Provo così tanto dolore da non sopportarlo
Gentili dottori,
Sono una ragazza di 22 anni e sto attraversando uno dei periodi più brutti e dolorosi della mia vita.
Un anno fa mia nonna, di 91 anni, è stata ricoverata in ospedale e da quel giorno i medici ci hanno detto che avrebbe vissuto per un massimo di 1 anno perché le patologie che aveva erano arrivate alla fase terminale.
Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, ma mai mi sarei aspettata di provare questo dolore che, tra l’altro, tralasciavo sempre per un secondo momento.
Mi cullavo sulla consapevolezza di averla ancora.
Dopo qualche mese dalla diagnosi di mia nonna, anche mio padre si è ammalato.
Abbiamo fatto il giro degli ospedali e, nonostante questo, i medici non avevano capito che mio padre fosse malato di tumore.
Tant’è vero che la situazione si era aggravata e a fine luglio, dopo essersi sentito male per i dolori, lo abbiamo portato in ospedale dove è stato operato d’urgenza e scoperto il tumore.
Da quel giorno, mio padre non è più lo stesso.
L’altro ieri ho perso mia nonna, ieri l’abbiamo sepolta e io sono in uno stato psicofisico terribile.
Piango solo, non dormo la notte e non riesco nemmeno a dare forza a mamma che anche lei 5 anni fa si è ammalata di tumore al seno, ma per fortuna è guarita.
La situazione di mia nonna e mio padre non si può cambiare e questo mi porta a sentirmi malissimo, a farmi mancare l’aria e a non dormire.
Piango sempre e ho paura di perdere anche mia mamma.
Sto soffrendo come un cane, non trovo più una ragione di vita.
Mi resterebbe mamma e le mie sorelle, ma se dovessi subire un’altra perdita ho pensato di cadere nel baratro più profondo.
Sono sommersa dalle paure, dal lutto e dalla malattia terminale di mio padre.
Mi sono aggrappata ai ricordi di tutti e due quando ero piccola o quando stavano bene in vita.
Non riesco a pensare di andare avanti senza di loro e con questa paura della perdita.
Non so come fare.
Mi sembra tutto inutile.
Non so come fare.
Vorrei essere aiutata, ma è come se non servisse a niente.
Aiutatemi
Sono una ragazza di 22 anni e sto attraversando uno dei periodi più brutti e dolorosi della mia vita.
Un anno fa mia nonna, di 91 anni, è stata ricoverata in ospedale e da quel giorno i medici ci hanno detto che avrebbe vissuto per un massimo di 1 anno perché le patologie che aveva erano arrivate alla fase terminale.
Sapevo che sarebbe arrivato questo giorno, ma mai mi sarei aspettata di provare questo dolore che, tra l’altro, tralasciavo sempre per un secondo momento.
Mi cullavo sulla consapevolezza di averla ancora.
Dopo qualche mese dalla diagnosi di mia nonna, anche mio padre si è ammalato.
Abbiamo fatto il giro degli ospedali e, nonostante questo, i medici non avevano capito che mio padre fosse malato di tumore.
Tant’è vero che la situazione si era aggravata e a fine luglio, dopo essersi sentito male per i dolori, lo abbiamo portato in ospedale dove è stato operato d’urgenza e scoperto il tumore.
Da quel giorno, mio padre non è più lo stesso.
L’altro ieri ho perso mia nonna, ieri l’abbiamo sepolta e io sono in uno stato psicofisico terribile.
Piango solo, non dormo la notte e non riesco nemmeno a dare forza a mamma che anche lei 5 anni fa si è ammalata di tumore al seno, ma per fortuna è guarita.
La situazione di mia nonna e mio padre non si può cambiare e questo mi porta a sentirmi malissimo, a farmi mancare l’aria e a non dormire.
Piango sempre e ho paura di perdere anche mia mamma.
Sto soffrendo come un cane, non trovo più una ragione di vita.
Mi resterebbe mamma e le mie sorelle, ma se dovessi subire un’altra perdita ho pensato di cadere nel baratro più profondo.
Sono sommersa dalle paure, dal lutto e dalla malattia terminale di mio padre.
Mi sono aggrappata ai ricordi di tutti e due quando ero piccola o quando stavano bene in vita.
Non riesco a pensare di andare avanti senza di loro e con questa paura della perdita.
Non so come fare.
Mi sembra tutto inutile.
Non so come fare.
Vorrei essere aiutata, ma è come se non servisse a niente.
Aiutatemi
[#1]
Gentile utente,
lo stato di prostrazione in cui versa purtroppo è "normale".
So bene che è assurdo usare questa parola per una condizione tanto dolorosa e che appare senza via d'uscita a chi la sta vivendo, tuttavia è il risvolto dell'affetto, della sicurezza, dei lunghi anni felici che ha trascorso nella rassicurante presenza di persone a lei care che le volevano bene.
Nei momenti peggiori, fa bene a ricordare le cose belle che avete condiviso; quello che la nonna ha dato a lei e quello che lei ha dato alla nonna, che è moltissimo; potrà capirne la portata solo quando sarà nonna a sua volta.
La preoccupazione per suo padre viene a cadere in un momento luttuoso e non mi meraviglio che lei abbia solo ipotesi negative, pessimistiche; ma anche se sconvolto dalla malattia, suo padre è vivo e ha bisogno di tutti voi. Niente esclude che possa guarire e ritrovare le caratteristiche di un tempo. Ci sono perfino persone che ringraziano il tumore perché ha fatto loro capire quali erano i valori e gli affetti fondamentali della vita.
Il fatto che lei soffra così atrocemente dipende dalla concomitanza di questi eventi negativi, che forse hanno anche palesato alla sua consapevolezza adulta la paura provata per la malattia della mamma.
Pensando invece agli affetti saldi che hanno accompagnato la sua infanzia, scoprirà presto di potercela fare proprio perché loro l'hanno protetta, e in un certo senso la proteggeranno ancora, per sempre.
Un abbraccio affettuoso e un augurio per suo padre. Ci scriva quando vuole.
lo stato di prostrazione in cui versa purtroppo è "normale".
So bene che è assurdo usare questa parola per una condizione tanto dolorosa e che appare senza via d'uscita a chi la sta vivendo, tuttavia è il risvolto dell'affetto, della sicurezza, dei lunghi anni felici che ha trascorso nella rassicurante presenza di persone a lei care che le volevano bene.
Nei momenti peggiori, fa bene a ricordare le cose belle che avete condiviso; quello che la nonna ha dato a lei e quello che lei ha dato alla nonna, che è moltissimo; potrà capirne la portata solo quando sarà nonna a sua volta.
La preoccupazione per suo padre viene a cadere in un momento luttuoso e non mi meraviglio che lei abbia solo ipotesi negative, pessimistiche; ma anche se sconvolto dalla malattia, suo padre è vivo e ha bisogno di tutti voi. Niente esclude che possa guarire e ritrovare le caratteristiche di un tempo. Ci sono perfino persone che ringraziano il tumore perché ha fatto loro capire quali erano i valori e gli affetti fondamentali della vita.
Il fatto che lei soffra così atrocemente dipende dalla concomitanza di questi eventi negativi, che forse hanno anche palesato alla sua consapevolezza adulta la paura provata per la malattia della mamma.
Pensando invece agli affetti saldi che hanno accompagnato la sua infanzia, scoprirà presto di potercela fare proprio perché loro l'hanno protetta, e in un certo senso la proteggeranno ancora, per sempre.
Un abbraccio affettuoso e un augurio per suo padre. Ci scriva quando vuole.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Grazie dottoressa, lei è un angelo. Le sue parole mi sono state d’aiuto. Infatti, ho deciso di affidarmi ad una professionista per affrontare i lutti.
Mi può rassicurare, se può, su un pensiero che mi tormenta?
Ho sviluppato una sorta di reazioni al trauma molto invalidanti, tra cui: insonnia e difficoltà nell’addormentarmi, sia inappetenza.
Ora le voglio chiedere se c’è un tempo limite dopo il quale inizierò a mangiare? È normale?
Ho paura delle conseguenze del non avere appetito perché sono diminuita di peso e mia madre è estremamente preoccupata perché pensa che la mia debolezza mi ucciderà. Adesso ho anche il timore di non riuscire a superare.
Dottoressa come posso incidere sul mio appetito? È meglio lasciare perdere o sforzarmi (anche se mi viene il vomito)?
Sono davvero disperata,
Mi dia un suo riscontro se ritiene opportuno,
Cordiali saluti
Mi può rassicurare, se può, su un pensiero che mi tormenta?
Ho sviluppato una sorta di reazioni al trauma molto invalidanti, tra cui: insonnia e difficoltà nell’addormentarmi, sia inappetenza.
Ora le voglio chiedere se c’è un tempo limite dopo il quale inizierò a mangiare? È normale?
Ho paura delle conseguenze del non avere appetito perché sono diminuita di peso e mia madre è estremamente preoccupata perché pensa che la mia debolezza mi ucciderà. Adesso ho anche il timore di non riuscire a superare.
Dottoressa come posso incidere sul mio appetito? È meglio lasciare perdere o sforzarmi (anche se mi viene il vomito)?
Sono davvero disperata,
Mi dia un suo riscontro se ritiene opportuno,
Cordiali saluti
[#3]
Gentile utente,
i suoi sintomi sono quelli dello stress post-traumatico.
Se in passato la disappetenza non si era mai prodotta, non si preoccupi eccessivamente. Il professionista a cui si affiderà le darà anche indicazioni per evitare il dimagrimento e l'indebolimento.
Per ora le suggerisco di passare più tempo che può all'aria aperta quando c'è luce, nel verde se può, camminando velocemente e guardandosi attorno.
Questo le sveglierà l'appetito, rinforzerà i muscoli, ed è la via più diretta per scongiurare la depressione.
Ancora un abbraccio.
Ci tenga al corrente.
i suoi sintomi sono quelli dello stress post-traumatico.
Se in passato la disappetenza non si era mai prodotta, non si preoccupi eccessivamente. Il professionista a cui si affiderà le darà anche indicazioni per evitare il dimagrimento e l'indebolimento.
Per ora le suggerisco di passare più tempo che può all'aria aperta quando c'è luce, nel verde se può, camminando velocemente e guardandosi attorno.
Questo le sveglierà l'appetito, rinforzerà i muscoli, ed è la via più diretta per scongiurare la depressione.
Ancora un abbraccio.
Ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.4k visite dal 31/10/2023.
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