Sofferenza per bisessualità e maltrattamenti
Gent.
mi dottori, sono Marco, 36 anni, bisessuale, mi rivolgo sia a psichiatri che a psicologi e sessuologi.
Vivo nella sofferenza psichica da troppo tempo.
Dopo un primo percorso psicologico ho appurato il fatto che una sorta di mia disforia di genere fin da bambino (imitavo le donne e mi affezionavo di più al mondo femminile) è stata dovuta a un mio meccanismo di difesa per attirare l'attenzione di mio padre.
Lui, che non voleva figli, mi tratta come un nemico e ha sempre litigato con mia sorella che ho visto piangere e avere crisi isteriche negli anni ed era molto gelosa di me oltreché violenta con me.
Alla base di queste dinamiche c'è lo strano rapporto tra mio padre e mia madre, fredda con mia sorella e morbosa con me, figlio maschio.
Oggi, vivo perseguitato da lei in ogni stanza di casa nostra, incluso il bagno.
Mi spia, mi imita, praticamente mi sento molestato da lei.
Purtroppo tutto questo influisce sul mio umore.
Sto molto male, non ho privacy e ho tachicardia frequente soprattutto per le litigate.
Sto lavorando molto ma non sono abbastanza indipendente per andarmene da casa, nonostante una laurea che uso poco per via di un grande senso di colpa che mi hanno fatto venire sia i miei che mia sorella.
Il lavoro che svolgo mi mette a contatto con molte persone, gay e etero, e io come al solito non so da che parte stare.
Emotivamente sono più vicino ai gay, anche dal punto di vista sessuale ho più esperienze gay, e nascondere tutto questo per me è pesante.
Provo a socializzare con gli etero ma dopo un po' subentra una grande angoscia e una grande paura di essere "scoperto".
Non parlo di calcio, motori, non scherzo molto, e quindi la gente poi se ne accorge.
Ma io rifiuto il mondo gay così come quello etero, e mi sento bloccato, incastrato.
Mi sento malissimo a non capire chi sono e cosa voglio.
Probabilmente ho una personalità frammentata, e ho grandi carenze affettive causate dal narcisismo che ho subito.
Nella mia testa ci sono sempre gli impedimenti dei miei ad essere un eterosessuale con una donna e con gli hobby da uomo.
Da bambino, ricordo che loro e mia sorella erano contrari a una mia eterosessualità e favorevoli a una mia diversità.
Ho subito umiliazioni velate da parte loro, dirette in tempi recenti, bullismo a scuola e un caso di stalking.
Sono troppo empatico e ho l'anima piena di persecuzioni e non riesco a concentrarmi su me stesso e sul volermi del bene.
Quando guardo le persone le guardo con gli occhi di mia madre (il desiderio verso gli uomini) e con gli occhi di mio padre e mia sorella (derisione, rabbia e invidia), ma poi mi accorgo di non essere in me.
Tutto ciò compromette la mia vita sessuale, sociale e lavorativa.
Non so se rivolgermi a uno psichiatra o psicologo per una terapia familiare e convincere i miei ad aiutarmi ad abitare da un'altra parte, o da un sessuologo per affrontare tutte le mie contraddizioni interne.
Assumo integratori per dormire e farmaci antiretrovirali per HIV.
Chiedo cortesemente un consulto.
mi dottori, sono Marco, 36 anni, bisessuale, mi rivolgo sia a psichiatri che a psicologi e sessuologi.
Vivo nella sofferenza psichica da troppo tempo.
Dopo un primo percorso psicologico ho appurato il fatto che una sorta di mia disforia di genere fin da bambino (imitavo le donne e mi affezionavo di più al mondo femminile) è stata dovuta a un mio meccanismo di difesa per attirare l'attenzione di mio padre.
Lui, che non voleva figli, mi tratta come un nemico e ha sempre litigato con mia sorella che ho visto piangere e avere crisi isteriche negli anni ed era molto gelosa di me oltreché violenta con me.
Alla base di queste dinamiche c'è lo strano rapporto tra mio padre e mia madre, fredda con mia sorella e morbosa con me, figlio maschio.
Oggi, vivo perseguitato da lei in ogni stanza di casa nostra, incluso il bagno.
Mi spia, mi imita, praticamente mi sento molestato da lei.
Purtroppo tutto questo influisce sul mio umore.
Sto molto male, non ho privacy e ho tachicardia frequente soprattutto per le litigate.
Sto lavorando molto ma non sono abbastanza indipendente per andarmene da casa, nonostante una laurea che uso poco per via di un grande senso di colpa che mi hanno fatto venire sia i miei che mia sorella.
Il lavoro che svolgo mi mette a contatto con molte persone, gay e etero, e io come al solito non so da che parte stare.
Emotivamente sono più vicino ai gay, anche dal punto di vista sessuale ho più esperienze gay, e nascondere tutto questo per me è pesante.
Provo a socializzare con gli etero ma dopo un po' subentra una grande angoscia e una grande paura di essere "scoperto".
Non parlo di calcio, motori, non scherzo molto, e quindi la gente poi se ne accorge.
Ma io rifiuto il mondo gay così come quello etero, e mi sento bloccato, incastrato.
Mi sento malissimo a non capire chi sono e cosa voglio.
Probabilmente ho una personalità frammentata, e ho grandi carenze affettive causate dal narcisismo che ho subito.
Nella mia testa ci sono sempre gli impedimenti dei miei ad essere un eterosessuale con una donna e con gli hobby da uomo.
Da bambino, ricordo che loro e mia sorella erano contrari a una mia eterosessualità e favorevoli a una mia diversità.
Ho subito umiliazioni velate da parte loro, dirette in tempi recenti, bullismo a scuola e un caso di stalking.
Sono troppo empatico e ho l'anima piena di persecuzioni e non riesco a concentrarmi su me stesso e sul volermi del bene.
Quando guardo le persone le guardo con gli occhi di mia madre (il desiderio verso gli uomini) e con gli occhi di mio padre e mia sorella (derisione, rabbia e invidia), ma poi mi accorgo di non essere in me.
Tutto ciò compromette la mia vita sessuale, sociale e lavorativa.
Non so se rivolgermi a uno psichiatra o psicologo per una terapia familiare e convincere i miei ad aiutarmi ad abitare da un'altra parte, o da un sessuologo per affrontare tutte le mie contraddizioni interne.
Assumo integratori per dormire e farmaci antiretrovirali per HIV.
Chiedo cortesemente un consulto.
[#1]
Non è chiara quale è la sua richiesta nello specifico.
Attualmente vive una condizione di malessere che interseca con varie argomentazioni che possono non essere connesse tra loro.
È utile una valutazione psichiatrica per un iniziale inquadramento ed un trattamento che può coinvolgere anche diverse figure.
Attualmente vive una condizione di malessere che interseca con varie argomentazioni che possono non essere connesse tra loro.
È utile una valutazione psichiatrica per un iniziale inquadramento ed un trattamento che può coinvolgere anche diverse figure.
https://wa.me/3908251881139
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 23/10/2023.
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