Sposare una ragazza che soffre di schizofrenia
Dr.Matteo Pacini
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Manca di sapere se la cura la prende, se le crisi vengono perché la sospende o vengono comunque, e cosa questa persona fa e riesce a fare nella vita ordinaria e straordinaria. Ovviamente ci sono tutta una serie di indicatori di cui non so se la vorranno o meno mettere a conoscenza, del resto i familiari non sempre conoscono bene la diagnosi, a volte sono soltanto preoccupati della sua visibilità e della gestione pratica.
Ha un'informazione nuova e quindi giustamente la sta valutando.
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posso dire che ci sentiamo quotidianamente ed è sempre tranquilla e ragionevole, lei non lavora, la crisi sembra sia dovuta al fatto che abbia inspiegabilmente sospeso l'assunzione del farmaco ( tra l'altro mi ha detto che ne prende due ma non sono riuscito a capire quale sia il secondo), sulla natura precisa del problema non ho tutte le informazioni, la lontananza e la difficoltà di comunicazione per via della lingua non mi permettono di avere tutte le informazioni del caso, diciamo che il mio problema è sia di natura morale, ciòè se sono convinto di sposare e quindi passare la via vita con una persona che ha questo problema, e mi chiedo anche se non sia anche peggiorativo per lei affrontare questo cambio di vita radicale e cioè uscire dalla sua "confort zone" ( quindi padre, madre, sorelle, ambiente...) per venire a vivere con me a Milano, dove avrebbe solo me e io sono via tutto il giorno per lavoro, quindi sarebbe spesso da sola ( non ho neanche i genitori che potrebbero darci una mano), insomma ho il timre che possa pure peggiorare od, in una eventuale crisi, non abbia il sostegno della sua famiglia, alla quale è molto legata.
Sono tutte considerazioni che mi sembrano ragionevoli, poi la decisione è sua, qui siamo nel campo di decisioni relative a questioni sentimentali o private. E' chiaro che è consigliabile sapere ciò con cui si potrà avere a che fare, per poter decidere con cognizione di causa.
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La quotidianità e la sessualità sono inesistenti per poter stabilire di essere una coppia che può decidere di sposarsi.
Anche il fatto che non possa avere un visto di uscita dal paese è comunque particolare.
Piuttosto che un matrimonio una convivenza può aiutarla a capire la situazione anche per stabilire se è il caso di continuare la relazione, se di relazione si può parlare.
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Certo avrei preferito una convivenza ma non è possibile, primo perchè essendo loro una famiglia musulmana praticante la convivenza non è assolutamente contemplata, e secondo perchè il problema non è il visto d'uscita ma il visto d'entrata in Italia che, se non si hanno motivi di studio, lavoro o ricongiungimento familiare, è molto difficile da ottenere per chi arriva dall'Algeria.
Sono consapevole che è una cosa poco razionale ma non ci sono alternative al matrimonio se vogliamo stare insieme, tra l'altro, cosa non meno importante, stiamo parlando di una giovane e bellissima ragazza, una bellezza arabo/mediterranea che mi ha fatto innamorare dal primo momento che l'ho vista, e, anche se non la conosco a fondo, sarei stato disposto a correre questo "rischio".
Purtroppo ho scoperto questa cosa della malattia che ha stravolto tutti i buoni propositi e che mi ha fatto venire numerosi dubbi.
Lei sembra e una esprimere una sorta di soddisfazione e aspettativa per qualcosa che non è in essere, preoccupandosi poi di aspetti comprensibili.
Dr.Matteo Pacini
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infatti la questione che io ho posto in essere è cosa potrebbe comportare in termini pratici l'eventuale convivenza con una persona affetta da schizofrenia,, quali possono essere le problematiche di gestione in ambito familiare e in ambito ospedaliero o di supporto con un professionista in materia.
Per quanto riguarda il rischio di sposare una ragazza che si "conosce poco", se è questo che vuole dire, se ne potrebbe parlare, seguire l'istinto e non la razionalità può sembrare una scelta avventata, ma spesso si rivela la scelta migliore, a volte non ci conosce abbastanza una persona anche dopo dieci anni di convivenza, sono valutazioni molto personali, ognuno ha i suoi parametri per valutare persone e situazioni.
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Certo, non ero a conoscenza della sua malattia, l'ho scoperta perchè lei ha deciso, arbitrariamente, di sospendere i farmaci, ma sarebbe potuto accadere lo stesso anche se abitasse a 10km da casa mia.
Devo dedurre che lei non approverebbe neanche si conosce e si sposa dopo sei mesi (che non si discosterebbe tanto dalla mia situazione), perchè, a suo modo di vedere, non hanno avuto il tempo necessario per conoscersi, può essere vero, come dicevo prima, ognuno, in base al proprio carattere fa le sue scelte in base ai propri modi di pensare e di essere.
Resto però convinto che seguire l'istinto, che, come diceva giustamente lei, si basa sulle emozioni e sensazioni, non sia mai un'opzione da sottovalutare, certamente non l'unica.
Infatti è a questo che ho risposto che NO, è un modo di dire e non un dato di fatto parametrato in qualche modo.
Si nota soltanto il suo compiacimento nella prospettiva che racconta, in cui vi sono elementi di oggettiva indeterminazione (il tipo di conoscenza) rispetto ad un'altra soluzione (ma varrebbe anche per Dante e Beatrice) e un altro che è in parte ora noto (la malattia e il fatto che sospende le terapie) che non è certamente incoraggiante.
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Un altro discorso è la conoscenza della ragazza, la potrò conoscere poco o tanto, ma sarò sempre e solo io a poterlo dire. Esternamente si possono fare tutte le considerazioni o congetture che si vuole ma lasceranno sempre il tempo che trovano.
Come le ho spiegato in precedenza, se voglio vivere con lei, non esiste un'alternativa al matrimonio purtroppo, per cui non esistono altre soluzioni.
Infine lei è propenso alla razionalità piuttosto che all'istinto, bene, ma anche questa scelta non è scritto da nessuna parte che sia la migliore.
Non sono propenso a niente, è Lei che dice che l'istinto spesso è la guida migliore in queste situazioni. Quindi continua a fare un discorso illogico: non è scritto da nessuna parte che sia migliore la razionalità nel decidere con chi passare la vita, così come neanche che sia l'istinto come invece insiste Lei. Sostanzialmente, è Lei che sembra voler dare forza alla sua decisione senza che ne ve sia bisogno. Sono fatti suoi, quindi non è necessario dimostrare che ha ragione.
Ma se scrive qui, è per avere dei commenti penso, rispetto ai quali non serve che insista come se dovesse convincere qualcuno. Avrà il punto di vista di chi da fuori giudica quel che Lei scrive, e questo è quanto.
Il compiacimento era riferito all'innamoramento, per così dire. Chiaro che chi è innamorato è compiaciuto di quel che vuol vedere o vede. Ma questo mica è indicativo di niente. Anche perché vede, non parliamo della propensità ad accoppiarsi, quanto alla condivisione di una vita familiare. In alcune culture questo tipo di unione viene pianificata senza tener quasi conto di affinità o preferenze, perché deve garantire alcune cose, materialmente e socialmente. In altre culture si dà molto risalto alla scelta "per amore", che è tutto e nulla, ma è diversa dalla scelta pianificata.
Sarebbe importante che ognuno facesse i conti con gli elementi che ha rispetto al tipo di scopo che vuole raggiungere. Quindi non c'è mai una risposta o un canale valido di per sé, appunto neanche quello istintuale o dell'innamoramento più di un altro.
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