Sopravvivere senza il mio papà

Mio padre è morto il 13 settembre e io sono morta con lui...ha avuto un operazione e nonostante fosse andato tutto bene le ore successive la situazione è precipitata.

Mi faccio mille domande...gli hanno tolto un aneurisma addominale di 9 cm...lui di 82 anni...era troppo debole forse per affrontare il tutto.

Dovevo farlo operare?

Se non si fosse operato starebbe ancora con me?

Inoltre da quando è andato via mi vengono in mente cose meravigliose che lui ha fatto per me ma che io nn gli ho mai detto.

Quando avevo 14 anni mia madre è morta e io ho riversato tutta la mia rabbia su di lui invece di cercare supporto e sostegno...così ho rovinato anche il bel rapporto che avevamo avuto fino ad allora.

Lui era una persona immensamente intelligente, colta, con mille interessi, con una testa aperta e libera... e io di fronte a tutto ciò mi sono sentita sempre non all altezza...anche se lui nn ha mai detto qualcosa a riguardo.

Ci siamo sempre amati molto ed Era da qualche anno che avevamo rimesso in piedi un po’ il rapporto ma solo ora mi è tutto chiaro.

Mi sento stupida a nn aver capito prima le dinamiche che ho messo in atto...come nn mj do pace ad averlo pensato immortale.

Anche quando stava per andare in sala operatoria avrei voluto fare una foto con lui ma poi ho detto... vabbè la facciamo dopo.

E firse avrei potuto accompagnarlo fino alla sala e invece l’ho salutato nella stanza.

Io sono ancora incredula, cerco solo un modo per tornare indietro nel tempo e abbracciare ancora il mio adorato papino.

Mi sento di morire.

Vorrei solo stare ancora con lui.

ho 39 anni e non ho ne fratelli ne sorelle ne parente alcuno.

Ho un marito e 2 figlie piccole (che lui sdorava e io sono terrorizzata che lo possano dimenticare) e mi vergogno a dirlo ma ho sperato che si potesse fare a cambio con la vita di mio marito...senza mio padre mi sembra di non respirare.

Vorrei solo dirgli che è stato un padre esemplare e che la vita ci ha messo in difficoltà, che possiamo fare ancora tanto insieme.
Se nn si fosse operato sarebbe ancora qui...e se io fossi stata più intelligente da vedere tutto quello che sto vedendo adesso dopo la sua morte...starei meglio.
Mi manca troppo
Non voglio vivere senza di lui.

Voglio solo tornare indietro
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Dr.ssa Mariateresa Di Taranto Psicologo 189 19
Gentile utente,

comprendo il dolore che la affligge e che la porta a porsi incessantemente domande, a rimproverarsi per tutto, ad invocare momenti che non potranno più esserci.
A proposito delle sue domande, non ci sono risposte, e se anche riuscisse a trovarle non starebbe meglio, perché quelle domande le servono probabilmente a distoglierla -nei limiti del possibile- da un dolore troppo lacerante. Quelle domande le servono per aggrapparsi a qualcosa, evitando così di andare avanti, di tornare a vivere (o sopravvivere) una vita che si è rivelata nel suo carattere più tragico.
E comunque, a proposito dell'operazione, è stato fatto quel che è stato ritenuto più opportuno. E se fosse stato fatto qualcosa di diverso, ora sarebbero altre le domande e i dubbi che la tormenterebbero. In altre parole, non sarebbe salva da tutto ciò.
Si rimetta in contatto con i motivi che l'hanno portata a decidere quel che ha deciso e a fare quel che ha fatto.
Invece, a proposito dei momenti che non torneranno, essi sono perduti solo in parte, come suo padre, che custodirà sempre dentro di sé.

Ho appreso dal suo precedente consulto che la sua voglia di vivere vacillava già da prima di questa scomparsa, che ha dovuto affrontare anche la perdita di sua madre e non ha potuto proseguire i percorsi psicologici per il costo delle sedute.
Rispetto a quest'ultimo punto, la informo che è possibile accedere alla psicoterapia presso i consultori o centri salute mentale, mediante il pagamento del ticket, usufruire del bonus di psicoterapia gratuita, o ancora, scegliersi un professionista, tra i tanti, (presenti anche su questa piattaforma) che abbia dei prezzi assolutamente contenuti.
Le assicuro che lì fuori, da qualche parte, c'è il professionista giusto per lei. Lo cerchi, senza rimandare, senza scuse.

Vorrei condividere una riflessione. I dolori e le perdite che ci hanno lacerato di più, lasciando un vuoto incolmabile, spesso li releghiamo in qualche angolo dentro di noi, in un posto a cui non osiamo accedere, a causa della troppa paura e del troppo dolore.
Un percorso di supporto psicologico, oltre ad aiutare il paziente a mettere in parola il proprio dolore, a dire l'indicibile, lo aiuta ad avvicinarsi ai luoghi di dolore più bui e spaventosi, che non ha mai osato esplorare; lo aiuta a rendere la perdita un posto meno desolante.

La perdita, infatti, lascia un vuoto, ma ad esso può subentrare qualcosa di diverso che ci permetta di continuare a godere dell'amore e del bello della vita, rivolgendo il proprio amore su persone presenti e il proprio sguardo (come purtroppo le ha insegnato l'episodio della foto che avrebbe voluto fare con suo padre) più sul presente, su un adesso certo, piuttosto che su un dopo incerto.

Auguri per tutto.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it