Fine di una relazione
Buongiorno, sono una ragazza di 22 anni e vi scrivo per cercare di capire cosa c’è che non va in questo periodo della mia vita.
Ho pensato anche di intraprendere un percorso psicologico però per problemi economici al momento non posso.
A gennaio di quest’anno sono stata lasciata dopo un anno e mezzo di relazione, le cose però non andavano bene già da 3/4 mesi; quando sono stata lasciata ho sofferto tantissimo perché mi credevo innamorata, però io mi ero resa conto già nella relazione che non stavo più bene, non era la relazione che volevo, non mi rispettava e non mi amava nel vero senso della parola.
Ci sono rimasta più male perché, ripensando a come era iniziata, non riuscivo ad accettare che fosse finita.
Quando mi ha lasciata, mi ha detto che lo ha fatto per i nostri continui litigi perché era diventata una relazione tossica da ambo le parti ed effettivamente era cosi, anche se poi col tempo ho scoperto che lo ha fatto perché non mi amava più da tempo.
Litigavamo sempre perché mi mancava continuamente di rispetto e mi faceva passare per pazza o pesante quando proponevo di discutere di un problema per risolverlo, lui invece non mi parlava per giorni per punirmi.
Comunque in tutti questi mesi, quasi un anno, ho cercato di riprendermi perché mi aveva veramente distrutta psicologicamente, non sono riuscita più a fare un esame all’università e semplicemente ad essere me stessa.
Adesso è da agosto che sto bene, che sono io, che ho ritrovato un mio equilibrio, ma ogni tanto, quando so che devo fare qualcosa di importante, tipo un esame, non faccio altro che pensare a come stavo male in quella relazione, ceh è come se il mio cervello mi portasse a provare le stesse sensazioni che provavo prima e sto male, come se mi fossi lasciata ieri.
E per completare il quadro, in queste occasioni, è come se sentissi la necessità di stalkerarlo (sui social) pur sapendo che magari potrei vedere cose che non mi piacciono, e continuo comunque a vederle, come se volessi provare sempre più dolore.
Non capisco cosa mi succede in questi momenti, magari sto settimane benissimo, vado in palestra, esco, vado in università, coltivo nuove amicizie e frequentazioni, sono molto più consapevole di ciò che voglio in una relazione e questo mi ha aiutato molto a evitare situazioni in cui non vorrei ritornare e campanelli d’allarme; poi improvvisamente ci sono 1/2 giorni in cui vado in down, e consapevolmente, mi butto sempre più giù.
Contemporaneamente a questi momenti, sento una forte ansia che all’inizio mi paralizzava, adesso invece la gestisco meglio e impedisco che mi limiti nelle mie attività quotidiane.
Per caso soffro di qualche disturbo ossessivo?
vorrei capire come lavorare su me stessa per cercare di uscirne al 100%.
Vi ringrazio in anticipo.
Ho pensato anche di intraprendere un percorso psicologico però per problemi economici al momento non posso.
A gennaio di quest’anno sono stata lasciata dopo un anno e mezzo di relazione, le cose però non andavano bene già da 3/4 mesi; quando sono stata lasciata ho sofferto tantissimo perché mi credevo innamorata, però io mi ero resa conto già nella relazione che non stavo più bene, non era la relazione che volevo, non mi rispettava e non mi amava nel vero senso della parola.
Ci sono rimasta più male perché, ripensando a come era iniziata, non riuscivo ad accettare che fosse finita.
Quando mi ha lasciata, mi ha detto che lo ha fatto per i nostri continui litigi perché era diventata una relazione tossica da ambo le parti ed effettivamente era cosi, anche se poi col tempo ho scoperto che lo ha fatto perché non mi amava più da tempo.
Litigavamo sempre perché mi mancava continuamente di rispetto e mi faceva passare per pazza o pesante quando proponevo di discutere di un problema per risolverlo, lui invece non mi parlava per giorni per punirmi.
Comunque in tutti questi mesi, quasi un anno, ho cercato di riprendermi perché mi aveva veramente distrutta psicologicamente, non sono riuscita più a fare un esame all’università e semplicemente ad essere me stessa.
Adesso è da agosto che sto bene, che sono io, che ho ritrovato un mio equilibrio, ma ogni tanto, quando so che devo fare qualcosa di importante, tipo un esame, non faccio altro che pensare a come stavo male in quella relazione, ceh è come se il mio cervello mi portasse a provare le stesse sensazioni che provavo prima e sto male, come se mi fossi lasciata ieri.
E per completare il quadro, in queste occasioni, è come se sentissi la necessità di stalkerarlo (sui social) pur sapendo che magari potrei vedere cose che non mi piacciono, e continuo comunque a vederle, come se volessi provare sempre più dolore.
Non capisco cosa mi succede in questi momenti, magari sto settimane benissimo, vado in palestra, esco, vado in università, coltivo nuove amicizie e frequentazioni, sono molto più consapevole di ciò che voglio in una relazione e questo mi ha aiutato molto a evitare situazioni in cui non vorrei ritornare e campanelli d’allarme; poi improvvisamente ci sono 1/2 giorni in cui vado in down, e consapevolmente, mi butto sempre più giù.
Contemporaneamente a questi momenti, sento una forte ansia che all’inizio mi paralizzava, adesso invece la gestisco meglio e impedisco che mi limiti nelle mie attività quotidiane.
Per caso soffro di qualche disturbo ossessivo?
vorrei capire come lavorare su me stessa per cercare di uscirne al 100%.
Vi ringrazio in anticipo.
[#1]
Gentile utente,
per risponderle devo darle dei chiarimenti.
1) Desidera un percorso psicologico ma teme di non poterselo permettere.
All'universitò, che lei frequenta, c'è uno psicologo a disposizione degli studenti. Forse non potrà dedicarle un lungo percorso, ma alcuni incontri di chiarimento certamente sì.
Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale offre psicologi gratis o a prezzo di ticket: ne trova alle ASL (o comunque si chiamino le aziende sanitarie nella sua città); nel Consultorio; nel Centro di Salute Mentale; presso molte associazioni e presso le Scuole di Psicoterapia.
Può forse avvalersi del bonus psicologi; infine non tutti gli psicologi privati hanno prezzi alti.
Tutto questo lo ripeto da tanto tempo sia online che dal vivo. Ormai so che non si va dallo pscicologo per una sola ragione: perché non ci si vuole andare, quali che siano gli equivoci che circondano quaesta figura professionale e le sue funzioni.
2) Nel volgere di un anno, della sua relazione lei fornisce interpretazioni diverse, ma il succo è nelle parole: "ripensando a come era iniziata, non riuscivo ad accettare che fosse finita".
Esattamente. Qualcosa ha danneggiato sistematicamente la vostra relazione.
Nella scorsa email lei parlava dei dubbi di lui: ora emerge la realtà di "continui litigi", non scrive da cosa scaturiti, ma certo gestiti da entrambi in modo da acuirli anziché risolverli.
Questa sarebbe la domanda da portare allo psciologo: "dove ho sbagliato e dove rischio di sbagliare nello stesso modo in un'altra relazione?".
Non si tratta infatti solo di evitare un determinato tipo di persona, ma di evitare certe idee, aspettative, comportamenti, che mette in atto lei stessa. Questo richiede appunto un aiuto specialistico.
3) Ha sofferto molto di questo abbandono, ma alla fine si è ripresa. Quando è che ritorna a cercare di nuovo tutto ciò che le ha fatto male, a girare il coltello nella piaga? Ecco qui: "quando so che devo fare qualcosa di importante, tipo un esame".
Questo è un comportamento ben noto agli psicologi, e il disturbo ossessivo non c'entra affatto: lei si rifiuta di tornare all'impegno -e alla fatica, alla noia- quotidiani, e sceglie la fuga nell'ultima emozione viva che ha provato in ordine di tempo: il dolore dell'abbandono.
Lo cerca, lo fruga, lo acuisce, lo esaspera. E così facendo si salva dalla fatica dell'impegno.
Quest'ultimo problema, a mio avviso, non richiede lo psicologo.
Buone cose.
per risponderle devo darle dei chiarimenti.
1) Desidera un percorso psicologico ma teme di non poterselo permettere.
All'universitò, che lei frequenta, c'è uno psicologo a disposizione degli studenti. Forse non potrà dedicarle un lungo percorso, ma alcuni incontri di chiarimento certamente sì.
Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale offre psicologi gratis o a prezzo di ticket: ne trova alle ASL (o comunque si chiamino le aziende sanitarie nella sua città); nel Consultorio; nel Centro di Salute Mentale; presso molte associazioni e presso le Scuole di Psicoterapia.
Può forse avvalersi del bonus psicologi; infine non tutti gli psicologi privati hanno prezzi alti.
Tutto questo lo ripeto da tanto tempo sia online che dal vivo. Ormai so che non si va dallo pscicologo per una sola ragione: perché non ci si vuole andare, quali che siano gli equivoci che circondano quaesta figura professionale e le sue funzioni.
2) Nel volgere di un anno, della sua relazione lei fornisce interpretazioni diverse, ma il succo è nelle parole: "ripensando a come era iniziata, non riuscivo ad accettare che fosse finita".
Esattamente. Qualcosa ha danneggiato sistematicamente la vostra relazione.
Nella scorsa email lei parlava dei dubbi di lui: ora emerge la realtà di "continui litigi", non scrive da cosa scaturiti, ma certo gestiti da entrambi in modo da acuirli anziché risolverli.
Questa sarebbe la domanda da portare allo psciologo: "dove ho sbagliato e dove rischio di sbagliare nello stesso modo in un'altra relazione?".
Non si tratta infatti solo di evitare un determinato tipo di persona, ma di evitare certe idee, aspettative, comportamenti, che mette in atto lei stessa. Questo richiede appunto un aiuto specialistico.
3) Ha sofferto molto di questo abbandono, ma alla fine si è ripresa. Quando è che ritorna a cercare di nuovo tutto ciò che le ha fatto male, a girare il coltello nella piaga? Ecco qui: "quando so che devo fare qualcosa di importante, tipo un esame".
Questo è un comportamento ben noto agli psicologi, e il disturbo ossessivo non c'entra affatto: lei si rifiuta di tornare all'impegno -e alla fatica, alla noia- quotidiani, e sceglie la fuga nell'ultima emozione viva che ha provato in ordine di tempo: il dolore dell'abbandono.
Lo cerca, lo fruga, lo acuisce, lo esaspera. E così facendo si salva dalla fatica dell'impegno.
Quest'ultimo problema, a mio avviso, non richiede lo psicologo.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 570 visite dal 12/11/2023.
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