Disturbi dell'ideazione
Buonasers, premetto che convivo con i miei genitori e mio fratello.
Mio fratello ha 38 anni e da circa 4 anni fa abuso di alcol, praticamente ogni volta che esce di sera, ritorna sempre a casa in stato di ebbrezza.
Il problema è che da 7 mesi ha atteggiamenti persecutori verso di me, e con frequenza minore verso i miei genitori, in quanto ci vede come coloro che si intromettono nella sua vita privata, accusando soprattutto me di essere egoista.
Durante il giorno che è sobrio sta sempre isolato in una stanza, senza rivolgere la parola a nessuno, se proviamo a parlargli risponde confabulando, senza pronunciare una frase compiuta.
In alcuni casi, soprattutto sotto l'effetto di alcol, in modo particolare verso di me, ha assunto un atteggiamento che non so se definire di paura o rabbia: mi ha guardato fisso con occhi sbarrati, pugni serrati e assumendo un tremore, come se volesse provocare un aggressione, per poi dopo qualche secondo desistere.
A seguito di visita psichiatrica, lo specialista ha riscontrato la seguente diagnosi: "Da circa un anno presenza di disturbi dell'ideazione con tematiche prevalentemente di riferimento e persecutori, potus alcolico, umore fluttuante.
Anamnesi fisica generale riferita negativa.
Allo stato paziente collaborante, umore tendenzialmente incongruo con ideazione delirante, insight assente.
Esame neurologico nella norma.
"
Come terapia gli ha prescritto" 1 Cp la sera di Aripiprazolo cp 15 mg" (che si è rifiutato di assumere).
Ha consigliato "esami ematochimici di routine, G - GT TAC cranio" (che si rifiuta di effettuare), nonché la presa in carico presso UOSM locale".
Se gentilmente è possibile avere delucidazioni in merito alla diagnosi, se è riconducibile ad una patologia in particolare, è precisamente a quale?
Se è adeguata la terapia prescritta?
E se è possibile una presa in carico dell'UOSM anche contro la sua volontà?
Mio fratello ha 38 anni e da circa 4 anni fa abuso di alcol, praticamente ogni volta che esce di sera, ritorna sempre a casa in stato di ebbrezza.
Il problema è che da 7 mesi ha atteggiamenti persecutori verso di me, e con frequenza minore verso i miei genitori, in quanto ci vede come coloro che si intromettono nella sua vita privata, accusando soprattutto me di essere egoista.
Durante il giorno che è sobrio sta sempre isolato in una stanza, senza rivolgere la parola a nessuno, se proviamo a parlargli risponde confabulando, senza pronunciare una frase compiuta.
In alcuni casi, soprattutto sotto l'effetto di alcol, in modo particolare verso di me, ha assunto un atteggiamento che non so se definire di paura o rabbia: mi ha guardato fisso con occhi sbarrati, pugni serrati e assumendo un tremore, come se volesse provocare un aggressione, per poi dopo qualche secondo desistere.
A seguito di visita psichiatrica, lo specialista ha riscontrato la seguente diagnosi: "Da circa un anno presenza di disturbi dell'ideazione con tematiche prevalentemente di riferimento e persecutori, potus alcolico, umore fluttuante.
Anamnesi fisica generale riferita negativa.
Allo stato paziente collaborante, umore tendenzialmente incongruo con ideazione delirante, insight assente.
Esame neurologico nella norma.
"
Come terapia gli ha prescritto" 1 Cp la sera di Aripiprazolo cp 15 mg" (che si è rifiutato di assumere).
Ha consigliato "esami ematochimici di routine, G - GT TAC cranio" (che si rifiuta di effettuare), nonché la presa in carico presso UOSM locale".
Se gentilmente è possibile avere delucidazioni in merito alla diagnosi, se è riconducibile ad una patologia in particolare, è precisamente a quale?
Se è adeguata la terapia prescritta?
E se è possibile una presa in carico dell'UOSM anche contro la sua volontà?
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No, non è riconducibile univocamente ad una sola malattia, indica soltanto la presenza di delirio, in un soggetto con abuso alcolico, che è un fattore che facilita questo tipo di sintomi, specie in forma fluttuante, non stabile, o di tipo affettivo (più che veri e propri deliri, spesso il risultato di un umore rabbioso e rivendicativo, elementi di amnesia e di errate memorie, e amplificazione di elementi conflittuali anche in maniera esplosiva o interpretativa (identificare un nemico che ci ha rovinato la vita, con un'esplosione magari in seguito ad una sciocchezza apparente).
Però, può anche trattarsi di un disturbo autonomo, in cui l'alcol svolge la funzione di benzina sul fuoco, per l'aggressività.
Se si ritiene vi sia un pericolo, un'urgenza o anche semplicemente se lo si vuole fare, si può segnalare alla ASL la situazione, ed è possibile che la ASL scelga di accertare la situazione, potendolo fare anche in maniera coatta. Non è detto da ciò derivi un trattamento coatto. Quando vi è un trattamento coatto, questo solitamente ha un termine dopo pochi giorni, per cui non rappresenta un vincolo che garantisce nel tempo la prosecuzione di una terapia, anche se si rivelasse efficace.
Però, può anche trattarsi di un disturbo autonomo, in cui l'alcol svolge la funzione di benzina sul fuoco, per l'aggressività.
Se si ritiene vi sia un pericolo, un'urgenza o anche semplicemente se lo si vuole fare, si può segnalare alla ASL la situazione, ed è possibile che la ASL scelga di accertare la situazione, potendolo fare anche in maniera coatta. Non è detto da ciò derivi un trattamento coatto. Quando vi è un trattamento coatto, questo solitamente ha un termine dopo pochi giorni, per cui non rappresenta un vincolo che garantisce nel tempo la prosecuzione di una terapia, anche se si rivelasse efficace.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 14/08/2023.
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