Voi come agireste?
Salve Dottori
Chiedo cortesemente un vostro consiglio che possa aiutarmi ad orientarmi in questo marasma di dubbi.
Mi trovo ormai da poco più di un anno ad assumere quotidianamente del Cipralex a dosaggio pieno.
La cura è stata data per un disturbo da attacchi di panico con agorafobia.
Premetto che ad ora il farmaco mi ha aiutato molto a riconquistare la routine di una persona normale, cosa molto lontana prima di assumere il farmaco.
Sono riuscito pian piano a tornare a lavorare, ad uscire e a riavere una vita piuttosto "standard".
Ma nonostante tutto non credo che le cose stiano andando pienamente bene, noto da diverso tempo che non c'è mai stata una completa assenza di sintomi ansiosi quando mi calo nei contesti che da sempre hanno rappresentato una difficoltà.
In quei contesti avverto sempre una sorta di ansia e fastidio di sottofondo che mi porta ad avere una certa tensione fisica e mentale.
Oltretutto quando mi calo in questi contesti capita almeno 1 volta su 4 che i sintomi ansiosi si facciano particolarmente intensi (Senza giungere ad attacchi di panico però).
Dall'ultimo controllo psichiatrico avuto pochi giorni fa mi è stato detto che i sintomi svaniranno mano mano che ci sarà anche un cambiamento nello schema di pensiero che utilizzo quando approccio determinati contesti.
Spero che possiate comprendere che ad oggi dietro questo problema ho perso quasi 5 anni di esperienza, quindi la richiesta di tempo ulteriore mi destabilizza e non poco.
Voi come vi comportereste in questi casi?
Chiedo cortesemente un vostro consiglio che possa aiutarmi ad orientarmi in questo marasma di dubbi.
Mi trovo ormai da poco più di un anno ad assumere quotidianamente del Cipralex a dosaggio pieno.
La cura è stata data per un disturbo da attacchi di panico con agorafobia.
Premetto che ad ora il farmaco mi ha aiutato molto a riconquistare la routine di una persona normale, cosa molto lontana prima di assumere il farmaco.
Sono riuscito pian piano a tornare a lavorare, ad uscire e a riavere una vita piuttosto "standard".
Ma nonostante tutto non credo che le cose stiano andando pienamente bene, noto da diverso tempo che non c'è mai stata una completa assenza di sintomi ansiosi quando mi calo nei contesti che da sempre hanno rappresentato una difficoltà.
In quei contesti avverto sempre una sorta di ansia e fastidio di sottofondo che mi porta ad avere una certa tensione fisica e mentale.
Oltretutto quando mi calo in questi contesti capita almeno 1 volta su 4 che i sintomi ansiosi si facciano particolarmente intensi (Senza giungere ad attacchi di panico però).
Dall'ultimo controllo psichiatrico avuto pochi giorni fa mi è stato detto che i sintomi svaniranno mano mano che ci sarà anche un cambiamento nello schema di pensiero che utilizzo quando approccio determinati contesti.
Spero che possiate comprendere che ad oggi dietro questo problema ho perso quasi 5 anni di esperienza, quindi la richiesta di tempo ulteriore mi destabilizza e non poco.
Voi come vi comportereste in questi casi?
[#1]
È possibile che il farmaco attuale non sia pienamente adatto al trattamento della sintomatologia residua
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Le opzioni plausibili sono valutabili con visita diretta.
In particolare ipotizzare questioni differenti on Line porrebbe il collega che la cura in una condizione spiacevole.
Può scegliere se sentire altri pareri dal vivo oppure attenersi a ciò che le viene indicato attualmente
In particolare ipotizzare questioni differenti on Line porrebbe il collega che la cura in una condizione spiacevole.
Può scegliere se sentire altri pareri dal vivo oppure attenersi a ciò che le viene indicato attualmente
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 899 visite dal 29/06/2023.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.