Tachiflassi in terapie con ssri a lungo termine?
Buongiorno gentili dottori, soffro di ansia cronica e da qualche anno sto assumendo SSRI per curare questo disturbo.
Durante la lettura di un articolo di uno psichiatra di fama mondiale ho notato che si parla di tachiflassi in terapie a lungo termine con antidepressivi, la cosa che mi ha allarmato di più è che sempre in quest'articolo si dice che sviluppatasi questa condizione sia un aumento di dosaggio che un cambio di molecola appartenente alla stessa classe farmaceutica danno una remissione per un periodo più breve del primo trattamento e quindi un maggiore rischio di ricaduta.
Sulle linee guida internazionali invece si dice che gli antidepressivi a differenza delle benzodiazepine non provocano assuefazione e tolleranza e quindi nei casi in cui è indicato è possibile assumerli anche per un periodo di tempo indefinito, quindi sono particolarmente confuso.
La domanda che vi pongo è:
In caso di pazienti che devono assumere per periodi molto lunghi o addirittura a vita gli antidepressivi perchè affetti da un disturbo cronico è possibile che si sviluppi questo fenomeno di tolleranza e successiva resistenza alla terapia?
si parla di un rischio del 45% entro 3 anni di avere una ricaduta,
Non esistono farmaci per la prevenzione di questi episodi?
La mia paura, frutto anche del mio disturbo, è che il benessere acquistato con questa terapia possa perdersi e che gli antidepressivi un giorno smetteranno di funzionare su di me e sarò costretto a vivere male il resto dei miei giorni, avendo 30 anni non è bello immaginare ciò.
Durante la lettura di un articolo di uno psichiatra di fama mondiale ho notato che si parla di tachiflassi in terapie a lungo termine con antidepressivi, la cosa che mi ha allarmato di più è che sempre in quest'articolo si dice che sviluppatasi questa condizione sia un aumento di dosaggio che un cambio di molecola appartenente alla stessa classe farmaceutica danno una remissione per un periodo più breve del primo trattamento e quindi un maggiore rischio di ricaduta.
Sulle linee guida internazionali invece si dice che gli antidepressivi a differenza delle benzodiazepine non provocano assuefazione e tolleranza e quindi nei casi in cui è indicato è possibile assumerli anche per un periodo di tempo indefinito, quindi sono particolarmente confuso.
La domanda che vi pongo è:
In caso di pazienti che devono assumere per periodi molto lunghi o addirittura a vita gli antidepressivi perchè affetti da un disturbo cronico è possibile che si sviluppi questo fenomeno di tolleranza e successiva resistenza alla terapia?
si parla di un rischio del 45% entro 3 anni di avere una ricaduta,
Non esistono farmaci per la prevenzione di questi episodi?
La mia paura, frutto anche del mio disturbo, è che il benessere acquistato con questa terapia possa perdersi e che gli antidepressivi un giorno smetteranno di funzionare su di me e sarò costretto a vivere male il resto dei miei giorni, avendo 30 anni non è bello immaginare ciò.
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Ritorniamo sul discorso della ricaduta sebbene lei sappia che la sua variazione terapeutica agisce da poco tempo e che il farmaco potrebbe non essere adatto al disturbo che riferisce, come nella sua richiesta precedente
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Utente
Salve dott.Ruggiero la ringrazio innanzitutto delle sue celeri risposte ai miei consulti. Nei consulti precedenti ho chiesto cose inerenti alla mia situazione e alla mia terapia che con l'aggiustamento nuovo so di essere ancora nella fase iniziale e quindi non mi resta che attendere. Tuttavia in questo consulto la richiesta era più generale e non specifica del mio caso, in quanto avendo letto quest'articolo mi è sorto il dubbio perché so di persone che si curano per anni senza incappare in queste ricadute...poiché non ho le capacità ne le conoscenze per poter dire cosa sia vero e cosa no (anche se ho sempre saputo che l'antidepressivo non porta a fenomeni di tolleranza) ho posto il quesito a voi esperti. In questo caso l'unica cosa che mi tocca in prima persona è la consapevolezza che per me queste medicine sono essenziali perché prima ho provato di tutto, psicoterapia compresa, ma nessun benessere fino all'inizio della terapia farmacologica.
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Il punto è che porsi domande di questo genere è di per se un sintomo. Non ha senso cercare cose a caso per capire se genericamente la questione può essere riportata a lei nel futuro
https://wa.me/3908251881139
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Utente
Lei ha perfettamente ragione, ne sono consapevole che si tratta di un sintomo in quanto in periodi di benessere non mi sarei manco posto il problema. Comprenda anche che per me sono dei salvavita tali farmaci perchè mi permettono di vivere bene e senza starei male, quindi leggere che un giorno potrebbero non essere più efficaci per me e rimanere senza una terapia è deleterio, perciò le ho chiesto se nella sua pratica clinica capitano tali situazioni e se c'è una soluzione.
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Utente
Salve dottori, volevo aggiornarvi sulla mia situazione e porvi qualche domanda. Da quasi 4 settimane, ho iniziato la cura il 20 luglio, sto facendo questa terapia: zoloft 100 mg, ecubalin 75 mg più un integratore Contralt a causa di una ricaduta del mio disturbo d'ansia avuta ai primi di luglio. Lo zoloft l'ho preso per una settimana a 50 mg e da 3 settimane lo assumo a 100 mg. Alcuni miglioramenti li ho notati, ad esempio prima la mattina mi svegliavo con agitazione e angoscia e dovevo correre subito a vomitare, inoltre avevo un ansia terribile, adesso questi sintomi sono spariti e come sintomi fisici avverto molti dolori muscolari soprattutto alle gambe, schiena e nuca. Dal punto di vista psicologico invece, seppur meno, continuo ad avere pensieri ossessivi che mi spingono a fare ricerche su internet per capire cosa ho e se riuscirò a riprendermi mentre quel senso di agitazione lo avverto sporadicamente, soprattutto di mattina o primo pomeriggio invece di sera sto tranquillo e mi sento meglio. Ciò che sto notando è che ho difficoltà la sera ad addormentarmi proprio perché mi sento meglio e durante il giorno ho sonno, oltre ad una sorta di anedonia che mi accompagna durante le mie giornate, ogni cosa sembra una fatica enorme. Oltre a questo spesso evito di uscire perché o mi scoccio oppure ho paura di sentirmi male anche se devo dire che quando è capitato oltre ad una strana sensazione iniziale poi sono stato normale. Dunque adesso prevalgono i sintomi psichici rispetto a quelli fisici che stanno diminuendo.
La domanda che vi pongo è la seguente..è normale che questi sintomi psichici permangono? Devo continuare con questa cura e attendere i risultati o arrivato a questo punto devo tornare dal mio psichiatra? Grazie in anticipo
La domanda che vi pongo è la seguente..è normale che questi sintomi psichici permangono? Devo continuare con questa cura e attendere i risultati o arrivato a questo punto devo tornare dal mio psichiatra? Grazie in anticipo
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.2k visite dal 07/08/2023.
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