Termine allattamento traumatico?

Buongiorno,

sono mamma di un bimbo di due anni e mezzo che ho allattato fino a due anni circa.
Mio figlio non ha mai voluto il ciuccio, quasi per nulla il biberon (solo dopo diverso tempo e tentativi con la nonna mentre io ero a lavoro, comunque non è mai stato "costretto").
L'allattamento diurno (a richiesta) era già terminato verso i 18 mesi (tranne eventuali pisolini) senza difficoltà, semplicemente proponevo altro al bambino per distrarlo oppure gli spiegavo che la tetta era solo per la nanna.


Per l'allattamento notturno ho aspettato perché mio figlio è sempre stato un bambino (dalla nascita) con tanti tanti risvegli, e l' unico modo per passare delle notti "decenti" era riaddormentarlo al seno.
Dopo due anni ero arrivata a una variabile di due/quattro risvegli per notte, ero molto molto stanca e quindi ho deciso che era arrivato il momento di terminare l'allattamento.
In una settimana ho tolto l'allattamento dei pisolini diurni nei momenti in cui non era a lavoro (bene, senza difficoltà) e poi una sera (avevo già preparato con le parole da tempo il bambino) gli ho detto che il latte della mamma era finito e che ci saremmo potuti fare le coccole, cullare ecc...

Le prime due notti sono state difficilissime: il bambino piangeva, manifestava rabbia, cercava il seno, per me è stata un'agonia.
Gli sono sempre stata vicino e ho cercato in ogni modo di compensare con baci, abbracci, parole dolci ecc... Dopo qualche giorno sempre meglio (ha iniziato a dire: io non ciuccio più la tetta), fino a quando il bimbo si è completamente tranquillizzato e ormai dorme quasi sempre tutta la notte.


Mio figlio è un bimbo vivace, curioso, mi sembra sereno e non ho notato cambiamenti negativi dopo questa esperienza... Ovviamente è un classico bambino nel pieno dei cosiddetti "terribile two" (a volte piange se gli diciamo no a qualcosa che vuole fare, ogni tanto lancia oggetti se si arrabbia, vuole fare tutto da solo ecc...), ma niente di ingestibile o esagerato, anzi è un bimbo che verbalizza molto le sue emozioni (parla come un bimbo di quattro anni!! ) e con cui si possono fare tante cose... Ma ho paura di averlo in qualche modo traumatizzato a livello inconscio, mi dico che forse avrei dovuto aspettare, fare in modo ancora più graduale (non so come onestamente!! ) , io che ho sempre rispettato i suoi ritmi e le sue esigenze.


Avrei bisogno del parere sincero di un esperto per capire se avrei potuto fare diversamente e se c'è qualcosa che potrebbe farmi capire che il bambino ha subito un trauma.
Grazie!!
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Lei ci dice che dopo lo svezzamento completo dall'allattamento al seno
"il bimbo si è completamente tranquillizzato e ormai dorme quasi sempre tutta la notte.
Mio figlio è un bimbo vivace, curioso, mi sembra sereno e non ho notato cambiamenti negativi dopo questa esperienza... "
E dunque da dove nasce il Suo timore di averlo traumatizzato?
Forse dal fatto che la decisione è stata presa a causa della propria stanchezza? e che dunque non è stata una scelta che Lei ha sentito a favore del bambino, bensì Sua?
O forse perchè - se non fosse stata stanca - lo avrebbe proseguito ulteriormente?
Tutto ciò sembra rappresentare un conflitto interiore che riguarda Lei, da non proiettare sul bambino in termini di possibile "trauma".
Sul piano di realtà, ora dovrà fare attenzione a non cedere ad eventuali episodi di "nostalgia del seno" da parte del piccolo: svezzare a due anni è psicologicamente assai più complesso che farlo da più piccoli.


Sulla questione di quando smettere completamente l'allattamento al seno c'è tuttora dibattito, anche tra noi Psicolog*.
Personalmente ritengo che la conclusione completa dell'allattamento al seno sia una negoziazione - esplicita o implicita - fra
>le esigenze, i bisogni e i desideri
-del bambino,
-quelli della madre,
-ma anche del padre;
cioè tra tutti i membri di quel complesso "sistema" che è la famiglia.
Nel Suo consulto il padre non compare, quasi come se l'allattamento al seno fosse una questione tra madre e figlio. Ma l'esperienza clinica ci conferma che, in molti casi, l'allattamento prolungato pesa anche sul padre (pur quando si dichiara d'accordo), spesso indebolendo il rapporto di complicità e di sens(S)ualità con la propria donna. Quel rapporto di intima condivisione di coppia che, a ben pensare, provoca vantaggi profondi e duraturi anche per i figli.
Potrà approfondire qui la tematica:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-diventare-mamma-e-rimanere-amante.html .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/