Traumi infantili, dissociazione, amnesie
Non so come partire, ma partirò.
È da tempo che sto in una fase di stallo...non voglio fare niente e quando provo a darmi la possibilità di fare qualcosa crepo di terrore.
Ho dovuto subire un'infanzia segnata da abbondono, orfanotrofio, violenze, abusi sessuali, umiliazioni gravi, lesioni fisiche e tante ma tante aggressioni...fino al punto di dimenticare ogni cosa...
Da un certo punto in poi è come se mi fossi svegliato e dovevo capire, ne avevo bisogno.
Mi sono messo a studiare, anche perché con gli psicologi era un fallimento continuo, ne sapevo più io e i miei problemi non sono facili da comprendere o accettare anche solo che esistono.
Mi sono ritrovato a comprendere la natura dei traumi, dopo 3 anni di studio da solo ho compreso ogni cosa strana che condizionasse e colorasse la mia vita, sono arrivato al punto di comprendere come la mia amnesia funzionasse e ho anche trovato la soluzione...feci un esperimento in cui mettevo in pratica queste mie conclusioni e si, iniziavano a tornare in mente cose, flashback...dire che mi sono terrorizzato è poco...comprendere di essere diviso in così tanti pezzi, di essere così lo lontano da se stessi è aggiacciante, la parte peggiore è che penso sia normale...che vada bene, io devo essere morto perché ciò che sono 3 inutile e ciò che ricordo non ho le forze per guardarlo.
Sono tormentato da dissociazione, paranoie, flash-back, emozioni viscerali, sensazioni corporee... odori...incubi.
Da quando ho fatto questo esperimento mi sono spento di nuovo, lo tanto da tutto.
Il problema è che se anche ci provo non tutto me stesso desidera affrontare certe cose, molte parti di me sono ancora lì...bloccate, come congelare nel tempo costrette a rivivere ogni singola cosa e fa un male cane solo a pensarci.
Come devo fare?
L'intelligenza non basta, ho un metodo ma non ho le forze ed il coraggio, mi sento così debole, così piccolo e minuscolo, come se ogni passo che faccio possa portarmi alla morte.
Chiedo aiuto a voi che, magari, sapete qualcosa che mi sfugge o che vedete dove io sono cieco.
Io vorrei tornare a vivere, affrontare il mio passato uscirne, ma ogni volta mi sento di morire dal dolore e dal terrore.
Grazie in anticipo.
È da tempo che sto in una fase di stallo...non voglio fare niente e quando provo a darmi la possibilità di fare qualcosa crepo di terrore.
Ho dovuto subire un'infanzia segnata da abbondono, orfanotrofio, violenze, abusi sessuali, umiliazioni gravi, lesioni fisiche e tante ma tante aggressioni...fino al punto di dimenticare ogni cosa...
Da un certo punto in poi è come se mi fossi svegliato e dovevo capire, ne avevo bisogno.
Mi sono messo a studiare, anche perché con gli psicologi era un fallimento continuo, ne sapevo più io e i miei problemi non sono facili da comprendere o accettare anche solo che esistono.
Mi sono ritrovato a comprendere la natura dei traumi, dopo 3 anni di studio da solo ho compreso ogni cosa strana che condizionasse e colorasse la mia vita, sono arrivato al punto di comprendere come la mia amnesia funzionasse e ho anche trovato la soluzione...feci un esperimento in cui mettevo in pratica queste mie conclusioni e si, iniziavano a tornare in mente cose, flashback...dire che mi sono terrorizzato è poco...comprendere di essere diviso in così tanti pezzi, di essere così lo lontano da se stessi è aggiacciante, la parte peggiore è che penso sia normale...che vada bene, io devo essere morto perché ciò che sono 3 inutile e ciò che ricordo non ho le forze per guardarlo.
Sono tormentato da dissociazione, paranoie, flash-back, emozioni viscerali, sensazioni corporee... odori...incubi.
Da quando ho fatto questo esperimento mi sono spento di nuovo, lo tanto da tutto.
Il problema è che se anche ci provo non tutto me stesso desidera affrontare certe cose, molte parti di me sono ancora lì...bloccate, come congelare nel tempo costrette a rivivere ogni singola cosa e fa un male cane solo a pensarci.
Come devo fare?
L'intelligenza non basta, ho un metodo ma non ho le forze ed il coraggio, mi sento così debole, così piccolo e minuscolo, come se ogni passo che faccio possa portarmi alla morte.
Chiedo aiuto a voi che, magari, sapete qualcosa che mi sfugge o che vedete dove io sono cieco.
Io vorrei tornare a vivere, affrontare il mio passato uscirne, ma ogni volta mi sento di morire dal dolore e dal terrore.
Grazie in anticipo.
[#1]
Partiamo dalla diagnosi. Lei ha ricevuto una diagnosi legata alle esperienze subite, o indipendente. Ha fatto delle cure di che tipo, solo psicoterapeutiche, e con che tecniche ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Le diagnosi sono state molteplici, di cui molte rimangiate. Prima ero borderline però poi no perché so controllarmi, disturbo d'ansia, disturbo da attacchi di panico, ipocondria, paranoia (anche relazionale) uno addirittura mi ha detto che ero psicotico con nucleotidi paranoidi ( avvolte credo che neanche lui sapeva quello che diceva, perché era assai incerti e nervoso quando chiedevo spiegazioni) che potevo esplodere, un'altra mi ha detto che ho una specie di DPTS ma non sapeva quale perché non avevo tutti i sintomi, un'altro che soffrirò di dissociazione grave, un'altra ancora ci è andata molto vicina dicendo che avevo sicuramente un DPTSc ma era confusa anche lei con me. Ho provato una psicoterapia, comportamentale e altre di cui onestamente non ricordo ne il nome e ne l'utilità per un caso come il mio. Odio le diagnosi di questo genere, sono quasi tutte sbagliate e arretrate in uno stile vecchio e limitato. I miei problemi hanno un nome preciso ma mi è toccato arrivarci da solo...
[#3]
psicotico con nuclei paranoidi..... uno psicotico cosa dovrebbe avere se non questo, come minimo
"una specie di DPTS"....ma quindi si o no ? se non ci sono tutti i sintomi, sarebbe "no", molto semplice. Secondo la psicoterapeuta li aveva tutti quindi i sintomi.
"soffrirò di dissociazione grave"...questo è interessante, peccato che uno voglia sapere intanto la diagnosi del momento (non credo fosse che era perfettamente in equilibrio, con previsione di grave dissociazione non si sa quando).
Lo stile vecchio quale sarebbe ? Le diagnosi sono note, ma non sono state evidentemente poste, oppure si e poi come dice Lei revocate, o non concordemente formulate.
Ovviamente non sono osservazioni a Lei, semplicemente direi che al momento non c'è una diagnosi.
"una specie di DPTS"....ma quindi si o no ? se non ci sono tutti i sintomi, sarebbe "no", molto semplice. Secondo la psicoterapeuta li aveva tutti quindi i sintomi.
"soffrirò di dissociazione grave"...questo è interessante, peccato che uno voglia sapere intanto la diagnosi del momento (non credo fosse che era perfettamente in equilibrio, con previsione di grave dissociazione non si sa quando).
Lo stile vecchio quale sarebbe ? Le diagnosi sono note, ma non sono state evidentemente poste, oppure si e poi come dice Lei revocate, o non concordemente formulate.
Ovviamente non sono osservazioni a Lei, semplicemente direi che al momento non c'è una diagnosi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#4]
Utente
Abbiamo una bella fussa con le diagnosi, anche se sono un po' campate all'aria, basta dare un nome e un minimo di senso a qualcosa che ci sfugge. Anche Van der kolk visse questo problema, due psichiatri gli chiesero se quel paziente fosse schizofrenico catatonico o schizoaffettico e lui rispose, credo che sia una persona che ha un nome prima di tutto, per poi alla fine, con un po' di ascolto e tanta attenzione scoprire che non era schizofrenico ma gravemente traumatizzato. Per vecchio intendo questo, già mi sono capitate situazioni del genere, sono seccanti. Io ho dei mali di cui posso parlare (cosa che ho già fatto) ma nessuno li comprende se non ascolta bene, alla fine io chiedo solo una mano che possa essere d'aiuto, un'altra vista più acuta della mia che mi può dare un'altra prospettiva, un motivo in più per affrontare certe cose non di certo per essere preso per aspe com'era? Paranoico con nulceoitdi paranoidi?
[#5]
Beh anche con la frase di Van der kolk non si risolve niente. E' una frase a effetto. Le categorie sono un modo di sistemare le informazioni. La cosa buffa è che non hanno funzionato nel cancellare diagnosi poco riproducibili, e hanno creato sottotipi senza sostanziali differenze a livello terapeutico.
Quindi, si: ha ragione che la categoria non dice tutto, ma ascoltare non significa tradurre i racconti del paziente in una scontata diagnosi causale. Così si finisce per agevolare intepretazioni o crarne di nuove, in un cervello che magari è già affamato di interpretazioni.
L'osservazione, di cui fa parte anche il colloquio, è importante e a volte deve essere mirata.
"paranoico con nulceoitdi paranoidi?". No, nucleotidi no, non c'entra niente "nuclei" paranoidi.
Quindi, si: ha ragione che la categoria non dice tutto, ma ascoltare non significa tradurre i racconti del paziente in una scontata diagnosi causale. Così si finisce per agevolare intepretazioni o crarne di nuove, in un cervello che magari è già affamato di interpretazioni.
L'osservazione, di cui fa parte anche il colloquio, è importante e a volte deve essere mirata.
"paranoico con nulceoitdi paranoidi?". No, nucleotidi no, non c'entra niente "nuclei" paranoidi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#7]
"Sono paranoico" non può essere presa come una auto-diagnosi, ovviamente.
Riguardo al suo primo messaggio, mi sembra si sia commentato.
Riguardo al suo primo messaggio, mi sembra si sia commentato.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.5k visite dal 20/10/2023.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disturbi di personalità
I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.