Atteggiamenti depressivi e senso di inferiorità

Buonasera dottori, il mio consulto rappresenta talmente un problema serio che mi sembra scontato che io abbia bisogno di uno psicologo, ma nell'attesa vorrei porvi questa mia grave situazione sociale.

Ho 24 anni e sto molto male perché tutto sto facendo tranne che vivere.

Sono sempre stato un ragazzo basso e mingherlino e questo dato oggettivo mi ha sempre fatto sentire inferiore a tutti, ma se da un lato ho accettato questa cosa di me, la gente continua, nonostante la mia età, ad avere da ridire sul mio fisico, non facendosi mancare battute che mi fanno stare male, e siccome non è una cosa affatto rara, potete immaginare il mio dolore su questa situazione.

Ora tralasciando questa premessa, che sembra essere la cosa meno peggiore che mi succede, ricordo che nonostante tutte le mie difficoltà vissute ai tempi della scuola, non mi sentivo così male come ora, di fatti da quegli anni in poi la mia vita è stata completamente un incubo tra scelte sbagliate e mancanza di orientamento nelle scelte.

Attualmente faccio la peggior vita che una persona possa fare, andare a dormire tardi, alzarmi tardi e mangiare tanto per mantenermi in vita, ma non per gusto.

Ho un atteggiamento totalmente passivo verso la vita, la mia famiglia continua a dirmi che sono una nullità, che non sono capace di fare nulla, ed effettivamente è vero perché trovo difficoltà anche nel fare cose più banali, e questo mi ha portato a pensare di soffrire di problemi simili all'autismo, seppur lieve.

Raramente i miei hanno cercato di capirmi, l'hanno sempre presa come un mio essere scansafatiche.

Il colmo l'ho raggiunto negli ultimi due giorni quando, come mi capita ogni tanto, vado ad aiutare un mio parente a fare alcuni servizi come trasportare attrezzature/mobili etc.
, tuttavia io ero totalmente spaesato e mi sono completamente bloccato andando su e giù, ero a mala pena capace di avvitare una vite perché ero totalmente nel mio mondo
Questa mattina sono andando con la mia famiglia a raccogliere le olive in campagna ed è successo di nuovo, mentre loro lavoravano duramente, io andavo su e giù senza una meta, per la prima volta stavo per buttarmi a terra e mettermi a piangere perché ho detto a mia madre che mi sentivo male ma la sua risposta è stata: muoviti e lavora.

Pur riprendendo a fare i compiti da loro dettati e sentendomi più o meno meglio con il passare delle ore, è come se vivessi comunque nell'attesa di qualcosa che non arriva mai.

I miei sentimenti attuali sono di solitudine e soprattutto di mancanza di amore/affetto di cui ho bisogno, anche perché vedo attorno a me fratelli, cugini, amici ed altra gente che nel loro si stanno realizzando laureandosi, lavorando e convivendo, mentre io non ho mai avuto un briciolo di amore, o qualcosa che mi facesse ricredere in positivo sulla vita.

Scusate se ho scritto molto, ma di tutti questi pensieri non ne parlo mai con nessuno.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente
lei stesso ha premesso di aver bisogno di uno psicologo, e in effetti sembra soffrire di una forma di depressione forse unita ad altre patologie.
Da qui possiamo solo fare il tifo per un suo felice e pronto recupero, che passa attraverso il rapido accesso alle cure di uno specialista.
Nel frattempo, faccia una visita generale con le analisi di routine dal medico di famiglia e si faccia prescrivere sei sedute presso un* psicolog* del servizio sanitario nazionale.
Può andare anche al Consultorio, al Centro di Salute Pubblica, presso molte scuole di pscicoterapia che offrono a prezzo calmierato un servizio eccellente.
Auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Va bene dottoressa, ma una curiosità, se fosse depressione non dovrei avere costantemente un umore a terra?
Ad esempio oggi sono tornato dopo una mattinata di lavoro in campagna tale e quale a ieri e sono stato benissimo, non ho pensato per nulla a tutti i problemi, magari essere stato lontano così tanto dal telefono che mi crea ansia mi ha fatto stare bene.
Inoltre quale potrebbe essere il problema che accompagna questa forma di depressione? Magari questi atteggiamenti depressivi derivano proprio da questo problema piuttosto che dalla depressione in senso stretto di per sé.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
la parola "depressione" nasce come espressione popolare per intendere vari gradi di tristezza, dal dolore del lutto più cupo, fino allo spleen, ossia la delicata malinconia dei poeti.
In questo significato comune la depressione ha una causa: la morte di una perona cara, l'abbandono del partner, una situazione esistenziale sfavorevole e via discendendo fino alla tristezza autunnale.
Ma questa stessa parola, se usata in senso clinico, indica una cosa diversa: uno stato dell'umore per cui si indossano metaforici occhiali neri per la maggior parte del tempo, assolutamente senza una causa.
Se ne accorse Freud un secolo fa, scrivendo un saggio in cui separava i due significati, e in seguito la depressione clinica è stata oggetto di studi e ricerche che hanno permesso di individuarne modalità differenti: esiste una depressione che si presenta in forma bipolare, per esempio, che si alterna a periodi sereni o ad altri di esagerata euforia; esistono la depressione mascherata, e la distimia, che permettono di lavorare e vivere una vita apparentemente normale, ma priva di progetti e permeata di un'insofferenza dolorosa alla quotidianità.
La depressione clinica è un prodotto del nostro cervello, anche quando cause esterne l'hanno scatenata; altrimenti non si capirebbe come mai possano curarla i farmaci.
Chi ne è affetto imputa la propria infelicità a circostanze "oggettive", anche varie: il proprio aspetto, il luogo di residenza, i genitori, la moglie o il non aver moglie, il lavoro o l'essere disoccupato e così via.
Ecco per quale ragione un'efficace cura della depressione unisce ai farmaci anche la psicoterapia.
Con quello che ho scritto non pretendo di farle una diagnosi online, specie senza conoscerla, tanto più che alcune delle cose che scrive fanno pensare anche ad altri disagi psicologici. Voglio solo invitarla a cercare l'aiuto di qualcuno che conoscendo la natura e il funzionamento della mente può aiutarla a recuperare un miglior tono dell'umore e farle progettare migliori prospettive di vita.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie della sua risposta.
Io mi ci rivedo in alcune delle sue varie definizione di depressione.
Non so nulla di me, l'unica cosa che so è che non ho progetti di vita, o se ce li ho per un "minimo" non sono in grado di mettermi sotto affinché possa quantomeno esplorare nuovi mondi in un certo senso; sa il fatto di aver avuto tante delusioni nella mia vita accresce ad avere una vita giornaliera abbastanza priva di emozioni, il mio umore cambia in base ad una minima cosa e sono molto condizionabile, fragile, suscettibile, solo nonostante la mia famiglia attorno.
Non è quella depressione che non mi fa alzare dal letto, ma è quella depressione che mi fa alzare e mi fa pensare: "ma io che vivo a fare? non ho nessun progetto di vita".
Sento di avere certamente una situazione esistenziale sfavorevole, sento che vorrei uscirne ma poi è come se ci fosse sempre qualcosa di molto cupo attorno a me che mi spegne.
Ma soprattutto penso che vorrei avere quel qualcosa che non ho mai avuto e provato in vita mia, ovvero l'amore, quella persona che vuole sapere realmente come stai e con cui nessun psicologo al mondo può sostituire.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
come le dicevo e come la sua ultima email conferma, lei attraversa una condizione di "malattia".
Pongo il termine tra parentesi perché la malattia mentale non è facile né da riconoscere né da accettare.
Una lesione organica, la febbre o un altro qualunque sintomo fisico sono comunemente accettati; le lesioni mentali no, perché non abbiamo ancora strumenti per "vedere" i processi neurobiologici e possiamo valutare solo i sintomi, i quali risultano equivocabili per il paziente stesso.
Lei per esempio si riconosce in alcune definizioni di depressione, ma poi vuole sostenere che "il fatto di aver avuto tante delusioni nella mia vita accresce ad avere una vita giornaliera abbastanza priva di emozioni".
Chi può dirlo? Intanto non è detto che lei abbia avuto pù delusioni di tanti altri, e poi reagire spegnendo le emozioni è solo una delle tante reazioni possibili.
Lei scrive: "è come se ci fosse sempre qualcosa di molto cupo attorno a me che mi spegne", ossia dipinge il più classico sintomo della depressione, ma poi conclude che vorrebbe avere "l'amore, quella persona che vuole sapere realmente come stai".
La verità non è questa, caro utente. Se lei si lasciasse aiutare a guardare in sé stesso scoprirebbe che in lei non c'è solo il desiderio di un amore, che non le basterebbe e che tra l'altro nella sua condizione non saprebbe nemmeno gestire.
Certamente uno psicologo non può sostituire un amore, e non pretende di farlo; ma per vivere un amore e affrontarne tutte le variegate sfaccettature occorre essere forti e sani, ed è appunto questa salute che uno psicologo potrebbe restituirle, aiutandola a riconoscere anche le ferite sotterranee che adesso non vuole vedere, la rabbia che si trasforma in autoaggressione, la mutilazione che sta infliggendo alla sua vita.
Ci rifletta.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com