Doc, ipocondria e apatia
Salve.
Sono un ragazzo di 18 anni che quest'anno ha concluso gli esami di maturità e deve cominciare l'università.
Vi racconto il mio problema.
Fin da quando ero piccolo soffrivo di doc.
Mi sarebbe stato diagnosticato tempo dopo, ma già da allora ero fissato su alcuni numeri che tendevo a ripetere anche nelle azioni quotidiane.
Col tempo quest'ossessione si è affievolita, e anche se ad oggi mi è rimasta la "preferenza" per certi numeri, non la vivo più in modo angosciante.
Negli anni delle medie, in cui i miei compagni di classe non facevano altro che bullizzarmi facendo girare false voci sul mio conto (ad eccezione dei miei due unici amici), mi è venuta una forte ipocondria manifestantesi soprattutto nei mesi estivi.
(Sono stato davanti al telefono cercando le malattie più svariate per mesi).
Col tempo sono riuscito a dominare anche questa, perchè ogni volta che mi si affacciava una preoccupazione riguardo alla mia salute mi imponevo di non pensarci per non nutrire simili pensieri.
Gli anni del liceo sono stati davvero una rinascita: nuovi compagni che non mi giudicavano più e con cui potevo divertirmi, nonostante fossi uscito dalle medie con una sorta di fobia sociale verso miei coetanei.
Durante la pandemia, l'ipocondria ricompare prepotentemente, facendomi preoccupare di avere una qualche dipendenza psicologica.
Io ero abituato ad affrontare pensieri inerenti la salute fisica, ma questa volta, com'è ovvio, il caso era diverso.
Da lì mi sono limitato di molto la vita: mi imponevo di non mangiare, non giocare ai videogiochi, non usare il telefono.
Tutto ciò che poteva dare una dipendenza.
Dopo 4/5 mesi è passato anche questo pensiero.
Infine, all'ultimo anno di liceo, mi venne in mente un altro pensiero "intrusivo" (come lo ha definito la mia psicologa), che mi disse: "sei sicuro di aver memorizzato?
", "sei sicuro di ricordare quello che hai studiato?
", "No, non lo sei".
Da allora studiare è diventato ripetitivo, perchè c'era questa vocina che mi spingeva a ripetere le cose più volte.
Mi sono bloccato, e anche se portavo a casa ottimi voti, era diventato tutto stressante.
Nel titolo ho parlato di "apatia" perchè da quel momento ho perso interesse per tutto quello che facevo: lo studio, la famiglia (la cui situazione era sempre più "conflittuale"), non avevo più sogni o motivi per andare avanti.
L'ho fatto forzatamente.
E nello stesso periodo cominciai a non concentrarmi più bene come prima: dimenticavo le cose in giro, non riuscivo ad organizzarmi, ho scelto una facoltà soltanto perchè sentivo che dovevo, quando in realtà non avrei voluto staccarmi dal liceo...
L'unica spinta in avanti, infatti, me la davano i miei amici, che mi riempivano sempre di energia.
Però adesso mi sento privato di loro e spesso ripenso a quel passato, bello sicuramente, di cui però non riesco proprio a liberarmi.
Inoltre adesso il pensiero di studiare mi dà tanta pesantezza.
Sto già andando da una psicoterapeuta, ma vorrei sapere cosa mi stia succedendo.
Grazie.
Sono un ragazzo di 18 anni che quest'anno ha concluso gli esami di maturità e deve cominciare l'università.
Vi racconto il mio problema.
Fin da quando ero piccolo soffrivo di doc.
Mi sarebbe stato diagnosticato tempo dopo, ma già da allora ero fissato su alcuni numeri che tendevo a ripetere anche nelle azioni quotidiane.
Col tempo quest'ossessione si è affievolita, e anche se ad oggi mi è rimasta la "preferenza" per certi numeri, non la vivo più in modo angosciante.
Negli anni delle medie, in cui i miei compagni di classe non facevano altro che bullizzarmi facendo girare false voci sul mio conto (ad eccezione dei miei due unici amici), mi è venuta una forte ipocondria manifestantesi soprattutto nei mesi estivi.
(Sono stato davanti al telefono cercando le malattie più svariate per mesi).
Col tempo sono riuscito a dominare anche questa, perchè ogni volta che mi si affacciava una preoccupazione riguardo alla mia salute mi imponevo di non pensarci per non nutrire simili pensieri.
Gli anni del liceo sono stati davvero una rinascita: nuovi compagni che non mi giudicavano più e con cui potevo divertirmi, nonostante fossi uscito dalle medie con una sorta di fobia sociale verso miei coetanei.
Durante la pandemia, l'ipocondria ricompare prepotentemente, facendomi preoccupare di avere una qualche dipendenza psicologica.
Io ero abituato ad affrontare pensieri inerenti la salute fisica, ma questa volta, com'è ovvio, il caso era diverso.
Da lì mi sono limitato di molto la vita: mi imponevo di non mangiare, non giocare ai videogiochi, non usare il telefono.
Tutto ciò che poteva dare una dipendenza.
Dopo 4/5 mesi è passato anche questo pensiero.
Infine, all'ultimo anno di liceo, mi venne in mente un altro pensiero "intrusivo" (come lo ha definito la mia psicologa), che mi disse: "sei sicuro di aver memorizzato?
", "sei sicuro di ricordare quello che hai studiato?
", "No, non lo sei".
Da allora studiare è diventato ripetitivo, perchè c'era questa vocina che mi spingeva a ripetere le cose più volte.
Mi sono bloccato, e anche se portavo a casa ottimi voti, era diventato tutto stressante.
Nel titolo ho parlato di "apatia" perchè da quel momento ho perso interesse per tutto quello che facevo: lo studio, la famiglia (la cui situazione era sempre più "conflittuale"), non avevo più sogni o motivi per andare avanti.
L'ho fatto forzatamente.
E nello stesso periodo cominciai a non concentrarmi più bene come prima: dimenticavo le cose in giro, non riuscivo ad organizzarmi, ho scelto una facoltà soltanto perchè sentivo che dovevo, quando in realtà non avrei voluto staccarmi dal liceo...
L'unica spinta in avanti, infatti, me la davano i miei amici, che mi riempivano sempre di energia.
Però adesso mi sento privato di loro e spesso ripenso a quel passato, bello sicuramente, di cui però non riesco proprio a liberarmi.
Inoltre adesso il pensiero di studiare mi dà tanta pesantezza.
Sto già andando da una psicoterapeuta, ma vorrei sapere cosa mi stia succedendo.
Grazie.
[#1]
Lo psicoterapeuta cosa le ha detto?
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Ho fatto solo 3 incontri. Nel primo mi sono presentato. Negli altri 2 mi ha diagnosticato il doc e mi ha detto che una situazione particolarmente oppressiva potrebbe essere la famiglia da cui dovrei cercare di stare un po' "lontano", ecco. Poi mi ha dato qualche consiglio per scacciare i pensieri ossessivi, ma devo ancora continuare gli incontri.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 920 visite dal 10/10/2023.
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