aiuto a quelli che ritiene "deboli" venisse fornito nel modo che decide lei; che il suo correre ad aiutare degli adulti che hanno altri supporti sia un dovere morale.
Ma soprattutto, l'idea irrazionale che domina le sue azioni è questa: "Vorrei solo essere più egoista e pensare meno agli altri e più a me stessa".
Finché non capirà che non è egoismo pensare a sé, al contrario la generosità è farsi carico dei problemi che realmente sono di sua pertinenza, mentre fare la crocerossina è una forma di narcisismo che danneggia chi ne è oggetto, non ne uscirà mai.
Ho conosciuto madri che per idee come questa hanno reso malati e nevrotici dei figli nati sani. Lei ha perso il fidanzato che definisce "storico", stanco di essere messo in secondo piano, ma questo non lo considera egoismo.
A volte comportamenti e idee rigidi, per quanto egosintonici, provocano disastri.
Tenga conto che la differenza tra una persona sana e una psicologicamente disturbata è nel saper provvedere o no al proprio benessere e la cartina di tornasole è la flessibilità, il poter vagliare idee alternative.
Lei ha scritto: "Tutti mi dicono che devo pensare a me, alla mia vita e al mio futuro, ma non è facile", e in effetti sembra che non voglia assolutamente prendere in considerazione la possibilità di cambiare.
Altro da qui non possiamo suggerirle. Buona fortuna.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com